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> Criminal - Brubaker/Phillips
 
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Inviato il: Martedì, 21-Apr-2009, 09:31
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Diavolo Rosso
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Le impressioni che ho ricavato leggendo i primi due volumi di Criminal riguardavano la capacità di Brubaker e Phillips di districarsi fra le atmosfere noir con una classe e un mestiere che fanno invidia sbavante.
Ciò che emerse con forza era la chiarezza d'intenti, il giusto equilibrio fra linearità del percorso e variazioni nello stesso, fra adesione ai topoi del genere e della loro rielaborazione.
Criminal era ed è un ottimo esempio di come si possano rispettare le regole connaturate a una determinata forma narrativa senza rinunciare a indirizzarle al contempo in direzioni inedite.

Nei giorni scorsi ho letto il terzo volume e non solo si sono confermate tutte quelle considerazioni scaturite dalla lettura dei primi due tomi, ma appare ancora più evidente come Brubaker e Phillips stiano componendo uno straordinario e coerentissimo mosaico nero come non ne leggevo da eoni.

Siamo dinanzi allo stato grezzo del noir, alla sua forma primigenia e incontaminata, ma considerando che parliamo di un fumetto uscito nel terzo millennio e che è stato preceduto da quintali di cellulosa e chilometri di celluloide appartenenti allo stesso genere e che hanno contribuito a (ri)definirne la sintassi, dovremmo avere ben chiara la dimensione di questo capolavoro.
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feraldo
Inviato il: Martedì, 21-Apr-2009, 10:13
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QUOTE ([emo] @ Martedì, 21-Apr-2009, 08:31)
Le impressioni che ho ricavato leggendo i primi due volumi di Criminal riguardavano la capacità di Brubaker e Phillips di districarsi fra le atmosfere noir con una classe e un mestiere che fanno invidia sbavante.
Ciò che emerse con forza era la chiarezza d'intenti, il giusto equilibrio fra linearità del percorso e variazioni nello stesso, fra adesione ai topoi del genere e della loro rielaborazione.
Criminal era ed è un ottimo esempio di come si possano rispettare le regole connaturate a una determinata forma narrativa senza rinunciare a indirizzarle al contempo in direzioni inedite.

Nei giorni scorsi ho letto il terzo volume e non solo si sono confermate tutte quelle considerazioni scaturite dalla lettura dei primi due tomi, ma appare ancora più evidente come Brubaker e Phillips stiano componendo uno straordinario e coerentissimo mosaico nero come non ne leggevo da eoni.

Siamo dinanzi allo stato grezzo del noir, alla sua forma primigenia e incontaminata, ma considerando che parliamo di un fumetto uscito nel terzo millennio e che è stato preceduto da quintali di cellulosa e chilometri di celluloide appartenenti allo stesso genere e che hanno contribuito a (ri)definirne la sintassi, dovremmo avere ben chiara la dimensione di questo capolavoro.

per me la migliore delle tre.
ma nel complesso, la serie rimane sotto le mie aspettative
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QUOTE (feraldo @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:13)
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,Martedì, 21-Apr-2009, 08:31] Le impressioni che ho ricavato leggendo i primi due volumi di Criminal riguardavano la capacità di Brubaker e Phillips di districarsi fra le atmosfere noir con una classe e un mestiere che fanno invidia sbavante.
Ciò che emerse con forza era la chiarezza d'intenti, il giusto equilibrio fra linearità del percorso e variazioni nello stesso, fra adesione ai topoi del genere e della loro rielaborazione.
Criminal era ed è un ottimo esempio di come si possano rispettare le regole connaturate a una determinata forma narrativa senza rinunciare a indirizzarle al contempo in direzioni inedite.

Nei giorni scorsi ho letto il terzo volume e non solo si sono confermate tutte quelle considerazioni scaturite dalla lettura dei primi due tomi, ma appare ancora più evidente come Brubaker e Phillips stiano componendo uno straordinario e coerentissimo mosaico nero come non ne leggevo da eoni.

Siamo dinanzi allo stato grezzo del noir, alla sua forma primigenia e incontaminata, ma considerando che parliamo di un fumetto uscito nel terzo millennio e che è stato preceduto da quintali di cellulosa e chilometri di celluloide appartenenti allo stesso genere e che hanno contribuito a (ri)definirne la sintassi, dovremmo avere ben chiara la dimensione di questo capolavoro.

per me la migliore delle tre.
ma nel complesso, la serie rimane sotto le mie aspettative

perchè?
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feraldo
Inviato il: Martedì, 21-Apr-2009, 10:27
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QUOTE ([emo] @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:14)
QUOTE (feraldo @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:13)
QUOTE ([emo)
,Martedì, 21-Apr-2009, 08:31] Le impressioni che ho ricavato leggendo i primi due volumi di Criminal riguardavano la capacità di Brubaker e Phillips di districarsi fra le atmosfere noir con una classe e un mestiere che fanno invidia sbavante.
Ciò che emerse con forza era la chiarezza d'intenti, il giusto equilibrio fra linearità del percorso e variazioni nello stesso, fra adesione ai topoi del genere e della loro rielaborazione.
Criminal era ed è un ottimo esempio di come si possano rispettare le regole connaturate a una determinata forma narrativa senza rinunciare a indirizzarle al contempo in direzioni inedite.

Nei giorni scorsi ho letto il terzo volume e non solo si sono confermate tutte quelle considerazioni scaturite dalla lettura dei primi due tomi, ma appare ancora più evidente come Brubaker e Phillips stiano componendo uno straordinario e coerentissimo mosaico nero come non ne leggevo da eoni.

Siamo dinanzi allo stato grezzo del noir, alla sua forma primigenia e incontaminata, ma considerando che parliamo di un fumetto uscito nel terzo millennio e che è stato preceduto da quintali di cellulosa e chilometri di celluloide appartenenti allo stesso genere e che hanno contribuito a (ri)definirne la sintassi, dovremmo avere ben chiara la dimensione di questo capolavoro.

per me la migliore delle tre.
ma nel complesso, la serie rimane sotto le mie aspettative

perchè?

è una sensazione generale.

il primo numero aveva un ottimo personaggio ma la storia mi è sembrata deboluccia.

il secondo numero aveva un personaggio meno interessante e la storia si basava su un'idea, quello dell'infiltrato nella band, piuttosto abusata.
questo ultimo numero ha una bella storia e almeno due personaggi ben caratterizzati (solo sebastian hyde non mi piace per come è stato caratterizzato adesso, meglio da vecchio nella precedente apparizione), ed una storia sceneggiata bene ma senza un climax.

in definitiva non mi dispiace la serie (interessante come dici tu il gioco ad incastro nel quadro generale, etc. etc.), ma non la definirei né un capolavoro né un'ottima serie.
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QUOTE (feraldo @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:27)
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,Martedì, 21-Apr-2009, 09:14]
QUOTE (feraldo @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:13)
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,Martedì, 21-Apr-2009, 08:31] Le impressioni che ho ricavato leggendo i primi due volumi di Criminal riguardavano la capacità di Brubaker e Phillips di districarsi fra le atmosfere noir con una classe e un mestiere che fanno invidia sbavante.
Ciò che emerse con forza era la chiarezza d'intenti, il giusto equilibrio fra linearità del percorso e variazioni nello stesso, fra adesione ai topoi del genere e della loro rielaborazione.
Criminal era ed è un ottimo esempio di come si possano rispettare le regole connaturate a una determinata forma narrativa senza rinunciare a indirizzarle al contempo in direzioni inedite.

Nei giorni scorsi ho letto il terzo volume e non solo si sono confermate tutte quelle considerazioni scaturite dalla lettura dei primi due tomi, ma appare ancora più evidente come Brubaker e Phillips stiano componendo uno straordinario e coerentissimo mosaico nero come non ne leggevo da eoni.

Siamo dinanzi allo stato grezzo del noir, alla sua forma primigenia e incontaminata, ma considerando che parliamo di un fumetto uscito nel terzo millennio e che è stato preceduto da quintali di cellulosa e chilometri di celluloide appartenenti allo stesso genere e che hanno contribuito a (ri)definirne la sintassi, dovremmo avere ben chiara la dimensione di questo capolavoro.

per me la migliore delle tre.
ma nel complesso, la serie rimane sotto le mie aspettative

perchè?

è una sensazione generale.

il primo numero aveva un ottimo personaggio ma la storia mi è sembrata deboluccia.

il secondo numero aveva un personaggio meno interessante e la storia si basava su un'idea, quello dell'infiltrato nella band, piuttosto abusata.
questo ultimo numero ha una bella storia e almeno due personaggi ben caratterizzati (solo sebastian hyde non mi piace per come è stato caratterizzato adesso, meglio da vecchio nella precedente apparizione), ed una storia sceneggiata bene ma senza un climax.

in definitiva non mi dispiace la serie (interessante come dici tu il gioco ad incastro nel quadro generale, etc. etc.), ma non la definirei né un capolavoro né un'ottima serie.

Più che altro, quello che per me è il merito più alto di Criminal è che Brubaker (e - con lui - Phillips ai disegni, naturalmente) scrive un noir talmente classico, talmente originario che pare riportare le origini del genere proprio a Criminal stesso, con la sua adersione a un immaginario ben definito (di atmosfere, situazioni, intrecci e personaggi), riconoscibile e a quella serie di topoi che ne costituiscono le fondamenta portanti come se queste fossero state gettate/create per la prima volta proprio in Criminal.
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QUOTE ([emo] @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:36)
QUOTE (feraldo @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:27)
QUOTE ([emo)
,Martedì, 21-Apr-2009, 09:14]
QUOTE (feraldo @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:13)
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,Martedì, 21-Apr-2009, 08:31] Le impressioni che ho ricavato leggendo i primi due volumi di Criminal riguardavano la capacità di Brubaker e Phillips di districarsi fra le atmosfere noir con una classe e un mestiere che fanno invidia sbavante.
Ciò che emerse con forza era la chiarezza d'intenti, il giusto equilibrio fra linearità del percorso e variazioni nello stesso, fra adesione ai topoi del genere e della loro rielaborazione.
Criminal era ed è un ottimo esempio di come si possano rispettare le regole connaturate a una determinata forma narrativa senza rinunciare a indirizzarle al contempo in direzioni inedite.

Nei giorni scorsi ho letto il terzo volume e non solo si sono confermate tutte quelle considerazioni scaturite dalla lettura dei primi due tomi, ma appare ancora più evidente come Brubaker e Phillips stiano componendo uno straordinario e coerentissimo mosaico nero come non ne leggevo da eoni.

Siamo dinanzi allo stato grezzo del noir, alla sua forma primigenia e incontaminata, ma considerando che parliamo di un fumetto uscito nel terzo millennio e che è stato preceduto da quintali di cellulosa e chilometri di celluloide appartenenti allo stesso genere e che hanno contribuito a (ri)definirne la sintassi, dovremmo avere ben chiara la dimensione di questo capolavoro.

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perchè?

è una sensazione generale.

il primo numero aveva un ottimo personaggio ma la storia mi è sembrata deboluccia.

il secondo numero aveva un personaggio meno interessante e la storia si basava su un'idea, quello dell'infiltrato nella band, piuttosto abusata.
questo ultimo numero ha una bella storia e almeno due personaggi ben caratterizzati (solo sebastian hyde non mi piace per come è stato caratterizzato adesso, meglio da vecchio nella precedente apparizione), ed una storia sceneggiata bene ma senza un climax.

in definitiva non mi dispiace la serie (interessante come dici tu il gioco ad incastro nel quadro generale, etc. etc.), ma non la definirei né un capolavoro né un'ottima serie.

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emo parla con lingua dritta (e cognizione di causa).
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feraldo
Inviato il: Martedì, 21-Apr-2009, 10:41
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QUOTE ([emo] @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:36)

Più che altro, quello che per me è il merito più alto di Criminal è che Brubaker (e - con lui - Phillips ai disegni, naturalmente) scrive un noir talmente classico, talmente originario che pare riportare le origini del genere proprio a Criminal stesso, con la sua adersione a un immaginario ben definito (di atmosfere, situazioni, intrecci e personaggi), riconoscibile e a quella serie di topoi che ne costituiscono le fondamenta portanti come se queste fossero state gettate/create per la prima volta proprio in Criminal.

ma ti do anche ragione.
è la sensazione che mi lascia alla fine di tutto che non mi fa stare a stracciarmi i capelli.
tutto qua.
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QUOTE (feraldo @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:41)
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,Martedì, 21-Apr-2009, 09:36]
Più che altro, quello che per me è il merito più alto di Criminal è che Brubaker (e - con lui - Phillips ai disegni, naturalmente) scrive un noir talmente classico, talmente originario che pare riportare le origini del genere proprio a Criminal stesso, con la sua adersione a un immaginario ben definito (di atmosfere, situazioni, intrecci e personaggi), riconoscibile e a quella serie di topoi che ne costituiscono le fondamenta portanti come se queste fossero state gettate/create per la prima volta proprio in Criminal.

ma ti do anche ragione.
è la sensazione che mi lascia alla fine di tutto che non mi fa stare a stracciarmi i capelli.
tutto qua.

pensa che io non ne ho più e vorrei strapparli a qualcun altro pur di continuare a farlo!
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troppo buono
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Cassidy
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QUOTE (feraldo @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:27)
è una sensazione generale.

il primo numero aveva un ottimo personaggio ma la storia mi è sembrata deboluccia.

il secondo numero aveva un personaggio meno interessante e la storia si basava su un'idea, quello dell'infiltrato nella band, piuttosto abusata.
questo ultimo numero ha una bella storia e almeno due personaggi ben caratterizzati (solo sebastian hyde non mi piace per come è stato caratterizzato adesso, meglio da vecchio nella precedente apparizione), ed una storia sceneggiata bene ma senza un climax.

in definitiva non mi dispiace la serie (interessante come dici tu il gioco ad incastro nel quadro generale, etc. etc.), ma non la definirei né un capolavoro né un'ottima serie.

Secondo me è proprio l'anti climax il punto di forza di questo volume, perchè non serve un climax o un momento di catartico per capire che tutto andrà a puttane: una negra non sposerà mai il figlio di un boss, uno schizzato del vietnam non metterà mai a segno il colpo giusto, quello che ti sistema per la vita, tutto va come è "giusto" che vada, da certi ruoli non ci scappi. tutto qui, non serviva nessun effetto speciale.
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QUOTE (Cassidy @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:47)
QUOTE (feraldo @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:27)
è una sensazione generale.

il primo numero aveva un ottimo personaggio ma la storia mi è sembrata deboluccia.

il secondo numero aveva un personaggio meno interessante e la storia si basava su un'idea, quello dell'infiltrato nella band, piuttosto abusata.
questo ultimo numero ha una bella storia e almeno due personaggi ben caratterizzati (solo sebastian hyde non mi piace per come è stato caratterizzato adesso, meglio da vecchio nella precedente apparizione), ed una storia sceneggiata bene ma senza un climax.

in definitiva non mi dispiace la serie (interessante come dici tu il gioco ad incastro nel quadro generale, etc. etc.), ma non la definirei né un capolavoro né un'ottima serie.

Secondo me è proprio l'anti climax il punto di forza di questo volume, perchè non serve un climax o un momento di catartico per capire che tutto andrà a puttane: una negra non sposerà mai il figlio di un boss, uno schizzato del vietnam non metterà mai a segno il colpo giusto, quello che ti sistema per la vita, tutto va come è "giusto" che vada, da certi ruoli non ci scappi. tutto qui, non serviva nessun effetto speciale.

ovviamente concordo.
ha tutto a che fare con uno dei temi-base del noir, l'ineluttabilità: non è tanto il cosa succederà (che è prevedibile, è scritto), ma come e quando.
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preacher
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QUOTE (Cassidy @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:47)
QUOTE (feraldo @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:27)
è una sensazione generale.

il primo numero aveva un ottimo personaggio ma la storia mi è sembrata deboluccia.

il secondo numero aveva un personaggio meno interessante e la storia si basava su un'idea, quello dell'infiltrato nella band, piuttosto abusata.
questo ultimo numero ha una bella storia e almeno due personaggi ben caratterizzati (solo sebastian hyde non mi piace per come è stato caratterizzato adesso, meglio da vecchio nella precedente apparizione), ed una storia sceneggiata bene ma senza un climax.

in definitiva non mi dispiace la serie (interessante come dici tu il gioco ad incastro nel quadro generale, etc. etc.), ma non la definirei né un capolavoro né un'ottima serie.

Secondo me è proprio l'anti climax il punto di forza di questo volume, perchè non serve un climax o un momento di catartico per capire che tutto andrà a puttane: una negra non sposerà mai il figlio di un boss, uno schizzato del vietnam non metterà mai a segno il colpo giusto, quello che ti sistema per la vita, tutto va come è "giusto" che vada, da certi ruoli non ci scappi. tutto qui, non serviva nessun effetto speciale.

l'anticlimax è uno degli elementi fondamentali del noir classico (penso a woolrich, ma soprattutto a david goodis e jim thompson). tutto è destinato a finir male per i protagonisti fin dall'inizio.
nel noir non è importante la meta (la fine della storia) quanto il viaggio (lo svolgimento per arrivare a quella fine) e i viaggiatori (i protagonisti della storia).
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QUOTE (preacher @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:56)
QUOTE (Cassidy @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:47)
QUOTE (feraldo @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:27)
è una sensazione generale.

il primo numero aveva un ottimo personaggio ma la storia mi è sembrata deboluccia.

il secondo numero aveva un personaggio meno interessante e la storia si basava su un'idea, quello dell'infiltrato nella band, piuttosto abusata.
questo ultimo numero ha una bella storia e almeno due personaggi ben caratterizzati (solo sebastian hyde non mi piace per come è stato caratterizzato adesso, meglio da vecchio nella precedente apparizione), ed una storia sceneggiata bene ma senza un climax.

in definitiva non mi dispiace la serie (interessante come dici tu il gioco ad incastro nel quadro generale, etc. etc.), ma non la definirei né un capolavoro né un'ottima serie.

Secondo me è proprio l'anti climax il punto di forza di questo volume, perchè non serve un climax o un momento di catartico per capire che tutto andrà a puttane: una negra non sposerà mai il figlio di un boss, uno schizzato del vietnam non metterà mai a segno il colpo giusto, quello che ti sistema per la vita, tutto va come è "giusto" che vada, da certi ruoli non ci scappi. tutto qui, non serviva nessun effetto speciale.

l'anticlimax è uno degli elementi fondamentali del noir classico (penso a woolrich, ma soprattutto a david goodis e jim thompson). tutto è destinato a finir male per i protagonisti fin dall'inizio.
nel noir non è importante la meta (la fine della storia) quanto il viaggio (lo svolgimento per arrivare a quella fine) e i viaggiatori (i protagonisti della storia).

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QUOTE ([emo] @ Martedì, 21-Apr-2009, 10:01)
QUOTE (preacher @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:56)
QUOTE (Cassidy @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:47)
QUOTE (feraldo @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:27)
è una sensazione generale.

il primo numero aveva un ottimo personaggio ma la storia mi è sembrata deboluccia.

il secondo numero aveva un personaggio meno interessante e la storia si basava su un'idea, quello dell'infiltrato nella band, piuttosto abusata.
questo ultimo numero ha una bella storia e almeno due personaggi ben caratterizzati (solo sebastian hyde non mi piace per come è stato caratterizzato adesso, meglio da vecchio nella precedente apparizione), ed una storia sceneggiata bene ma senza un climax.

in definitiva non mi dispiace la serie (interessante come dici tu il gioco ad incastro nel quadro generale, etc. etc.), ma non la definirei né un capolavoro né un'ottima serie.

Secondo me è proprio l'anti climax il punto di forza di questo volume, perchè non serve un climax o un momento di catartico per capire che tutto andrà a puttane: una negra non sposerà mai il figlio di un boss, uno schizzato del vietnam non metterà mai a segno il colpo giusto, quello che ti sistema per la vita, tutto va come è "giusto" che vada, da certi ruoli non ci scappi. tutto qui, non serviva nessun effetto speciale.

l'anticlimax è uno degli elementi fondamentali del noir classico (penso a woolrich, ma soprattutto a david goodis e jim thompson). tutto è destinato a finir male per i protagonisti fin dall'inizio.
nel noir non è importante la meta (la fine della storia) quanto il viaggio (lo svolgimento per arrivare a quella fine) e i viaggiatori (i protagonisti della storia).

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QUOTE (preacher @ Martedì, 21-Apr-2009, 10:03)
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QUOTE (preacher @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:56)
QUOTE (Cassidy @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:47)
QUOTE (feraldo @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:27)
è una sensazione generale.

il primo numero aveva un ottimo personaggio ma la storia mi è sembrata deboluccia.

il secondo numero aveva un personaggio meno interessante e la storia si basava su un'idea, quello dell'infiltrato nella band, piuttosto abusata.
questo ultimo numero ha una bella storia e almeno due personaggi ben caratterizzati (solo sebastian hyde non mi piace per come è stato caratterizzato adesso, meglio da vecchio nella precedente apparizione), ed una storia sceneggiata bene ma senza un climax.

in definitiva non mi dispiace la serie (interessante come dici tu il gioco ad incastro nel quadro generale, etc. etc.), ma non la definirei né un capolavoro né un'ottima serie.

Secondo me è proprio l'anti climax il punto di forza di questo volume, perchè non serve un climax o un momento di catartico per capire che tutto andrà a puttane: una negra non sposerà mai il figlio di un boss, uno schizzato del vietnam non metterà mai a segno il colpo giusto, quello che ti sistema per la vita, tutto va come è "giusto" che vada, da certi ruoli non ci scappi. tutto qui, non serviva nessun effetto speciale.

l'anticlimax è uno degli elementi fondamentali del noir classico (penso a woolrich, ma soprattutto a david goodis e jim thompson). tutto è destinato a finir male per i protagonisti fin dall'inizio.
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comprensibile, dato che sei più vecchio di me
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Tornando a Criminal, il terzo paperback è quello che mi ha colpito maggiormente per l'assoluta padronanza della materia, per la costruzione della storia/delle storie e per la scelta dei personaggi.
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QUOTE (preacher @ Martedì, 21-Apr-2009, 10:03)
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QUOTE (preacher @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:56)
QUOTE (Cassidy @ Martedì, 21-Apr-2009, 09:47)
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il secondo numero aveva un personaggio meno interessante e la storia si basava su un'idea, quello dell'infiltrato nella band, piuttosto abusata.
questo ultimo numero ha una bella storia e almeno due personaggi ben caratterizzati (solo sebastian hyde non mi piace per come è stato caratterizzato adesso, meglio da vecchio nella precedente apparizione), ed una storia sceneggiata bene ma senza un climax.

in definitiva non mi dispiace la serie (interessante come dici tu il gioco ad incastro nel quadro generale, etc. etc.), ma non la definirei né un capolavoro né un'ottima serie.

Secondo me è proprio l'anti climax il punto di forza di questo volume, perchè non serve un climax o un momento di catartico per capire che tutto andrà a puttane: una negra non sposerà mai il figlio di un boss, uno schizzato del vietnam non metterà mai a segno il colpo giusto, quello che ti sistema per la vita, tutto va come è "giusto" che vada, da certi ruoli non ci scappi. tutto qui, non serviva nessun effetto speciale.

l'anticlimax è uno degli elementi fondamentali del noir classico (penso a woolrich, ma soprattutto a david goodis e jim thompson). tutto è destinato a finir male per i protagonisti fin dall'inizio.
nel noir non è importante la meta (la fine della storia) quanto il viaggio (lo svolgimento per arrivare a quella fine) e i viaggiatori (i protagonisti della storia).

a proposito di lingua dritta...
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io e il noir siamo amici di vecchia data...
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comprensibile, dato che sei più vecchio di me
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Tornando a Criminal, il terzo paperback è quello che mi ha colpito maggiormente per l'assoluta padronanza della materia, per la costruzione della storia/delle storie e per la scelta dei personaggi.

in effetti il terzo tp è interessante per come le tre micro-storie dei personaggi raccontino particolari della macro-storia che li coinvolge.
ricorda molto il concetto alla base di "rapina a mano armata", senza però limitarsi all'evento in se'del delitto ma allargandosi alle storie personali dei personaggi, che attraverso scelte sbagliate influenzano la vita propria e degli altri fino ad arrivare a quelle che sono le sole conclusioni possibili per le loro vicende.
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