JOJOJLION 1, 18 aprile - Star Comics
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Barbaro Cimmero
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QUOTE (fiocotram @ Domenica, 08-Gen-2023, 00:56) | E inoltre... proprio riguardando il manga di Stone Ocean e confrontandolo all'anime, mi sono reso conto di quanto l'animazione abbia giovato e reso comprensibile la storia. |
Questo è il commento che ho sentito fare da TUTTI quelli che hanno letto il manga e poi seguito l'anime. Chi, come me, ha seguito il manga in prima edizione Star, ha avuto oltretutto a che fare con una stampa non ottimale, oltre che con il formato mignon; il problema è stato parzialmente risolto con la ristampa Stone Ocean, ben stampata e in un formato leggermente maggiore, ma qualche problema di leggibilità è proprio connaturato allo stile (pur elegante) dell'Araki delle ultime serie di Jojo, diciamo dalla quinta in poi.
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Barbaro Cimmero
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QUOTE (fiocotram @ Domenica, 08-Gen-2023, 15:40) | Si', pure io ho la vecchia edizione Star. Ma anche Jojolion e' uscito nello stesso formato e secondo me qualcosa la perde. Invece delle tremila riedizioni che hanno sfornato,tipo il Jojonium che sembra un diario scolastico e non mi piace per niente, io avrei fatto una bella riedizione a colori. Quella ma la sarei ricomprata volentieri. Ma mi rendo conto che sia un progetto costoso e impegnativo. |
Se non mi sono perso qualcosa per strada, Jojo è stato ristampato solo due volte: la prima ristampa è quella in volumi di circa 300 pagine, con formato più grande e con i titoli delle varie serie (ristampa oltremodo opportuna, visto che l'originaria edizione star era tutt'altro che impeccabile: in parte ribaltata e in parte no, in volumetti da 128 pagine, con alcuni adattamenti grafici discutibili e nelle ultime stagioni stampata male). Poi c'è stata Jojonium, che però non è completa (e chissà se lo sarà mai). Non stiamo parlando di Dragon Ball, insomma...
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JhonSavor |
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Fiero Alleaten Galeazzo Musolesi
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QUOTE (rimatt @ Domenica, 08-Gen-2023, 16:55) | QUOTE (fiocotram @ Domenica, 08-Gen-2023, 15:40) | Si', pure io ho la vecchia edizione Star. Ma anche Jojolion e' uscito nello stesso formato e secondo me qualcosa la perde. Invece delle tremila riedizioni che hanno sfornato,tipo il Jojonium che sembra un diario scolastico e non mi piace per niente, io avrei fatto una bella riedizione a colori. Quella ma la sarei ricomprata volentieri. Ma mi rendo conto che sia un progetto costoso e impegnativo. |
Se non mi sono perso qualcosa per strada, Jojo è stato ristampato solo due volte: la prima ristampa è quella in volumi di circa 300 pagine, con formato più grande e con i titoli delle varie serie (ristampa oltremodo opportuna, visto che l'originaria edizione star era tutt'altro che impeccabile: in parte ribaltata e in parte no, in volumetti da 128 pagine, con alcuni adattamenti grafici discutibili e nelle ultime stagioni stampata male). Poi c'è stata Jojonium, che però non è completa (e chissà se lo sarà mai). Non stiamo parlando di Dragon Ball, insomma...
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Beh sarebbe ottima una versione Jojonium della seconda trilogia. Ma si sa che tutti vogliono più bene alla prima…
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fiocotram |
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Uberlogorrea
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QUOTE (rimatt @ Domenica, 08-Gen-2023, 09:55) | QUOTE (fiocotram @ Domenica, 08-Gen-2023, 15:40) | Si', pure io ho la vecchia edizione Star. Ma anche Jojolion e' uscito nello stesso formato e secondo me qualcosa la perde. Invece delle tremila riedizioni che hanno sfornato,tipo il Jojonium che sembra un diario scolastico e non mi piace per niente, io avrei fatto una bella riedizione a colori. Quella ma la sarei ricomprata volentieri. Ma mi rendo conto che sia un progetto costoso e impegnativo. |
Se non mi sono perso qualcosa per strada, Jojo è stato ristampato solo due volte: la prima ristampa è quella in volumi di circa 300 pagine, con formato più grande e con i titoli delle varie serie (ristampa oltremodo opportuna, visto che l'originaria edizione star era tutt'altro che impeccabile: in parte ribaltata e in parte no, in volumetti da 128 pagine, con alcuni adattamenti grafici discutibili e nelle ultime stagioni stampata male). Poi c'è stata Jojonium, che però non è completa (e chissà se lo sarà mai). Non stiamo parlando di Dragon Ball, insomma...
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Sì, il "tremila versioni" che ho scritto era solo un'iperbole, ovviamente. A me non piace solo Jojonium, mentre per l'altra non ho trovato motivazioni sufficienti all'acquisto, nonostante il fatto che sia oggettivamente un prodotto editoriale più progredito rispetto alla prima. La prima edizione è figlia del suo tempo, però l'adattamento grafico non era malaccio. Fermo restando che preferisco anch'io che non si adattino le onomatopee, che sono parte del disegno, gli adattamenti italiani erano frutto del lavoro di Daniele Barbieri, Accardi e altri nomi importanti del fumetto italiano. Quindi discutibile la scelta di adattare, non l'adattamento stesso che per me era di buona qualità e fatto con una certa attenzione. Baricordi, che all'epoca dirigeva la testata e Simona Stanzani come traduttrice fecero un ottimo lavoro. Questo perlomeno fino alla quarta serie... dalla quinta in poi anch'io ho fatto tanta fatica nella lettura. Ma credo che sia anche colpa delle sempre più vertiginose speriementazioni grafiche di Araki, oltre che della stampa, del formato o altri fattori.
Poi mi rendo conto per primo che non sia probabile o fattibile a livello commerciale avere un'edizione a colori, ma le copertine e le illustrazioni di Jojo sono così belle che ne varrebbe assai la pena (con supervisione di Araki alla colorazione anche di più), verrebbe un fuori un prodotto artisticamente e collezionisticamente ancora più bello del Dragonball a colori, affermarlo non credo danneggi niente e nessuno.
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Barbaro Cimmero
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QUOTE (fiocotram @ Domenica, 08-Gen-2023, 19:43) | La prima edizione è figlia del suo tempo, però l'adattamento grafico non era malaccio. Fermo restando che preferisco anch'io che non si adattino le onomatopee, che sono parte del disegno, gli adattamenti italiani erano frutto del lavoro di Daniele Barbieri, Accardi e altri nomi importanti del fumetto italiano. Quindi discutibile la scelta di adattare, non l'adattamento stesso che per me era di buona qualità e fatto con una certa attenzione. Baricordi, che all'epoca dirigeva la testata e Simona Stanzani come traduttrice fecero un ottimo lavoro. Questo perlomeno fino alla quarta serie... dalla quinta in poi anch'io ho fatto tanta fatica nella lettura. Ma credo che sia anche colpa delle sempre più vertiginose speriementazioni grafiche di Araki, oltre che della stampa, del formato o altri fattori. |
L'adattamento grafico era buono, ma in certi casi troppo invadente. Penso soprattutto a uno stand della quarta serie, quello che "scriveva" le onomatopee sui personaggi: nella versione italiana, gli ideogrammi venivano sostituiti dalle lettere del nostro alfabeto, costringendo gli adattatori a coprire e rifare in parte sostanziale i disegni di Araki.
Poi, nella quinta (o sesta? Non ricordo bene...) stagione sono iniziati i problemi di stampa, problemi che peraltro all'epoca coinvolgevano tutte le collane Star Comics: sembrava che le tavole fossero scansionate a risoluzione inferiore al dovuto, e l'effetto era che il tratto risultava particolarmente sporco e sgranato.
Mi riprometto di rileggere quinta e sesta serie nel nuovo formato, quello della ristampa, per vedere se così facendo l'esperienza di lettura migliora.
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fiocotram |
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Uberlogorrea
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QUOTE | L'adattamento grafico era buono, ma in certi casi troppo invadente. Penso soprattutto a uno stand della quarta serie, quello che "scriveva" le onomatopee sui personaggi: nella versione italiana, gli ideogrammi venivano sostituiti dalle lettere del nostro alfabeto, costringendo gli adattatori a coprire e rifare in parte sostanziale i disegni di Araki |
Sì, è lo stand di Koichi, Echoes Act 2, nella versione italiana è stato "rifatto" il disegno per adattarlo alla traduzione, ma questo adattamento come ti dicevo non è fatto a casaccio, l'onomatopea è stata ridisegnata dallo staff interno a Star Comics, che all'epoca comprendeva grafici e fumettisti di provata esperienza. Tra i nomi che hanno lavorato all'adattamento dei vari manga c'erano Daniele Barbieri, Massimo Semerano, Andrea Accardi.
Poi sicuramente l'idea stessa di adattare e ridisegnare le tavole di un autore oggi è superata e io stesso preferisco che si intervenga il meno possibile, lasciando inalterate le onomatopee, ma se contestualizzi nel periodo in cui è stata fatto questo adattamento, con un manga che usciva nelle edicole per il pubblico generalista e non era un prodotto da fumetteria per collezionisti, per me ci sta ampiamente e soprattutto, ripeto, non era un aspetto scadente o curato male.
Non erano queste le cose che rendevano difficile la lettura del manga, anzi erano state fatte proprio con l'intento contrario. Il non gradirle è una legittima e comprensibilissima pretesa di aderenza all'originale, che però non implica un reale danno alla comprensione e alla lettura.
In quegli anni lì non era molto diffuso il concetto di non adattare le onomatopee. Non ne sono sicuro ma mi pare che i primi a farlo furono quelli della Comic Art lasciando in originale le onomatopee della prima edizione de "L'immortale" (con un glossario a fine albo che le traduceva).
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Barbaro Cimmero
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QUOTE (fiocotram @ Lunedì, 09-Gen-2023, 11:31) | Sì, è lo stand di Koichi, Echoes Act 2, nella versione italiana è stato "rifatto" il disegno per adattarlo alla traduzione, ma questo adattamento come ti dicevo non è fatto a casaccio, l'onomatopea è stata ridisegnata dallo staff interno a Star Comics, che all'epoca comprendeva grafici e fumettisti di provata esperienza. Tra i nomi che hanno lavorato all'adattamento dei vari manga c'erano Daniele Barbieri, Massimo Semerano, Andrea Accardi.
Poi sicuramente l'idea stessa di adattare e ridisegnare le tavole di un autore oggi è superata e io stesso preferisco che si intervenga il meno possibile, lasciando inalterate le onomatopee, ma se contestualizzi nel periodo in cui è stata fatto questo adattamento, con un manga che usciva nelle edicole per il pubblico generalista e non era un prodotto da fumetteria per collezionisti, per me ci sta ampiamente e soprattutto, ripeto, non era un aspetto scadente o curato male.
Non erano queste le cose che rendevano difficile la lettura del manga, anzi erano state fatte proprio con l'intento contrario. Il non gradirle è una legittima e comprensibilissima pretesa di aderenza all'originale, che però non implica un reale danno alla comprensione e alla lettura.
In quegli anni lì non era molto diffuso il concetto di non adattare le onomatopee. Non ne sono sicuro ma mi pare che i primi a farlo furono quelli della Comic Art lasciando in originale le onomatopee della prima edizione de "L'immortale" (con un glossario a fine albo che le traduceva). |
Oddio, quell'adattamento grafico risultava inevitabilmente pasticciato, me lo ricordo bene... Ma ci poteva stare, vista l'epoca, e visto che comunque i Kappa Boys avevano spiegato le ragioni di tale scelta nella pagina della posta.
Oltre alle onomatopee non adattate di L'immortale in versione Comic Art, segnalo anche quelle di La storia dei tre Adolf, che nella prima edizione Hazard aveva le onomatopee né adattate né tradotte, ma lasciate proprio così come si trovavano sulla tavola (scelta fin troppo minimale).
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Barbaro Cimmero
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QUOTE (fiocotram @ Martedì, 10-Gen-2023, 02:46) | Risfoglia l'albo, vedrai che le onomatopee sono state praticamente ridisegnate per adattarle allo stile del disegno. Discutibile come idea in quanto tale? Magari sì, specie alla luce del fatto che oggi non si fa più (più per costi, in realtà che per amore dei fan). Ma che il risultato fosse pasticciato proprio no. |
Le ricordo bene: sono state il motivo principale per cui, al momento della prima ristampa jojoesca, ho ricomprato immediatamente la quarta serie (poi, con più calma, ho recuperato anche le altre). Non mi piacevano proprio, era evidente che c'era stato un corposo intervento redazionale.
La penso all'opposto di te, insomma: comprensibile la scelta, ma il risultato è quel che è.
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