Le voci dell'acqua di Tiziano Sclavi, Comicus.it
Preacher73 |
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Asterix
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QUOTE (LondonOrbital @ Martedì, 02-Mag-2023, 20:28) | QUOTE (Preacher73 @ Martedì, 02-Mag-2023, 17:27) | QUOTE (LondonOrbital @ Martedì, 02-Mag-2023, 17:04) | Non ho comprato LE VOCI DELL'ACQUA semplicemente perché non mi interessava.
Però, rispetto allo Sclavi attuale, I RACCONTI DI DOMANI sono un esempio recente e estremamente significativo che il suo grande talento non è affatto esaurito. E' una delle cose SBE più innovative uscite in questo decennio.
Il fatto che sia composto da storie brevissime lo penalizza, perché molti lettori giudicano una storia in base al numero di pagine e non sulla qualità narrativa. Il fatto che sia stato editato in edizione di lusso ha scoraggiato una buona fetta di lettori che sono interessati solo alle proposte a prezzi da edicola. Quindi è un eccellente opera di Sclavi... letta da pochissimi.
Ovviamente uno compra e legge quello che vuole, ma se non si conoscono I RACCONTI DI DOMANI ritengo che non si possa trarre alcuna valutazione attendibile su un autore in attività. |
I racconti di domani li ho presi tutti e letti tutti.
Forse sarò l'unico ma non mi sono piaciuti granchè.
Non ci ho trovato nessun colpo di genio nessun guizzo.
Molti mi sono sembrati come delle buone idee embrionali che però l'autore non sapeva come sviluppare e così sono rimaste storie da 10 pagine circa; ossia non dei piccoli capolavori nati e pensati di poche pagine ma solo delle buone idee rimaste inespresse e incomplete.
Altre mi sono sembrate banali, molto banali.
ma sarò l'unico, suvvia; visto che Sclavi è intoccabile.
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A me sono piaciuto proprio perché restavano in sospeso (ma non inconcluse!). Se anche avvalorassi il tuo giudizio che si tratti di idee embrionali che andavano sviluppate, ebbene le ho trovate comunque molto più audaci e stimolanti di quelle che leggo in questi mesi sulla regolare.
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Beh...le sensazioni sono ovviamente personali.
A me hanno dato più un senso di incompiuto ma su questo non discuto.
Secondo me il problema di Sclavi (di cui non nego la grendezza, sia chiaro, ma forse dopo il '95 non ha fatto nulla di memorabile) è che quando c'è lui di mezzo le aspettative sono sempre altissime ed io sono circa 25 anni che resto spesso deluso.
E' chiaro che se i racconti di domani li avesse scritti un esordiente il giudizio sarebbe in parte diverso, in quanto parlerei di una possibile promessa del fumetto con ottime potenzialità.
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LondonOrbital |
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Detective dell'Impossibile
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QUOTE (Preacher73 @ Mercoledì, 03-Mag-2023, 08:45) | Secondo me il problema di Sclavi (di cui non nego la grendezza, sia chiaro, ma forse dopo il '95 non ha fatto nulla di memorabile) è che quando c'è lui di mezzo le aspettative sono sempre altissime ed io sono circa 25 anni che resto spesso deluso. |
Indubbiamente esistono due periodi ben distinti e separati:
1) quello in cui l'autore produceva a getto continuo (una tra le migliori run su una serie mensile che abbia mai letto, la quantità & la qualità!). 2) "Il lungo silenzio" successivo, interrotto solo da interventi sporadici.
Le opere narrative di S. le ho lette quasi tutte ma non le ho apprezzate particolarmente. Rivendute in blocco alcuni anni fa.
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Diavolo Rosso
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Detective dell'Impossibile
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QUOTE (rimatt @ Mercoledì, 03-Mag-2023, 10:52) | QUOTE (LondonOrbital @ Mercoledì, 03-Mag-2023, 09:38) | 1) quello in cui l'autore produceva a getto continuo (una tra le migliori run su una serie mensile che abbia mai letto, la quantità & la qualità!) |
Parziale OT, ma... è stata una caratteristica di tutti i grandi autori bonelliani quella di saper unire qualità e quantità: l'hanno fatto Bonelli, Nolitta, Castelli, Berardi, Manfredi... E anche Sclavi, naturalmente.
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Bella domanda alla quale mi è capitato di riflettere in svariate occasioni.
Il denominatore comune agli esempi che citi è che questi autori hanno lavorato con continuità sulla medesima testata curandone la stragrande maggioranza dei numeri (semmai con qualche episodio riempitivo per tirare fiato) per un lungo periodo di tempo. Sarà mica un caso?! Ne sono diventati la voce narrante, e vi hanno riversato le proprie idee, le proprie passioni, i trucchi del mestieri e la propria anima. A me nulla toglie dalla testa che questa sia la ricetta che produce le pietanze migliori, mentre le serie affidate ad un team di autori a rotazione sono delle insalate pazzesche (dalle quali d'ora in avanti mi asterrò sistematicamente perché sono arrivato a saturazione).
Alla lista aggiungerei senz'altro D'Antonio (su Storia del West) e seppure per periodi più brevi, Enna su Saguaro e Bilotta sul "Bilottaverso".
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