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> Ultima Alba, estratti dal mio ebook...
 
76maxx76
Inviato il: Venerdì, 06-Mag-2016, 17:08
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ciao ragazzi, vi posto il prologo del mio romanzo. ditemi, se ne avete voglia, cosa ne pensate. grazie!

Sconfitta da una forza più grande,
dell’eternità non rimane altro che un pallido riflesso…


Ultima alba

Prologo


Liberato poco prima del tramonto nei boschi dell’isola, la fitta vegetazione lo aveva più volte ostacolato nella corsa.
Da quando era scesa completamente la notte però, l’uomo aveva smesso di correre per cercare un riparo.
Il rifugio gli aveva fornito fino a quel momento protezione dagli inseguitori, nonché il tempo per riflettere… ma una voce continuava a risuonargli nella mente.

“…cosa ci è mai accaduto? quali peccati abbiamo commesso per meritarci ciò che siamo? perché mai per sopravvivere dobbiamo infliggere dolore e morte a degli innocenti?…”

Parole non sue, proferite con tono antico.
Accompagnavano i suoi pensieri mentre ripercorrevano il recente passato, quelle settimane trascorse da quando la nave era naufragata in quel luogo dimenticato da Dio. I suoi compagni erano tutti periti nei precedenti assalti: aveva scoperto che quella gente allevava persone come bestie da macello, assicurandosi così la scorta di cibo per poter sopravvivere.

“…disponiamo delle vite altrui quasi fossimo delle divinità…”

Non riusciva a credere a quanto aveva assistito: uomini tenuti prigionieri durante il giorno per poi essere lasciati liberi nella notte, liberi d’essere oggetto di una tremenda caccia nelle tenebre, in cui fauci e zanne e artigli mutilavano la carne delle prede, per poi prendersi come premio finale il sangue dai corpi ancora vivi.

“…crudeli predatori che reclamano sopravvivenza alla luce della luna…”

Avevano trovato la soluzione per soddisfare il loro istinto.

“…ma forse siamo stati creati quale punizione per un mondo corrotto…”

Forse se fosse riuscito a nascondersi fino all’alba sarebbe rimasto solo, senza che nessuno lo imprigionasse nuovamente, mentre quegli esseri erano impegnati a ripararsi dalla luce.

“Il vostro sangue alimenta la nostra eternità, la tua vita è soltanto un tassello nel mosaico della mia immortalità.”

La speranza era come quei raggi che tardavano ad arrivare attraverso le fronde che lo sovrastavano, mentre se ne stava rintanato come un animale impaurito dentro quel tronco disteso sul fogliame, abbastanza grande da contenerlo e da permettergli di scrutare l’ambiente che lo circondava.
Si rese conto che intorno a lui era scesa una profonda quiete.
Silenzio ovunque.
Forse perché ancora una volta la caccia era finita e nessuno era sopravvissuto… eccetto lui…

“Avrà mai fine questa maledizione? Verrà mai spezzato questo cerchio di sangue?”

Forse sarebbe riuscito a trovare un modo per andarsene dall’isola.

“Ma ora è giunto il momento anche per te di sacrificarti ad un idolo fatto di morte e dolore, superiorità e dannazione.”

Sarebbe sfuggito da quell’incubo, da quell’inferno sulla terra, da quelle creature… quei mostri maledetti… quei dannati… dannati…

“La parola giusta è vampiri!” urlò improvvisamente una voce simile a quella che sentiva dentro di sé, solo più imperiosa.

“E lascia che ti dica un’altra cosa: oltre all’inseguimento ci piace anche l’attesa, mentre vermi come te pensano di esserci sfuggiti, illudendosi di avere a che fare con dei semplici selvaggi”.
Fu costretto ad uscire dal nascondiglio, spinto da una forza di volontà, incapace di muoversi.
Vide che colui che gli stava parlando era sopra una roccia, insieme soddisfatto ed irritato.
Dalla boscaglia occhi rosso fuoco si accesero e cominciarono ad avvicinarsi, facendo crollare le esigue speranze d’essere mai stato in salvo.
Non solo la vita non gli apparteneva, persino i suoi pensieri erano preda delle capacità di quella decina di esseri che lo cominciavano a circondare.
Annusarono l’aria.
Fiutarono la paura della preda, dando inizio al banchetto…

Dopo aver esercitato il diritto ad abbeverarsi per primo, Vlad si alzò da terra, sollevando il muso dal collo squarciato.
L’eccitazione lasciava il suo corpo. La frenesia derivante dal pasto si andava spegnendo ed il sangue, scendendogli nella gola e nelle viscere, sortiva l’effetto di rinforzarlo. Soddisfatto si pulì la bocca con una mano.
Osservò gli altri, alla ricerca dell’ultima goccia di sangue caldo.
Una lieve preoccupazione si impadronì di lui. Gli esemplari d’uomo stavano finendo…

“Quanto ancora potremo resistere?”

Nell’istante stesso in cui completò quel pensiero, seppe di non essere solo…
Con un ringhio si girò verso l’altopiano a nord: “Vattene dalla mia mente!”
Si diresse verso l’umano e con un gesto scacciò il branco.
“Non ti sei ancora stancato di parlare con questi esseri senza futuro, con questa carne da macello?”
Sollevò il corpo, tenendo la testa tra le mani, fracassandone il cranio senza alcuno sforzo.
“Non riuscirai mai a convincermi a nutrire me ed il mio popolo con le tue pozioni, mai.” Continuò a guardare verso nord attendendo una replica.
“Mi senti Argon? Noi non ci estingueremo perché siamo immortali, capisci? Immortali!”
Il grido di Vlad, lanciato con le braccia aperte ed il viso rivolto verso l’alto, fu come la rabbia di un intero popolo scagliata verso un cielo senza Luna…


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