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> MEGATOPIC: VEDOVA NERA - IL PROCESSO A KINGPIN, TBP VIRTUALE
 
ocramiggop
Inviato il: Mercoledì, 20-Mag-2015, 16:29
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Inizia la saga del processo a Kingpin con quest'episodio che è il suo prologo:

STAN LEE AVREBBE VOLUTO PRESENTARE:

PROLOGO


Parla la Vedova Nera in prima persona: Stamani, sono stata richiamata sull’elivelivolo dello S.H.I.E.L.D.. Doveva succedere, prima o poi. Lo S.H.I.E.L.D. non s’era più fatto sentire da settimane, tanto che credevo che non esistesse più, ma non si può ignorarlo per sempre, come non si possono ignorare le chiamate del suo ciclopico direttore, il colonnello Nicholas Joseph Fury, eroe di guerra, amante della barba incolta, delle maniere spicce e dei sigari Havana. Dopo un breve viaggio con la mia auto-volante, eccomi all’interno della fortezza, pronta per il colloquio, mentre si sorvola Manhattan, in modalità invisibile. L’ufficio del colonnello Fury ha computer, tablet e schemi piatti situati un po’ dovunque, roba da far girare la testa ad un novellino, ma non a me, che sono la sua agente numero uno. Da questa stanza, Nick Fury controlla il mondo, dopotutto lui è il capo dell’organizzazione anti-terroristica più importante del globo, una sorta di “Agenzia U.NC.L.E.” reale e ben funzionante. Non appena entro nel suo ufficio, il colonnello alza lo sguardo su di me, posa i fogli, che stava controllando, sulla scrivania, ma non spegne il sigaro Havana che ha in bocca.
- Natasha…Natasha…non scrivi, non telefoni, non mandi e-mail e nemmeno messaggi su Facebook, o Twitter…Eppure, non si fa altro che parlare di te, in queste ultime settimane, soprattutto sui giornali, tipo quel fogliaccio del “Daily Bugle”, di quello scemo di J.Jonah Jameson, dove lavora anche quel giornalista, amico del tuo “amico” Devil, Ben Urich! - esclama Fury, vomitandomi una nuvola di fumo sulla faccia - Buongiorno, Vedova Nera, grazie d’esserti degnata di venire fin qua, fra i “comuni” agenti dello S.H.I.E.L.D.! –
- Buongiorno, Nicholas. Vedo che non te lo togli mai quel brutto viziaccio! – gli rispondo, agitando la mano per diradare il fumo, che mi sta appestando.
- Poche lamentele, rossa e dimmi che ti succede. Hai dichiarato guerra a tutti i supercriminali di Manhattan, forse? – mi domanda il colonnello, dondolandosi a destra e a sinistra, sulla sua sedia.
- No, sono loro che l’hanno dichiarata a me, Fury e lo sai benissimo, visto che questi monitor t’informano molto meglio di me. – ribatto, indicando gli schermi che circondano la stanza.
- Giorni fa, Bullseye ti ha quasi uccisa nel tuo attico, devo forse temere per la tua vita? – mi chiede, nuovamente.
- Io sono una donna in costante pericolo, mezzo mondo mi vuole morta e l’altro mezzo in pensione, l’aggressione di Bullseye, come quella degli altri criminali mascherati che ho affrontato in questi giorni, fa parte del gioco…e lo sai! – gli rispondo, prontamente.
- Qualcuno, però, ti vorrebbe viva, oppure sotto le sue coperte! – afferma Fury, lanciandomi addosso una seconda nuvola di fumo e accennando a chissà quale rapporto sentimentale – Manhattan, forse, è diventata troppo piccola per te, Vedova Nera, che ne diresti di una bella missione fuori città? Ci sarebbe quella base dell’A.I.M dentro quel vulcano attivo giapponese, ad esempio… -
- …oppure, il centro reclutamento di ULTIMATUM a Praga, o l’isola sottomarina dell’HYDRA sull’Egeo, o quella cellula di terroristi arabi, nel Texas…Si, lo so, mi tengo informata! – esclamo.
- Bene, allora, scegli la missione che vuoi, Vedova Nera, sono tutte alla tua portata! – mi consiglia il colonnello alzandosi in piedi.
- Non scelgo nessuna missione, Nicholas, io non intendo scappare da New York, i supercriminali e i mafiosi di questa metropoli sono altrettanto pericolosi dei terroristi! - gli dico, battendo il pugno sul tavolo.
- Non vuoi nemmeno sapere dov’è il tuo Ivan Petrovich e che cosa sta facendo, in questo momento, Natasha? – mormora, con tono perfido, il colonnello.
Al nome “Ivan Petrovich” mi blocco per qualche istante, mi metto seduta su di una sedia ed inizio a sudare freddo. Sapere del mio patrigno è la cosa che mi preme di più, in questo momento, ma non voglio darla vinta a Fury, anche se il colonnello mi vuole proteggere. Così, mi alzo, prendo coraggio e gli grido ad alta voce:
- NO, DI IVAN PATROVICH NON ME NE FREGA NULLA, NICHOLAS…NON PIU’!
- Dimmi almeno questo: cos’hanno in mente Devil e gli avvocati Matthew Murdock e Franklin Nelson, visto che, in questi giorni, li frequenti spesso? – mi fuma, una terza volta in faccia, Fury.
- Loro? Hanno una certa idea, se vuoi te la espongo, ma prima…togliamo di mezzo questa schifezza, ne va della tua e della mia salute! – gli rispondo, mentre gli rubo il sigaro dalla bocca e lo faccio a pezzettini, davanti ai suoi occhi.

NATASHA ROMANOFF, LA LETALE VEDOVA NERA IN: VISITA DI CORTESIA.

Un racconto di Marco Poggi, basato sui personaggi di Stan Lee.

Parla la Vedova Nera in prima persona: Alcune settimane dopo il mio colloquio con Nick Fury, io, Natasha Romanoff, la letale Vedova Nera, ricevo una chiamata notturna al cellulare. E’ Devil, vuole che lo raggiunga subito sul tetto dell’edificio che sta accanto alla “Fisk Tower”, il grattacielo di Wilson Fisk, alias Kingpin, lo zar del crimine di New York. Con un sorriso maligno dipinto in volto, spengo il telefonino, m’infilo il costume nero, apro una delle finestre ed entro in azione. Mi ci vuole mezz’ora per raggiungere l’obiettivo indicato e Devil, che è già sul posto da chissà da quanto tempo, dopo avermi riconosciuto con i suoi sensi, si volta verso di me, facendo la faccia seria.
- Buonasera, Natasha…sei in ritardo! - dice il rosso, senza mezzi termini.
- Scusa, Matt, ma non ho i razzi incorporati agli stivali, vado ancora a salti e capriole, fra i tetti! – gli rispondo, prontamente – Allora, siamo solo noi due, o dobbiamo attendere qualcun altro? –
- Siamo soli, Vedova Nera, anche se molte delle nostre conoscenze farebbero carte false, pur d’affiancarci in quest’impresa. – afferma Devil.
- In passato, ho già scalato la “Fisk Tower” da sola e tu hai fatto altrettanto. Dimmi: cosa c’è di diverso in questa nostra nuova intrusione? – gli chiedo.
- C’è che…FAREMO MOLTO CHIASSO E MOLTO RUMORE! Stavolta niente guanti di velluto, stavolta desidero che Kingpin ci noti dai suoi monitor, dal primo momento! – mi risponde.
- Per me, va bene! Ho studiato, in questi giorni, i piani sui sistemi di sicurezza del palazzo, che mi hai fornito, Matt, e mi sento come un puledro selvaggio che scalpita, prima di una corsa! – gli confesso.
- Calmati, Vedova Nera! - mi dice Devil, mettendo in all’erta i suoi sensi radar - Sto cercando d’intercettare il piano più sorvegliato dalle guardie. Eccolo…è il ventesimo…ce ne saranno almeno una quindicina! –
- Beene…Chi arriva per ultimo paga pegno! – esclamo, lanciandomi sull’obiettivo.
- Arrivo, Natasha! – mi segue a ruota Devil, spaccando, con un doppio calcio, il vetro del ventesimo piano della “Fisk Tower”.
Immediatamente, gli uomini di Wilson Fisk si accorgono della nostra intrusione e ci attaccano, armati di tutto punto. E’ una lotta impari, per loro intendo. Devil, con i suoi bastoni e le sue acrobazie, stende diversi criminali ed io, col mio kung fu ed i miei bracciali laser, faccio altrettanto. Siamo stati addestrati ad affrontare degli eserciti, contando solo sulle nostre forze, siamo come delle macchine da guerra umane, niente e nessuno ci può fermare. C’è qualcuno che vorrebbe mostrarmi delle nuove mosse di Taekwondo, peccato che le conosca già e sappia rispondergli a tono. Quattro duri credono di sopraffare Devil, ma è solo un’illusione, perché, alla fine, è solo il rosso a rimanere in piedi. Come Bruce Lee in quel suo film incompiuto, “THE GAME OF DEATH”, dopo aver messo fuori combattimento tutte le guardie del ventesimo piano, passiamo al successivo, dove ripetiamo il nostro copione. Le telecamere a circuito chiuso filmano ogni cosa, ma nessuno di noi due le distrugge, come da piano. La nostra scalata continua veloce e senza sosta, Kingpin cerca di fermarci usando anche fucili laser e diverse trappole, ma non la si fa ai sensi radar di Devil e ai miei “Morsi di Vedova”. Il tutto, per noi, sembra solo come una seduta d’allenamento, un po’ più intensa del solito.
Dopo neanche quindici minuti di scale, Devil ed io arriviamo davanti alla porta dello zar del crimine - non prima d’aver messo fuori combattimento quattro ninja della “Mano”, che si dissolvono, nell’aria, in nuvole di zolfo -, che demoliamo con dei calci volanti. Non appena invadiamo il suo ufficio, Kingpin si alza in piedi, incredulo. Senza troppi indugi, Matt si avvicina alla scrivania del suo corpulento avversario, mentre io resto di guardia, vicino a quel che rimane della porta.
- Devil e Vedova Nera, che cosa significa questa irruzione, nel mio ufficio? – domanda Kingpin.
- Calmati, Wilson, la nostra è solo una “visita di cortesia”…VOGLIAMO SOLO CONSEGNARTI QUESTA! – esclama Matt, tirando fuori una busta e posandola davanti agli occhi del grassone.
- Che cos’è? – si stupisce Kingpin.
- E’ un mandato di comparizione! - gli risponde Matt - Fra un mese, sarai chiamato, in un’aula di tribunale, in giudizio per un regolare processo…UN PROCESSO CONTRO DI TE!
- Non hai prove. – sorride il boss, alzando la testa.
- Tu dici? – intervengo io, avvicinandomi alla scrivania, con le braccia conserte – Ti rammento che, di recente, hai assoldato dei killer per uccidere me, la Vedova Nera, che sono anche un’agente dello S.H.I.E.L.D.! Un reato grave secondo lo statuto federale, approvato dal colonnello Nick Fury. -
- Donna, tu stai vaneggiando. – ribatte Kingpin, cercando di rimanere impassibile.
- Niente vaneggiamenti, Fisk, abbiamo dei testimoni! – esclama Devil.
- Quali testimoni? – ripete il grassone.
- Sono sotto stretta protezione, li vedrai fra un mese, in tribunale. – affermo.
- Finalmente, giustizia è fatta! - esclama Devil, sorridendo - Sono riuscito a incastrarti per vie legali, Kingpin! –
- Sii puntuale in tribunale, Wilson, io e Matt lo saremo! – sorrido anch’io, salutandolo amichevolmente.

Prossimo numero: Processo a Kingpin.

Marco "Doc Ock" Poggi


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Inviato il: Mercoledì, 20-Mag-2015, 16:34
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Questo mio racconto l'avevo già postato come Vedova Nera # 101, ma prima di arrivare al materiale inedito è meglio iniziare dal principio, no? E questo è il principio di saga. I prossimi capitoli saranno pubblicati sempre in questo megatopic, se volete fare commenti, liberi di scrivere se vi piace o no!

Marco "Doc Ock" Poggi


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Inviato il: Giovedì, 28-Mag-2015, 14:52
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Il processo a Kingpin è alle prime battute, ma è già infuocato, visto che persino Elektra si arrende a Devil e alla Vedova Nera:

STAN LEE AVREBBE VOLUTO PRESENTARE:

PROLOGO


New York city si prepara per al più grande evento, dopo l’attacco dell’l1 settembre 2001, il processo a Wilson Fisk, alias Kingpin, lo zar del crimine. Manca solo una settimana all’ora X. Tutta la città ne parla, i siti internet hanno fatto una fortuna con i filmati dell’irruzione della Vedova Nera e di Devil alla “Fisk Tower”, i giornali vendono migliaia di copie, i notiziari non parlano d’altro, gli utenti di Twitter cinguettano e quelli di Facebook anche. Kingpin, frattanto, è rimasto nella sua torre, in attesa del giorno del processo, perché vuole battere il suo acerrimo avversario, l’avvocato Matt Murdock, in un’aula di tribunale. E Matt Murdock? Si è di nuovo infilato il suo costume rosso di Devil, per distendere i nervi e combattere la criminalità come solo lui sa fare, affiancato dalla Vedova Nera. I due hanno appena sconfitto una banda di trafficanti di diamanti, ma la notte non è finita per loro, visto che hanno ricevuto una chiamata dal comandante Preston della centrale di polizia, che consigliava loro di recarsi subito sul posto, per una questione di vita o di morte. Il vigilante e la spia non si sono tirati indietro e dopo aver legato per bene i trafficanti, hanno ripreso la via dei tetti. Quindici minuti più tardi, sono davanti alla stazione di polizia. Devil con i suoi sensi radar “vede” un poliziotto che viene tenuto in ostaggio da una donna, che gli punta alla gola una lama acuminata, mentre gli altri cinque agenti, che si trovano nella stanza, hanno le armi puntate sull’intrusa. Devil invece d’irrompere dalla finestra, decide di entrare dalla porta d’ingresso, seguito dalla Vedova Nera. In meno di cinque secondi, l’uomo in rosso riconosce la donna che minaccia il poliziotto, dal suo profumo e dal suo sudore.
- Elektra, getta via quel Sai, non voglio farti del male! – le intima Devil, riconoscendo la donna in rosso, coi capelli lunghi neri e ricci.
- Devil, meno male che sei arrivato! – esclama il comandante Preston, che è uno dei cinque poliziotti che tengono sotto tiro la donna – Questa pazza, mezz’ora fa, è entrata nella stazione di polizia, è saltata addosso al sergente Samuels, ha tirato fuori quel suo coltellaccio giapponese e mi ha intimato di chiamarti al cellulare, per farti venire qua subito, altrimenti l’avrebbe sgozzato davanti ai miei occhi. -
- Devil, non sottovalutarla, ti ha già ferito una volta, non ricordi? – interviene la Vedova Nera.
- Si, lo so, ma se avesse voluto far fuori il sergente Samuels l’avrebbe già fatto, senza troppi scrupoli, come avrebbe ucciso tutti gli agenti che stanno in questa stanza. – le risponde Devil – Non è così, Elektra? –
– Prima rispondi a questo, Devil: è vero quel che leggo nei giornali, che hai incastrato legalmente Kingpin, con l’aiuto degli avvocati Nelson e Murdock e con la qui presente Vedova Nera? – gli chiede Elektra.
- Si, è vero e fra una settimana c’è il processo a suo carico. - annuisce Devil.
- Allora…non ho più bisogno di te, sergente, puoi andare! – esclama Elektra, rilasciando il sergente Samuels – Devil…Vedova Nera…voglio testimoniare al processo di Kingpin, voglio testimoniare contro di lui! – e Devil:
- Se è così, ti devi costituire, Elektra. –
La donna getta a terra il suo Sai, poi si siede con le gambe incrociate a terra, mettendo le mani sopra la testa in segno di resa. Chiude gli occhi, fa un respiro profondo e lascia che i poliziotti le mettano le manette ai polsi.
- Come puoi fidarti di quell’assassina prezzolata? – domanda la Vedova Nera – Si, certo, mi ha salvato la vita un paio di volte, ma è come il Punitore…una scheggia impazzita. -
- Si, ma almeno lei sembra credere a quella giustizia che Frank Castle ha rinnegato, Vedova. – ribatte Devil - Elektra, - cambia tono di voce - domattina gli avvocati Matt Murdock e Franklin Nelson verranno a parlare con te, per preparare la tua testimonianza. –
- Ci conto, Devil. – gli risponde Elektra sorridendo, mentre viene scortata fuori dai poliziotti.
- Devil, ho l’impressione che tutta la messa in scena era per arrivare a questo…Elektra voleva testimoniare al processo di Kingpin e per farlo si è arresa a te e a nessun altro! – gli confessa la Vedova.
- Davvero? – finge di fare ingenuo Devil – Non ci ero affatto arrivato, Vedova! – e, così dicendo, i due spariscono nella notte.

NATASHA ROMANOFF, LA LETALE VEDOVA NERA IN: PROCESSO A KINGPIN.

Un racconto di Marco Poggi, basato sui personaggi di Stan Lee.

Parla la Vedova Nera in prima persona: E’ il giorno del processo a Wilson Fisk, alias Kingpin, lo zar del crimine di New York city. Sembra ieri, e non un mese fa, che io, Natasha Romanoff, la letale Vedova Nera, e Devil, l’uomo senza paura, siamo penetrati nelle Fisk Tower per consegnare, di persona, il mandato di comparizione all’interessato. Fin dal primo giorno, quotidiani, tv, web e siti ne hanno parlato, persino il “Daily Bugle”, il giornale dove lavora Ben Urich, il cronista amico di Matt Murdock, ha preferito mettere in prima pagina il ciccione, piuttosto che concentrarsi sull’ennesimo crimine mai compiuto dal “solito” Uomo Ragno. Oggi, è una giornata soleggiata a New York, spero sia di buon auspicio, soprattutto per Matt, che, non potendo essere l’avvocato dell’accusa, ha affidato tutto nelle mani del suo socio, Franklin “Foggy” Nelson, il quale è agitato come non mai. Matt ed io siamo già in aula assieme a lui, per incoraggiarlo, mentre fuori, i giornalisti ed i curiosi stanno aspettando l’arrivo della limousine di Kingpin. Il mio completo “Dolce e Gabbana” rosso s’intona perfettamente al doppio petto di Matt, Foggy, invece, non ha tradito il suo solito look color pistacchio, con tanto di farfallino rosso. Suda, si passa il fazzoletto sulla fronte più d’una volta…Povero caro, ha una fifa blu. Matt interrompe il silenzio e gli chiede:
- Foggy, si può sapere che cos’hai, stai male? – e lui:
- Certo che sto male, sono stato nominato avvocato dell’accusa nel processo a Wilson Fisk, non ve ne rendete conto? Sto parlando di Kingpin, non di un comune delinquente! E se quello, poi, se la pigliasse con me? –
- Se fosse così, Devil ed io ti difenderemmo, Foggy! – esclamo.
- Parli bene tu, Natasha, che non devo vedertela con Cornelius Bryant, l’avvocato di Wilson Fisk, detto lo “Squalo”! – mi risponde.
- Lo sai bene che Matt non può, perché è eccessivamente coinvolto sia come avvocato che come vigilante in rosso. - gli dico – Quindi rilassati e fai il tuo dovere! –
- Foggy, vecchio mio, anch’io sono nervoso, come te, e so come ti senti! – interviene Matt – Questo è il giorno che ho atteso da molto tempo e tu, amico mio, mi aiuterai ad incastrare legalmente quel ciccione. – un sospiro, poi riprende – Abbiamo le prove e, soprattutto, abbiamo i testimoni…Non se la caverà…Non deve cavarsela…Non stavolta! – poi sente un rumore venire da fuori – Flash, telecamere e rumore di passi, Fisk sta entrando in pompa magna…Non c’è più tempo per piangersi addosso, Foggy, preparati! –
- Oh, no! – esclama Franklin.
- Eccoli che entrano! – dico ai due avvocati, indicando con lo sguardo la porta che si apre.
Un pugno di fotografi e curiosi irrompono in aula e circondano il grosso re del crimine, che avanza sorridente, assieme a Cornelius Bryant e a quattro gorilla. Bryant è un avvocato sui 35/40 anni, biondo, magro, rampante e dal sorriso maligno. Paragonato a Kingpin e alla sua stazza, sembra Stan Laurel, solo che non fa ridere affatto. Wilson Fisk volge solo un breve sguardo verso il mio rosso preferito e si accomoda sulla sua sedia, accanto a Bryant. I quattro energumeni si mescolano ai curiosi, mentre io mi siedo accanto ad uno di loro, che sembra un armadio a quattro ante. Matt è vicino al suo socio, la giuria fa il suo ingresso, idem il giudice Arthur Hiller, afro-americano calvo sui cinquanta. Il processo ha inizio e vengono ascoltati i primi testimoni dell’accusa: J.Jonah Jameson, editore del “Daily Bugle”:
- …Mi ha rapito e ricattato, ha ucciso Frederick Foswell, uno dei miei cronisti, e ha cercato di far saltare le rotative del mio giornale con una bomba! -
Benjamin Urich, giornalista del Bugle di nera:
- …Ha mandato i suoi killer per uccidermi, se sono qui per raccontarlo è solo grazie a Devil…Mi ha fatto spezzare il braccio da un’infermiera, che mi ha intimato di non nominare il nome di una certa persona…E’ responsabile della morte di mia moglie… -
Elektra Natchios, la super-ninja che si è arresa ai poliziotti alcuni giorni fa per testimoniare:
- Si, ero al soldo di Kingpin, che mi ordinò di uccidere Benjamin Urich e Franklin Nelson…Non mosse un dito quando Bullseye, un altro dei suoi killer, evase di prigione e mi venne a cercare per uccidermi…e ci riuscì…per qualche tempo… -
Joseph Robertson, capo-redattore del “Daily Bugle”:
-…mandò il killer Lapide per farmi fuori, perché appoggiavo J.Jonah Jameson, il mio capo, nella sua campagna anti-mafia…-
Peter Parker, fotografo freelance, per il Bugle:
-…ha messo in commercio dei falsi medicinali che mia zia May, malata di cuore da molto tempo, comprò, scambiandoli per quelli autentici…Per poco non moriva…-
Matt Murdock, avvocato dello studio “Nelson & Murdock”:
- …fece saltare la mia casa, mi fece radiare dall’albo degli avvocati, per alcuni anni, non ho potuto esercitare la mia professione…E’ responsabile, seppure indirettamente, della morte di Karen Page, la mia fidanzata…No, non sono Devil, collaboro solo con lui… -
Ed infine, io, la Vedova Nera:
-…ha più volte tentato d’uccidermi, solo perché affianco Devil nella sua lotta al crimine…-
Fisk e Bryant stanno ad ascoltare in silenzio, mentre il giudice e la giuria assistono alle esposizioni. Torno al mio posto e Foggy fa la sua prima arringa:
- Avete ascoltato, signore e signori, le deposizioni di alcune vittime dei soprusi di quest’uomo, che si dichiara un filantropo della nostra comunità! Abbiamo le prove per dimostrare che egli è, in realtà il boss della criminalità Newyorchese e che ricatta i suoi super-killers e gli altri capi mafia con minacce e violenze. Quello che vogliamo è che quest’uomo venga condannato per i suoi misfatti! –
Bravo, Foggy, noto che persino Matt che ha precedentemente testimoniato, approva. Però, quel sorriso di Bryant mi convince poco. Che lui e Fisk abbiano un asso nella manica?

Prossimo numero: La parola al Gladiatore.

Marco "Doc Ock" Poggi


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Inviato il: Venerdì, 29-Mag-2015, 13:11
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ocramiggop
Inviato il: Venerdì, 29-Mag-2015, 14:30
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QUOTE (Peter Parker @ Venerdì, 29-Mag-2015, 05:11)
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Che devo dire? I film e telefilm sui processi che ho visto fin da piccolo mi hanno aiutato molto a scrivere le trame di questi racconti!
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Marco "Doc Ock" Poggi

P.S.: Ovviamente, i fatti di queste storie accadono molto prima degli eventi del DD di Mark Waid, dove Matt ha detto a tutti la sua vera identità!
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ocramiggop
Inviato il: Giovedì, 04-Giu-2015, 18:04
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Spero vi piacciano le mie versioni del Gufo e del Gladiatore:

STAN LEE AVREBBE VOLUTO PRESENTARE:

NATASHA ROMANOFF, LA LETALE VEDOVA NERA IN: LA PAROLA AL GLADIATORE.

Un racconto di Marco Poggi, basato sui personaggi di Stan Lee.

Parla la Vedova Nera in prima persona: Continua il processo a Wilson Fisk, alias Kingpin. Alla sbarra c’è Leland Owlsley, detto il Gufo, che viene interrogato da Cornelius Bryant, l’avvocato di Fisk.
- …e mi dica, mister Owlsley, lei ha mai avuto dei rapporti d’affari, o di altro genere, con il mio cliente? – domanda Bryant.
- Con mister Fisk, il mercante di spezie? – sogghigna il Gufo, incrociando lo sguardo con Kingpin – Nossignore, mai avuto a che fare con lui. –
Il silenzio cala nell’aula. La maggior parte delle persone presenti sa che il Gufo ha mentito, ma nessuno osa controbattere, anche Foggy, trattenuto da Matt, che si aspettava un intervento così. Bryant ha fatto venire dal carcere il Gufo, che non ha mai negato i suoi trascorsi criminali, per fagli deporre una sceneggiata, orchestrata presumibilmente da Kingpin stesso. Lo scopo è di far credere alla giuria che solo il Gufo è un pericolo pubblico, mentre Fisk è un comune uomo d’affari. Dopotutto, non ci sono vere prove che legano Owlsley a Fisk, purtroppo, e Matt lo sa.
- Ho finito, a lei il teste, avvocato Nelson! – esclama Bryant, sedendosi.
Foggy si alza ed inizia a chiedere a Owlsley:
- Mister Owlsley, lei è un nemico dichiarato del vigilante in costume rosso Devil da molto tempo, vero? –
- Certo, siamo nemici da quando quel pagliaccio è entrato in scena! – confessa il Gufo – La prima volta che c’incontrammo, ricordo che aveva un costume giallo…e gli stava da schifo! Eh-he! -
- Mister Owlsley, lei, per vendicarsi di Devil e della Vedova Nera, ha recentemente rifondato il sindacato degli “Emissari del Male”, accordandosi con altri supercriminali, come Electro, Mister Hyde e il Cobra, ma chi è che l’ha finanziata? Forse Wilson Fisk? –
- No! – risponde secco – Ho una cassetta di sicurezza in Svizzera, aperto da molti anni, e l’ho semplicemente svuotata…Vuole che le dica il numero del conto, signor avvocato? –
- Lasci perdere, anzi, facciamo finta che lei si sia auto-finanziato e che Wilson Fisk non l’abbia mai incontrato! Mi dica, almeno perché ha voluto nel suo gruppo Melvin Potter, il Gladiatore? – incalza Foggy.
- Perché il Gladiatore è un nemico di Devil, come lo sono io, semplice. – replica il Gufo.
- Lei sapeva che Potter aveva smesso con l’“attività”, sapeva che stava rigando dritto, lavorando nel suo negozio di costumi – recentemente rilevato da Wilson Fisk -, perché ha chiamato proprio lui e non un altro criminale? – alza la voce Foggy.
- Perché è un killer sanguinario, avvocato Nelson…Un killer sanguinario – ripete – che nemmeno Devil poteva trattenere con la “favola” della redenzione. –
- Si rende conto che gli ha sconvolto la vita, mister Owlsley, perché lo ha fatto? – batte il pugno sul tavolo Foggy.
- Perché? – ripete – PERCHE’ SONO FIERO DI ESSERE UN CRIMINALE TEMUTO DA QUESTA CITTA’…AH, AH, AH!
Foggy si siede, abbassando lo sguardo, mentre le guardie rimettono ai polsi di Leland Owlsley le supermanette di adamantio, scortandolo fuori, mentre lui continua a ridere. Il Gufo, per un attimo, osserva me e Matt con la tipica espressione di chi è pronto ad evadere per vendicarsi, poi, abbandona l’aula. Il processo continua e tocca a Foggy chiamare il prossimo teste.
- Chiamo a deporre Melvin Potter. –
Fa, così, il suo ingresso un Melvin Potter a testa bassa, scortato da quattro guardie, che raggiunge lentamente il banco dei testimoni e giura sulla Bibbia. Matt mi tiene la mano e sorride, ieri mi ha confessato che lui e Foggy hanno speso giorni per convincere il Gladiatore a deporre contro Fisk. Eppure, quell’uomo mi mette ancora i brividi, perché ricordo bene quando mi ha attaccato nel vicolo ed era pazzo più che mai. Foggy, intanto, si alza ed inizia ad interrogare.
- Mister Potter, mi dica: dov’era la sera del 23 marzo scorso? –
- Ero uscito dal carcere per buona condotta e mi ero recato a colloquio con mister Fisk, perché aveva rilevato il mio negozio di costumi e me lo voleva restituire. – risponde il Gladiatore.
- E qual era l’accordo per la restituzione del negozio? –
- Un’ingente somma di denaro. – replica.
Matt Murdock sobbalza, così come faccio io e Foggy. Non ho bisogno del senso radar del rosso per capire che Melvin Potter sta mentendo.
- Può…può ripete, mister Potter? – balbetta Foggy.
- Mister Wilson Fisk…è un noto benefattore di questa città, mi…mi…ha solo dato una somma di denaro per riscattare il mio negozio di costumi! – esclama Potter.
- Mister Potter, non menta! – impreca Foggy - Mister Fisk l’ha ingaggiata per uccidere la Vedova Nera, ricattandola con la cessione del negozio di costumi…E’ vero, oppure no? –
- NO, FISK NON MI HA RICATTATO E NON E’ STATO LUI A CHIEDERMI DI UCCIDERE LA VEDOVA NERA! – urla Potter.
- Allora chi, me lo dica, chi? –
- Ne…nessuno…E’ stata unicamente una mia idea…volevo…volevo solo vendicarmi su di lei! –
A questo punto, Matt Murdock si alza in pedi e, puntando il bastone multiuso verso Potter, inizia a dire:
- Melvin, non mentire, non è così che sono andate le cose! –
- NO, MURDOCK…SONO ANDATE PROPRIO COSI’!
- Lo dici tu, o la pillola eccitante che ti circola in corpo? –
- AAARGH! – urla Potter, alzandosi in piedi.
Con la ferocia di un toro, il Gladiatore drogato si avventa contro Matt Murdock, mentre le guardie e Foggy cadono a terra sotto i suoi pugni ed i giurati ed il giudice fuggono, impauriti. Matt mi spinge a terra con la mano, poi attacca il Gladiatore, sferrandogli un calcio volante al mento che lo fa arretrare di qualche metro.
- Natasha…scappa…è strafatto di droga…Me ne sono accorto solo pochi istanti fa! – mi avverte.
- No, non posso scappare…non voglio scappare! – gli dico – ATTENTO! -
- MURDOOOOCK…SEI UN UOMO MORTO! – esclama il Gladiatore, afferrandolo per la gola.
- E…e…tu…un bugiardo, Melvin! – balbetta Matt, sferrandogli due colpi di taglio al collo di karate, che lo piegano in due.
- AAARGH!
- Se permetti, Matt, lo finisco io! KYAIII! – m’intrometto, avventandomi sul gigante e tempestandolo con una serie di pugni e calci volanti che farebbero invidia a Bruce Lee.
- AAAH! – urla il Gladiatore, stramazzando al suolo, privo di sensi.
- Dovevi proprio intervenire, Natasha? - s’inquieta Matt –Avevo la situazione sotto controllo! –
- Tu non c’eri quella notte, quando mi ha attaccato! – ribatto, percuotendo, per l’ultima volta, la faccia dello svenuto Gladiatore con il mio tacco 12 – Inoltre, sai meglio di me che non sono certo una damigella in pericolo! –
- Piaciuto lo spettacolo, Fisk? – chiede Matt, avvicinandosi a Kingpin – Vedo che tu e il tuo avvocato non siete scappati, come tutti gli altri! –
- Cosa vuoi da me, cieco? – sogghigna Kingpin.
- L’hai studiata davvero bene. – sussurra – I tuoi medici hanno inventato una droga eccitante che i miei sensi radar non percepiscono - almeno per un po’ – e, tramite le spie che hai in carcere, gliel’hai somministrata a Potter, nascondendola nella pillole calmanti che prende di solito, sconvolgendogli il cervello e costringendolo a mentire. –
- Provalo. – esclama.
Matt si aggiusta la cravatta e, dopo aver fatto un gesto di stizza, raggiunge me e Foggy, che nel frattempo si è ripreso dal pugno che gli ha inferto il Gladiatore. Fra mezz’ora, o anche meno, i Social Network e i giornali diranno che tutto questo è stata una messa in scena della “Nelson & Murdock” per screditare un uomo “onesto”…E il processo a Kingpin si fa più difficile.

Prossimo numero: La Vedova sotto torchio.

Marco "Doc Ock" Poggi


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In questa parte, vi sono ferimenti a vecchie avventure, con la Vedova Nera, Devil e il Punitore alle prese con un boss al soldo di Kingpin, di nome Salvatore "Sal" Calogero, che lo zar aveva messo a capo di Hell's Kitchen:

STAN LEE AVREBBE VOLUTO PRESENTARE

PROLOGO


In un imprecisato nascondiglio dello S.H.I.E.L.D., un elicottero supertecnologico atterra vicino ad un cottage. Dall’elicottero escono quattro agenti ben armati, che avanzano verso la casa e bussano alla porta. All’interno, altri agenti, ma in borghese, chiedono ai nuovi arrivati la parola d’ordine e questi rispondono: “IL RE DEVE CAPITOLARE”. Immediatamente, i quattro nuovi arrivati sono scortati fino alla camera da letto del sorvegliato speciale. Uno degli agenti del cottage apre la porta della camera con la chiave e fa entrare i nuovi arrivati. Davanti a loro, c’è un uomo dall’aria triste che ha appena fatto la valigia.
- Salvatore Calogero, è giunto il momento di partire. – ordina un agente – Saremo noi a scortarla fino a New York. –
- Eccomi, sono pronto. – replica Salvatore Calogero, volandosi e prendendo la valigia in mano – E’ da tanto tempo che non vedo New York city e…la mia famiglia. –
- Si, certo! – esclama un altro agente – Avanti, non abbiamo molto tempo, deve fare in fretta, l’elicottero parte fra cinque minuti! –
Senza controbattere, Salvatore Calogero segue la scorta, esce dal cottage e sale sull’elicottero. Gli agenti rimasti a guardia del cottage, osservano il mezzo volante prendere quota ed iniziano a parlottare fra loro.
- Sono mesi che abbiamo portato qua il vecchio Salvatore ed ora se ne va a New York, per testimoniare contro il suo ex-capo. -
- Già, non si direbbe che quell’uomo rassegnato che è salito su quell’elicottero, prima era il super-boss di “Hell’s Kitchen”, che tutti chiamavano “Sal” Calogero. –
- Le cose cambiano…e molto in fretta! –
- Andiamo dentro, l’aria si è fatta troppo fredda, per i miei gusti. –
L’agente ha appena finito di pronunciare questa frase, quando un incredibile boato fa sobbalzare lui ed i suoi compagni. L’elicottero dello S.H.I.E.L.D. è appena esploso in volo. Immediatamente, gli agenti si mobilitano con le jeep per vedere se dall’incidente si è salvato qualcuno, mentre uno di loro fa rapporto all’elivelivolo con la radio.
- Qui agente Z-14...L’elicottero con “Sal” Calogero a bordo è appena esploso, ripeto l’elicottero con “Sal” Calogero a bordo è appena esploso! – esclama - Ci stiamo recando sul posto per vedere se ci sono sopravvissuti. Prego, riferire l’accaduto al direttore, passo e chiudo. – e, dopo aver detto questo, l’agente chiude i contatti.
Un’ora più tardi, a New York, nell’agenzia “Nelson & Murdock”, una trafelata Natasha Romanoff entra senza troppe cerimonie nell’ufficio dei due avvocati titolari esclamando:
- Matt…Foggy…Cattive notizie! L’elicottero dello S.H.I.E.L.D. che stava portando a New York Salvatore Calogero, è esploso in volo neanche un’ora fa…Nessun sopravvissuto…Me l’ha appena comunicato Nick Fury in persona! -
- COOSA? – s’interrogano all’unisono Matt Murdock e Franklin “Foggy” Nelson, voltandosi verso la donna.

NATASHA ROMANOFF LA LETALE VEDOVA NERA IN: LA VEDOVA SOTTO TORCHIO.
Un racconto di Marco Poggi, basato sui personaggi di Stan Lee.

Parla la Vedova Nera in prima persona: Il processo contro Wilson Fisk continua, dopo la follia del Gladiatore in aula, che ha messo in dubbio la veridicità delle accuse di Matt e Foggy contro Kingpin. Il video del Gladiatore che impazzisce e semina il panico in aula è stato fra i più cliccati su Facebook e Twitter, per non tacer degli articoli e dei servizi nei TG dei giornalisti, che sono rimasti ad osservare e a filmare ogni cosa, commentando il tutto come una commedia orchestrata dalla “Nelson & Murdock”. Come se non bastasse, ieri mattina il testimone super-protetto Salvatore Calogero che, non molto tempo fa, avevo consegnato nelle mani dello S.H.I.EL.D., è improvvisamente morto a causa d’un incidente mortale. Non ci voleva, Matt, Foggy ed io speravamo nella deposizione dell’ex-boss di “Hell’s Kitchen”, preso di mira dal Punitore e dai mercenari di Kingpin, ma l’elicottero che ieri portava “Sal” Calogero a New York è esploso in aria, uccidendo sia lui che la sua scorta. Gli agenti del colonnello Nick Fury parlano di una bomba piazzata sul mezzo, ma ancora non si sa come e chi l’ha fatto, anche se il mandante è Fisk, ma non possiamo provarlo. Inoltre, ascoltare la deposizione di pazzi come Mister Hyde, il Cobra ed Electro non ci è stato affatto d’aiuto, mentre lo show in diretta dalla cella speciale di Bullseye ha divertito solo Cornelius Bryant e Wilson Fisk, soprattutto quando il killer ha confessato d’essere penetrato in casa mia perché l’aveva già fatto alcuni anni fa e voleva rifarlo per…“sport”. Cornelius Bryant non ha finito d’interrogare, infatti chiama me a deporre. MADRE VOLGA…Una missione contro un esercito di soldati dell’ “HYDRA” sarebbe più facile di questo terzo grado!
- Madame Natasha, lei è la famigerata Vedova Nera, la superspia di nazionalità russa al servizio dello S.H.I.E.L.D., dico bene? – inizia Bryant.
- Non è del tutto vero, avvocato Bryant; sono un’agente indipendente, che accetta contratti anche dallo S.H.I.E.L.D.! – gli rispondo in maniera sfacciata.
- Negli ultimi tempi, ha subito molte aggressioni da parte di diversi super-criminali, qui a New York, come se lo spiega? –
- Evidentemente, sono amica di un loro nemico, volevano colpire lui uccidendo me. –
- Allude, forse, al vigilante in costume rosso Devil? –
- Devil ed io eravamo amanti, tempo fa, e siamo rimasti…amici! – faccio un bel respiro e poi riprendo - E’ logico che molti dei suoi arci-nemici siano anche i miei! –
- Secondo lei, perché Devil è fissato col mio cliente, Wilson Fisk? –
- Perché Wilson Fisk è lo zar del crimine di New York, noto come Kingpin, che, sotto le mentite vesti di uomo d’affari, fa il brutto ed il cattivo tempo…questo lei lo sa meglio di me, avvocato! –
- Matt Murdock è Devil, lo conferma? –
- Perché? Crede, forse, alle notizie apparse su giornalacci, come il “Daily Globe”? –
- Capisco, non vuole rispondere a questa domanda. – sorride Bryant, aggiustandosi gli occhiali – Allora, passiamo ad altro. Abbiamo saputo tutti della disgrazia capitata al boss Salvatore Calogero ieri, ci vuole parlare di come lei lo ha conosciuto? –
- Lei vuole che violi un protocollo S.H.I.E.L.D., per caso? – gli ribatto, mostrandogli uno dei miei sguardi più gelidi.
- Non vuole rispondere ancora, è così? – continua a sorridere Bryant – Allora, le dirò io come l’ha conosciuto! Lei lo ha deliberatamente rapito, mentre usciva dal suo ristorante preferito, dopo una cena per il suo onomastico! –
- Come le ha avute queste informazioni, Bryant? –
- Madame Natasha, - batte il pugno sul suo tavolo Bryant – lei continui pure a fare scena muta per difendere i suoi “cari” protocolli S.H.I.E.L.D. ed io le citerò anche cos’ha mangiato a cena ieri sera! Allora, è vero, o no, che ha rapito Sal Calogero il giorno del suo onomastico? –
- Vostro onore mi oppongo! – interviene Foggy, alzandosi in piedi - L’avvocato Bryant sta deliberatamente attaccando Natasha Romanoff. -
- Opposizione respinta, avvocato Nelson. - batte il martello sul tavolo il giudice – Continui, avvocato Bryant. –
- Grazie, vostro onore. – sorride Cornelius - Allora, madame Natasha, è vero, o no, che ha rapito Sal Calogero il giorno del suo onomastico? –
- Era il suo compleanno, s’informi meglio la prossima volta, Bryant! – lo correggo – E non l’ho affatto rapito, ma l’ho protetto! –
- Da chi, madame Natasha, da chi? –
- Da…Frank Castle, il Punitore, che lo voleva uccidere perché Salvatore Calogero era il boss di “Hell’s Kitchen”! – faccio un altro sospiro e poi continuo – Ammetto che è poco ortodosso quello che ho fatto, ma Frank Castle è una macchina da guerra inarrestabile. Se non fossi intervenuta, il Punitore avrebbe compiuto l’ennesima ed inutile strage mafiosa. -
- E dov’è il Punitore, madame, è forse in carcere? –
- No, purtroppo, è ancora fuori! –
- Quindi, non può provare quel che afferma! – esclama Bryant – Era da sola, quando ha…”prelevato” dal ristorante Salvatore Calogero? –
- No, ero assieme al mio autista, Ivan Petrovich. –
- Dov’è questo Ivan Petrovich, è forse in aula? –
- No, abbiamo litigato…Se ne è andato via, quando stavo svolgendo un’altra missione. –
- Quindi, anche questo Ivan Petrovich non può provare quello che afferma. – continua a ridere Bryant - Dagli atti in mio possesso, mi risulta che pure Devil le ha coperto le spalle, quella sera…Perché? –
- Il Punitore non è un uomo da poco, mi serviva un angelo custode e ho contattato Devil, perché pure lui voleva, come gli avvocati Matt Murdock e Franklin Nelson, Salvatore Calogero vivo per farlo deporre a questo processo! – gli rispondo, guardando Matt.
- Deporre a questo processo? – ripete – Perché, non parlava di attentati da parte del Punitore? -
– Devil ed io temevamo anche un attacco da parte degli uomini di Fisk, - ribatto - per questo portammo Calogero in un rifugio dello S.H.I.E.L.D., perché sapevamo che il suo cliente non avrebbe mai perdonato il tradimento di “Sal” Calogero…E così è stato, ci siamo trovati a fronteggiare due fuochi: il Punitore ed i mercenari di Wilson Fisk e ne siamo usciti vivi. -
- Perché, dice questo? Crede che il defunto Salvatore Calogero, prima di quella sera, avesse dei rapporti con il mio cliente, Wilson Fisk? –
- Non lo credo, anzi, affermo che è stato proprio Wilson Fisk, in qualità di Kingpin di New York city, ad aver nominato Salvatore Calogero boss di “Hell’s Kitchen”. –
- Avete sentito? – si rivolge Bryant ai giurati - Questa donna non solo rapisce un boss del crimine, con il suo complice Devil, ricattandolo ed usando strutture dello S.H.I.E.L.D., ma s’inventa pure gli agguati del Punitore e di alcuni mercenari prezzolati! Inoltre, parla del coinvolgimento di uno chauffeur russo, con cui ha, “stranamente”, litigato di recente! Infine, non contenta, è lei ad accusare il mio cliente d’essersi messo in affari con un vero mafioso! –
- Sta solo dicendo un cumulo di sciocchezze, Bryant! – esclamo, cercando di trattenermi.
- Cosa vorrebbe farmi, allora, madame Natasha, “saltarmi addosso” e mostrare alla corte i suoi peggiori istinti, come è successo, alcuni giorni fa, con il suo “amico” Gladiatore, in questa stessa aula? – ribatte Bryant,
- Certo che no (anche se mi piacerebbe e molto)! – gli rispondo.
- Allora, può tornare al suo posto, madame, ho finito con lei. – si calma Bryant.
- Bene. –
Mi alzo in piedi ed obbedisco all’avvocato, mentre vengo scrutata da occhi che mi accusano d’aver commesso chissà quali delitti. Matt mi “guarda” intristito e Foggy si mette le mani fra i capelli. Inutile negarlo, quest’interrogatorio mi ha lasciato delle ferite che difficilmente rimargineranno.

Prossimo numero: Quando parla Wilson Fisk.

Marco "Doc Ock" Poggi

P.S.: Scusate il ritardo!


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Che devo dire? Scusate il ritardissimo! Comunque, ecco la storia che si conclude con un finale a sorpresa:

STAN LEE AVREBBE VOLUTO PRESENTARE:

NATASHA ROMANOFF, LA LETALE VEDOVA NERA IN: QUANDO PARLA WILSON FISK.

Un racconto di Marco Poggi, basato sui personaggi di Stan Lee.

Parla la Vedova Nera in prima persona: Manhattan. Il processo a Wilson Fisk, accusato dagli avvocati Franklin Nelson e Matthew Murdock di essere in realtà Kingpin, lo zar del crimine di New York city, è ormai ad una svolta. Oggi tocca proprio a Wilson Fisk testimoniare, e, se il colloquio con Corneius Bryant si rivela solo uno scambio di cortesie fra avvocato e cliente, la cosa dovrebbe essere diversa con Foggy. Quando a me, Natasha Romanoff, la letale Vedova Nera, provata dal recente interrogatorio di Bryant, siedo accanto a Matt, tenendogli la mano e cercando di sorridere. Foggy incomincia l’interrogatorio con una domanda secca e precisa:
- Mister Fisk, lei è in realtà Kingpin, lo zar del crimine di New York city, non è vero? –
- No, avvocato Nelson. – gli risponde, sorridendo, Wilson Fisk - Nego categoricamente d’aver alcun contatto con i criminali di questa città. –
- E allora, lei come si qualifica? –
- Come un onesto mercante di spezie orientali, avvocato Nelson. –
- Accidenti, è bravo. – mi bisbiglia sottovoce Matt – Il suo cuore non ha aumentato il battito, eppure mente spudoratamente. –
- Si sarà allenato con Bryant. – gli rispondo – Quell’avvocato è proprio uno squalo come dice Foggy, un degno complice di Fisk. Le sue domande, alcuni giorni fa, mi hanno quasi messo al tappeto. – e Matt:
- Essere tartassati da un avvocato della malavita è uno dei prezzi che si pagano, quando si testimonia a processi, come questo! – ed io:
- Fai silenzio....Foggy ha tirato fuori gli incartamenti e le foto. Ascoltiamo. –
- Se lei si definisce un mercante onesto di spezie orientali, come giustifica i suoi rapporti con gli spacciatori di droga più importanti di questa città? – incalza Foggy – Perché lei, fra le altre cose, tratta droga, non spezie, vero? –
- Non conosco nessuno dei suoi spacciatori, avvocato Nelson e, quindi, non spaccio droga. – ribatte il ciccione – La mia è una ditta con tutte le carte in regola; se vuole le posso fornire la lista dei miei clienti, che sono rispettabilissime persone. –
- E, allora, come spiega queste, che la ritraggono con i principali boss della città? – insiste Foggy, mostrandogli diverse fotografie dove Fisk è in compagnia di Silvermane, Testa di Martello, Eric Slaughter e il Gufo.
- Abili fotomontaggi, avvocato Nelson. – mentisce spudoratamente Fisk, dando un’occhiata alle foto – Però, se lo vuole sapere, al computer vengono ancora meglio che a mano. –
- E che mi dice dei killer prezzolati che sono sul suo libro paga, Bullseye e Elektra? –
- Mai visti, né conosciuti! -
- Mister Fisk, lei scherza col fuoco. Abbiamo files e CD-Rom presi dal suo computer che dicono il contrario di ciò che afferma! Vuole che le faccia vedere i tabulati? –
- Obiezione vostro onore! – s’intromette Bryant – Qui s’insinuano delle falsità sul mio cliente. –
- Respinta! – dice il giudice, battendo il martello sul tavolo – Risponda, mister Fisk. –
- Allora, ecco i tabulati che le dicevo! – riprende Foggy, dopo aver posato i fogli sul banco del testimone – Guardi pure, li controlli bene, ci sono molte cose contro di lei! Adesso cosa dice? –
- Sono dei falsi, avvocato Nelson, chi glieli ha forniti voleva solo spillarle dei soldi! – replica Fisk, controllandoli velocemente – Se vuole vedere i miei veri files, però, non ho nulla in contrario. Avvocato Bryant, - cambia tono - consegni all’avvocato Nelson quel che sappiamo! –
- Si, mister Fisk! – risponde Bryant, tirando fuori alcuni incartamenti e consegnandoli a Foggy – Controlli pure, avvocato Nelson! –
- Cosa vuole fare, mister Fisk, guadagnare altro tempo? – s’inquieta Foggy – Far perdere a questa corte altri giorni? Io e lei sappiamo bene che questi tabulati sono falsi! – e li getta via.
- Si controlli, avvocato Nelson! – lo redarguisce il giudice.
- Calmati, Foggy, calmati! – sussurra Matt, battendo più volte il suo bastone fra i due braccioli della sedia – Se perdi la testa, fai il suo gioco! -
- Perché li ha gettati per aria, avvocato, non è ancora convinto? – ironizza Fisk – Se vuole posso anche fornirle i CD-Rom, quelli veri, intendo! –
– Lei continua ripetutamente a mentire, mister Fisk, e ci prova anche gusto nel farlo…Perché? – afferma Foggy, provando a calmarsi.
- Mentire? – ripete Fisk - Avvocato Nelson, mi sta accusando d’essere il boss del crimine di questa città, ma si dimentica che proprio lei si è reso complice, assieme al suo socio, Matthew Murdock, di diverse stravaganze, alcuni giorni fa…Come, per esempio, portare in aula mister Melvin Potter, alias lo squilibrato supercriminale Gladiatore, come testimone, che avevo cercato ingenuamente d’aiutare dandogli del denaro, perché credevo volesse riaprire il suo negozio di costumi! Una “performance” molto cliccata su you tube, che è passata parecchie volte pure nei TG! –
- Che cosa vuole dire con questo, Fisk? – si chiede Foggy.
- Voglio dire che, da alcuni anni, lei e il suo socio mi perseguitate in maniera ossessiva, vedendo in me le origini di ogni male di questa città! –
- Non ha ascoltato le diverse testimonianze, all’inizio di questo processo, Fisk? Erano tutte contro di lei! – Foggy batte il pugno sul tavolo – Non siamo solo noi a contrastarla, come ha sentito…I suoi molteplici “faccia a faccia” con l’Uomo Ragno e Devil lo confermano…e loro vedono in lei solo il criminale che afferma di non essere! –
- L’Uomo Ragno e Devil, dice? – ripete – Il “fatiscente” supereroe ricercato dalla polizia e il vigilante in rosso entrato abusivamente nel mio palazzo, non molto tempo fa, con la sua complice e nota spia Vedova Nera, percuotendo le mie guardie del corpo e distruggendo il mio ufficio, solo per consegnarmi un mandato di comparizione? Visionari mascherati! –
- Cosa? –
- Certo! – annuisce Fisk - Anzi, sono io che querelo Devil, la Vedova Nera ed il vostro studio legale di periferia a pagarmi i danni materiali e morali. L’Uomo Ragno non lo posso toccare, ma voi siete un altro discorso! Il solo fatto d’avermi trascinato in quest’aula, usando inganni ed espedienti dubbi, dimostra che non avete prove tangibili, né testimoni solidi a vostro carico. Fino ad ora vi ho lasciati fare, ma adesso mi sono stancato e, come cittadino integerrimo e commerciante senza macchia, pretendo un risarcimento…E il prezzo sarà alto, avvocato Nelson! -
- Questo è il colmo! – dice Foggy, sedendosi e detergendosi il sudore dalla fronte.
Mentre l’aula cade in un silenzio da brivido, una donna si alza dalla sua sedia e si strappa il suo travestimento…E’ Yelena Belova, la seconda Vedova Nera, che punta i suoi “Morsi di Vedova” verso Fisk ed esclama:
- Wilson Fisk, è giunta la tua ora! -
- FISK…ALLONTANATI, TI HA PRESO DI MIRA! – urla Matt, gettandosi verso Kingpin, mentre la mia omonima inizia a sparare pallottole a ripetizione dai suoi “Morsi di Vedova”.
Quanto a me, mi alzo in piedi, mi giro di scatto verso Yelena, facendo fuoco contro di lei con i miei bracciali laser, che avevo agganciato, pochi istanti prima, ai polsi. Inutilmente, però. La bionda assassina evita le raffiche e riesce a fuggire via dall’aula. Mi volto in direzione di Matt e lo vedo inginocchiato davanti a un Kingpin accasciato a terra e sanguinante, mentre i flash delle fotocamere dei giornalisti li circondano.
- Matt, dannazione…Che è successo a Fisk? – gli domando.
- E’…è ferito al cuore e al petto, respira a fatica e sta perdendo molto sangue, Natasha! – mi dice, mostrandomi la sua mano destra intrisa del sangue di Fisk – Non pensare a noi, valla a prendere e falla parlare! –
- D’accordo! – gli rispondo, strappandomi di dosso il completo Armani appena comperato, che nasconde il mio pratico costume nero – Fatemi passare, non ho tempo da perdere! – esclamo a chi m’intralcia la strada.

Prossimo numero: La danza delle tre assassine.

Marco "Doc Ock" Poggi

P.S.: Piaciuta la sorpresa di fine capitolo?? E non è finita qui!
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Inviato il: Sabato, 08-Lug-2017, 22:31
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Sta per tornare, leggetevi i capitioli precedenti (eh, si, l'ho finalmente finita).
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Marco "Doc Ock" Poggi
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Inviato il: Martedì, 11-Lug-2017, 17:51
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STAN LEE AVREBBE VOLUTO PRESENTARE:

PROLOGO 1


La “Volta”: il carcere di massima sicurezza di New York city per supercriminali, dov’è rinchiusa anche la ninja greca Elektra Natchios, che recentemente si è arresa alla polizia per poter testimoniare al processo, attualmente in corso, contro Wilson Fisk, alias Kingpin, lo zar del crimine. E’ quasi mezzogiorno. Dalla sua cella, legata saldamente mani e piedi con robuste catene, la giovane assassina dai capelli neri assiste all’edizione straordinaria del TG di Canale 4, che le guardie stanno guardando dagli schermi tv al plasma, situati sopra i corridoi del carcere.
“Qui è la vostra Jennifer Flanagan, con le ultime notizie dal tribunale.” incomincia a dire la bella giornalista dai capelli neri “Come potete vedere dalle immagini, il processo a Wilson Fisk ha subito una svolta imprevista! Una donna bionda, pochi minuti fa, ha attentato alla vita del presunto zar del crimine di New York, mentre questi veniva interrogato al banco dei testimoni. L’avvocato Matthew Murdock dello studio legale “Nelson & Murdock” - quello che sostiene l’accusa -, è balzato su Wilson Fisk nel tentativo di proteggerlo dalle pallottole esplose dagli strani braccialetti della donna, ma Fisk è stato ferito lo stesso e, quindi, trasportato all’ospedale più vicino per un immediato intervento a cuore aperto. L’identità dell’attentatrice, che è subito fuggita dall’aula, ci è ancora ignota, come non conosciamo le attuali condizioni di Wilson Fisk...”
- Secondo voi, quella donna l’avrà fatto per farsi un nome in questa città, oppure è il solito attento su commissione? – si chiede un agente.
- E’ stato tutto organizzato da quel Murdock, come quella pantomima del Gladiatore di alcuni giorni fa…Avete notato come si è tuffato per salvare Fisk? Tutto finto! – afferma un secondo poliziotto.
- Per me, invece, c’è dietro Kingpin stesso…L’ha fatto perché sa di essere colpevole e non vuole essere condannato. – sentenzia un terzo agente.
- Io sono deluso! – esclama un altro poliziotto - Speravo che il Punitore, che ci ha liberato da molte teste calde, trovasse il modo di uccidere anche Kingpin, invece di quella donna bionda! Evidentemente, penetrare in un’aula di tribunale ed eseguire la sentenza di morte, davanti a persone innocenti, non è nel suo stile! -
- Forse, dovremmo sentire cosa ne pensa Elektra Natchios, non è interessata, anche lei, a questo processo? –
- Si, sentiamo la prigioniera qui accanto! -
- Ehi! – esclama una guardia, controllando la cella della ninja e trovandola vuota – Ma…non c’è nessuno qua dentro…Le catene sono a terra! –
- E’ vero…E’ vero…Elektra non c’è più! – sobbalza un secondo agente, appena entrato nella cella di Elektra.
- Suonate l’allarme…la prigioniera Elektra Natchios è appena evasa! –
Un poliziotto schiaccia il bottone dell’allarme e le sirene della “Volta” iniziano a suonare forte. Elektra, però, è già lontana dal carcere, dagli agenti armati di pistole e fucili e dai cani poliziotto, mimetizzata fra gli alberi del bosco vicino (grazie ai trucchi ninja del lenzuolo-camaleonte e della polvere anti-odore), pronta nuovamente ad uccidere con i suoi luccicanti Sai.

PROLOGO 2

Ospedale Bellevue, dov’è appena arrivato in ambulanza Wilson Fisk, colpito al petto e al cuore da alcuni proiettili, sparati dai braccialetti speciali di Yelena Belova, la seconda Vedova Nera. L’avvocato Matthew Murdock ha seguito l’ambulanza e ha chiesto di poter assistere all’operazione, ma ha ricevuto un no come risposta da Cornelius Bryant, il legale di Fisk. Per nulla rassegnato, il legale cieco cerca d’entrare lo stesso in sala operatoria, intenzionato persino ad aggredire le guardie del corpo che la sorvegliano. E’ il suo socio, Franklin “Foggy” Nelson, che nel frattempo ha raggiunto l’ospedale in taxi, a trattenerlo.
- Lascia stare, Matt, non è il caso di scatenare una rissa qui in ospedale solo per Wilson Fisk, che rischia la vita sotto i ferri! – gli dice Foggy – Già in troppi sospettano che tu sia Devil, vuoi forse dare loro la conferma? -
- Ma io devo assistere all’operazione, devo sapere se lo salveranno, o no! – risponde Matt , battendo il suo bastone a terra - E’ da una vita che desidero incastrare Kingpin legalmente e quando ci riesco, mentre lo stai interrogando, gli sparano addosso! – sospira - Non è giusto, Foggy, non è giusto! –
- Matt, devi stare tranquillo! – afferma Foggy - Hanno chiamato i migliori medici di quest’ospedale, che faranno di tutto per salvarlo, anche se non lo meriterebbe. E poi, - abbassa il tono di voce - non ti dimenticare che Natasha è all’inseguimento dell’assassina dai capelli biondi che gli ha sparato addosso…Abbi fede pure in lei. –
- Fede? – ripete Matt, sorridendo – Foggy, amico mio, hai pronunciato la parola magica! – e, così dicendo, gli mette in mano il cellulare - Tieni, se Natasha chiamasse, dille che sono nella cappella dell’ospedale. –
- Nella cappella? – si stupisce Foggy, mettendosi in tasca il telefonino del socio – Si può sapere che ci vai a fare? –
- La preghiera può smuovere le montagne, se hai fede…Ed io ne ho molta, socio, essendo cattolico praticante! – gli risponde Matt, tirando fuori il suo rosario e scomparendo dalla vista dell’amico.
- Fai come vuoi, Matt! – gli risponde un rassegnato Foggy Nelson, guardandosi attorno – Ehi, infermieri…C’è nessuno che mi può dire dove posso trovare, in questo reparto, un distributore automatico per snack dolci, visto che ho una fame da lupi? –

NATASHA ROMANOFF, LA LETALE VEDOVA NERA IN: LA DANZA DELLE TRE ASSASSINE.
Un racconto di Marco Poggi, basato sui personaggi di Stan Lee, Frank Miller e Davin Grayson.

Parla la Vedova Nera in prima persona: Yelena Belova, l’altra Vedova Nera, che attenta alla vita di Wilson Fisk? Cos’ha a che fare l’ex-KGB con Kingpin, lo zar del crimine? Perché i miei ex-capi lo vorrebbero morto? Perché mi ritrovo nel quartiere russo, dopo che la bionda mi ha seminato stamattina? E perché un’ombra furtiva, mi segue da ore? Compio un fulmineo balzo all’indietro, punto i miei “Morsi di Vedova” in direzione dell’ombra ed esclamo:
- Esci fuori e fatti vedere bene in faccia, perchè detesto sparare ad un’ombra…So che mi stai seguendo, da ore! -
- Da questa distanza, potrei colpire la tua gola lanciando uno dei miei Sai,”vecchietta”; ma sei una donna di rispetto, quindi obbedisco. – risponde la ragazza con il costume rosso che si fa avanti.
- ELEKTRA??? – mi stupisco, riconoscendo l’assassina – Ma non eri in prigione? –
- Sono una ninja, nessuna prigione americana può trattenermi a lungo! – ribatte, sorridendo in maniera macabra - Ora dimmi: hai trovato chi ha sparato a Wilson Fisk, cioè Yelena Belova, l’altra Vedova Nera? Le voglio ficcare i miei Sai nel petto! –
- Devo prenderla viva per sapere chi l’ha pagata per attentare alla vita di Kingpin, quindi niente spargimenti di sangue, Elektra! – esclamo - Lo vorrebbe anche Matt, per questo non è qui, con noi, a darle la caccia, ma è al capezzale di Fisk ad aspettare novità. –
- D’accordo! – annuisce Elektra, digrignando i denti ed abbassando i Sai – Perché sei qui, nel quartiere russo? –
- Perché è qui che una ragazza russa in fuga si sente a casa. – bisbiglio, disattivando i miei braccialetti laser – Stai invecchiando, Elektra, non è da te farti notare! –
- Sono io che volevo che tu mi notassi, “vecchietta”!- sogghigna.
- Ah…odio i ninja e detesto quando mi chiami “vecchietta”, “ragazzina”! – ironizzo.
- Hai un piano, da dove cominciamo? – mi chiede.
- Tu abbi fede e seguimi, “miss fazzoletto rosso in testa”! – gli rispondo, sorridente.
Entriamo di soppiatto in uno dei bagni termali del quartiere, “ripieno” di mafiosi russi; “facciamo fuori” diverse guardie del corpo a colpi di kung fu acrobatico e ci mettiamo a minacciare i capi, intenti a fare la sauna. Quei porci nudi e sudati hanno paura, ma Elektra ed io li facciamo sudare di più, “avvicinando” le nostre armi alle loro facce. Sanno bene qual che è successo stamattina, durante il processo a Wilson Fisk e sanno bene chi ha sparato al grassone. Fanno i duri e tacciono, ma, poi, qualcuno si lascia sfuggire l’indirizzo di un appartamento non molto lontano dove abita una ragazza dai capelli biondi, che corrisponde alla preda che cerchiamo. Ci rechiamo, così, sul posto, “entrando cortesemente” dalla porta d’ingresso e trovando l’appartamento vuoto. Elektra ed io ci guardiamo fra noi, stupite, interrogandoci sulla prossima mossa da fare. Poi, quel doppio calcio che ci fa cadere a terra risponde ai nostri quesiti: la nostra preda era saltata sul soffitto e ci stava aspettando per tenderci un agguato. Riconoscerei quel casco biondo fra mille; persino quel suo costume nero che mostra l’ombelico…è Yelena Belova, che apre la luce, si fa riconoscere e poi sale le scale, in direzione del tetto. Arriva a destinazione, ma noi teniamo il suo passo e la raggiungiamo lo stesso. Yelena sorride e, invece, di balzare sul palazzo di fronte, si mette in posizione d’attacco.
- Yelena Belova, arrenditi pacificamente e vieni con noi, devi testimoniare ad un processo! – le ordino, puntandole i “Morsi di Vedova”.
- Ma non vedi quel suo ghigno, Natasha? – interviene Elektra – Ci vuole sfidare…è sicura di batterci! Dai…accontentiamola! –
- Yelena, - ripeto - è l’ultima occasione che hai: butta a terra quei “Morsi di Vedova” ed arrenditi immediatamente! -
- Siete voi che dovete arrendervi, ragazze! – ripete lei – Avanti gettate voi quei bracciali e quelle daghe a terra e, vi giuro, che sarò clemente con voi! –
- L’hai sentita, Natasha??? Ci vuoi provocare ed io…accetto la sua sfida! YAAA! – esclama la ninja, saltandole addosso.
- Elektra, stupida, così fai il suo gioco! KYAIII! – esclamo, avventandomi su Yelena con un calcio di kung fu.
Yelena, da subito, riesce a tenerci testa con incredibile maestria. Per essere una giovane Vedova Nera è molto brava, forse troppo; persino Elektra ha difficoltà a parare i suoi colpi. Da dove le arriva tutta questa sua forza? Perché mi strige il collo con una mano e poi mi sbatte con facilità contro la mia “alleata”? Perché non scappa più e perché ci sfida, pur sapendo che è in inferiorità? La nostra la danza di tre assassine pronte a giocarsi la vita, o la morte…Io, Natasha Romanoff, allenata dai migliori aguzzini del vecchio KGB, ed Elektra, una ex-ninja della “Mano”, sembriamo, però, delle vecchie pronte per l’ospizio paragonate a Yelena, che continua ad atterrarci. Eppure, la ragazza non me la ricordavo così brava…e così letale! Cambia tattica ci spara addosso una pioggia di mini-proiettili dai suoi braccialetti, tenendoci a distanza dal suo corpo, come se non volesse essere ferita. Improvvisamente, intuisco ciò che sta succedendo e lancio uno sguardo ad Elektra, che annuisce. Imbastiamo un attacco a due disperato: dove io faccio da esca ai proiettili di Yelena, gettandomi a destra, mentre Elektra, scattando a sinistra, lancia i suoi Sai, in direzione del petto dell’avversaria. Le lame schizzano via come saette e colpiscono il bersaglio, ma quel che vediamo uscire dalla ferita di Yelena non è sangue, ma schizzi…DI OLIO BOLLENTE! La ”Yelena Belova” che abbiano di fronte non è umana, ma…UNA SOSIA ROBOT! Per questo è così forte e ha così tanti proiettili da sprecare. Smascherata l’impostora, tocca a me farmi onore: metto in funzione i miei bracciali, posiziono la leva alla massima intensità e miro verso “Yelena”, che viene investita dai miei raggi laser e, quindi, distrutta.
- Complimenti, “vecchietta”, sei ancora “la più veloce Vedova Nera del west”! – ironizza Elektra, guardando il robot bruciato.
- Grazie! – sorrido – Questa giovane Vedova Nera non era vera, ma falsa! La vera Yelena Belova è altrove. Scommetto che non c’entra nulla con l’attentato a Kingpin, perché so che è stato questo manichino a sparare. –
- Come fai a dirlo, Natasha? –
- A “causa” di questi proiettili che ho appena raccolto! – le rispondo mostrandole i proiettili che ho raccolto da terra. – Basterà confrontarli con quelli esplosi in aula stamattina per averne la certezza assoluta! -
- Chi credi che abbia costruito quest’automa? – mi domanda ancora.
- Guarda la testa bruciata della “Yelena-robot”: sul collo c’è una specie di firma, annerita, che si legge appena! – esclamo.
- Si la leggo anch’io…C’è scritto “MADE IN MONDO ASSASSINO!”- afferma – Che dietro a tutto questo ci sia forse…ARCADE? – mi domanda.
- Certamente! – annuisco - Il nostro vero nemico è proprio Arcade, quel killer un po’ giullare che ha creato “Mondo Assassino”…Ha usato un robot del suo luna park, forse per incolpare la Mafia Russa, o l’ex-KGB! –
- Già, tutto quadra! – afferma Elektra - E adesso,che hai intenzione di fare? –
- Fare una visita a quella “testa rossa” un po’ matta e fargli confessare chi è il suo cliente, ecco cosa! – esclamo, lanciando una fune su di un cornicione e spiccando il volo – Vieni con me, oppure faccio da sola? –
- Non ti lascio sola, fai strada! – dice Elektra, raggiungendomi con un balzo agile.
- Cerca di non fare uno dei tuoi soliti scherzi, killer greca, perché ti tengo d’occhio! – e, così dicendo, scompariamo come ombre nella notte.

Prossimo numero: Benvenute a “Mondo Assassino”.

Marco "Doc Ock" Poggi


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PROLOGO

Ospedale Bellevue, un trafelato Foggy Nelson percorre i corridoi per cercare il suo socio, Matt Murdock, che se ne sta ancora a pregare in cappella per la vita del suo peggior nemico, Wilson Fisk. Dopo essersi fatto un veloce segno della croce, Foggy si avvicina all’amico, toccandogli la spalla e bisbigliando:
- Matt…ehi, Matt! Buone nuove, amico, buone nuove. -
- Non qui, - gli risponde Matt, alzandosi in piedi – andiamo fuori. –
Usciti dalla cappella, Foggy gli chiede:
- Matt, ma come fai a pregare così tanto, senza stancarti? Io mi annoierei già dopo 5 minuti. –
- Non ti rispondo nemmeno, perché anche tu mi dovresti dire come hai passato tutto questo tempo. – ironizza Matt - Profumi di violetta…Non è forse il profumo di quell’infermiera a cui facevi il filo? –
- Matt…Ahem…sono un gentiluomo! –
- Già, un gentiluomo divorziato! – ribatte Matt - Smettila di farmi queste domande ovvie e dimmi qual è la buona nuova che dicevi? –
- L’operazione a Wilson Fisk è andata bene…ho visto, poco fa, i medici e le infermiere che lo riportavano nella sua stanza, dopo quattro ore. -
- Ottima notizia, vecchio mio! –
- Sembra che debba solo superare la notte, anche se qualcuno non mi pareva così contento. –
- Chi? –
- Non ci crederesti mai, rosso…- sorride Nelson, bisbigliando il nome all’orecchio.

STAN LEE AVREBBE VOLUTO PRESENTARE

NATASHA ROMANOFF, LA LETALE VEDOVA NERA IN: BENVENUTE A “MONDO ASSASSINO”.

Un racconto di Marco Poggi, basato sui personaggi di Stan Lee, Chris Claremont e Frank Miller.

Parla la Vedova Nera in prima persona: “Mondo Assassino”: letale trappola per supereroi ed altre vittime di Arcade, geniale killer che lo ha inventato. Poche persone sanno come entrare qui e, fra queste poche, ci sono io, Natasha Romanoff, la letale Vedova Nera. Di solito, la tattica di Arcade è quella di cloroformizzare le sue vittime per poi finirle a “Mondo Assassino”, ma io non sono una vittima e nemmeno la mia compagna d’avventura, Elektra Natchios, la ninja killer in rosso armata di Sai. Stiamo per scavalcare il cancello con un doppio balzo felino, quando ci appare, all’improvviso, l’immagine tridimensionale di Arcade.
- Vedova Nera…Elektra…benvenute a “Mondo Assassino”! – inizia a dire - Prima di fare mosse avventate e d’irrompere nel mio regno, vi chiedo di non farlo e di aspettare Miss Locke, che vi aprirà il cancello e vi farà entrare. – detto ciò, l’immagine scompare.
- Se pensa che io me ne starò ad aspettare… - impreca Elektra – Eeh? –
- Ssst! – le faccio notare, trattenendole il braccio destro con la mano – Non siamo più sole. -
- Natasha Romanoff e Elektra Natchios? - interviene Miss Locke, attraente assistente in rosso di Arcade, che ha appena aperto il cancello – Prego, seguitemi, siete attese. –
Sospettose, varchiamo la soglia di quello che ai nostri occhi ci appare come un luna park abbandonato come tanti. Il viaggio è breve; miss Locke apre la porta di un magazzino e ci fa segno d’entrare, sorridendo, stranamente, in modo amichevole. Dopodichè, scompare, lasciandoci sole. La stanza è buia, Elektra ed io ci mettiamo schiena contro schiena, preparando i Sai e i “Morsi di Vedova”. Una luce che proviene da un lampadario attaccato al soffitto si accende, illuminando l’uomo dai capelli rossi, dal farfallino a pois e dal completo bianco, seduto su di una sedia…E’ PROPRIO ARCADE, ANCHE SE SEMBRA PRONTO AD UN NUMERO COMICO IN UN NIGHT CLUB, CHE AD UNA CONFESSIONE.
- Vedova Nera…Elektra…Venite, venite avanti e sedetevi davanti a me. – dice a voce bassa Arcade, alzando la testa e indicando un comodo divano illuminato dalla luce.
- Niente scherzi, Arcade…Oggi non siamo in vena. – gli rispondo, avvicinandomi.
- Io la mia pazienza l’ho già persa, t’avverto. – lo minaccia Elektra sedendosi accanto a me.
- Sapevo che sareste venute qui, ragazze, per questo ho preferito parlare, anziché combattervi. – sorride il nostro uomo.
- Arcade…- cerco di ritrovare la calma, contando mentalmente fino a 10 – E’ tutta la notte che non facciamo altro che malmenare gente dopo l’attentato alla vita di Kingpin, durante il suo processo e vogliamo risposte, non nuovi enigmi...Quindi, stai attento a quel che dici, perché il colpevole sei tu…c’è questa testa di robot che t’inchioda!- magicamente, tiro fuori la testa di quel che rimane di “Yelena Belova”, dove c’è scritto “Made in Mondo Assassino” gliela getto davanti ai suoi piedi e continuo – Dimmi, Arcade, perché un robot con le fattezze della seconda Vedova Nera…perché? –
- Non l’ho voluto io, ma il mio cliente. – sbuffa Arcade, raccogliendo la testa di “Yelena” e mettendosi a giocare con essa – Avrei voluto usare dei modellini d’aereo della Seconda Guerra mondiale e sparare al grassone una raffica di mitra mentre concedeva un’intervista alla stampa…Un classico…Ma sarebbe stato troppo da…Riparatore! – poi la getta per terra.
- Ohh, sto piangendo...Guarda come piango! – lo interrompe Elektra puntandogli uno dei suoi Sai in mezzo al collo.
- Calma, Elektra, lo dobbiamo arrestare, non uccidere…Ne va del processo di Matt! – le dico, facendogli abbassare la sua daga – Continua, Arcade, che vai bene. -
- Grazie! – trae un sospiro di sollievo il rosso - Vedete ragazze, gli affari non mi vanno più bene come un tempo…Troppi killer sanguinari che non hanno il minimo senso della misura e della teatralità che ti superano e che ti fregano i contatti migliori…Eppure, un tempo, ero un grande, mi offrivano gli X-men e l’Uomo Ragno, ed ora…devo accontentarmi delle briciole! –
- Briciole? – ripeto – Accettare un contratto per uccidere Wilson Fisk, lo zar del crimine di New York, non mi sembra “roba da briciole”! –
- Dopo tanti contratti mal pagati, dovevo pur fare il salto di qualità. – confessa Arcade, alzando la voce – E poi, a nessun killer sano - ma anche insano – di mente verrebbe in mente di far fuori il ciccione…MA IO SI, PERCHE’ HO I MEZZI E LE ARMI ADATTE!
- Già, degli automi (in)degni dei Life Model Decoy dello S.H.I.E.L.D., o dei Doombot del dottor Destino. – sottolineo, ironica – La scusa del killer pezzente non attacca Arcade, noi da te vogliamo solo il nome del tuo cliente…Tutto qui! Poi, tu e Miss Locke sarete liberi…liberi di seguirci al primo posto di polizia! –
- Immagino che tirar fuori la questione della riservatezza dei clienti sia inutile, vero? – sorride Arcade in maniera perfida – Diciamo che se uno, in città, è un superboss del crimine si fa molti nemici fra i suoi simili! –
- Poche chiacchiere, voglio il nome! – gli ripeto.
- Fiato sprecato, “vecchietta”, questo non parla! – interviene Elektra infilando il suo Sai in mezzo alle tempie di Arcade.
- Aaah! -
- Ehi, ma che hai fatto? –
- Niente…Non ho fatto niente, – ripete - Quello che ho appena trafitto non è Arcade…MA UN ROBOT CON LE SUE FATTEZZE…NON VEDI CHE ESCE DELL’OLIO CALDO DALLA SUA TESTA, INVECE CHE DEL SANGUE???
- E’ vero…dovevo accorgermi di questo perché non stava affatto sudando! -
- Ma che brave che siete, ragazze… - esclama il burattino, alzandosi in piedi, staccandosi il Sai dalla testa che continua a zampillare olio – BENVENUTE A “MONDO ASSASSINO”!
Il robot esplode davanti ai nostri occhi e la stanza si illumina del tutto…rivelando legioni di automi con la faccia di Arcade che ci danno addosso…Il luna park della morte è tornato a funzionare a pieno regime.
- Pensavate fosse una cosa facile catturarmi? – sorride il vero Arcade, apparendo in un’immagine tridimensionale – Si, sono qui, ma se mi volete, dovete solo trovarmi ragazze…Se sopravvivrete a questo, s’intende! Ah, ah, ah! – e la stanza esplode.

Prossimo numero: Nate per sopravvivere a tutto.

Marco "Doc Ock" Poggi


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Piaciuta la mia versine del 2017 di Arcade? E non è finita qui, fra una settimana si continua!
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Marco "Doc Ock" Poggi
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STAN LEE AVREBBE VOLUTO PRESENTARE:

NATASHA ROMANOFF, LA LETALE VEDOVA NERA IN: NATE PER SOPRAVVIVERE A TUTTO.

Un racconto di Marco Poggi, basato sui personaggi di Stan Lee, Frank Miller e Chris Claremont.

Parla La Vedova Nera in prima persona: Scampate ad un’esplosione a “Mondo Assassino”, il luna park-trappola di proprietà del killer Arcade, io, Natasha Romanoff, la letale superspia Vedova Nera, e la ninja-killer Elektra Natchios dobbiamo difenderci dall’attacco d’un esercito di cavalieri armati di lance laser, sbucati fuori dal nulla, in sella a dei cavalli alati…DEI CAVALIERI CHE HANNO TUTTI LA STESSA FACCIA: QUELLA SARCASTICA DI ARCADE!
- Infantile! – esclamo ironica compiendo un doppio salto mortale all’indietro e sparando a due cavalieri con i miei braccialetti laser.
- Vuoi ripete, mia “cara”, non ti stavo per niente sentendo con questo fracasso. – ribatte Elektra spaccando a metà la testa del terzo robot con i suoi Sai.
- Tutto mi sarei aspettato da un professionista come Arcade, ma non che ci attaccasse con dei cavalieri-robot con la sua stupida faccia…Una mossa infantile! – le rispondo mentre abbatto con un calcio volante un cavaliere che esplode cadendo a terra.
- Credi di poter domare quel puledro…”cowgirl”? – mi chiede Elektra, fracassando un altro avversario.
- No! – le ribatto, cercando di restare il più possibile in sella, mentre il cavallo robot prova a disarcionarmi - Ma se arrivo ai pulsanti dei comandi manuali posti sotto la criniera…ecco…POSSO FARE IN MODO CHE QUESTO “PEGASO” SI VADA A SCHIANTARE FRA I SUOI SIMILI! – commento, mentre, con un balzo, mi salvo dall’esplosione e scendo a terra.
- Molto bello, “vecchietta”…Peccato che questa tua trovata ci abbia dato solo alcuni secondi di tempo, perché, come vedi, ne arrivano altri! – mi dice Elektra indicando il cielo.
- Vedo, vedo! Non mi resta che giocare il tutto per tutto e che i miei braccialetti non mi tradiscano sul più bello! – esclamo potenziando al massimo i miei “Morsi da Vedova” e sparando a raffica.
- Forse i miei Sai non saranno letali come i tuoi “Morsi”…ma queste potrebbero colmare questa lacuna! – replica Elektra raccogliendo due lance laser e sparando a raffica contro gli stessi robot che prima le brandivano.
- Stiamo vincendo, “ragazzina”! – sorrido, vedendo sempre più nemici cadere sotto i nostri colpi.
- Acc…questi affari si stanno scaricando, farei volentieri cambio con un mitra! – sottolinea Elektra.
- ATTENTA! – le dico, salvando la vita ad Elektra da un’esplosione.
- Grazie, “vecchietta”, ma che diav…? -
- E’ PASSATO ALL’ARTIGLIERIA PESANTE…ORA, IL NOSTRO AVVERSARIO CI ATTACCA CON DEI CARRI ARMATI, COMANDATI DA SOLDATI-ARCADE!
- FUOCO…FUOCO…FUOCOOO! – urlano i sosia di Arcade.
- Sparpagliamoci, Elektra e spariamo! – le consiglio balzando a destra e mirando ad un carro con i miei “Morsi”.
- La fai semplice tu con i tuoi laser, Vedova…Io devo usare l’arma bianca! – ironizza Elektra, centrando con un Sai la testa di un soldato-Arcade che vomita olio.
- Acc…lo temevo! – m’infurio – I braccialetti laser si sono inceppati, o si sono esauriti…MA HO ANCORA UN ASSO DA GIOCARE…QUESTO! – e strappando la mia elegante cintura dorata dalla vita, che è, in realtà, una bomba ad alto potenziale, la lancio contro il nemico.
- Ben fatto, Vedova, un’esplosione superba! - commenta Elektra, notando che la mia cintura a sorpresa ha distrutto diversi carri armati.
- Questi bracciali, adesso, sono solo un peso…meglio disfarsene! – mormoro, scagliandoli contro il nemico come una potente granata a tempo che esplode facendo fuori due carri.
- Adesso che hai usato i tuoi esplosivi più nascosti, “vecchietta”, a parte i miei due Sai, siamo disarmate…Hai qualche idea per sfuggire a quei carri? – mi domanda Elektra, schivando una bordata d’un cannone.
- Si! Voglio attaccarli frontalmente ed impossessarmi di uno di loro! – le rispondo, balzando in avanti.
- Buona idea, ma…prendi almeno questo, “vecchietta”. - dice Elektra lanciandomi uno dei suoi Sai - Non mi va che tu vada all’attacco senza un’arma nelle mani. –
- Stai per caso cercando di farmi commuovere, “ragazzina”? – le strizzo l’occhio, prendendo al volo il Sai e saltando a mezz’aria.
- Nossignora! – ribatte Elektra atterrando su di un carro e staccando di netto la testa di un soldato-robot dal corpo con il suo stiletto.
- Sai qual è il difetto di questi automi, Elektra? – le dico raggiungendola con un salto e sbarazzandomi del terzo ed ultimo soldato-Arcade del carro – Che nonostante siano dotati dei migliori microchip, hanno una pessima mira e fanno solo molto rumore. – e, dopo aver detto ciò, salto dentro.
- Bene, Vedova Nera, sono in posizione. – attende i miei ordini Elektra - Dimostrami che sai guidare un carro armato! –
- Ho iniziato a guidare carri armati ancor prima che i ninja della Mano ti reclutassero, killer greca, stai a guardare! – le ribatto mirando e colpendo due carri armati vicini.
- Hai qualche altra idea? – mi domanda la ninja, vedendo altri carri cadere sotto i nostri colpi.
- Semplice: farsi strada fra questi cingolati e trovare la sala di controllo di Arcade! – le rispondo.
- Aspettate un attimo, signore. - s’intromette Arcade, apparendo nello schermo del carro armato - Mi state costando la mia divisione panzer e vi ricordo che state guidando un mio carro armato! –
- Che intendi dire, Arcade? – gli chiedo.
- Che posso permettermi di perdere un carro armato, semplicemente premendo un pulsante della mia consolle! – sorride il pel di carota.
- Avanti, premilo, pagliaccio, ti sfido! – sogghigno.
- Sciocca! – mi sussurra all’orecchio Elektra – Quel pazzoide sta per attivare un esplosivo, dobbiamo uscire da qui, o moriremo! –
- Tranquilla! – sorrido.
- Ah, volete sfidarmi? Ecco qua, addio Vedova Nera…Addio Elektra…per sempre! – Arcade schiaccia il bottone dell’autodistruzione del carro armato X-571 – quello che io e la killer greca stiamo guidando - , che però…non esplode – COOSA???
- Sorpreso, Arcade? – gli mostro una serie di fili staccati – Sapevo che se mi fossi impadronita di un tuo carro armato, la prima cosa che dovevo fare era quella di strappare i fili dei comandi computerizzati e dell’esplosivo e così ho fatto! Ed ora che abbiamo il completo controllo del cingolato, ti avverto che nel nostro mirino c’è proprio la tua sala di controllo…una semplice torre di lancio per paracadute! Se non vuoi che riduca te e la tua assistente in polvere, arrendetevi…o non esiterò a fare fuoco! –
Dopo aver pronunciato quell’intimidazione, i carri armati nemici cessano di muoversi e “Mondo Assassino” torna ad essere un normale luna park come tanti. Arcade getta la spugna e, alcuni minuti più tardi, lui e la sua assistente Miss Locke sono davanti a noi due, seduti a terra con le mani in alto e le gambe incrociate, pronti a trattare una resa “ragionevole”.
- Arcade…Miss Locke…Il tempo dei giochi è finito. Quindi, prima che perda davvero la pazienza e vi lasci alla mercè di Elektra, che è molto meno diplomatica di me, vi riformulo la stessa domanda di prima: qual è il nome del vostro cliente? – chiedo loro usando un tono di voce calmo, ma risoluto.
- Il… il mio cliente? – balbetta il killer dai capelli rossi.
- Non parlare, Arcade, con tutto quello che ci hanno dato! – gli sussurra miss Locke.
- Non ho ancora ammazzato nessuno stasera, vuoi per caso aprire tu le danze, miss Locke? – la minaccia Elektra avvicinandole alla testa la punta del suo Sai.
- Ninja maledetta! – si stizzisce Miss Locke.
- Allora, stiamo aspettando, Arcade. – gli ripeto.
- E va bene. – confessa rassegnato Arcade a testa bassa - Il nome…il nome del mio cliente è…E’ SILVERMANE!
- SILVERMANE??? – esclamiamo all’unisono io ed Elektra.

Prossimo numero: Un altro intermezzo col diavolo.

Marco "Doc Ock" Poggi


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La resa dei conti a Mondo Assassino fra la Vedova, Elektra e Arcade si gica fra cavalieri alati robot e carri armati giganti. La scelta di queste armi è dovuta al fatto che non mi andava di vedere Elektra e Natasha che combattevano robot-sosia dei loro fidanzati e/:o padri, e/o comandati...Volevo che il tutto si trasformasse in una trincea di guerra e che le due ragazze "giocassero" a fare Capitan America e Bucky. inoltre, se avete un pò di fantasia e vi immaginate la scena, quando le due s'impossessano di un carro armato nemico sembra quasi una vignetta di Frank Miller con le due disegnate come ombre che attaccano il nemico.
Piaciuta questa parte, è la pù divetente el "Processo a Kingpin". Scrivete pure i vostri pareri, ok?

Marco "Doc Ock" Poggi


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Inviato il: Mercoledì, 26-Lug-2017, 17:52
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Scusate se lo scontro è parso esagerato e comicheggiante, ma Arcade per me è sempre stato così: un giocherellone...E, quindi, anch'io ho giocato con lui...Ho fatto bene?

Marco "Doc Ock" Poggi


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