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> I finali dei manga
 
lenuvoleparlanti
Inviato il: Sabato, 31-Ago-2019, 11:57
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Occhio di Agamotto
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QUOTE (bribs81 @ Sabato, 31-Ago-2019, 09:22)
QUOTE (rimatt @ Giovedì, 29-Ago-2019, 10:15)
QUOTE (Paolo Papa @ Giovedì, 29-Ago-2019, 09:26)
è strano che nessuno abbia nominato Urasawa

Li leggi bene i messaggi, eh? Il post immediatamente prima del tuo citava proprio Monster.
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Monster mi sono promesso di rileggermelo tutto d'un fiato prima di schiattare (non immediatamente prima ovviamente).

Mi lascio perplesso ma non mi fece poi schifo (da quel che posso ricordare).

Su 20th Century Boys invece ho cambiato totalmente opinione alla seconda lettura... L'inganno sta nel fatto che alla prima lettura il tutto è basato sul lato thriller "chi è l'Amico?". Se lo si rilegge si scopre una storia (non priva di difetti) basata sull'amicizia di un gruppo di ragazzi (una cosa alla It di King), e letta in questo modo il finale diventa perfetto nella sua drammaticità!

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Invece io, che non è molto che leggo i manga, Monster li ho recuperati e letti tutti insieme (lo ho poi riletto tutto altre 2 volte
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) ricordo che era un week-end e mi ha preso così tanto che li ho letti uno dietro l'altro senza quasi nemmeno uscire per 3 giorni
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..... quanto mi era piaciuto
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fiocotram
Inviato il: Sabato, 31-Ago-2019, 12:10
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QUOTE (lenuvoleparlanti @ Sabato, 31-Ago-2019, 03:53)
QUOTE (Scavezzacollo @ Sabato, 31-Ago-2019, 10:44)


Araki sembra uno che vorrebbe essere Grant Morrison senza la paraculaggine e l'estro del pelato.

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Paragonare Araki e Morrison e' proprio una sciocchezza. Autori differenti, mercati differenti, tipologie di fumetto differenti. Per me sono entrambi bravissimi nel loro ambito... anzi, se togliamo il Morrison che scriveva Invisibles, fumetto pensato per un pubblico maturo, o comunque roba pensata per l'etichetta Vertigo, ricordiamoci che Araki ha come pubblico di riferimento i ragazzini ( fino a quando realizzava i vari Jojo per il pubblico Shonen) e lo young adult ( per il seinen). E sinceramente, togliendo forse Batman e New X-men Morrison sul fumetto per ragazzi e' piu' scarso e meno leggibile di Araki. JOJOLION comunque e' un seinen, per forza di cose meno immediato e lineare di uno Shonen manga come poteva esserlo la terza o la quinta serie. Consentitemi di dirvi che fissarsi sugli Stand, contorti o meno che siano, e' superficiale. Tutti i capitoli di Jojo hanno un filo conduttore. Gli stand sono solo un'espediente per vivacizzare storie che altrimenti sarebbero speculazioni sulla natura umana, il destino, la famiglia, la sorte. E' ovvio che se metti stand per anni e anni il meccanismo di suspense su cui si basano diventa piu' complesso. Non puo' mica fare lo scarabeo volante o la macchina infernale stile Terza Serie. Anche perche' quelli erano stand concepiti per un'avventura alla Indiana Jones con scontri piramidali. Qui entrano in gioco fattori diversi hai personaggi piu' maturi e tattici e stand basati piu' "su generi diversi tipo l'horror o il visionario. JOJOLION ha avuto una bella partenza fatta di misteri strambi quasi alla Twin Peaks ma non ha saputo costruire personaggi intriganti che finora in Jojo MAI erano mancati neppure nelle serie meno memorabili. E da quando e' cominciato l'interesse di Araki per la frutta rara e costosa
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non si capisce che strada prenda.
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Green Loontern
Inviato il: Sabato, 31-Ago-2019, 13:00
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Nonno Bassotto
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QUOTE (fiocotram @ Sabato, 31-Ago-2019, 12:10)
QUOTE (lenuvoleparlanti @ Sabato, 31-Ago-2019, 03:53)
QUOTE (Scavezzacollo @ Sabato, 31-Ago-2019, 10:44)


Araki sembra uno che vorrebbe essere Grant Morrison senza la paraculaggine e l'estro del pelato.

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Paragonare Araki e Morrison e' proprio una sciocchezza. Autori differenti, mercati differenti, tipologie di fumetto differenti. Per me sono entrambi bravissimi nel loro ambito... anzi, se togliamo il Morrison che scriveva Invisibles, fumetto pensato per un pubblico maturo, o comunque roba pensata per l'etichetta Vertigo, ricordiamoci che Araki ha come pubblico di riferimento i ragazzini ( fino a quando realizzava i vari Jojo per il pubblico Shonen) e lo young adult ( per il seinen). E sinceramente, togliendo forse Batman e New X-men Morrison sul fumetto per ragazzi e' piu' scarso e meno leggibile di Araki. JOJOLION comunque e' un seinen, per forza di cose meno immediato e lineare di uno Shonen manga come poteva esserlo la terza o la quinta serie. Consentitemi di dirvi che fissarsi sugli Stand, contorti o meno che siano, e' superficiale. Tutti i capitoli di Jojo hanno un filo conduttore. Gli stand sono solo un'espediente per vivacizzare storie che altrimenti sarebbero speculazioni sulla natura umana, il destino, la famiglia, la sorte. E' ovvio che se metti stand per anni e anni il meccanismo di suspense su cui si basano diventa piu' complesso. Non puo' mica fare lo scarabeo volante o la macchina infernale stile Terza Serie. Anche perche' quelli erano stand concepiti per un'avventura alla Indiana Jones con scontri piramidali. Qui entrano in gioco fattori diversi hai personaggi piu' maturi e tattici e stand basati piu' "su generi diversi tipo l'horror o il visionario. JOJOLION ha avuto una bella partenza fatta di misteri strambi quasi alla Twin Peaks ma non ha saputo costruire personaggi intriganti che finora in Jojo MAI erano mancati neppure nelle serie meno memorabili. E da quando e' cominciato l'interesse di Araki per la frutta rara e costosa
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non si capisce che strada prenda.

C'è una bella differenza fra complesso e contorto.
Gli stand possono anche essere funzionali alla storia ma se uno deve rileggere una scena 3 volte perché non si capisce cosa succede è un problema.
Nelle prime serie i poteri erano semplici ma il loro uso era intelligente. C'era equilibrio fra chiarezza e complessità delle azioni. Ora è solo incomprensibile.
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Scavezzacollo
Inviato il: Sabato, 31-Ago-2019, 13:57
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QUOTE (fiocotram @ Sabato, 31-Ago-2019, 11:10)
QUOTE (lenuvoleparlanti @ Sabato, 31-Ago-2019, 03:53)
QUOTE (Scavezzacollo @ Sabato, 31-Ago-2019, 10:44)


Araki sembra uno che vorrebbe essere Grant Morrison senza la paraculaggine e l'estro del pelato.

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Paragonare Araki e Morrison e' proprio una sciocchezza. Autori differenti, mercati differenti, tipologie di fumetto differenti. Per me sono entrambi bravissimi nel loro ambito... anzi, se togliamo il Morrison che scriveva Invisibles, fumetto pensato per un pubblico maturo, o comunque roba pensata per l'etichetta Vertigo, ricordiamoci che Araki ha come pubblico di riferimento i ragazzini ( fino a quando realizzava i vari Jojo per il pubblico Shonen) e lo young adult ( per il seinen). E sinceramente, togliendo forse Batman e New X-men Morrison sul fumetto per ragazzi e' piu' scarso e meno leggibile di Araki. JOJOLION comunque e' un seinen, per forza di cose meno immediato e lineare di uno Shonen manga come poteva esserlo la terza o la quinta serie. Consentitemi di dirvi che fissarsi sugli Stand, contorti o meno che siano, e' superficiale. Tutti i capitoli di Jojo hanno un filo conduttore. Gli stand sono solo un'espediente per vivacizzare storie che altrimenti sarebbero speculazioni sulla natura umana, il destino, la famiglia, la sorte. E' ovvio che se metti stand per anni e anni il meccanismo di suspense su cui si basano diventa piu' complesso. Non puo' mica fare lo scarabeo volante o la macchina infernale stile Terza Serie. Anche perche' quelli erano stand concepiti per un'avventura alla Indiana Jones con scontri piramidali. Qui entrano in gioco fattori diversi hai personaggi piu' maturi e tattici e stand basati piu' "su generi diversi tipo l'horror o il visionario. JOJOLION ha avuto una bella partenza fatta di misteri strambi quasi alla Twin Peaks ma non ha saputo costruire personaggi intriganti che finora in Jojo MAI erano mancati neppure nelle serie meno memorabili. E da quando e' cominciato l'interesse di Araki per la frutta rara e costosa
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non si capisce che strada prenda.

Va che trollavo su Morrison.

Il vero confronto l'ho fatto con Togashi, e lì, permettimi di dire, Araki ne esce male.
Hxh praticamente è un manuale sulla tattica militare, su 100 pagine, 80 sono di rilfessioni, valutazioni, contromisure e le restanti 10 sono di azione. E solitamente quell'azione fallisce pure.
E difatti Togashi ci impiega eoni a far uscire i volumi.

In Jojo la gran parte delle storie sono i combattimenti stand, non giriamoci attorno. Dalla 5a serie in poi la storia è diventata vai da punto A a punto B, lotta, vai da punto B a punto C.
Jojolion è un seinen ma non ci sono evidenti segni di materiale da seinen. Semplicemente lo hanno spostato da settimanale al mensile per dargli uno spazio che lo valorizzasse di più e gli togliesse la pressione dei 7 giorni.

Che poi a me dispiace davvero, perché Araki ci mette tanta passione, ma è evidente che gli conveniva proseguire con delle mini storie slegata dalla trama principale con il suo Rohan che affrontava la bizzarria del giorno.
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fiocotram
Inviato il: Sabato, 31-Ago-2019, 14:39
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Non mi sono spiegato bene.
Allora, per non confonderci, partiamo dall'unico punto su cui concordiamo, ossia che Jojolion (che è ancora in prosecuzione, ricordiamolo) fa un po' fatica a ingranare rispetto ad altre serie.

Detto ciò: le storie di Jojo hanno una componente strategica nel senso che gli attacchi dei personaggi spesso sono basati sorprese che destabilizzano il loro antagonista, sorprese che spesso vengono spiegate a posteriori, come un trucco di magia.
Quindi in questo senso parliamo di "strategia" in Araki, ma non è la strategia classicamente intesa, quella da campo di battaglia o arte guerriera. E' una strategia "da palcoscenico". Araki mira a STUPIRE e CONFONDERE chi lo legge, esattamente come un trucco di magia che non capisci all'istante, ma devi tornarci sopra per farti spiegare i passaggi. Molti stand definiti "contorti" in Jojo hanno una spiegazione, per quanto macchinosa possa sembrare e la macchinosità altro non era che un modo per rendere il capitolo più sorprendente. E' il caso ad esempio dello stand del presidente Valentine, uno dei più complicati in assoluto, ma è usato in uno dei capitoli più sorprendenti e destabilizzanti di SBR.

Se mi dite: preferivo gli stand semplici delle prime serie vi dico ok, è lecito, tenete solo presente che quelli erano semplici in quanto la STRUTTURA delle storie era semplice, poiché si trattava di Shonen da combattimento inserite nel contesto dei manga anni Ottanta, in cui vendevano storie di combattimenti veloci e saghe sviluppate come una piramide o un videogioco in cui affrontare via via livelli più alti e nemici più forti.

Questi erano i PALETTI con cui Araki DOVEVA lavorare, paletti che NON dipendevano da lui. E infatti proprio per questo motivo dopo aver fatto Vento Aureo decide di passare al seinen.


Nel periodo seinen non diventano complicati solo gli stand, ma anche i temi trattati.


Quando Araki inventò gli stand lo fece per dare una svolta al modo in cui si raccontava un combattimento. Il suo scopo non era quello di inserire la strategia nello shonen, quanto quello di prolungare il più possibile la sorpresa e l'ansia del lettore.

La novità di Araki che hanno seguito i vari Togashi e company è quella del potere che viene "visualizzato" in maniera diversa dalle semplici onde di energia o fuoco o esp o poteri elementali. Poi ognuno ha proseguito con la sua sensibilità, a Togashi piacevano combattimenti improntati sulla strategia e ha proseguito su quel livello, che anche Araki ha brevemente trattato negli stand basati su videogiochi o gioco d'azzardo.


Ogni stand si sviluppa in più tempi: nelle parti iniziali vediamo lo stordimento, la sorpresa, la paura del venir attaccati da un potere che non si comprende e qui Araki fa sempre leva sulla componente suspense horror. Poi ovviamente arriva il momento in cui il protagonista viene messo temporaneamente ko dalle forze avversarie e quello in cui ribalta l'esito, a volte senza nemmeno strategia e per puro culo.
Ma sono tutte cose funzionali a prolungare emozione e spettacolo.
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Green Loontern
Inviato il: Sabato, 31-Ago-2019, 16:10
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Nonno Bassotto
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QUOTE (fiocotram @ Sabato, 31-Ago-2019, 14:39)
Non mi sono spiegato bene.
Allora, per non confonderci, partiamo dall'unico punto su cui concordiamo, ossia che Jojolion (che è ancora in prosecuzione, ricordiamolo) fa un po' fatica a ingranare rispetto ad altre serie.

Detto ciò: le storie di Jojo hanno una componente strategica nel senso che gli attacchi dei personaggi spesso sono basati sorprese che destabilizzano il loro antagonista, sorprese che spesso vengono spiegate a posteriori, come un trucco di magia.
Quindi in questo senso parliamo di "strategia" in Araki, ma non è la strategia classicamente intesa, quella da campo di battaglia o arte guerriera. E' una strategia "da palcoscenico". Araki mira a STUPIRE e CONFONDERE chi lo legge, esattamente come un trucco di magia che non capisci all'istante, ma devi tornarci sopra per farti spiegare i passaggi. Molti stand definiti "contorti" in Jojo hanno una spiegazione, per quanto macchinosa possa sembrare e la macchinosità altro non era che un modo per rendere il capitolo più sorprendente. E' il caso ad esempio dello stand del presidente Valentine, uno dei più complicati in assoluto, ma è usato in uno dei capitoli più sorprendenti e destabilizzanti di SBR.

Se mi dite: preferivo gli stand semplici delle prime serie vi dico ok, è lecito, tenete solo presente che quelli erano semplici in quanto la STRUTTURA delle storie era semplice, poiché si trattava di Shonen da combattimento inserite nel contesto dei manga anni Ottanta, in cui vendevano storie di combattimenti veloci e saghe sviluppate come una piramide o un videogioco in cui affrontare via via livelli più alti e nemici più forti.

Questi erano i PALETTI con cui Araki DOVEVA lavorare, paletti che NON dipendevano da lui. E infatti proprio per questo motivo dopo aver fatto Vento Aureo decide di passare al seinen.


Nel periodo seinen non diventano complicati solo gli stand, ma anche i temi trattati.


Quando Araki inventò gli stand lo fece per dare una svolta al modo in cui si raccontava un combattimento. Il suo scopo non era quello di inserire la strategia nello shonen, quanto quello di prolungare il più possibile la sorpresa e l'ansia del lettore.

La novità di Araki che hanno seguito i vari Togashi e company è quella del potere che viene "visualizzato" in maniera diversa dalle semplici onde di energia o fuoco o esp o poteri elementali. Poi ognuno ha proseguito con la sua sensibilità, a Togashi piacevano combattimenti improntati sulla strategia e ha proseguito su quel livello, che anche Araki ha brevemente trattato negli stand basati su videogiochi o gioco d'azzardo.


Ogni stand si sviluppa in più tempi: nelle parti iniziali vediamo lo stordimento, la sorpresa, la paura del venir attaccati da un potere che non si comprende e qui Araki fa sempre leva sulla componente suspense horror. Poi ovviamente arriva il momento in cui il protagonista viene messo temporaneamente ko dalle forze avversarie e quello in cui ribalta l'esito, a volte senza nemmeno strategia e per puro culo.
Ma sono tutte cose funzionali a prolungare emozione  e spettacolo.

Mah, io tutta questa maggior complessità di temi nelle ultime due serie proprio non ce la vedo.
Il passaggio all'altra rivista è servito ad Araki principalmente ad avere più libertà e a rallentare il ritmo.
Gli scontri fra stand restano comunque un aspetto importante e diventano sempre più incomprensibili o meglio sempre più inutilmente contorti per mantenere la sorpresa. Un conto la situazione bizzarra un altro la complessità fine a se stessa. A volte si fa fatica a capire proprio cosa succede.
Araki inizia ad essere un po' stanco secondo me.

Doveva rimanere sull'idea di partenza con la 6a come ultima serie di jojo e SBR come una serie del tutto nuova. Un'assurda corsa attraverso l'America con personaggi bizzarri. Fine. Niente stand, niente reliquie, niente duelli contorti.


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fiocotram
Inviato il: Domenica, 01-Set-2019, 06:59
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@Loontern: infatti mi sono accorto che la discussione era un po' troppo stand-centrica. Senza pedanteria, suggerirei di rileggere ancune di quelle storie. Lo Stand in Jojo è sempre stato un mezzo, non il fine. E' come pensare che nella terza serie il fulcro fossero gli stand e non il rapporto di amicizia e le diverse personalità che venivano fuori nel corso di un viaggio in giro per il mondo o che nella quarta serie la città di Morio fosse solo un palcoscenico come un altro e non la VERA protagonista della storia.

Gli stand sono solo il mezzo con cui Araki gestisce e diluisce i ritmi della storia. Ogni storia di Jojo contiene elementi di suspense, lotta per la vita, scene horror-surreali e grottesche... se io dovessi inserire questi elementi in una storia dovrei prima scrivere un CONTESTO per ognuno di questi, ci siamo? Se un mio personaggio viene messo in una situazione, chessò, in cui non può scendere ad aiutare un amico che si trova in un terreno "contaminato" da una sorta di potere perché attaccherebbe pure lui, dovrei scrivere una spiegazione o una situazione che inneschi tale potere. Araki ha usato da sempre la cornice degli stand e della saga generazionale proprio per essere facilitato a usare tutti gli elementi sovrannaturali che vuole senza dargli spiegazione perché è pregressa.


Detto questo le storie hanno dei temi e un filo conduttore che va oltre gli scontri di stand.
In Vento Aureo il tema della storia è il destino. I membri del team Bucciarati e Giorno Giovanna condividono un destino comune alla fine del quale
(click to show/hide)
Ma la storia flashback che ci viene mostrata nel manga (e intelligentemente, mantenuta nell'anime) chiarisce il senso di tutta la vicenda, ossia il fatto che
(click to show/hide)
e che comunque una persona sceglie il suo cammino indipendentemente dal fatto che sia tragico o vincente, perché il fulcro del suo agire è un BENE superiore.
In Stone Ocean il tema è la conquista del Paradiso, anzi proprio cosa SIGNIFICHI Paradiso.
In Steel Ball Run la corsa e l'avventura continuano anche dopo la scoperta delle reliquie, solo che i protagonisti capiscono che la POSTA in gioco è diversa. Non più un premio, ma il destino di una nazione.
I personaggi di Steel Ball Run sono tra i più PROFONDI mai realizzati in Araki.
Tu dici che volesse cambiare rivista solo per i tempi di realizzazione, io ti dico che proprio i tempi di realizzazione lenti gli sono serviti per realizzare personaggi più ricchi ed approfonditi.


Alla fine di questo discorso però non posso concordare sul fatto che ultimamente con Jojolion Araki sta mostrando qualche cedimento.
Mai prima d'ora una storia giunta quasi a META' sembra non aver direzione.
Sarebbe pure ora dopo anni e anni di carriera inventiva.

Io però, visto che non è ancora finito niente, direi un attimino di aspettare.
Non tutto quello che c'è in Jojolion è da buttare.

QUOTE


Doveva rimanere sull'idea di partenza con la 6a come ultima serie di jojo e SBR come una serie del tutto nuova. Un'assurda corsa attraverso l'America con personaggi bizzarri. Fine. Niente stand, niente reliquie, niente duelli contorti.


Personaggi bizzarri? Ci sono da sempre! Nell'ultimo numero di Jojolion che ho letto c'è un esperto di piante che vive sopra una funivia e ci cucina pure.
La famiglia Higashikata è un compendio di personaggi assurdi e lo stesso protagonista non è da meno.
Per il resto: gli stand non sono solo duelli contorti o sfide strane (come quella degli scarabei recentemente vista in Italia) , ma situazioni da cui evadere. E le reliquie ci sono solo in Steel Ball Run.

Insomma, magari la soluzione per te è rivolgerti ad un altro genere di manga. Araki mantiene il suo stile ma fa sempre qualcosa di diverso.
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Kagehisha
Inviato il: Domenica, 01-Set-2019, 09:24
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Invero trovare finali all'altezza delle aspettative nei manga è una cosa rara.
Uno che non è stato citato, mi pare, ma mi ha fatto veramente piangere lacrime amare è stato il finale di Alita. Il primo finale di Alita.
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Green Loontern
Inviato il: Domenica, 01-Set-2019, 12:48
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Nonno Bassotto
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QUOTE (Kagehisha @ Domenica, 01-Set-2019, 09:24)
Invero trovare finali all'altezza delle aspettative nei manga è una cosa rara.
Uno che non è stato citato, mi pare, ma mi ha fatto veramente piangere lacrime amare è stato il finale di Alita. Il primo finale di Alita.

Vero. Capita spesso che vadano troppo per le lunghe o al contrario che chiudano bruscamente.
Concordo su Alita, anche se poi visti i sequel tutto sommato meglio chiudere lì...

@fioco non ci siamo capiti. Non discuto della presenza di personaggi bizzarri o del fatto che gli stand sono usati come "scusa" per creare cose assurde. Sono elementi presenti fin dall'inizio.
Quello che sto dicendo è che a furia di cercare soluzioni sempre più strane e passato dal bizzarro al contorto.
Come diceva Scavezzacollo, se si arriva al punto in cui si deve rileggere 3 o 4 volte una scena per capire cosa succede o le soluzioni sono sempre più inutilmente complesse c'è qualche problema narrativo.
Nelle prime serie c'era un equilibrio fra bizzarra e chiarezza che secondo me si è perso.
Stesso discorso vale anche per la trama. JoJo è sempre stato caratterizzato da una trama di base semplice su cui poteva costruire situazioni bizzarre. Dalla sesta in poi anche la trama di fondo diventa inutilmente contorta o ci sono cambi improvvisi di direzione.


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Moscarda
Inviato il: Domenica, 01-Set-2019, 14:00
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fiocotram
Inviato il: Domenica, 01-Set-2019, 14:36
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Infatti non ci siamo capiti, perché quel che invece sto dicendo io è che la maggiore complessità degli stand (e la maggiore complessità delle trame) deriva dal fatto che Jojo è passato dall'essere una storia proposta per un pubblico shonen al seinen.
Non a caso le serie che ti piacevano erano tutte shonen, cioè un fumetto pensato per un pubblico leggermente diverso da quello per cui è pensato ciò che sta uscendo ora.
Infatti adesso hai trame sviluppate su mistero e investigazione oppure come nel caso di Steel Ball Run il viaggio/avventura di formazione non ha come obbiettivo un percorso di amicizia o di presa di fiducia in se stessi, ma comprende temi più maturi.

QUOTE

Stesso discorso vale anche per la trama. JoJo è sempre stato caratterizzato da una trama di base semplice su cui poteva costruire situazioni bizzarre.


Perché era uno shonen, pubblicato sulla stessa rivista di Dragonball e quindi "trama di base semplice", addirittura lineare (anzi piramidale) era proprio il requisito base richiesto.
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Mist
Inviato il: Domenica, 01-Set-2019, 15:40
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QUOTE (Green Loontern @ Domenica, 01-Set-2019, 11:48)
QUOTE (Kagehisha @ Domenica, 01-Set-2019, 09:24)
Invero trovare finali all'altezza delle aspettative nei manga è una cosa rara.
Uno che non è stato citato, mi pare, ma mi ha fatto veramente piangere lacrime amare è stato il finale di Alita. Il primo finale di Alita.

Vero. Capita spesso che vadano troppo per le lunghe o al contrario che chiudano bruscamente.
Concordo su Alita, anche se poi visti i sequel tutto sommato meglio chiudere lì...


I lettori (noi) sono incontentabili: se l'autore fa il finale presto, è troppo presto, se lo fa tardi è troppo tardi. Poi quando fa il seguito il lettore dice che preferiva il finale di prima.
A me, all'epoca il finale d'Alita era pure piaciuto.
Poi mi dovetti sorbire una tale ondata di personaggi simil-Alita che la voglia di rivedere l'originale in nuove avventure era sotto zero.
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fiocotram
Inviato il: Domenica, 01-Set-2019, 16:27
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Last Order a me piaceva, anche se l'ho seguito solo fino agli inizi del torneo.
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lenuvoleparlanti
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QUOTE (Moscarda @ Domenica, 01-Set-2019, 13:00)
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QUOTE (fiocotram @ Domenica, 01-Set-2019, 14:36)
Infatti non ci siamo capiti, perché quel che invece sto dicendo io è che la maggiore complessità degli stand (e la maggiore complessità delle trame) deriva dal fatto che Jojo è passato dall'essere una storia proposta per un pubblico shonen al seinen.
Non a caso le serie che ti piacevano erano tutte shonen, cioè un  fumetto pensato per un pubblico  leggermente diverso da quello per cui è pensato ciò che sta uscendo ora.
Infatti adesso hai trame sviluppate su mistero e investigazione oppure come nel caso di Steel Ball Run il viaggio/avventura di formazione non ha come obbiettivo un percorso di amicizia o di presa di fiducia in se stessi, ma comprende temi più maturi.

QUOTE

Stesso discorso vale anche per la trama. JoJo è sempre stato caratterizzato da una trama di base semplice su cui poteva costruire situazioni bizzarre.


Perché era uno shonen, pubblicato sulla stessa rivista di Dragonball e quindi "trama di base semplice", addirittura lineare (anzi piramidale) era proprio il requisito base richiesto.

Ripeto i temi così più maturi non ce li ho visti.
Araki probabilmente vorrebbe fare qualcosa di più complesso ma non gli riesce come vorrebbe e invece che complesso e maturo diventa solo contorto.
Questione di gusti comunque.

QUOTE (Mist @ Domenica, 01-Set-2019, 15:40)
QUOTE (Green Loontern @ Domenica, 01-Set-2019, 11:48)
QUOTE (Kagehisha @ Domenica, 01-Set-2019, 09:24)
Invero trovare finali all'altezza delle aspettative nei manga è una cosa rara.
Uno che non è stato citato, mi pare, ma mi ha fatto veramente piangere lacrime amare è stato il finale di Alita. Il primo finale di Alita.

Vero. Capita spesso che vadano troppo per le lunghe o al contrario che chiudano bruscamente.
Concordo su Alita, anche se poi visti i sequel tutto sommato meglio chiudere lì...


I lettori (noi) sono incontentabili: se l'autore fa il finale presto, è troppo presto, se lo fa tardi è troppo tardi. Poi quando fa il seguito il lettore dice che preferiva il finale di prima.
A me, all'epoca il finale d'Alita era pure piaciuto.
Poi mi dovetti sorbire una tale ondata di personaggi simil-Alita che la voglia di rivedere l'originale in nuove avventure era sotto zero.

Si sa che i lettori non si accontentano mai, ma alcuni difetti sono oggettivi.
Voglio dire è risaputo che quando un manga ha successo l'editore spinge l'autore a continuare il più possibile a costo di diventare ripetitivo (vedi Dragonball). E allo stesso modo ci sono casi in cui l'autore non sa più come continuare o non ha più voglia e tronca di colpo la trama (vedi Slam Dunk).
Da qualche anno poi la mania dei sequel/prequel ha purtroppo colpito anche i manga creando cose orribili tipo il prequel di Ken o Episodio G.
Nel caso di Alita che il manga sia terminato di colpo in maniera a dir poco sbrigativa mi pare oggettivo. Sul sequel uscito anni ci sono pareri contrastanti. Faccio parte della categoria a cui non piace.
QUOTE (lenuvoleparlanti @ Domenica, 01-Set-2019, 18:25)
QUOTE (Moscarda @ Domenica, 01-Set-2019, 13:00)
Topic interessante (e anche utile, per certi versi 
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), però adesso non riesco a fare a meno di leggere il titolo come "I finali del menga" 
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O meglio; I finali del menga di alcuni manga
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