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> Speciale Le Storie: Lavennder, A panda piace la Gnacchera.
 
Ricky91
Inviato il: Martedì, 18-Lug-2017, 12:31
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QUOTE (Kowalsky @ Martedì, 18-Lug-2017, 10:34)
QUOTE (Ricky91 @ Lunedì, 17-Lug-2017, 23:52)
QUOTE (Kowalsky @ Lunedì, 17-Lug-2017, 22:15)
QUOTE (Ricky91 @ Lunedì, 17-Lug-2017, 20:53)
QUOTE (Kowalsky @ Lunedì, 17-Lug-2017, 17:58)
alla violenza sessuale.

Dove sarebbe?

Devo dare atto che almeno in questo albo si vedono poche censure sciocche ma da qui a parlare di storie "adulte" (in quel senso del termine) ce ne vuole ancora.


Comunque l'albo è carino. Se fossi nella SBE rivedrei però la tempistica di uscita degli albi. Due albi consecutivi su
(click to show/hide)
mi sembrano un po' troppi.

Scrivere una storia adulta non significa mostrare lo stupro. Quello, nella gran parte dei casi, è solo far contenti i segaioli

Appunto non c'e' nessuna violenza del genere. Ma non bisogna per forza arrivare a quello per fare una storia adulta, basterebbe semplicemente alzare l'asticella.

Saro' infatti molto curioso dell'uscita del secondo progetto di dragonero che e' stato gia' targetizzato per un pubblico adulto.

Ps. Per i segaioli (cioe' i maschi in generale) basta e avanza la sequenza nel laghetto. O forse anche meno...

La scena in cui

(click to show/hide)


è una violenza sessuale

E no, "i maschi" non sono tutti segaioli, alcuni sono addirittura in grado di riconoscere una violenza sessuale senza che ci sia il tag rape

Di sicuro il Dragonero "adult" verrà criticato da chi non ci vedrà abbastanza sangue e abbastanza penetrazioni. Appunto, verrà criticato da chi confonde il concetto di "adulto" col sangue e le penetrazioni.

E' una tentata violenza, che viene interrotta immediatamente.

Si i maschi in generale sono segaioli.

Veramente Dragonero è la testata che più mi sta sorprendendo in fatto di tema "adult". Quindi sono proprio curioso con il progetto che sta venendo in luce.

Off topic: guarda che la rappresentazione di sesso e violenza fa parte del concetto di "adulto". Non c'è confusione.
Perchè molte serie televisive sono per un pubblico adulto? Perchè hanno quel tipo di rappresentazione.

Questo non vuol dire che il concetto di adulto si cristallizzi in quel senso.

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Angelo1961
Inviato il: Martedì, 18-Lug-2017, 12:45
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Fletto i muscoli e sono nel vuoto
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Però adatti a un pubblico adulto, non significa che sia per forza apprezzata da un pubblico adulto. Anzi, se uno è "adulto" anche come testa, cerca altro. Forse i cosiddetti fumetti per adulti degli anni settanta, erano più apprezzati dagli adolescenti in piena esplosione ormonale (come me) . Se hai un rapporto che ti soddisfa non hai bisogno di gratificarti guardando un bel paio di tette disegnato e non hai neppure bisogno di essere segaiolo...
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Blizzard
Inviato il: Martedì, 18-Lug-2017, 12:51
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Sidekick
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QUOTE (Angelo1961 @ Martedì, 18-Lug-2017, 12:45)
Però adatti a un pubblico adulto, non significa che sia per forza apprezzata da un pubblico adulto. Anzi, se uno è "adulto" anche come testa, cerca altro. Forse i cosiddetti fumetti per adulti degli anni settanta, erano più apprezzati dagli adolescenti in piena esplosione ormonale (come me) . Se hai un rapporto che ti soddisfa non hai bisogno di gratificarti guardando un bel paio di tette disegnato e non hai neppure bisogno di essere segaiolo...
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Non posso che concordare al 101%.
In effetti alla luce della tua disanima mi è più chiaro l'entusiasmo mostrato da alcuni e di cui non mi spiegavo il perchè.
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Ricky91
Inviato il: Martedì, 18-Lug-2017, 13:02
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QUOTE (Angelo1961 @ Martedì, 18-Lug-2017, 11:45)
Però adatti a un pubblico adulto, non significa che sia per forza apprezzata da un pubblico adulto. Anzi, se uno è "adulto" anche come testa, cerca altro. Forse i cosiddetti fumetti per adulti degli anni settanta, erano più apprezzati dagli adolescenti in piena esplosione ormonale (come me) . Se hai un rapporto che ti soddisfa non hai bisogno di gratificarti guardando un bel paio di tette disegnato e non hai neppure bisogno di essere segaiolo...
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Verissimo ecco perche' bisognerebbe fare piu fumetti del genere. E se ci metti poi storie di qualita', storie da adulti nel senso "intellettuale" del termine ecco che un fumetto del genere puo' intercettare un pubblico molto vasto.
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Moreno Roncucci
Inviato il: Mercoledì, 19-Lug-2017, 00:41
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Detective dell'Impossibile
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QUOTE (kento @ Lunedì, 17-Lug-2017, 15:11)
Disegni e colori strapromossi, sceneggiatura tecnicamente perfetta, soggetto deludente. 
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Peccato perché tutta la prima parte, con la tensione che cresce via via, è ben descritta. 
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Concordo pienamente (tranne che sulla sceneggiatura, che non trovo assolutamente perfetta).

La prima parte, in cui sembra un classico survival horror, è un po' telefonata e con situazioni un po' tirate per i capelli (trovano le merendine mangiate, lei accusa lui e lui non si ricorda???) ma comunque, funziona. Stai con il fiato sospeso a leggere per capire quello che succederà.

Poi, di colpo....

(click to show/hide)


...e SBAM! La mia sospensione dell'incredulità è andata a fare le valige, e da quel momento in poi tutto è stato fiacco e prevedibile, mentre non me ne fregava più nulla delle vicende e guardavo solo le citazioni.

Credevo fosse una storia, ma non lo era. Era solo una citazione.

Ancora ci casco, a cercare Storie dalla Bonelli, in una collana che si chiama appunto Storie. Ma non sono più capaci, da tempo. Non sono più capaci di produrre storie. Producono citazioni, rimandi, strizzate d'occhio per altri fanzinari.

Leggere questa storia dopo il patetico "Cheyenne" di Masiero, un altra massa di "citazioni" senza capo né coda venduta e spacciata come se fosse una storia, fa vedere bene cosa hanno in comune, loro e gran parte delle cose che pubblica oggi la Bonelli.

Non è nemmeno tutta colpa loro. Per scrivere storie servono autori. Autori capaci appunto di tenerti incollato alla pagina a leggere storie. Ma pare ce ne siano sempre meno, di autori. Sul mercato si trovano solo fanzinari. Che le storie non le leggevano, le esaminavano alla ricerca di citazioni, rimandi, da citare per far bella figura con gli altri fanzinari.

I vecchi autori erano narratori, sapevano raccontare. Anche quando parlavano erano interessanti. Quelli come Masiero (e tanti altri, purtroppo) sono compilatori di liste, cronologie. Le loro "storie" annoiano, non sono fatte per essere lette "entrandoci dentro", ma per essere esaminate da altri fanzinari alla ricerca di citazioni. Rompono il tacito patto fra autore e lettore, perché i loro autori non erano lettori, erano cacciatori di trivia, e credono che tutti gli altri siano come loro, e non si capacitano del perchè le vendite crollino anche se aumentano sempre di più il numero di citazioni. Come mai la gente non si diverte a trovarle? Come mai vendono meno di autori "superati" (non ridete, non sapete quanti celebrati autori ho sentito dire boiate come questa...) che erano tanto "vecchi" da non mettere citazioni e strizzate d'occhio?

Perchè ne parlo qui e non nel thread su Cheyenne (anche se magari ne riposto lì una parte)? Perchè chi ha scritto Cheyenne ormai è irrecuperabile. Ha sempre scritto così, non saprebbe nemmeno riconoscerla una storia. Ma invece qui Bevilacqua dimostra che ne sarebbe pure capace, di fare una storia. Molto derivativa di molto cinema, per niente originale, ma comunque una storia, una di quelle cose in cui non stai a cercare le citazioni ma in cui ti immergi con la tensione di voler sapere come va a finire.

Solo che, ad un certo punto. sgozza la sua storia. Come un sacrificio sull'altare di "come si fanno le storie adesso". Ormai sono tanti i fanzinari a voler "insegnare" che il mondo del fumetto è a rovescio, il non-leggere, la fruizione da "circolino delle pug####e" (mentali) è diventata la norma. E a non fondare la sua storia su una mega-citazione persino più banale e poco originale di quella che pareva essere la trama, Bevilacqua probabilmente pensava avrebbe fatto brutta figura nel circolino. nel piccolo circolino del fumetto italiano dove quasi tutti ormai erano una volta fanzinari.

Chissà, quella citazione a lui sarà sembrata pure una cosa originale (o forse no, forse l'ha scelta proprio perchè ormai è tanto stra-usata da sembrare una buona idea...), e non ha capito che gli ha ammazzato la storia. O forse, si vergognava a farsi vedere al circolino con una "storia", dove l'avrebbero preso in giro perchè mancavano le citazioni...

(P.S.: eventuali ritrovamenti di vecchie fanzine con il mio nome sopra sono da considerarsi falsi, nego assolutamente, e comunque ero giovane e ignavo. In ogni caso non ho mai pensato che l'essere bravo a fare cronologia mi rendesse bravo a scrivere storie. Purtroppo, ero l'eccezione)
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lenuvoleparlanti
Inviato il: Mercoledì, 19-Lug-2017, 09:59
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Ieri ho ritirato lo Speciale e il #58 "Il sangue dei mortali" (molto più bello di questo) di Lavennder i disegni non sono brutti ma non è certo il tratto che preferisco, la storia la ho trovata banale e a tratti scontata, ripeto: mi è piaciuto di più il #58
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Ricky91
Inviato il: Mercoledì, 19-Lug-2017, 10:24
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QUOTE (lenuvoleparlanti @ Mercoledì, 19-Lug-2017, 08:59)
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Ieri ho ritirato lo Speciale e il #58 "Il sangue dei mortali" (molto più bello di questo) di Lavennder i disegni non sono brutti ma non è certo il tratto che preferisco, la storia la ho trovata banale e a tratti scontata, ripeto: mi è piaciuto di più il #58
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Il sangue dei mortali è bello. Marzano aveva fatto un bel lavoro anche con il tesoro di bisanzio.
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Kowalsky
Inviato il: Mercoledì, 19-Lug-2017, 11:17
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QUOTE (Moreno Roncucci @ Martedì, 18-Lug-2017, 23:41)
QUOTE (kento @ Lunedì, 17-Lug-2017, 15:11)
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La prima parte, in cui sembra un classico survival horror, è un po' telefonata e con situazioni un po' tirate per i capelli (trovano le merendine mangiate, lei accusa lui e lui non si ricorda???) ma comunque, funziona. Stai con il fiato sospeso a leggere per capire quello che succederà.

Poi, di colpo....

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Credevo fosse una storia, ma non lo era. Era solo una citazione.

Ancora ci casco, a cercare Storie dalla Bonelli, in una collana che si chiama appunto Storie. Ma non sono più capaci, da tempo. Non sono più capaci di produrre storie. Producono citazioni, rimandi, strizzate d'occhio per altri fanzinari.

Leggere questa storia dopo il patetico "Cheyenne" di Masiero, un altra massa di "citazioni" senza capo né coda venduta e spacciata come se fosse una storia, fa vedere bene cosa hanno in comune, loro e gran parte delle cose che pubblica oggi la Bonelli.

Non è nemmeno tutta colpa loro. Per scrivere storie servono autori. Autori capaci appunto di tenerti incollato alla pagina a leggere storie. Ma pare ce ne siano sempre meno, di autori. Sul mercato si trovano solo fanzinari. Che le storie non le leggevano, le esaminavano alla ricerca di citazioni, rimandi, da citare per far bella figura con gli altri fanzinari.

I vecchi autori erano narratori, sapevano raccontare. Anche quando parlavano erano interessanti. Quelli come Masiero (e tanti altri, purtroppo) sono compilatori di liste, cronologie. Le loro "storie" annoiano, non sono fatte per essere lette "entrandoci dentro", ma per essere esaminate da altri fanzinari alla ricerca di citazioni. Rompono il tacito patto fra autore e lettore, perché i loro autori non erano lettori, erano cacciatori di trivia, e credono che tutti gli altri siano come loro, e non si capacitano del perchè le vendite crollino anche se aumentano sempre di più il numero di citazioni. Come mai la gente non si diverte a trovarle? Come mai vendono meno di autori "superati" (non ridete, non sapete quanti celebrati autori ho sentito dire boiate come questa...) che erano tanto "vecchi" da non mettere citazioni e strizzate d'occhio?

Perchè ne parlo qui e non nel thread su Cheyenne (anche se magari ne riposto lì una parte)? Perchè chi ha scritto Cheyenne ormai è irrecuperabile. Ha sempre scritto così, non saprebbe nemmeno riconoscerla una storia. Ma invece qui Bevilacqua dimostra che ne sarebbe pure capace, di fare una storia. Molto derivativa di molto cinema, per niente originale, ma comunque una storia, una di quelle cose in cui non stai a cercare le citazioni ma in cui ti immergi con la tensione di voler sapere come va a finire.

Solo che, ad un certo punto. sgozza la sua storia. Come un sacrificio sull'altare di "come si fanno le storie adesso". Ormai sono tanti i fanzinari a voler "insegnare" che il mondo del fumetto è a rovescio, il non-leggere, la fruizione da "circolino delle pug####e" (mentali) è diventata la norma. E a non fondare la sua storia su una mega-citazione persino più banale e poco originale di quella che pareva essere la trama, Bevilacqua probabilmente pensava avrebbe fatto brutta figura nel circolino. nel piccolo circolino del fumetto italiano dove quasi tutti ormai erano una volta fanzinari.

Chissà, quella citazione a lui sarà sembrata pure una cosa originale (o forse no, forse l'ha scelta proprio perchè ormai è tanto stra-usata da sembrare una buona idea...), e non ha capito che gli ha ammazzato la storia. O forse, si vergognava a farsi vedere al circolino con una "storia", dove l'avrebbero preso in giro perchè mancavano le citazioni...

(P.S.: eventuali ritrovamenti di vecchie fanzine con il mio nome sopra sono da considerarsi falsi, nego assolutamente, e comunque ero giovane e ignavo. In ogni caso non ho mai pensato che l'essere bravo a fare cronologia mi rendesse bravo a scrivere storie. Purtroppo, ero l'eccezione)

Bevilacqua e i giovinastri d'oggi non sapranno scrivere storie (io mi ero spoilerato il finale e mi sono comunque goduto la storia, sarò strano io), però anche confondere un possibile seguito di Peter Pan con una citazione può essere un problema.

Questa storia sta a Peter Pan come La vera storia del pirata Long John Silver sta all'isola del tesoro. O come i seguiti apocrifi di Sherlock Holmes stanno ai racconti di Doyle. O come etc etc etc

Ma vabbè, tu sei l'unico che si è salvato non arrivando a fare il fumettista di professione, gli scemi sono gli altri
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f-yes93
Inviato il: Mercoledì, 19-Lug-2017, 12:17
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Il fatto che in Italia si è abituati a fare citazioni su citazioni e poi attaccarci un minima trama sopra è talmente assodato da essere una banalità come le storie che escono fuori.
Chi più chi meno ne ha fatto una bandiera di ciò e di sicuro questo si sente anche nelle vendite, perché comunque prendere la versione condensata e ri-shakerata di personaggi e situazioni già viste non è il miglior biglietto da visita per i possibili lettori.

e questo in generale.
Ora voglio leggere l'albo che ho preso per vedere se anche Bevilacqua ha scelto di seguire la medesima via.

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Kowalsky
Inviato il: Mercoledì, 19-Lug-2017, 13:19
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QUOTE (f-yes93 @ Mercoledì, 19-Lug-2017, 11:17)
Il fatto che in Italia si è abituati a fare citazioni su citazioni e poi attaccarci un minima trama sopra è talmente assodato da essere una banalità come le storie che escono fuori.
Chi più chi meno ne ha fatto una bandiera di ciò e di sicuro questo si sente anche nelle vendite, perché comunque prendere la versione condensata e ri-shakerata di personaggi e situazioni già viste non è il miglior biglietto da visita per i possibili lettori.

e questo in generale.
Ora voglio leggere l'albo che ho preso per vedere se anche Bevilacqua ha scelto di seguire la medesima via.

Si, è del tutto evidente che i lettori scappano di fronte alle citazioni. Sclavi e Ortolani in effetti dormono sotto i ponti, sti fanzinari.
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Angelo1961
Inviato il: Mercoledì, 19-Lug-2017, 13:37
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Io penso che una storia debba "chiamare" le citazioni. Allora sì che funziona!
Invece, quando vengono buttate sul foglio una serie di citazione, legate (o anche slegate) tra di loro e sopra ci viene appiccicata una storia, non funziona. Secondo me...
La storia deve condizionare le citazioni, non devono essere le citazioni a condizionare la storia. E il classico esempio di albo che mi "farebbe scappare" è Nobody...


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I tre fumetti più belli: Una ballata del mare salato - XIII - Il Paperone di Don Rosa.
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QUOTE (Kowalsky @ Mercoledì, 19-Lug-2017, 12:19)
QUOTE (f-yes93 @ Mercoledì, 19-Lug-2017, 11:17)
Il fatto che in Italia si è abituati a fare citazioni su citazioni e poi attaccarci un minima trama sopra è talmente assodato da essere una banalità come le storie che escono fuori.
Chi più chi meno ne ha fatto una bandiera di ciò e di sicuro questo si sente anche nelle vendite, perché comunque prendere la versione condensata e ri-shakerata  di personaggi e situazioni già viste non è il miglior biglietto da visita per i possibili lettori.

e questo in generale.
Ora voglio leggere l'albo che ho preso per vedere se anche Bevilacqua ha scelto di seguire la medesima via.

Si, è del tutto evidente che i lettori scappano di fronte alle citazioni. Sclavi e Ortolani in effetti dormono sotto i ponti, sti fanzinari.

E pure il tanto osannato Bilotta mi pare che ne faccia ampio uso nelle sue storie.
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QUOTE (Ricky91 @ July 18, 2017 04:31 am)
QUOTE (Kowalsky @ Martedì, 18-Lug-2017, 10:34)
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QUOTE (Kowalsky @ Lunedì, 17-Lug-2017, 22:15)
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QUOTE (Kowalsky @ Lunedì, 17-Lug-2017, 17:58)
alla violenza sessuale.

Dove sarebbe?

Devo dare atto che almeno in questo albo si vedono poche censure sciocche ma da qui a parlare di storie "adulte" (in quel senso del termine) ce ne vuole ancora.


Comunque l'albo è carino. Se fossi nella SBE rivedrei però la tempistica di uscita degli albi. Due albi consecutivi su
(click to show/hide)
mi sembrano un po' troppi.

Scrivere una storia adulta non significa mostrare lo stupro. Quello, nella gran parte dei casi, è solo far contenti i segaioli

Appunto non c'e' nessuna violenza del genere. Ma non bisogna per forza arrivare a quello per fare una storia adulta, basterebbe semplicemente alzare l'asticella.

Saro' infatti molto curioso dell'uscita del secondo progetto di dragonero che e' stato gia' targetizzato per un pubblico adulto.

Ps. Per i segaioli (cioe' i maschi in generale) basta e avanza la sequenza nel laghetto. O forse anche meno...

La scena in cui

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è una violenza sessuale

E no, "i maschi" non sono tutti segaioli, alcuni sono addirittura in grado di riconoscere una violenza sessuale senza che ci sia il tag rape

Di sicuro il Dragonero "adult" verrà criticato da chi non ci vedrà abbastanza sangue e abbastanza penetrazioni. Appunto, verrà criticato da chi confonde il concetto di "adulto" col sangue e le penetrazioni.

E' una tentata violenza, che viene interrotta immediatamente.

Per niente.
Spogliare un persona legata strappandole i vestiti E' una violenza sessuale.
Art. 609 bis c.p.: "Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da cinque a dieci anni".
Sono vent'anni che non esiste più il concetto autonomo di violenza carnale (che implica necessariamente una congiunzione).
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lenuvoleparlanti
Inviato il: Mercoledì, 19-Lug-2017, 14:24
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QUOTE (Ricky91 @ Mercoledì, 19-Lug-2017, 09:24)
QUOTE (lenuvoleparlanti @ Mercoledì, 19-Lug-2017, 08:59)
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  Ieri ho ritirato lo Speciale e il #58 "Il sangue dei mortali" (molto più bello di questo) di Lavennder i disegni non sono brutti ma non è certo il tratto che preferisco, la storia la ho trovata banale e a tratti scontata, ripeto: mi è piaciuto di più il #58
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f-yes93
Inviato il: Mercoledì, 19-Lug-2017, 15:22
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QUOTE (Kowalsky @ Mercoledì, 19-Lug-2017, 12:19)
QUOTE (f-yes93 @ Mercoledì, 19-Lug-2017, 11:17)
Il fatto che in Italia si è abituati a fare citazioni su citazioni e poi attaccarci un minima trama sopra è talmente assodato da essere una banalità come le storie che escono fuori.
Chi più chi meno ne ha fatto una bandiera di ciò e di sicuro questo si sente anche nelle vendite, perché comunque prendere la versione condensata e ri-shakerata  di personaggi e situazioni già viste non è il miglior biglietto da visita per i possibili lettori.

e questo in generale.
Ora voglio leggere l'albo che ho preso per vedere se anche Bevilacqua ha scelto di seguire la medesima via.

Si, è del tutto evidente che i lettori scappano di fronte alle citazioni. Sclavi e Ortolani in effetti dormono sotto i ponti, sti fanzinari.

Cavolo, hai trovato due nomi su più di 100 e passa autori di professione in Italia.
Un valido metodo scientifico. -_-
Adesso guarda i restanti 98 e chiedi se riescono a vivere del loro lavoro e basta.

A parte che Sclavi è stato il primo in Italia a mettere citazioni su citazioni, quando non c'era internet ed era una sorta di senso d'appartenenza tra i lettori e l'autore che in qualche modo facevano della stessa parte di cultori di film e libri.
Questo non lo dico io, ma diversi studiosi che hanno fatto articoli sulle ristampe di Dylan dog et similia.
E comunque Sclavi non ha scritto solo capolavori su Dylan dog, anzi.
E la sensazione di aver visto storie imbastardite era sempre lì presente ad ogni lettura che ho fatto.
Ed è stata quella la svolta perché senza dvd, senza internet se volevo rivedermi terminator mi potevo leggere Killer e così via.
L'uso delle citazioni sarà figlio del fatto che la cultura italiana è stata soppiantata da quella degli "Imperi ed ex-Imperi" anglosassoni e americani, molto probabilmente, e che la strizzatina dìocchio fa sembrare tutto intellettuale anche quando non lo è.

Mentre Ortolani con ratman era frutto del fatto che Ratman fosse nato come parodia e la parodia deve avere un soggetto da sbeffeggiare e dal fatto che parodiare film, serie anni '80 è più facile per mantenere ritmo e pensare a come far andare avanti la storia.

Ma sia Ortolani che Sclavi cercavano di infondere un messaggio che fosse alla base della storia e che potesse trarre forza dall'uso della citazione. Non solo un'aggiunta sterile come strizzatina d'occhio che molti autori attuali usano.

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