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> TEX: CINNAMON WELLS di Chuck Dixon e Mario Alberti
 
Moreno Roncucci
Inviato il: Mercoledì, 26-Set-2018, 04:23
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Detective dell'Impossibile
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Il primo impatto non è positivo, complice la pessima grafica di copertina, già stigmatizzata qui nel forum (
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Già sono troppi i loghi da mettere in copertina (oltre ai titoli e agli autori, obbligatori, c'è il logo della casa editrice che potevano mettere benissimo anche dietro e soprattutto la patacca "onoraria" con il 70), e oltretutto sono messi in posizioni dove coprono il disegno invece di valorizzarlo. Aggiungici una copertina che non granchè e i colori troppo scuri...

I colori troppo scuri continuano anche all'interno, e la cosa mi ha sorpreso. Il colorista (Matteo Vattani) non è alle prime armi, eppure le pagine sembrano soffrire del problema (tipico di chi colora senza avere esperienze di stampa) dell'avere i colori calibrati per lo schermo, più "luminoso", e che risultano quindi troppo scuri in fase di stampa.

(Un mio amico che ha lavorato un po' con Photoshop una volta di fronte ad un altro volume con un problema simile mi fece notare che non è un problema tipico solo dei principianti, ma anche tipico di quelli che lavorano con un editore/boss che vuole decidere lui quando i colori vanno bene, e li sceglie che vadano bene a schermo incurante delle spiegazioni del colorista. O forse ha sbagliato la tipografia. In ogni caso quando i colori sono così scuri e smorti qualcuno ha sbagliato. Per vedere questa differenza fra stampa e schermo basta che confrontare il volume stampato con
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per vedere come probabilmente sarebbero dovute essere nelle intenzioni del colorista)

La lista delle magagne non è finita qui: un Alberti così frettoloso e schizzato non l'avevo mai visto. Anche qui, confrontate
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che disegna
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o anche quelle
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con le tavole di questo volume: la costruzione della tavola, il dinamismo, etc c'è ancora tutto, ma pare tutto fatto in fretta e furia, schizzato e non ben definito (guardate per esempio il volto di Tex nella quinta vignetta a pagina 13, o il suo braccio sinistro nella seconda vignetta, o la curva della sua schiena nella prima vignetta... sto scegliendo fra i molteplici esempi presenti in ogni pagina quelli di pagina 13 per non farvi fare troppa fatica ma anche per farvi vedere quanti sono, ma potete anche guardare i Tex e Carson a pagina 48...)

Rispetto al suo Tex precedente ("Frontiera") tutto sembra essere più frettoloso e "tirato via" (poi non so se davvero abbia tirato via o no, magari ha impiegato più tempo a disegnare questo rispetto all'altro, solo che l'impressione è quella).

Dopo aver visto tutto questo sfogliando il volume avevo davvero aspettative molto scarse, e forse proprio per questo sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla sceneggiatura. 46 pagine sono davvero poche per una storia di Tex (chi mi cita magari Blueberry dovrebbe ricordarsi che Charlier le riempiva di testo e comunque erano saghe in più albi), ma Dixon riesce a riempirle di eventi con un ritmo veloce e una piacevole assenza di "spiegoni" (tanto che ho letto qualche commento online di lettori Texiani spiazzati, roba tipo "ma non hanno spiegato come mai Tex arriva con i cadaveri di due rapinatori, cosa è successo?" Oh, chissà mai cosa può essere successo, presto, qualcuno glielo spieghi tre volte...
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Intendiamoci, non si tratta di un capolavoro che sarà ricordato nei secoli, e probabilmente ve la dimenticherete presto (come mi capita in generale con le storie brevi di questa collana e dei color Tex...), ma per me fa il suo lavoro: intrattenere il lettore con una vicenda avventurosa senza che diventi mai troppo prevedibile (come purtroppo capita spesso con le storie di Tex recenti).

Non sapremo mai probabilmente quanto la sceneggiatura sia stata modificata per renderla più "texiana", ma non credo poi tantissimo: a parte che pare che Dixon conoscesse il personaggio (dicono), questa è la sua seconda storia di Tex e non ce lo vedo Boselli ad affidare più sceneggiature a gente che poi lo costringe a riscriverle da capo...
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Alcune cose che mi sono piaciute però ritengo che siano sicuramente di Dixon: il fatto che Tex semplicemente arrivi e sia considerato "un ranger", senza che la gente cada in deliquio a sentire il suo nome (ci sarà qualcuno nel west che non lo conosce, no?), e poi...
(click to show/hide)

In un post recente parlavo della evidente difficoltà che trovano alla Bonelli nel trovare solidi sceneggiatori professionisti capaci di scrivere avventure western vecchio stampo (non post-moderne, non crepuscolari, non citazioniste, non troppo ironiche, etc. con buoni e cattivi, azione e dramma e che siano quindi davvero "popolari" nel senso di piacere ai lettori), della carenza di questo tipo di scrittore fra i nuovi autori (tanto che hanno dovuto ricorrere di nuovo a Nizzi...)

Beh, pensate che sono dovuti andare a cercarne uno in America, e che ha già 64 anni (Dixon è del 1954...)
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P.S: parlando di brutta colorazione,
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come
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Alberti invece in
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, nelle tavole di "senzanima": preferite così o con i colori coprenti di Cinnamon Falls?
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juan velasco
Inviato il: Mercoledì, 26-Set-2018, 11:42
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Asterix
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anch'io ho apprezzato la mancanza dei logoranti logorroici spiegazionismi classici regalati dai successori di GLB...
questo non significa che diversi passaggi risultino poco chiari... a dir poco...
il rapporto con l'unico criminale citato ne è un esempio...
è mai possibile che hai un tizio poco affidabile che sa che prima o poi dovrà decidere la sua libertà mettendo mano alla colt e tu (Tex) te lo porti dietro?
ok la collaborazione di necessità, tuttavia l'idea di prendersi una fucilata in un momento di disattenzione fa si che il ranger giochi ridicolmente col fuoco e mi sembra una sciocchezza...

per mia fortuna ho letto il racconto come quelli di Segura, ovvero come semplici (nel caso di Segura anche ottimi) racconti western, dove il tizio in giacca gialla è uno qualunque... e così si riesce ad apprezzare il tutto...
ma se bisogna dimenticarsi del titolare della testata per "divertirsi" non è che sia un buon segno... anzi...

in quanto ad Alberti dire che andava di fretta è riduttivo... questo albo è disegnato da un autore che non è neanche lontano parente di quello che realizzò Frontera...
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lenuvoleparlanti
Inviato il: Mercoledì, 26-Set-2018, 22:04
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Occhio di Agamotto
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A me non è piaciuto per niente, per me il più brutto dei cartonati alla francese uscito, storia lenta e senza mordente, disegni frettolosi e schizzati come giustamente
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hai detto anche tu, il più brutto albo di Alberti che io ho visto
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, i colori, senza dubbio un po troppo scuri.... ma a mio giudizio la cosa migliore dell'albo.... disegni e storia ... pollice verso
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texor
Inviato il: Venerdì, 28-Set-2018, 11:23
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Nullificatore Assoluto
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Non male...Come detto da Juan Velasco in qualche punto la sceneggiatura lascia a desiderare ma la lettura alla fine risulta gradevole.
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