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> VEDOVA NERA: BULLSEYE UCCIDE DI NOTTE, VERSIONE CON O SENZA DEVIL?
 
VEDOVA NERA: BULLSEYE UCCIDE DI NOTTE
CON DEVIL [ 1 ]  [50.00%]
SENZA DEVIL [ 1 ]  [50.00%]
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ocramiggop
Inviato il Giovedì, 14-Mag-2015, 17:03
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In occasione del centesimo numero della mia fan-fiction sulla Vedova Nera, due anni fa scrissi il racconto "BULLSEYE UCCIDE DI NOTTE" con due finali, il primo dove la trama includeva Devil e faceva continuare la saga, un'altra conclusiva che non lo includeva.
La trama prima di quest'avventura è la seguente: dopo un'avventura con She-Hulk e la Gatta Nera, per conto dello Shield, Natasha Romanoff, la Vedova Nera è nel mirino di Kingpin e dei suoi killer più pericolosi (Gladiatore, Morbius e l'Ammazzaragni). Ora è il turno di Bullsye, che aveva già umiliato e sconfitto la Vedova, prima che Kingpin comparisse nella vita di Matt Murdock.
Ecco la prima:

STAN LEE AVREBBE VOLUTO PRESENTARE:

NATASHA ROMANOFF, LA LETALE VEDEVA NERA IN: BULLSEYE UCCIDE DI NOTTE.

Un racconto di Marco Poggi, basato sui personaggi di Stan Lee e Marv Wolfman.

La notte è scesa, da alcune ore, in città. Un’agile figura, con un costume nero ed un cappuccio con un bersaglio disegnato in fronte, dopo aver scalato un grattacielo, situato nei pressi del quartiere bene di Manhattan, usando un rampino e degli artigli d’acciaio, raggiunge la finestra di un attico, all’ultimo piano. E’ Bullseye, l’infallibile killer al soldo di Wilson Fisk, lo zar del crimine di New York, conosciuto anche come Kingpin, che, prendendo in mano i suoi grimaldelli, forza la finestra e penetra dentro l’appartamento buio. Immediatamente, il killer vede una luce davanti a sé e sente una voce femminile provenire da dentro la stanza da bagno. Furtivo, si avvicina alla porta e, spiando dal buco della serratura, riconosce la figura nuda di Natasha Romanoff, alias la Vedova Nera, che si sta facendo la doccia. Coperto dalla voce della spia, che sta intonando una canzone russa, mentre si insapona per bene le sue “grazie”, l’uomo entra dentro la stanza e, dalla sua cintura, tira fuori un laccio, quasi invisibile ad occhio nudo. Poi, s’avvicina alle spalle di Natasha, le mette il laccio attorno al collo ed inizia a stringere. La rossa, ancora bagnata, si sente mancare il respiro e prova a divincolarsi, ma Bullseye, con uno sforzo rabbioso, la trascina fuori dalla doccia.
- Ho sempre sognato di ucciderti in questo modo, Vedova Nera! – esclama l’assassino, aumentando la stretta.
- Gaaah…Bulls…eye! – balbetta la Vedova Nera, riconoscendolo.
- Hai ancora la forza per dire il mio nome, ti faccio i miei complimenti, bellezza! – bisbiglia l’assassino.
- Nnngh! –
- Farò in fretta a staccarti la testa dal collo, rossa, quindi non ti agitare troppo! – se la ride il killer.
- Sei…sei tu…che non devi perdere…la…calma, Bullseye! – gli risponde Natasha Romanoff – Attivare…sistema…di…autodistruzione…ORA! -
La Vedova Nera, dopo aver dato questo ordine a sé stessa, attiva una mini-bomba al plastico che ha in corpo e, dopo tre secondi, scoppia in mille pezzi.
- AAAH!
L’esplosione non è troppo forte, ma fa volare l’ancora stupito e cosciente Bullseye - e, con lui, quel che rimane della Vedova Nera – dal bagno fino alla sala da pranzo, dove l’aspetta, seduta comodamente su una poltrona gialla, una figura femminile, che accende le luci della sala, schiacciando uno dei pulsanti del telecomando che ha in mano.
- Buonasera, Bullseye, spero tu abbia gradito la mia sorpresa…esplosiva! – inizia a dire la figura, usando un tono ironico.
- VEDOVA NERA…MA COME??? – impreca Bullseye, alzando gli occhi e riconoscendo la donna dai lunghi capelli rossi e dal costume nero.
- Sospettavo che Kingpin, prima o poi, avrebbe mandato anche te ad uccidermi, dopo che vari supercriminali, da lui assunti, avevano fallito. Per questo, mi sono nascosta, ho attivato il mio “Life Model Decoy” e l’ho usato come esca. – afferma la Vedova Nera, posando il telecomando sul tavolino davanti a lei ed alzandosi in piedi - L’unica cosa che non sapevo è quando avresti colpito, ma tu, fortunatamente, non ti sei fatto attendere troppo! –
- Credi che sia finita qui, Vedova? – domanda Bullseye, digrignando i denti.
- Dopo quell’esplosione, devi essere ancora molto confuso, Bullseye, visto che sono io ad essere in vantaggio. – gli risponde la rossa, impugnando una pistola calibro 9, presa da un cassetto, perché ai polsi non ha i suoi consueti bracciali laser - Se non sbaglio, questa è la seconda volta che entri nel mio attico, come un ladro, per aggredirmi…Una cosa molto irritante! –
- A me, invece, diverte e tanto! – ribatte il killer, sorridendo.
- Vediamo quanto ti divertirai fra poco, visto che ho appena chiamato qualcuno che ti scorterà in una solida cella imbottita! – replica la Vedova Nera, puntando la pistola alla testa di Bullseye.
- Non ho paura degli sbirri, perché, quando arriveranno qui, io me ne sarò già andato da un pezzo…TROVANDO SOLO IL TUO CORPO SENZA VITA, A TERRA, IMMERSO IN UNA POZZA DI SANGUE! – dice l’assassino, impossessandosi, velocemente, di una scheggia tagliente, di quello che era il “Life Model Decoy” di Natasha, e lanciandola contro la Vedova Nera.
- Aaah! – urla la donna, ferita, alla spalla destra, mentre la pistola le scivola fra le dita fino a cadere al suolo.
Bullseye, rapidamente, s’impossessa dell’arma, ma, non appena schiaccia il grilletto, la calibro 9 si auto-disintegra in tanti granelli di polvere, perché programmata per essere usata solo dalla Vedova Nera. Il killer, però, non demorde, si alza in piedi e colpisce la spia di sorpresa, dandole una forte ginocchiata in faccia. La Vedova Nera incassa e cade, mentre Bullseye le salta addosso, per strozzarla con le sue stesse mani.
- Aah, mi piace quando ti divincoli, Vedova Nera! Ti rende così sexy…così vulnerabile…così femminile! – ripete l’assassino, con un sorriso perfido stampato in faccia.
- Bullseye…dannato sadico! – balbetta Natasha Romanoff, allontanandolo, di qualche metro, con un doppio calcio.
- Aaah! –
- Ti sei divertito abbastanza, assassino, ora tocca a me farlo! – afferma la rossa.
La Vedova Nera, dopo aver strappato dal suo braccio la scheggia d’acciaio, con un violento strattone, ed averla gettata via, inizia a colpire Bullseye, con acrobatici colpi di kung fu. La ferita le fa male, ma la sua rabbia le fa ancora più male, perché la donna rammenta, assai bene, di come, anni prima, Bullseye, solo per attirare in trappola in suo arci-nemico in rosso Devil, la portò, sconfitta e svenuta, dentro un baraccone del luna park di Coney Island, legandola stretta ad un bersaglio e lasciandola nelle mani di alcuni teppisti prezzolati, che si divertivano a lanciarle contro dei coltelli affilati. Un’umiliazione difficile da dimenticare, per una spia di prima classe dallo S.H.I.E.L.D.! Natasha, a denti stretti, tempesta di colpi Bullseye, ma, per quanto l’uomo incassi e sputi ben tre denti, non crolla definitivamente.
- Brava…sei brava, come lo fu la ninja greca, prima di te, bellezza! Non siete amiche, vero? – le chiede Bullseye, mentre si asciuga il sangue che gli cola dal labbro, con il braccio sinistro.
- No, io ed Elektra non ci frequentiamo molto! – gli risponde Natasha.
- Bene, allora, non ti ha avvertito…DI QUESTO! – esclama il killer, lanciandole contro un asso di picche, tirato fuori dal nulla.
- Aah! – urla la rossa, colpita leggermente alla gola, dalla carta da gioco tagliente.
- Vieni qua, dolcezza…Vieni qua, tesoro! – ripete Bullseye, prendendo Natasha per i capelli.
- Lasciami, maledetto, lasciami…Aah! – si lamenta la Vedova Nera.
- Sai una cosa, Natasha? – le confessa l’assassino all’orecchio - Sono un uomo fantasioso, a cui piace fare dei giochini! –
- Vai…vai all’inferno, Bullseye! – urla la spia, cercando, inutilmente, di divincolarsi dalla stretta del suo aggressore.
- Questo non è un Sai giapponese, - le dice Bullseye, puntandole al ventre una lama affilata, sbucata fuori dal nulla – è solo un coltello a serramanico, ma, per ciò che ho in mente, andrà benissimo lo stesso! –
Il killer più infallibile del mondo sta per uccidere la Vedova Nera, quando, all’improvviso, qualcuno, da fuori l’appartamento, lancia un urlo.
- NOOO!
E’ Devil che, dopo essere arrivato da chissà dove e aver fracassato la finestra del balcone, lancia uno dei suoi bastoni-manganello contro l’aggressore della Vedova Nera.
- AARGH! – impreca Bullseye, colpito al braccio armato.
- Stavolta no, Bullseye, non rifarai quel tuo maledetto trucco…Non con la Vedova Nera! – ripete Devil, mentre il bastone gli ritorna indietro.
- DEVIL…SEI…SEI ARRIVATO…FINALMENTE! – balbetta Natasha, allontanandosi dal killer incappucciato.
- DANNATO GUSTAFESTE…T’AMMAZZERO’ COME UN CANE! YAAA! – minaccia Bullseye, riprendendo il suo coltello e saltando addosso all’ultimo arrivato.
- Questo è da vedersi, assassino! – gli risponde Devil.
Devil e Bullseye iniziano a lottare fra loro, mentre la Vedova Nera, qualche metro di più in là, riprende fiato. La guerra infinita fra Devil e Bullseye, nell’ambiente della mala, è già una leggenda; un mito di sangue, violenza e morte, che entrambi i rivali continuano a “scrivere”. Devil colpisce Bullseye con diversi calci e mosse di judo, ma il suo rivale non demorde e contrattacca. Natasha Romanoff resta in disparte ad osservare lo scontro, cercando di tamponare le sue ferite, finché non vede Bullseye alzare il coltello su Devil, appena scivolato per terra, come un indiano che sta per scotennare un soldato nordista. Raccogliendo le forze, la donna s’avvicina al killer che, momentaneamente, è concentrato sul supereroe in rosso.
- KYAII! – urla la Vedova Nera, facendo saltare il coltello dalle mani di Bullseye, con uno dei suoi poderosi calci.
- AAH! –
- Grazie, Natasha, a buon rendere! - esclama Devil, lanciando in aria i suoi bastoni.
- UUNGH! – urla Bullseye, colpito in testa dai manganelli e svenendo sopra il corpo del suo nemico.
Devil allontana di qualche metro il suo nemico, con una spinta, riprende i suoi bastoni e si rialza. Poi, si gira verso Natasha Romanoff per chiederle:
- Vedova Nera, stai bene? –
- Dammi un bicchiere di vodka e starò meglio! – afferma la donna, avvicinandosi a Bullseye e toccandogli il collo con la punta delle dita – No, non sta fingendo, è davvero privo di sensi. –
- Si, l’ho percepito anch’io. – annuisce Devil.
- Era ora che arrivassi, rosso, ti ho chiamato al cellulare mezz’ora fa! – si lamenta la Vedova Nera, cambiando di tono.
- Perdonami, Natasha, ma, lungo la strada, mi sono imbattuto in una banda di trafficanti di droga, che mi ha dato un po’ da fare. – cerca di spiegarsi Devil.
- Scuse, sempre scuse! – ripete la spia, guardandolo in faccia.
- Allora, Natasha, hai finito di giocare con la tua vita? – le domanda Devil.
- Matt, io non gioco mai, sono una professionista. – gli ricorda Natasha.
- Allora, qual è la tua prossima mossa? – chiede ancora Devil.
- A parte, andare in ospedale per farmi medicare le ferite, non saprei proprio, Matt, mi sento come svuotata. – afferma la Vedova Nera, abbozzando un sorriso - Dimmelo tu! -
- Ho un’idea. – sorride Devil.

FINE

Marco "Doc Ock" Poggi


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STAN LEE AVREBBE VOLUTO PRESENTARE:

NATASHA ROMANOFF, LA LETALE VEDEVA NERA IN: BULLSEYE UCCIDE DI NOTTE (VERSIONE ALTERNATIVA).

Un racconto di Marco Poggi, basato sui personaggi di Stan Lee e Marv Wolfman.

La notte è scesa, da alcune ore, in città. Un’agile figura, con un costume nero ed un cappuccio con un bersaglio disegnato in fronte, dopo aver scalato un grattacielo, situato nei pressi del quartiere bene di Manhattan, usando un rampino e degli artigli d’acciaio, raggiunge la finestra di un attico, all’ultimo piano. E’ Bullseye, l’infallibile killer al soldo di Wilson Fisk, lo zar del crimine di New York, conosciuto anche come Kingpin, che, prendendo in mano i suoi grimaldelli, forza la finestra e penetra dentro l’appartamento buio. Immediatamente, il killer vede una luce davanti a sé e sente una voce femminile provenire da dentro la stanza da bagno. Furtivo, si avvicina alla porta e, spiando dal buco della serratura, riconosce la figura nuda di Natasha Romanoff, alias la Vedova Nera, che si sta facendo la doccia. Coperto dalla voce della spia, che sta intonando una canzone russa, mentre si insapona per bene le sue “grazie”, l’uomo entra dentro la stanza e, dalla sua cintura, tira fuori un laccio, quasi invisibile ad occhio nudo. Poi, s’avvicina alle spalle di Natasha, le mette il laccio attorno al collo ed inizia a stringere. La rossa, ancora bagnata, si sente mancare il respiro e prova a divincolarsi, ma Bullseye, con uno sforzo rabbioso, la trascina fuori dalla doccia.
- Ho sempre sognato di ucciderti in questo modo, Vedova Nera! – esclama l’assassino, aumentando la stretta.
- Gaaah…Bulls…eye! – balbetta la Vedova Nera, riconoscendolo.
- Hai ancora la forza per dire il mio nome, ti faccio i miei complimenti, bellezza! – bisbiglia l’assassino.
- Nnngh! –
- Farò in fretta a staccarti la testa dal collo, rossa, quindi non ti agitare troppo! – se la ride il killer.
- Sei…sei tu…che non devi perdere…la…calma, Bullseye! – gli risponde Natasha Romanoff – Attivare…sistema…di…autodistruzione…ORA! -
La Vedova Nera, dopo aver dato questo ordine a sé stessa, attiva una mini-bomba al plastico che ha in corpo e, dopo tre secondi, scoppia in mille pezzi.
- AAAH! –
L’esplosione non è troppo forte, ma fa volare l’ancora stupito e cosciente Bullseye - e, con lui, quel che rimane della Vedova Nera – dal bagno fino alla sala da pranzo, dove l’aspetta, seduta comodamente su una poltrona gialla, una figura femminile, che accende le luci della sala, schiacciando uno dei pulsanti del telecomando che ha in mano.
- Buonasera, Bullseye, spero tu abbia gradito la mia sorpresa…esplosiva! – inizia a dire la figura, usando un tono ironico.
- VEDOVA NERA…MA COME??? – impreca Bullseye, alzando gli occhi e riconoscendo la donna dai lunghi capelli rossi e dal costume nero.
- Sospettavo che Kingpin, prima o poi, avrebbe mandato anche te ad uccidermi, dopo che vari supercriminali, da lui assunti, avevano fallito. Per questo, mi sono nascosta, ho attivato il mio “Life Model Decoy” e l’ho usato come esca. – afferma la Vedova Nera, posando il telecomando sul tavolino davanti a lei ed alzandosi in piedi - L’unica cosa che non sapevo è quando avresti colpito, ma tu, fortunatamente, non ti sei fatto attendere troppo! –
- Credi che sia finita qui, Vedova? – domanda Bullseye, digrignando i denti.
- Dopo quell’esplosione, devi essere ancora molto confuso, Bullseye, visto che sono io ad essere in vantaggio. – gli risponde la rossa, impugnando una pistola calibro 9, presa da un cassetto, perché ai polsi non ha i suoi consueti bracciali laser - Se non sbaglio, questa è la seconda volta che entri nel mio attico, come un ladro, per aggredirmi…Una cosa molto irritante! –
- A me, invece, diverte e tanto! – ribatte il killer, sorridendo.
- Vediamo quanto ti divertirai fra poco, visto che ho appena chiamato qualcuno che ti scorterà in una solida cella imbottita! – replica la Vedova Nera, puntando la pistola alla testa di Bullseye.
- Non ho paura degli sbirri, perché, quando arriveranno qui, io me ne sarò già andato da un pezzo…TROVANDO SOLO IL TUO CORPO SENZA VITA, A TERRA, IMMERSO IN UNA POZZA DI SANGUE! – dice l’assassino, impossessandosi, velocemente, di una scheggia tagliente, di quello che era il “Life Model Decoy” di Natasha, e lanciandola contro la Vedova Nera.
- Aaah! – urla la donna, ferita, alla spalla destra, mentre la pistola le scivola fra le dita fino a cadere al suolo.
Bullseye, rapidamente, s’impossessa dell’arma, ma, non appena schiaccia il grilletto, la calibro 9 si auto-disintegra in tanti granelli di polvere, perché programmata per essere usata solo dalla Vedova Nera. Il killer, però, non demorde, si alza in piedi e colpisce la spia di sorpresa, dandole una forte ginocchiata in faccia. La Vedova Nera incassa e cade, mentre Bullseye le salta addosso, per strozzarla con le sue stesse mani.
- Aah, mi piace quando ti divincoli, Vedova Nera! Ti rende così sexy…così vulnerabile…così femminile! – ripete l’assassino, con un sorriso perfido stampato in faccia.
- Bullseye…dannato sadico! – balbetta Natasha Romanoff, allontanandolo, di qualche metro, con un doppio calcio.
- Aaah! –
- Ti sei divertito abbastanza, assassino, ora tocca a me farlo! – afferma la rossa.
La Vedova Nera, dopo aver strappato dal suo braccio la scheggia d’acciaio, con un violento strattone, ed averla gettata via, inizia a colpire Bullseye, con acrobatici colpi di kung fu. La ferita le fa male, ma la sua rabbia le fa ancora più male, perché la donna rammenta, assai bene, di come, anni prima, Bullseye, solo per attirare in trappola in suo arci-nemico in rosso Devil, la portò, sconfitta e svenuta, dentro un baraccone del luna park di Coney Island, legandola stretta ad un bersaglio e lasciandola nelle mani di alcuni teppisti prezzolati, che si divertivano a lanciarle contro dei coltelli affilati. Un’umiliazione difficile da dimenticare, per una spia di prima classe dallo S.H.I.E.L.D.! Natasha, a denti stretti, tempesta di colpi Bullseye, ma, per quanto l’uomo incassi e sputi ben tre denti, non crolla definitivamente.
- Brava…sei brava, come lo fu la ninja greca, prima di te, bellezza! Non siete amiche, vero? – le chiede Bullseye, mentre si asciuga il sangue che gli cola dal labbro, con il braccio sinistro.
- No, io ed Elektra non ci frequentiamo molto! – gli risponde Natasha.
- Bene, allora, non ti ha avvertito…DI QUESTO! – esclama il killer, lanciandole contro un asso di picche, tirato fuori dal nulla.
- Aah! – urla la rossa, colpita leggermente alla gola, dalla carta da gioco tagliente.
- Vieni qua, dolcezza…Vieni qua, tesoro! – ripete Bullseye, prendendo Natasha per i capelli.
- Lasciami, maledetto, lasciami…Aah! – si lamenta la Vedova Nera.
- Sai una cosa, Natasha? – le confessa l’assassino all’orecchio - Sono un uomo fantasioso, a cui piace fare dei giochini! –
- Vai…vai all’inferno, Bullseye! – urla la spia, cercando, inutilmente, di divincolarsi dalla stretta del suo aggressore.
- Questo non è un Sai giapponese, - le dice Bullseye, puntandole al ventre una lama affilata, sbucata fuori dal nulla – è solo un coltello a serramanico, ma, per ciò che ho in mente, andrà benissimo lo stesso! –
Bullseye sta per affondare la sua lama nel corpo della Vedova Nera, quando Natasha Romanoff, con uno sforzo estremo, ignorando le ferite subite, reagisce come solo una donna disperata sa fare: colpendo, con una forte ginocchiata all’inguine, il suo avversario. Il killer si piega in due dal dolore e molla la sua vittima, diventata carnefice.
- AAARGH! – urla, nuovamente, Bullseye, dopo che la Vedova Nera gli ha preso il braccio destro e, premendo un nervo, gli ha fatto cadere il coltello a terra, allontanandolo con un calcio.
- Mi hai seccata, Bullseye! – afferma Natasha, avventandosi sull’assassino mascherato, che indietreggia di qualche passo – FORSE TU SEI UN KILLER INFALLIBILE… - inizia a dire la spia, sferrandogli un colpo di taglio al collo – ...MA IO NON SONO UNA DONNA QUALUNQUE… - continua la sua filippica, colpendolo all’addome, con un calcio – …NON SONO UNA DONNA INCAPACE DI DIFENDERSI… - ripete il concetto, atterrandolo con un secondo calcio – …SONO UNA DONNA CHE REAGISCE ALLE AGGRESSIONI… - ribadisce fieramente, eseguendo una mossa di judo, che lo scaraventa contro la parete opposta - …SONO LA VEDOVA NERA… - si ripresenta a lui, stringendogli il collo, con una “chiave” di cosce - …E LO SARO’ FINO ALLA MORTE… - sentenzia a gran voce, dandogli un pugno in faccia - …QUESTO RAMMENTATELO BENE, BULLSEYE! – conclude la sua “arringa”, tartassandolo di calci veloci.
Il killer, stremato, crolla al suolo e non si rialza più. La rossa assesta un ultimo calcio all’addome del suo aggressore, ormai svenuto, mentre, in lontananza, sente le sirene delle auto della polizia. La Vedova Nera tira un sospiro di sollievo, la “cavalleria”, che aveva chiamato mezz’ora prima, sta finalmente per arrivare. Nel frattempo, trova una corda robusta e lega stretto il suo avversario.
Venti minuti dopo, dal balcone del suo attico, una Natasha Romanoff, che si è medicata le ferite e che si è tolta il costume strappato, per mettersene un altro identico, osserva le autopattuglie e il camioncino della “S.W.A.T.”, che hanno preso in custodia il killer più infallibile del mondo, scomparire nella notte, mentre una leggera brezza di vento le accarezza i lunghi capelli rossi. Rientrata in casa, la rossa si sdraia sul divano e, dopo aver guardato, per alcuni minuti, il suo appartamento semi-distrutto, prende il cellulare e cerca il numero dell’avvocato cieco Matt Murdock.
- Pronto, Matt? – inizia a dire Natasha – Mi scuso per il litigio di alcuni giorni fa e per l’ora tarda, ma…sono disposta a “fare un armistizio” con te…Ho bisogno di coccole e…di un principe azzurro, stasera…Sei disponibile? – e, così dicendo, la Vedova Nera, dopo tanta angoscia, torna a sorridere.

FINE

Marco "Doc Ock" Poggi


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Io ho votato la versione "senza Devil", anche se è iminente il topic mega-galattico che intitolerò "PROCESSO A KINGPIN", stavolto molto più sostasnzioso. Abbandono, quindi la serie numerata della Vedova, per fare il mio "TPB" fan fiction, ma sde ne parlerà fra una settimana. Per ora, votate questa storia, qual è la versione che vi piace di più?

Marco "Doc Ock" Poggi


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Avanti, avanti, votate e scrivete pure la vostra, non fate complimenti!

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