Ultimo capitolo di Berserk, Considerazioni
Bread Pak |
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Spirito con la Scure
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QUOTE (fiocotram @ Martedì, 21-Set-2021, 16:27) | Poi, se l'esempio di mangaka che ha un progetto predefinito in testa é Oda, quello che dice che siamo vicini alla fine del suo manga ogni cinque-sei anni, allora mantengo forte incredulità.
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Non so se ho scritto male ma non ho detto niente del genere. Miura ha fatto un'intervista in cui erano presenti lui e Oda (nient'altro), poco prima di morire, dove si chiedeva a Miura a che punto era con l'opera. Ho messo Oda solo per specificare a che intervista mi riferisco (non credo che Miura e Oda facciano molte interviste assieme) Non ho scritto da nessun parte che Oda sia un mangaka col progetto predefinito... Per quello resto in dubbio su come elabori le informazioni. Di Oda non so quasi nulla, One Piece non mi piace e nemmeno mi informo più di tanto.
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fiocotram |
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Uberlogorrea
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I giapponesi non hanno il loro Tex? Golgo 13 è ancora in corso ed è pubblicato dal 1968. One piece sono anni che esce e la fine non la vedrete MAI a meno che non smettiate di leggerlo oppure che non succeda qualcosa ad Oda, così come Jojo, seppure con le sue suddivisioni in miniserie. Ed esistono manga ancora più longevi, come Kochikame, che è stato pubblicato dalla fine degli anni Settanta e si è interrotto solo nel 2016. E' vero che prima o poi i manga finiscono, ma non certo per volontà dell'editore. E' che semplicemente il successo finisce oppure l'autore è davvero troppo anziano per continuare. Ma non è che se fosse tecnicamente possibile portare avanti un manga all'infinito la casa editrice non lo farebbe, anzi! In questi ultimi tempi oltretutto, complice la crisi, hanno perfino iniziato a pubblicare nuove serie dedicate a manga di successo nelle passate generazioni, come Dragonball e Saint Seiya...
La Takahashi ha sempre lavorato, semplicemente quando termina una serie ne inizia un'altra, spesso basata sulle idee degli one shot a cui lavora parallelamente alle serie lunghe. Quando vuole staccare da una serie e uno one shot che pubblica viene apprezzato, ci basa la prossima serie, i suoi lettori continuano a seguirla e l'editore è contento. Tecnicamente questo è continuare all'infinito a pubblicare, continuare all'infinito a tenere agganciata la propria fanbase proponendo lavori a getto continuo, anche se facendolo con serie diverse, in maniera simile a cui magari fa un autore che invece si dedica a una sola serie lunga per tanto tempo. Un buon mix di entrambi i metodi è Araki: quando vuole lavorare a un'altra serie, non deve fare altro che chiamarla "Jojo parte vattelapesca" e trovare il modo per legare il protagonista alla famiglia Joestar. Così è come lavorare su tante serie, tenendosi il comodo ombrello della fanbase che segue dall'inizio la saga di Jojo. Anche Toriyama quando faceva Arale voleva terminarla, perché s'era stancato della difficoltà nel progettare episodi autoconclusivi, ma l'editore gli disse la puoi concludere solo se nel frattempo ci proponi un'altra serie di successo. E così, andando per tentativi coi vari one shot, alla fine riuscì a creare Dragon Boy che fece da base per Dragon Ball. E sappiamo poi com'è andata, il successo di DB ha eguagliato e poi addirittura superato Arale.
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Sull'assenza di programmazione a lungo termine hai ragione, in larga parte è così, ma anche lì ci sono eccezioni. Oda ha dichiaratamente pensato la trama di tutta la storia, ma a livello di macro step, non nei dettagli. |
Ah beh, allora...
QUOTE | Per cui sa già che I personaggi devono raggiungere degli specifici punti chiave della trama, quello che improvvisa è il modo e I tempi che ovviamente col successo si sono sempre più dilatati.
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Punti chiave? Non ne dubito. Tipo "Lufy deve diventare il Re dei Pirati". Questo è un ottimo punto chiave d'arrivo. Nel mezzo, succedono un sacco di robe, magari pensate settimana dopo settimana e brainstorming dopo brainstorming. Però, oh, che deve diventare il Re dei Pirati ce l'aveva in testa da prima, eh? E ogni personaggio sicuramente avrà prima o poi la fine preannunciata del suo arco di maturazione, in cui diventeraà quello che vuole diventare e troverà quello che vuole trovare. Tutto programmato, tutto prestabiito Così pure io sono un programmatore, dai. Il fatto è che se quelle cose che succedono nel mezzo non incontrano il gradimento dei lettori, l'editore chiude tutto. Sia che Lufy nel frattempo abbia raggiunto lo status di re dei pirati, sia che non l'abbia ancora nemmeno sfiorato. E quindi l'essenza stessa della storia non sono i punti chiave, che possono benissimo essere generici e sfumati, ma tutto il casino di viaggio fatto per arrivarci, che comunque risente di quel tipo di lavorazione frenetica... a cui comunque autori tecnicamente pure più bravi di Oda, come Takei e Tite Kubo, alla lunga non hanno saputo resistere, cedendo il passo.
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fiocotram |
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Uberlogorrea
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QUOTE | Concordo anch'io che berserk è andato troppo lungo. Anche secondo me si poteva chiudere un paio di saghe dopo il flashback. Secondo me un errore di Miura è stato rendere Griffith un membro della mano di dio invece di limitarsi a renderlo un apostolo molto potente. Un prescelto, ma non un personaggio con la forza di un dio. Aver reso il divario di forza fra lui e Gatsu così estremo ha inevitabilmente complicato il proseguo della storia. |
Secondo me non è questo il problema. Apostolo o membro della mano di dio importa poco, Gatsu già di default è sorretto dalla sua disperazione e quasi tutti i nemici sovrannaturali sono tecnicamente più potenti di lui. Quello che i lettori attendono non è un mero scontro di forza, ma un confronto anche psicologico tra due personaggi, tra tutte le cose che Gatsu non ha potuto sputare in faccia a Grifis e la vastita del cazzo che gliene frega a Grifis di tutto ciò. Uno scontro di rabbia e rivendicazioni contro la strafottenza di una persona che viveva solo per superare i limiti. E' questo ciò di cui la serie ci ha privato, nel suo divagare, nei suoi giri a vuoto e nei suoi tentativi di essere qualcos'altro (tipo una quest di tizi capitanati da una maghetta stile Creamy che col mondo precedentemente creato non c'entra proprio una mazza in termini di atmosfera). Il punto è arrivare allo scontro, che è praticamente l'UNICA cosa che aspettava chi leggeva il manga (alzi la mano chi si è realmente appassionato alle mille divagazioni e personaggi inseriti dalla fine della saga dei falchi in poi, a chi realmente frega qualcosa di tutta quella roba e se è veramente per la maghetta o per Isidoro che seguono la serie...). Voglio dire, personaggi e svolte narrative esistono solo in funzione di quanto fanno venire voglia di dire "E ora che succede?". L'introduzione della mano di dio e di grifis fece venire voglia di vedere cosa sarebbe successo, l'arrivo della squadra dei falchi e tutti i numeri persi per il consolidamento della loro team building e della scalata al successo erano funzionali al "E ora che succede, come arriviamo al punto del presente con Gatsu mutilato e Grifis nella mano di dio?". Questi sono punti e svolte che realmente hanno modificato il fumetto e l'hanno reso interessante in termini di attenzione del lettore seriale. L'introduzione di tutte le cose nuove invece non fa venire voglia di niente e non giustifica in alcun modo tutti quei volumi. Mi si potrebbe dire, usando il tuo ragionamento, che Miura "aveva ben chiaro" il macro-punto di arrivo dello scontro tra Gatsu e Grifis. Ma questo non lo trasformerebbe certo in un grande pianificatore, visto che tutti noi abbiamo ben chiaro dove sarebbe dovuta finire la serie (perlomeno nelle nostre aspettative). Tutta un'altra storia invece è elaborare un finale che sia all'altezza delle aspettative dei lettori. E quello, questa è la mia idea, Miura non ce l'aveva ancora.
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Bread Pak |
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Spirito con la Scure
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QUOTE (fiocotram @ Mercoledì, 22-Set-2021, 16:12) | (alzi la mano chi si è realmente appassionato alle mille divagazioni e personaggi inseriti dalla fine della saga dei falchi in poi, a chi realmente frega qualcosa di tutta quella roba e se è veramente per la maghetta o per Isidoro che seguono la serie...). |
Presente
Farnese (apparsa dopo la fine della saga dei Falchi) è il mio secondo personaggio preferito dopo Gatsu.
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Preferisco un fumetto governato dalla causalità anche se sembra casuale piuttosto che uno governato dalla casualità anche se sembra causale.
L'elenco quasi completo al 04/04/2018 dei fumetti che ho letto sul mio Profilo sezione interessi :P
Ogni volta che il computer suggerisce la password a Nite Owl un informatico muore...
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Nonno Bassotto
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Dai Fioco si vede che non conosci bene One Piece o Oda. Tutte le interviste che ha fatto sono state chiare, nell'elencare le tappe previste pur senza fare spoiler. I punti chiave non sono così vaghi come pensi tu. Ci sono indizi sparsi fin dai primi capitoli che non possono essere casuali. La costruzione del mondo è estremamente dettagliata, non è un work in progress senza basi come Dragonball dove palesemente Toryiama improvvisava. Non si può tenere in piedi un mondo complicato come quello di One Piece senza avere bene i mente i passaggi e le vicende chiave della storia. Poi che ora stia tirando in lungo all'inverosimile ogni saga è verissimo, ma sono convinto che si sta dirigendo verso il finale previsto.
Tornando in topic. Quando dicevo che la scelta di rendere Grifith un membro della mano di dio ha influenzato il seguito, mi riferisco ad esempio a tutti i level up fantasy degli ultimi capitoli. La maga, l'armatura maledetta, tutte cose messe per accrescere la forza di Gatsu che probabilmente non sarebbero state così fondamentali altrimenti. È chiaro che il punto non è un mero confronto fisico con Griffis, però inevitabilmente Miura si è trovato a dover dare dei level up per dare un minimo di giustificazione al fatto che Gatsu non muoia all'istante solo vedendo Griffis.
Poi concordo che la deriva fantasy degli ultimi capitoli stona col tono disperato e brutale dei precedenti. Di per sé sarebbe anche un fantasy scritto bene, ma a volte sembrava quasi un'altra serie.
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In blackest day or brightest night Watermelon, cantaloupe, yadda-e-yadda Erm...superstitious and cowardly lot With liberty and justice for all!
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killy81 |
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Detective dell'Impossibile
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Berserk: unboxing dell'edizione speciale giapponese dell'ultimo volume Edizione speciale per il 41° (il primo dopo tre anni) tankobon della serie Berserk Il 24 dicembre è uscito in Giappone il 41° (il primo dopo tre anni) tankobon della serie Berserk, il primo da quando Kentaro Miura ci ha tristemente lasciato lo scorso 6 maggio. Doppia uscita in realtà, oltre quella in edizione normale (al prezzo di 638 yen) i fan hanno potuto beneficiare anche di una edizione speciale (costo 3.960 yen) quest'ultima include infatti una illustrazione speciale su tela di 23,9 cm x 8,7 disegnata da Miura stesso aveva come poster promozionale per la mostra su Berserk che si è tenuta nella Sunshine City di Tokyo. e un Drama CD con con incluse le canzoni Forces e Forces II di Susumu Hirasawa La copertina è stata realizzata dagli assistenti di Kentaro Miura presso lo Studio Gaga su una bozza dello stesso mangaka.
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