napoleone, bacileri.. mi date una mano?
anarchik |
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QUOTE (Snake Plissken @ Sabato, 21-Giu-2014, 10:56) | che bello quando faccio una domanda e qualcuno risponde invece a un post del 2006
mi sento molto amato |
vabbè, ma praticamente stai costringendo qualcuno a rileggersi l'intera serie ! per me il milgior personaggio Bonelli degli anni 00, tra l'altro, ma la mia memoria comincia a vacillare (sono nella fase 2, se nessuno ti risponde magari tra qualche ANNO mi verrà in mente ! )
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luresindo |
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Yellow Kid
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io vado un'attimo off topic ma neanche piu' di tanto jan dix molti lo definiscono come una sorta di continuity rispetto a napoleone vorrei recuperare qualcosa di questo lavoro di ambrosini qualcuno che lo ha letto puo' dirmi qualcosa al riguardo?
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luresindo |
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Yellow Kid
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QUOTE (tom sawyer @ Domenica, 24-Lug-2016, 22:26) | QUOTE (luresindo @ Domenica, 24-Lug-2016, 21:51) | io vado un'attimo off topic ma neanche piu' di tanto jan dix molti lo definiscono come una sorta di continuity rispetto a napoleone vorrei recuperare qualcosa di questo lavoro di ambrosini qualcuno che lo ha letto puo' dirmi qualcosa al riguardo? |
In uno degli ultimi albi di Napoleone mi pare comparisse un personaggio molto simile a Jan. Oltre a quello non ricordo nessuna particolare continuity. Comunque anch'io ho sempre visto Dix come un'ideale prosecuzione di Napoleone, visto che erano senz'altro due serie con molto in comune, negli umori, nelle atmosfere, nel genere, oltre ovviamente ad avere quasi lo stesso parco autori.
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tom vale la pena recuperare qualcosa di jan dix tu che lo hai letto come lo giudichi?
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Nostra signora delle api per me resta uno dei migliori Bonelli letti negli ultimi vent'anni... e scusate se è poco. Molto belli anche gli altri 2 albi disegnati da Bacilieri, e personalmente ho un debole pure per la storia che concluse la serie (disegnata da Ambrosini) e per Una tragedia americana con un meraviglioso Mammucari. La storia degli ultimi 7-8 secoli è costellata di geni della pittura cui dedicare un episodio, potenzialmente poteva essere una serie di lunga durata (magari con l'innesto di qualche altro disegnatore interessante). Peccato abbia chiuso anzitempo.
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tom sawyer |
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QUOTE (luresindo @ Lunedì, 25-Lug-2016, 14:20) | QUOTE (tom sawyer @ Domenica, 24-Lug-2016, 22:26) | QUOTE (luresindo @ Domenica, 24-Lug-2016, 21:51) | io vado un'attimo off topic ma neanche piu' di tanto jan dix molti lo definiscono come una sorta di continuity rispetto a napoleone vorrei recuperare qualcosa di questo lavoro di ambrosini qualcuno che lo ha letto puo' dirmi qualcosa al riguardo? |
In uno degli ultimi albi di Napoleone mi pare comparisse un personaggio molto simile a Jan. Oltre a quello non ricordo nessuna particolare continuity. Comunque anch'io ho sempre visto Dix come un'ideale prosecuzione di Napoleone, visto che erano senz'altro due serie con molto in comune, negli umori, nelle atmosfere, nel genere, oltre ovviamente ad avere quasi lo stesso parco autori.
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tom vale la pena recuperare qualcosa di jan dix tu che lo hai letto come lo giudichi?
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Se interessa copio e incollo le impressioni che scrissi su un altro forum all'epoca degli ultimi due albi...
---------------------------------- Dix n. 13 Nero profondo Soggetto e sceneggiatura: Carlo Ambrosini Disegni: Gabriele Ornigotti
E mentre il mondo fumettistico della rete discute e si divide sui messaggi lanciati da Medda in "Caravan", nell'indifferenza generale va a spegnersi l'altro tentativo di mini "alternativa" di casa Bonelli.
L'indifferenza del pubblico verso Dix è in fondo capibile: il tentativo di Ambrosini di creare un personaggio fuori da ogni schema seriale è molto interessante, ma averlo sommato ad un ulteriore tentativo di scardinare persino l'idea stessa di narrazione seriale, con cambi di tono e d'impostazione ad ogni singolo albo, è stata una mossa davvero troppo azzardata. Un' operazione che comunque aveva bisogno di un' idea di base ben più solida della formula giallo + arte, non così accattivante come forse presumeva l'autore. Molto meno comprensibile l'indifferenza e il silenzio della cosiddetta critica fumettistica e degli stessi colleghi di Ambrosini.
Non fa eccezione alla filosofia generale di Dix neanche questo penultimo numero, come al solito alle prese con una vicenda sgangherata ed affascinate. Negli ultimi numeri Ambrosini per aver raggiunto una maggior scioltezza e abilità nell'intrecciare vari piani narrativi, temporali e allucinatori, su cui si svolgono abitualmente le sue storie. Abilità che rende scorrevoli e mai pesanti le lunghe meditazioni sull'origine dell'arte e sui misteri della psiche umana che occupano i primi tre quarti di albo, mentre assistiamo ad un oscura vicenda legata ad un pittore ossessionato dai colori, in grado di dipingere solo nel buio più assoluto. Poi a sorpresa la vicenda deraglia verso il puro racconto d'azione con una versione di Dix per l'ennesima volta inedita e mai vista negli albi precedenti: in questo caso un Dix tosto e sparatutto. Come molti altri numeri di Dix una storia piuttosto cupa e pessimista, che fa onore al suo bellissimo titolo.
A livello concettuale le tavole da pagina 10 a pagina 15 sono tra le più folli mai viste in una serie Bonelli!
Un po' l'anello debole dei disegnatori di Napoleone, Ornigotti si è fatto valere maggiormente su Dix, con due storie dal tratto più rifinito e suggestivo. Per nulla azzeccata però la sua caratterizzazione di Annika.
---------------------------------- Dix n. 14 Lo sguardo cieco Soggetto, sceneggiatura e disegni: Carlo Ambrosini
Mai letto niente di simile pubblicato dalla Bonelli.
Se Ambrosini voleva sottolineare l'eccentricità della sua ultima creatura c'è riuscito in pieno, con un finale a dir poco spiazzante. Mandato all'aria definitivamente ogni luogo comune bonelliano (non è per forza di cose una buona cosa: in questo caso lo è), ha realizzato un albo introspettivo, criptico, poetico e doloroso. Bellissimo. In generale le ombre e le luci di Dix rimangono quelle di cui si è già discusso, ma indubbiamente l'albo conclusivo permette di leggere il resto della miniserie con altri occhi, soprattutto per quanto riguarda uno degli elementi più discussi della mini, il rapporta tra Annika e Dix.
Ambrosini senza proclami ha fatto quello che tanto Manfredi quanto Medda avevano annunciato per poi deludere del tutto o in parte. Ha cioè scritto un numero conclusivo alla cui luce si può rileggere con occhi profondamente diversi l'intera serie. Un albo che rende coerenti e sensate trovate narrative che sembravano banali luoghi comuni da racconto seriale. In particolare ovviamente il tiramolla tra Dix e Annika, un irritante tormentone che alla luce del finale assume una sfumatura di doloroso realismo – e proprio perché irritante, proprio perché tormentone. Chi come i due non ha sprecato mesi e anni della propria vita con lo "sguardo accecato” da risentimenti altrettanto insensati e vacui?
---------------------------------- Gli albi sono leggibili in modo indipendente, tranne l'ultimo che va assolutamente letto come tale. In realtà ritengo che ci sia una sorta di continuità e sviluppo tematico che percorre tutta la serie, ma più a livello teorico che narrativo, dove anzi c'è lo spaesamento di trovarsi davanti ogni volta ad un protagonista caratterizzato in modo sempre un po' diverso, apparentemente senza un' apparente logica.
Per quanto mi riguarda il miglior è senza dubbio l'ultimo, il 14 Lo sguardo cieco. Poi vengono i tre eccellenti albi disegnati da sua maestà Bacillieri: Nostra signora delle api (3), La guerra (7) e La casa dell'impiccato (10). Fin qui i miei gusti mi pare che coincidano abbastanza con l'opinione generale, mentre sono più controversi i giudizi sugli altri albi. Personalmente dopo quelli di Bacilieri mi sono molto piaciuti i tre albi splendidamente e cupamente disegnati da Camagni: La stanza del giaguaro (2), Orizzonte di sabbia (8) e La figlia del Tintoretto (12) Altro albo controverso che mi è piaciuto moltissimo è stato Il trionfo della Morte (4) disegnato Ornigotti, su Dix molto più in palla che su Napoleone, che mi ha ricordato il Dylan Dog dei tempi che fu. Ornigotti ha disegnato anche il pregevole penultimo numero Nero profondo (13). Decisamente notevole sia per i disegni sia per l'eccentricità della storia Una tragedia americana (5) disegnato dall'astro nascente Emiliano Mammucari. Forse più sottotono i numeri restanti... L'interlocutorio primo numero disegnato da Ambrosini, Morte di un pittore. Un paio di buoni noir disegnati da Giéz: Sentieri perduti (6) e L’uomo che uccise Van Gogh (10). E infine Doppio misfatto disegnato dall'esordiente e un po' acerbo Andrea Borgioli, l'unico albo che non mi ha detto molto.
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QUOTE (tom sawyer @ Lunedì, 25-Lug-2016, 17:34) | QUOTE (luresindo @ Lunedì, 25-Lug-2016, 14:20) | QUOTE (tom sawyer @ Domenica, 24-Lug-2016, 22:26) | QUOTE (luresindo @ Domenica, 24-Lug-2016, 21:51) | io vado un'attimo off topic ma neanche piu' di tanto jan dix molti lo definiscono come una sorta di continuity rispetto a napoleone vorrei recuperare qualcosa di questo lavoro di ambrosini qualcuno che lo ha letto puo' dirmi qualcosa al riguardo? |
In uno degli ultimi albi di Napoleone mi pare comparisse un personaggio molto simile a Jan. Oltre a quello non ricordo nessuna particolare continuity. Comunque anch'io ho sempre visto Dix come un'ideale prosecuzione di Napoleone, visto che erano senz'altro due serie con molto in comune, negli umori, nelle atmosfere, nel genere, oltre ovviamente ad avere quasi lo stesso parco autori.
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tom vale la pena recuperare qualcosa di jan dix tu che lo hai letto come lo giudichi?
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Se interessa copio e incollo le impressioni che scrissi su un altro forum all'epoca degli ultimi due albi...
---------------------------------- Dix n. 13 Nero profondo Soggetto e sceneggiatura: Carlo Ambrosini Disegni: Gabriele Ornigotti
E mentre il mondo fumettistico della rete discute e si divide sui messaggi lanciati da Medda in "Caravan", nell'indifferenza generale va a spegnersi l'altro tentativo di mini "alternativa" di casa Bonelli.
L'indifferenza del pubblico verso Dix è in fondo capibile: il tentativo di Ambrosini di creare un personaggio fuori da ogni schema seriale è molto interessante, ma averlo sommato ad un ulteriore tentativo di scardinare persino l'idea stessa di narrazione seriale, con cambi di tono e d'impostazione ad ogni singolo albo, è stata una mossa davvero troppo azzardata. Un' operazione che comunque aveva bisogno di un' idea di base ben più solida della formula giallo + arte, non così accattivante come forse presumeva l'autore. Molto meno comprensibile l'indifferenza e il silenzio della cosiddetta critica fumettistica e degli stessi colleghi di Ambrosini.
Non fa eccezione alla filosofia generale di Dix neanche questo penultimo numero, come al solito alle prese con una vicenda sgangherata ed affascinate. Negli ultimi numeri Ambrosini per aver raggiunto una maggior scioltezza e abilità nell'intrecciare vari piani narrativi, temporali e allucinatori, su cui si svolgono abitualmente le sue storie. Abilità che rende scorrevoli e mai pesanti le lunghe meditazioni sull'origine dell'arte e sui misteri della psiche umana che occupano i primi tre quarti di albo, mentre assistiamo ad un oscura vicenda legata ad un pittore ossessionato dai colori, in grado di dipingere solo nel buio più assoluto. Poi a sorpresa la vicenda deraglia verso il puro racconto d'azione con una versione di Dix per l'ennesima volta inedita e mai vista negli albi precedenti: in questo caso un Dix tosto e sparatutto. Come molti altri numeri di Dix una storia piuttosto cupa e pessimista, che fa onore al suo bellissimo titolo.
A livello concettuale le tavole da pagina 10 a pagina 15 sono tra le più folli mai viste in una serie Bonelli!
Un po' l'anello debole dei disegnatori di Napoleone, Ornigotti si è fatto valere maggiormente su Dix, con due storie dal tratto più rifinito e suggestivo. Per nulla azzeccata però la sua caratterizzazione di Annika.
---------------------------------- Dix n. 14 Lo sguardo cieco Soggetto, sceneggiatura e disegni: Carlo Ambrosini
Mai letto niente di simile pubblicato dalla Bonelli.
Se Ambrosini voleva sottolineare l'eccentricità della sua ultima creatura c'è riuscito in pieno, con un finale a dir poco spiazzante. Mandato all'aria definitivamente ogni luogo comune bonelliano (non è per forza di cose una buona cosa: in questo caso lo è), ha realizzato un albo introspettivo, criptico, poetico e doloroso. Bellissimo. In generale le ombre e le luci di Dix rimangono quelle di cui si è già discusso, ma indubbiamente l'albo conclusivo permette di leggere il resto della miniserie con altri occhi, soprattutto per quanto riguarda uno degli elementi più discussi della mini, il rapporta tra Annika e Dix.
Ambrosini senza proclami ha fatto quello che tanto Manfredi quanto Medda avevano annunciato per poi deludere del tutto o in parte. Ha cioè scritto un numero conclusivo alla cui luce si può rileggere con occhi profondamente diversi l'intera serie. Un albo che rende coerenti e sensate trovate narrative che sembravano banali luoghi comuni da racconto seriale. In particolare ovviamente il tiramolla tra Dix e Annika, un irritante tormentone che alla luce del finale assume una sfumatura di doloroso realismo – e proprio perché irritante, proprio perché tormentone. Chi come i due non ha sprecato mesi e anni della propria vita con lo "sguardo accecato” da risentimenti altrettanto insensati e vacui?
---------------------------------- Gli albi sono leggibili in modo indipendente, tranne l'ultimo che va assolutamente letto come tale. In realtà ritengo che ci sia una sorta di continuità e sviluppo tematico che percorre tutta la serie, ma più a livello teorico che narrativo, dove anzi c'è lo spaesamento di trovarsi davanti ogni volta ad un protagonista caratterizzato in modo sempre un po' diverso, apparentemente senza un' apparente logica.
Per quanto mi riguarda il miglior è senza dubbio l'ultimo, il 14 Lo sguardo cieco. Poi vengono i tre eccellenti albi disegnati da sua maestà Bacillieri: Nostra signora delle api (3), La guerra (7) e La casa dell'impiccato (10). Fin qui i miei gusti mi pare che coincidano abbastanza con l'opinione generale, mentre sono più controversi i giudizi sugli altri albi. Personalmente dopo quelli di Bacilieri mi sono molto piaciuti i tre albi splendidamente e cupamente disegnati da Camagni: La stanza del giaguaro (2), Orizzonte di sabbia (8) e La figlia del Tintoretto (12) Altro albo controverso che mi è piaciuto moltissimo è stato Il trionfo della Morte (4) disegnato Ornigotti, su Dix molto più in palla che su Napoleone, che mi ha ricordato il Dylan Dog dei tempi che fu. Ornigotti ha disegnato anche il pregevole penultimo numero Nero profondo (13). Decisamente notevole sia per i disegni sia per l'eccentricità della storia Una tragedia americana (5) disegnato dall'astro nascente Emiliano Mammucari. Forse più sottotono i numeri restanti... L'interlocutorio primo numero disegnato da Ambrosini, Morte di un pittore. Un paio di buoni noir disegnati da Giéz: Sentieri perduti (6) e L’uomo che uccise Van Gogh (10). E infine Doppio misfatto disegnato dall'esordiente e un po' acerbo Andrea Borgioli, l'unico albo che non mi ha detto molto.
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grazie 1000 tom decisamente direi che ne vale la pena visto che praticamente ne tessi le lodi di quasi tutta la serie mi incuriosisce molto leggere in formato bonelli qualcosa che sembra essere stata concepita contro gli stessi schemi narrativi classici della casa editrice. avevo gia' deciso di recuperare volta nascosto, vabbe' dai corro a recuperare qualcosa anche di jan dix....vediamo se in qualche mercatino o su ebay.
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Oak |
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Little Nemo
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Ambrosini e Napoleone sono stati parte fondamentale della mia vita per tutti gli anni in cui è uscito in edicola, è stata una bellissima lettura che mi ha accompagnato in quelli che per me furono meravigliosi anni di crescita. Jan Dix purtroppo non ha riprodotto in me la stessa magia, tranne l'ultimo numero che invece è uno dei picchi più alti della poesia di Ambrosini, struggente e inarrivabile.
Nel mio amore per Napoleone ovviamente è ricaduto anche il genio di Bacilieri (che dio lo benedica). I primi numeri suoi che ho letto (la lucertola e il serpente e la foresta che cammina) li ho letteralmente consumati e li straconsiglio. Come straconsiglio tutta la serie.
Ora cerco le stesse emozioni nei purtroppo rari episodi di Ambrosini su Dylan Dog e sulle sue storie di Le Storie. Fatelo scrivere di più!
Oak
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