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> Texone 33 - I rangers di Finnegan, di Boselli e Majo
 
Palexis
Inviato il: Lunedì, 25-Giu-2018, 17:51
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Yellow Kid


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Ci vorrebbe un Tex più fallibile, capace anche di sbagliare i colpi... Il figlio invece dovrebbe essere assai peggiore del padre, in modo da evidenziare di più le capacità maggiori del protagonista.
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manu_ramone
Inviato il: Giovedì, 28-Giu-2018, 19:01
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Uomo Mascherato
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L'ho comprato questa mattina. Sulla storia non mi esprimo perché devo ancora leggerlo, l'ho giusto un po' sfogliato, però i disegni sono davveri molto belli. Ero davvero curioso di vedere Majo all'opera su Tex e direi che non ha deluso le attese, mi piacerebbe rivederlo su Dampyr un giorno o l'altro!
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Magic Wind
Inviato il: Lunedì, 02-Lug-2018, 11:21
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Asterix
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Gran bella storia.
Boselli sul Texone non sbaglia un colpo: ne ha scritti sei o sette uno meglio dell'altro.
Majo inaspettatamente perfetto per il western, a dire della sua bravura basterebbe la parte iniziale cittadina dove vede che si è documentato su immagini d'epoca o il flashback disegnato alla D'Antonio (mi pare di avere ravvisato invece una leggera minor accuratezza nella parte finale, non vorrei fosse stato pressato con le consegne)
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Znort
Inviato il: Martedì, 03-Lug-2018, 11:52
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Detective dell'Impossibile
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La storia mi è parsa buona, ma in certe parti piuttosto logorroica il che non mi ha invogliato a divorarla tutta d'un fiato...

I disegni sono buoni. A parte qualche volto di Tex in alcune immagini quando è voltato e non è in primo piano, devo dire che per il resto la caratterizzazione sia dei pards che degli altri personaggi è ottima.
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Inoltre ha un ottimo uso del b/n e inaspettatamente per un disegnatore del tenebroso Dampyr, rende bene anche nelle scene diurne.
Secondo me Majo ha margini di miglioramento nella resa di Tex e potrebbe diventare un valido disegnatore del mensile.
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Mi aspettavo qualche deviazione in più dalla gabbia classica...

Comunque sia nel complesso è un Texone a cui darei un 7 pieno.
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Gamanto
Inviato il: Martedì, 03-Lug-2018, 16:25
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Boselli, come al solito, una garanzia.
Ottime le tavole di Majo.
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Moreno Roncucci
Inviato il: Sabato, 14-Lug-2018, 06:30
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Detective dell'Impossibile
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Ottimo Majo (e su questo non avevo dubbi, sono anni che è uno dei migliori disegnatori della Bonelli...), ho invece qualche perplessità sulla storia, che mi fa dare stavolta un po' di ragione (non tutta) alle critiche di juan velasco.

Premetto che comunque ritengo la storia positiva, e che queste perplessità non mi hanno "rovinato la lettura". È stata giusto un pizzico di delusione sul finale (da sempre un po' il punto debole di Boselli, molto abile a costruire intrecci che spesso chiude troppo frettolosamente).

La storia inizia in maniera molto cruda e violenta. Come già fatto altre volte, Boselli recupera la Storia "vera", quella con la S maiuscola, e lasciandosi alle spalle le rappresentazioni politicamente corrette degli ultimi decenni mostra invece come poteva voler dire avere a che fare con i Comanche, odiati sia dai bianchi che dalle altre tribù indiane per le loro violenze (e nella rappresentazione delle violenze sui prigionieri c'è andato anche abbastanza leggero rispetto a quello che descrivono le cronache dell'epoca). Iniziando dalla vendetta contro i Comanche ormai pacifici e tornando indietro alle ragioni di questo odio, all'inizio pare che il classico "cattivo ma non tanto" (che davvero pare essere diventato un clichè Boselliano, mi mancano i biechi speculatori alla Brennan e Teller...) sia Finnegan. Finnegan che con i suoi uomini fa strage di indiani ormai pacifici, ma (almeno pare) lo fa per un suo senso di giustizia, per crimini mai puniti.

Tutto questo cambia nel finale, in cui da un momento all'altro Finnegan diventa un folle sanguinario (sterminare una famiglia messicana. e non una famiglia ignota ma una famiglia ricca e con parenti influenti? E farlo sì con la scusa dell'aiuto dato ad un comancheros, ma in realtà per puro razzismo?). Finnegan qui passa da potenziale cattivo-buono a catti-catti-vissimo che uccide per razzismo e sadismo, mentre contemporaneamente il capo dei Comancheros viene presentato come un uomo d'onore che si allea con Tex e Carson...

E fino a qui va bene, non è il fatto della benevolenza di Tex che mi lascia perplesso: Tex non è mai stato quello "sbirro inflessibile e ligio alle leggi" che molti lettori ritengono, se non nella rappresentazione distorta e all'inizio quasi malevola che ne diede Sergio Bonelli (la primissima storia di Tex che scrisse fu anche la prima volta che si vide Tex portarsi dietro le manette). Il Tex di G.L. Bonelli era molto più pragmatico, poteva lasciare andare gente anche peggiore di Robledo se era utile ad evitare danni peggiori (persino uno dei suoi grandi amici, Gros-jean, era un criminale e all'inizio aveva cercato di ucciderlo...). Quindi non mi meraviglia che Tex alla fine sia disposto a lasciarlo andare, Robledo non ha più una banda, ormai è invecchiato, e non è più un pericolo per i coloni. Non è il comportamento di Tex che mi lascia perplesso.

No, quello che mi lascia perplesso è il finale generale alla "tarallucci e vino", con Faver che non solo salva la vita ma sorride al suo vecchio "nemico" con cui pare avere appena terminato una partita di tennis, non una guerra durata trent'anni.

Trent'anni in cui Robledo ha rapito decine se non centinaia di donne, figlie, mogli, parenti degli uomini che l'hanno catturato, vendendole come schiave sessuali o uccidendole. in cui Robledo ha razziato e ucciso loro parenti, vicini, amici, colleghi, trent'anni in cui ha venduto armi ai Comanche che hanno sterminato famiglie e razziato tutta la frontiera.

insomma, mi immagino la parte non mostrata fra una vignetta e l'altra: "ehi, Robledo, vecchia canaglia, ti ricordi quando hai rapito e stuprato mia sorella? Che fine ha fatto?" "Eh, Faver, detto fra vecchi amici come noi, mica l'ho violentata solo io, l'ho passata a tutta la banda, poi l'ho rivenduta ad un bordello di Città del Messico, credo che sia morta di sifilide l'anno scorso" "ah, che pellaccia che sei, ci beviamo una birra alla sua salute?"

In realtà ovviamente questa scena non avviene, perchè Robledo di colpo cessa di essere uno stupratore di donne: tutte le donne tenute prigioniere dai banditi sono ormai innamorate di loro (??) ed è un bandito dal cuore d'oro. C'è un netto cambio di tono nella storia, che passa da un inizio crudo e realista a... Sette Spose per Sette Fratelli, solo senza le canzoni...

Questi "stacchi di tono" non sono purtroppo infrequenti nei fumetti Bonelli, con il dannato metodo di lavoro "cinque pagine per volta a rotazione per una dozzina di disegnatori" è un miracolo che riescano a ricordarsi cosa succedeva nella storia che stanno sceneggiando. Ma non ci si fa l'abitudine, danno solo sempre più fastidio.

Ed è davvero una nota stonata che era facilissimo evitare: se Robledo fosse morto nello scontro, "espiando" i suoi crimini, o anche se fosse riuscito a squagliarsela... il resto della storia poteva rimanere uguale (rimaneva l'altra incongruenza di Finnegan a cui di colpo parte la trebisonda e fa una strage da cui non aveva la minima speranza di cavarsela senza danni, ma vabbè, il cattivo che sbrocca ci può stare...), bastava evitare quella singola sequenza "tarallucci e vino" che stona terribilmente con le pagine precedenti...


--------------------
Ciao,
/\/\oreno.
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tom sawyer
Inviato il: Sabato, 14-Lug-2018, 10:09
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Indagatore dell'Incubo
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La prima obiezione mi sembra labile: nell'universo di Tex chi attacca vigliaccamente di notte uccidendo donne e bambini e' gia cattivissimo, senza sfumature. Anzi, che lo faccia per un distorto senso di giustizia e' semmai un'aggravante in un'ottica texiana. Qui c'era solo l'ambiguita' di chi era stato a fare cosa.

Sulla seconda ti seguo di piu'. In realta' il personaggio canagliesco di Robledo mi sembra uno dei piu' riusciti della storia e non ci vedo nulla di male che la figura dei quasi-cattivi sia ricorrente nelle storie di Boselli (anche D'Antonio prevedeva quasi in ogni sua storia la presenza di due ordini d'importanza di cattivi, di cui una piu' sfumata), ma effettivamente nei finali Boselli spesso esagera nel sottolineare la redenzione e la fine dei conflitti, con troppi sorrisi e attestati reciproci di stima.
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borden
Inviato il: Lunedì, 16-Lug-2018, 15:35
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Per Moreno Roncucci.

Una regola delle storie -di tutte le storie- è la loro autoreferenzialità.

NON vediamo mai i crimini di Robledo. Non si dice MAI che abbia stuprato e ucciso donne, tantomeno quelle legate a Faver. Mai. Sei tu che lo supponi. La storia non lo dice.

Invece i crimini del razzista Finnegan li vediamo eccome, sin da ragazzo, poi contro i Comanche di Bisonte Bianco, infine contro i messicani parenti di Faver (stavolta sì!!). Quindi lui è il cattivo, un cattivo a tutto tondo. Se tu all'inizio avevi immaginato che non lo fosse, complice l' ambiguità voluta della sceneggiatura, beh, ti sei sbagliato... Come Kit. Mentre ha visto giusto Tom Sawyer.

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Aggiungo che nelle storie d'avventura è classicisssimo che ci sia un rapporto di odio-amore tra antichi rivali... Nessuna novità, qui.
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Moreno Roncucci
Inviato il: Mercoledì, 18-Lug-2018, 06:10
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Detective dell'Impossibile
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QUOTE (borden @ Lunedì, 16-Lug-2018, 14:35)
Per Moreno Roncucci.

Una regola delle storie -di tutte le storie- è la loro autoreferenzialità.

NON vediamo mai i crimini di Robledo. Non si dice MAI che abbia stuprato e ucciso donne, tantomeno quelle legate a Faver. Mai. Sei tu che lo supponi. La storia non lo dice.

Invece i crimini del razzista Finnegan li vediamo eccome, sin da ragazzo, poi contro i Comanche di Bisonte Bianco, infine contro i messicani parenti di Faver (stavolta sì!!). Quindi lui è il cattivo, un cattivo a tutto tondo. Se tu all'inizio avevi immaginato che non lo fosse, complice l' ambiguità voluta della sceneggiatura, beh, ti sei sbagliato... Come Kit. Mentre ha visto giusto Tom Sawyer.

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Aggiungo che nelle storie d'avventura è classicisssimo che ci sia un rapporto di odio-amore tra antichi rivali... Nessuna novità, qui.

Ciao Borden!

Prima di tutto, un pensiero a me stesso di quando avevo 13 anni, che se gli avessero detto che un giorno avrebbe discusso delle storie di Tex con l'autore...
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Poi, sui crimini di Robledo: è vero che non li vediamo, ma ne sentiamo parlare. A pagina 54-56 nel dialogo fra Tex e Tigar si cita direttamente il caso di una ragazza rapita dagli Yaqui e venduta ai Comancheros, in cambio di armi e di whisky. E che Robledo ora tratta con gli Yaqui e con gli Apaches, ma per trent'anni ha fatto gli stessi affari con i Comanche. Quindi parliamo di qualcuno che per trent'anni ha dato armi e whisky ad indiani di varie tribù, perchè facessero le loro razzie in Texas, ammazzando gente e rapendo ragazze, che poi gli portavano.

A pagina 84 Milton Faver dice che quando trafficava con i comanches, Robledo comandava un centinaio di uomini, quindi questa opera di... "commercio stragi in cambio di donne" lo faceva su larga scala.

Il rapimento di donne nella zona è un rischio così concreto, da decenni, che a pagina 85 Faver sostiene che nessuna donna si muove in quella zona senza essere scortata. E questo, con Robledo ormai in disarmo e con una banda ridotta e i Comanche in pace.

A pagina 100 si cita una cifra, oltre 200 bianchi rapiti (ovviamente donne e bambini), e questo solo da parte dei Comanche e "molti anni prima". Il numero è probabilmente aumentato nei "tanti" anni passati, e non comprende i morti.

Tutta la scena in flashback fa vedere bene il livello di rabbia dei coloni per questi rapimenti, e il tipo di trattamento che le donne catturate potevano aspettarsi.

Subito dopo il flashback, c'è un rapimento di una ragazza mostrato nella storia. Avviene "contro gli ordini di Robledo" ma solo perchè aveva ordinato di non farsi notare in giro. E comunque dei quattro uomini, tre vogliono violentare e uccidere la ragazza, per paura che Robledo li faccia uccidere e se la tenga per sè, il quarto pensa che Robledo lo ricompenserà per la ragazza anche se gli ha disobbedito. Insomma, è il ritratto di una persona ammodo e galante... Cosa succedeva quando a girare invece di quattro balordi erano "centinaia di uomini"?

E il prigioniero poi conferma che c'è ancora un fiorente traffico di donne Texane da spedire in messico (si vedrà poi che nel suo campo Robledo tiene solo prigioniere messicane o indiane, evidentemente meno richieste sul mercato...)

Insomma, mi sempre che fino a questo momento il quadro sia CHIARISSIMO.

È vero che la letteratura è piena di rapporti di amore-odio fra antichi rivali... ma riguardano rivali per affari, o per guerre, o per imbrogli, raggiri, o comunque beni materiali.

Ben difficilmente si trovano in letteratura cosa di rapporti di odio-amore con una banda di centinaia di rapitori di donne che vendono armi e whisky agli indiani. Anzi, di solito questa è considerata la feccia peggiore, quella che viene uccisa da Tex e pards senza tanti problemi (una reazione ben più comprensibile viene mostrata in una vecchia storia di G.L. Bonelli quando le ragazze rapite come prima cosa afferrano i fucili e si fanno giustizia da sole giustiziando i rapitori legati da Tex. E chi non ricorda come trattava Tex i rapitori di ragazze Navajo, gli Hualpai nel numero 169?

Il rapporto odio-amore fra rivali è un trope che presuppone avversari onorevoli. Qualunque atto contro le donne o i bambini è imperdonabile in questo tipo di letteratura: insomma, hai incrociato i flussi.

È vero comunque che l'immagine di Robledo che viene presentata poi, cambia totalmente di tono. La donna che ha rapito si è innamorata di lui (sindrome di stoccolma 1), poi le altre cinque donne rapite dichiarano praticamente la stessa cosa (sindrome di stoccolma 2, 3, 4, 5 e 6?) Insomma, al campo si stava così bene che non ce n'è una che voglia essere liberata.

Non ho citato a caso "sette spose per sette fratelli", in tema "rapimento" in quella parte viene trattato nella stessa maniera. Pare che questi banditi rapissero donne solo per instaurarci una relazione stabile e duratura, e ovviamente visto che dicono che non "gli torcono un capello", in ogni caso deve esserci stato un corteggiamento in cui vari banditi offrivano fiori e invitavano la ragazza a ballare, finchè lei non sceglieva il prescelto, immagino... visto che nessuna veniva forzata...

Per questo la mia osservazione non è tanto che Robledo e la sua banda, come vengono presentati alla fine, non possano essere perdonati da Faver e da TUTTI i suoi uomini: banditi così cortesi e galanti, come fai a non perdonarli? la mia osservazione è piuttosto che questi banditi galanti non possono essere gli stessi di cui si è parlato per tutto il resto della storia. C'è un netto stacco di tono, e disturba durante la lettura (o almeno, disturba me, poi non so quanto infastidisca gli altri lettori).

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borden
Inviato il: Mercoledì, 18-Lug-2018, 08:24
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Sidekick
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Ribadisco che una cosa che NON SI VEDE non tocca l'essenza di una storia. Nel ciclo della Malesia non si vedono Sandokan o Sambigliong stuprare e uccidere, sebbene sia parte del loro "lavoro", eppure all'inizio dei Pirati della Malesia la nave capitanata da Yanez fa strage di una nave di innocenti, salvando solo Ada e Kammamuri. Questo non tocca tuttavia l'essenza degli eroi.
Ti potrei citare nella letterature d'evasione altri casi di inimicizie "cordiali", tra, per così dire, rapinatori e sceriffi. Faver non è Tex, tra l'altro, e non si sa che cosa abbia combinato lui... Evidentemente, nella sua scala di valori, le azioni finali riscattano una via sbagliata. Farlo morire sarebbe stata, questo sì, una scelta narrativa ipocrita e piccoloborghese.
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juan velasco
Inviato il: Mercoledì, 18-Lug-2018, 12:01
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Asterix
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Ti ringrazio Moreno, anche se credo che il realtà siano ben poche le cose su cui concordiamo...
Di sicuro sulle due critiche che hai fatto, si...
Soprattutto Tex, quello che ho conosciuto io, non lascerebbe libero un criminale che per trent’anni ha gestito un traffico di esseri umani... che non si vedano crudeltà in diretta non cambia nulla... Tex un tempo lasciava libere le mezze tacche o coloro che erano stati traviati sebbene fossero delle brave persone, come nel caso di Gros-Jean...
Mai i principali responsabili...

Premesso che il racconto è intrigante e anche bello in qualche momento, posso solo dire che sta a Tex allo stesso modo di come ci stava un altro celebre racconto: Caccia all’uomo... è, imho, l’essenza dell’antitexianità...
Non è texiano lo scontro duro tra i due Kit, che tra l’altro è inutile ai fini della storia, tanto è vero che non ci crede nessuno... forse è più diretto ai lettori che non necessario per il seguito del racconto... ci mostra che in futuro l’unità del gruppo non é più garantita... e infatti nelle pagine non mancano momenti di sfiducia reciproca... i pards temono che Piccolo Falco venga irretito, quest’ultimo non è convinto che il padre abbia ragione in merito alla colpevolezza di Finnegan... tanti dubbi, sempre meno certezze... in un fumetto che di certezze viveva... questo apre nuovi scenari intriganti, ma lontani anni luce dal cosiddetto canone...
Non è per nulla texiano il colpo inferto da Aquila della Notte ad una donna colpevole solo di tenere un intruso che si è intrufolato di nascosto, e di notte, nella sua dimora... neanche le nemiche più letali, ce ne sono state diverse, sono state toccate con un dito... forse era poco realistico, ma era un punto fermo... anche qui d’ora innanzi potrà succedere di peggio, finanche l’assassinio a sangue freddo? perché il limite è sempre più in là ogni mese che passa... e in fondo, visto che di lamentele non se ne sono sentite, forse ha ragione Boselli... questo è quello che vogliono i lettori attuali...
E si potrebbe andare avanti, citando il Kit che va a meretrici e le tratta in malo modo da vero signore, oppure ricordando i continui riferimenti finto-continuity ai personaggi e a elementi di matrice boselliane e, perché no, a tutti sti amici della famiglia Willer che imperversano dappertutto, tanto che prima non se ne conosceva uno - a parte Gunny Bill - mentre adesso sembra di essere in una telenovela brasiliana anni ottanta...
E altro ancora...

Ormai io e Borden siamo agli antipodi... non ci si può fare niente... non vale più neanche la pena di litigarci assieme
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