Proseguo nella mia lettura del Jinxworld e, mentre Scarlet ne è decisamente la prova meno riuscita e United States [...] è sempre dannatamente gradevole grazie anche all'iconico tratto di Oeming, voglio parlarvi di un'opera decisamente interessante. Non potrebbe essere diversamente dato che allo sceneggiatore di Cleveland si affianca uno dei maggiori talenti del comicdom, quel David Mack già visto sulle pagine di Daredevil e creatore della serie Kabuki. Lo definirei un divertissement, un guilty pleasure per i due autori, dove a farla da padrone è il tratto di Mack, cui Bendis concede libero sfogo. Ma è un Mack diverso da quello ammirato su Echo -per esempio-, dove ai favolosi acquerelli -suo tratto distintivo- affianca stili differenti (da tecniche digitali alla pop-art o a disegni semplicemente abbozzati) all'interno anche del medesimo episodio, disorientando il lettore. La trama -un fumettista che si trova nolente in un intrigo più grande di lui a svolgere missioni sotto copertura per conto di una misteriosa femme fatale- è quasi un pretesto per parlare di fumetto, del lavoro di chi vi sta dietro, del mondo che vi ruota attorno e, più in generale, dell'arte creativa e della sua funzione. E, naturalmente, per permettere al penciler di sperimentare (da segnalare anche due brevi "ingerenze" di Sienkiewicz e Oeming a tratteggiare dei fumetti nel fumetto). A completare il quadro meta-narrativo sopra citato, lo stesso Mack crea un suo fumetto nel fumetto (che sarebbe poi l'opera del protagonista della storia), che riecheggia -con le dovute distanze- il racconto piratesco che inframezzava il celebre capolavoro di Alan Moore, in quanto riproduce metaforicamente le stesse vicende vissute dallo sventurato artista. Che dire? Originale e consigliato!
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One must still have chaos in oneself to be able to give birth to a dAnCInG STaR.
We can be HEROES. Just for one day.
I don't know whether I'm the boxer or the bag.
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