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> Rat-Man e l'umorismo scorretto nel 2020
 
MrNobody
Inviato il: Sabato, 01-Ago-2020, 11:55
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Uomo Mascherato
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Sto rileggendo RatMan, collezione acquistata mensilmente a suo tempo, dal primo all'ultimo numero.
Sempre strepitoso ovviamente.

Arrivato al n.50 ho realizzato come l'umorismo di Ortolani, all'epoca considerato vaghissimamente scorretto da pochi ed esilarante da tutti gli altri, sarebbe al giorno d'oggi quasi improponibile e fonte probabilmente di duri attacchi e feroci polemiche, cosa che, all'epoca, ricordo in rarissimi casi.
Continue e reiterate battute e sfottii verso categorie umane che adesso nessuno tollererebbe veder prese di mira: gay, trans, handicappati, vecchi, negri (chiamati esattamente così: negri), trapassati, gruppi religiosi... Donne. Etc. Etc.
E non in rari casi specifici, sempre e costantemente, per tutta la durata della collana (o meglio, al momento sono arrivato intorno al 2005 circa, non ricordo se più avanti Leo abbia leggermente ricalibrato questo lato del suo humor, forse un po' sì).
Io continuo a trovare il tutto divertentissimo e per nulla offensivo, probabilmente perchè non si evinceva alcun accanimento verso una categoria specifica: chiunque veniva costantemente preso di mira nel solo nome del (buon) umorismo. Ma sono stra-sicuro che oggi una stessa pubblicazione sarebbe fatta a pezzi ad ogni uscita.

Ora mi (vi) chiedo... non è che tutto questo interesse per la tutela delle minoranze, qualunque esse siano, sia un po' stato, nel corso degli anni, frainteso, malinteso?
Che il rispetto verso tutte le componenti di una società, anche e soprattutto quelle meno robuste, debba essere considerato sacrosanto e perseguito indefessamente, non ci piove.
Ma questo costante senso di sacralità offesa, questa totale mancanza di tolleranza e flessibilità, questa ottusa tendenza a fare di tutta l'erba un fascio e, soprattutto, questo gusto un po' perverso per l'indignazione a buon mercato, anche in circostanze davvero risibili...
Siamo sicuri che ci facciamo migliori di quanto eravamo prima?

Io credo di no, anzi, comincio ad essere un po' spaventato dall'andazzo.
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absoluto
Inviato il: Sabato, 01-Ago-2020, 12:34
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Fletto i muscoli e sono nel vuoto
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Il personaggio di Cinzia Otherside è pressoché adorato dalla comunità LGBTQ. Vatti a leggere le recensioni del volume uscito per bao sui siti della comunità.

Seppure le storie siano vecchie di vent’anni o più, sono costantemente ristampate e presenti in edicola con zero polemiche.

Questa è la dimostrazione che la “Dittatura del politicamente corretto” che cerchi ancora un volta (tra le righe) di vendere come realtà, sia solo una sindrome da accerchiamento.
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MrNobody
Inviato il: Sabato, 01-Ago-2020, 16:11
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Uomo Mascherato
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QUOTE (absoluto @ Sabato, 01-Ago-2020, 11:34)
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Il personaggio di Cinzia Otherside è pressoché adorato dalla comunità LGBTQ. Vatti a leggere le recensioni del volume uscito per bao sui siti della comunità.

Seppure le storie siano vecchie di vent’anni o più, sono costantemente ristampate e presenti in edicola con zero polemiche.

Questa è la dimostrazione che la “Dittatura del politicamente corretto” che cerchi ancora un volta (tra le righe) di vendere come realtà, sia solo una sindrome da accerchiamento.

Se non sai distinguere tra la differenza di uscirsene oggi con questi temi rispetto continuare a pubblicare ristampe 20ennali di personaggi ormai sdoganatissimi mi sa che è meglio che risparmi il tuo tempo, mi pare un tema fuori dalla tua portata.

E lascia a chi sa quello che dice le analisi sui disturbi di personalità altrui, Spider (:-D uguale).

A me in realtà interessa parecchio conoscere il parere su questi temi di qualche altro appassionato di fumetti, oltre a voi 4-5 (spero) censori a priori.
Normalmente si tratta di persone con una mentalità piuttosto aperta che sanno distinguere il giusto dallo sbagliato e non si fanno irretire dal sesso della puffetta e dalle sue implicazioni morali.
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absoluto
Inviato il: Sabato, 01-Ago-2020, 16:28
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Il volume “Cinzia” è del 2019: vuol dire “uscirsene oggi” a casa mia.
Tant’è che le truppe cammellate (che rivendicano la libertà d’espressione a intermittenza)
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Però tiri in ballo Rat-Man ad minchiam e chiudi con il solito pistolotto trito e ritrito ponendo quesiti a cui vorresti rispondessero solo utenti da te ritenuti degni.
Mandagli direttamente un PM la prossima volta, così almeno potrete darvi di gomito e i “censori a priori” non vi disturberanno.

Ciao fenomeno
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MrNobody
Inviato il: Sabato, 01-Ago-2020, 17:20
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Uomo Mascherato
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QUOTE (absoluto @ Sabato, 01-Ago-2020, 15:28)
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Però tiri in ballo Rat-Man ad minchiam e chiudi con il solito pistolotto trito e ritrito ponendo quesiti a cui vorresti rispondessero solo utenti da te ritenuti degni.
Mandagli direttamente un PM la prossima volta, così almeno potrete darvi di gomito e i “censori a priori” non vi disturberanno.

Ciao fenomeno
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Risparmiati qualche rotfl e rifletti ogni tanto, Spiderino, a volte funziona, sai?

Il volume di Cinzia è una storia su un personaggio di 20 anni prima, come se qualcuno si indignasse al giorno d'oggi per una storia su Eva Kant, nemmeno tu ce la faresti, infatti.
Non è questo di cui sto parlando, ti è chiaro ora? Sto parlando di uscire adesso, ex-novo, con un tipo di umorismo di questo genere.

E c'è un'altra cosa che non hai capito: a me interessa il parere di tutti, tranne il tuo (e di un altro che però non credo interverrà finche non mando a cagare qualcuno, cosa che potrebbe capitare).

Poi mi pare che tu ritenga questo tema "inesistente" e che io ti stia sul culo, o entrambe, quindi perchè perdere tempo?
E' una bella giornata, va a fare un giro, magari incroci qualcuno senza mascherina da denunciare alle autorità.

rotfl, rotfl, rotfl.
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Comics Garden
Inviato il: Sabato, 01-Ago-2020, 18:23
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Barbaro Cimmero
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Lungi da me alimentare polemiche, ma credo che MrNobody commetta una leggerezza nell'associare la sensibilità del pubblico italiano a quello americano. Lo stesso sbaglio che sto imputando in altre discussioni a fiocotram seppure quest'ultimo schierato su posizioni opposte alle sue.

Qui da noi la cultura del politicamente corretto la vedremo, se va bene, nel giro di vent'anni. Al momento abbiamo esattamente il problema opposto se consideriamo il successo che continuano a riscuotere i cinepanettoni e che solo pochi anni fa ha aperto i battenti una casa editrice dichiaratamente neo-fascista che ha visto i suoi fumetti
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MrNobody
Inviato il: Sabato, 01-Ago-2020, 18:58
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Uomo Mascherato
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QUOTE (Comics Garden @ Sabato, 01-Ago-2020, 17:23)
Lungi da me alimentare polemiche, ma credo che MrNobody commetta una leggerezza nell'associare la sensibilità del pubblico italiano a quello americano. Lo stesso sbaglio che sto imputando in altre discussioni a fiocotram seppure quest'ultimo schierato su posizioni opposte alle sue.

Qui da noi la cultura del politicamente corretto la vedremo, se va bene, nel giro di vent'anni. Al momento abbiamo esattamente il problema opposto se consideriamo il successo che continuano a riscuotere i cinepanettoni e che solo pochi anni fa ha aperto i battenti una casa editrice dichiaratamente neo-fascista che ha visto i suoi fumetti
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La polemica, se possibile, la pianterei subito qua... questi bisticci da eterosessuali caucasici isterici stufano subito sia me che gli altri.

Hai ragione, sicuramente in America sono molto più avanti, qua sono solo avvissaglie, per ora, ma lo vedo come un trend in rapida crescita.

Attenzione che io, in generale, non sono del parere che la società vada SOLO verso il politically correct.

La cosa che trovo davvero sconsolante è che mi pare si stia andando verso la coesistenza tra 2 estremi: il politically correct più ottuso e radicale e la scorrettezza aprioristica più cinica, gratuita e offensiva.
Entrambi gli approcci, che in teoria dovrebbero interessare solo le punte più fanatiche degli schieramenti ideologici, sono sempre più legittimati e adottati da schiere di adepti virtuali.
Le opinioni più equilibrate che non propendano per l'uno o per l'altro estremo rischiano di diventare l'eccezione e chi prova a indicare una posizione intermedia diventa suscettibile di attacchi da parte di entrambe le frange.
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Justapilgrim
Inviato il: Sabato, 01-Ago-2020, 19:15
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Nonno Bassotto
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L' umorismo, ben fatto o meno, dovrebbe poter sparare su ogni bersaglio: Leo lo sa fare, e si rintraccia puntualmente la sua bravura nel non creare confusione tra battuta (per cui nessuno dovrebbe prendersela) e messaggio (che può essere irritante e diseducativo).
In pochissimi hanno la sua sensibilità, spesso l'umorismo 'sociale' che si legge è quello greve di Charlie Hebdo, o comunque è tagliato con l'accetta da chi appunto ha più interesse a lanciare un messaggio dietro la battuta.
La triste operazione di sottrazione di intere tematiche alla satira e all'umorismo è un modo maldestro di lanciare un contromessaggio, ma più di ogni altra cosa mette in luce l'incapacità di chi vuole far ridere e di tutti quelli che hanno perso il gusto di farlo senza accompagnare a tutti i costi quella risata a polemica, dietrologia, denuncia sociale.
Bravo Leo, perché la tua pura volontà di divertire è cristallina.
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bgh
Inviato il: Sabato, 01-Ago-2020, 19:18
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Unregistered






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9gni volta che vedo la parola caucasico mi sale il prurito.
Le razze non esistono, checché ne dicano le carte d'identità americane.
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MrNobody
Inviato il: Sabato, 01-Ago-2020, 19:31
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Uomo Mascherato
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QUOTE (Justapilgrim @ Sabato, 01-Ago-2020, 18:15)
L' umorismo, ben fatto o meno, dovrebbe poter sparare su ogni bersaglio: Leo lo sa fare, e si rintraccia puntualmente la sua bravura nel non creare confusione tra battuta (per cui nessuno dovrebbe prendersela) e messaggio (che può essere irritante e diseducativo).
In pochissimi hanno la sua sensibilità, spesso l'umorismo 'sociale' che si legge è quello greve di Charlie Hebdo, o comunque è tagliato con l'accetta da chi appunto ha più interesse a lanciare un messaggio dietro la battuta.
La triste operazione di sottrazione di intere tematiche alla satira e all'umorismo è un modo maldestro di lanciare un contromessaggio, ma più di ogni altra cosa mette in luce l'incapacità di chi vuole far ridere e di tutti quelli che hanno perso il gusto di farlo senza accompagnare a tutti i costi quella risata a polemica, dietrologia, denuncia sociale.
Bravo Leo, perché la tua pura volontà di divertire è cristallina.

Però, anche se concordo, messa così rimane una questione troppo soggettiva.
Il diritto di satira non può basarsi sul fatto che sia più o meno buona, più o meno evidente la sua volontà di divertire-e-basta.
Dovrebbe essere garantito sempre e comunque.
Poi sulla qualità o meno del risultato l'ultima parola dovrebbero averla i lettori (o gli ascoltatori).
E comunque questo tema è più ampio e non riguarda solo la satira... pensiamo (argomento tirato fuori da altri, altrove) al rapporto tra Dylan Dog e le sue donne (o ancora di più a James Bond e le sue Bondgirls).
Non era mai venuto in mente a nessuno di farla diventare una questione di sopraffazione maschilista, fino a poco tempo fa, e uno scrittore che avesse preso in mano il personaggio non avrebbe nemmeno considerato di dover mitigare questa caratteristica del personaggio per non urtare delle sensibilità...
Ora credo che questo aspetto venga considerato, eccome.
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Justapilgrim
Inviato il: Sabato, 01-Ago-2020, 19:55
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Nonno Bassotto
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Il diritto all'umorismo è garantito sempre e comunque: la tendenza alla sottrazione non vince tecnicamente sulla libertà di espressione.
È l'effetto che è dipendente dalla qualità dell'umorista e del destinatario.
Leo ci va pesante, ma ne esce praticamente illeso.
Non c'è alcun invito a schierarsi, il suo umorismo ha il grande pregio di saper scavalcare la dinamica di gruppo e mirare dritto al divertimento del singolo, che anche di fronte allo sberleffo della categoria delicata si fa una risata - magari a denti stretti - e poi non ci pensa più.
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Moreno Roncucci
Inviato il: Domenica, 02-Ago-2020, 01:56
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Detective dell'Impossibile
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Boh, sarà che io quando frequentavo i social (poi mi sono curato e ho smesso) frequentavo frange che usavano SJW come un complimento affettuoso, ma di critiche a Leo per questi aspetti nelle sue storie ne ho lette TANTE.

Più che per Cinzia Otherside, che all'epoca si era già evoluta oltre alla macchietta iniziale (ma oggi non gli avrebbero mai dato il tempo di arrivarci) mi ricordo post ferocissimi in cui gli davano del razzista seguace di Trump per i suoi commenti sl casting della Torcia Umana nell'ultimo film dei FQ o sul casting degli ultimi Star Wars.

E non parlo di attacchi di pochi sconosciuto sul web, ricordo attacchi feroci anche da gente che di follower ne aveva parecchi.

La differenza principale oggi fra gli USA e l'Italia è che in Italia, per adesso, queste cose non escono dai social. Non fanno "pressione" sufficiente sugli editori da fargli rinunciare alle vendite di un libro di Leo.

Negli USA sarebbe già finito sulla lista nera e tutti dovrebbero dichiarare pubbicamente di schifarlo e non parlare piu con lui (o, più probabilmente, vista l'aria che tira avrebbe detto "tengo famiglia" e non avrebbe fatto satira su quelle cose...)


--------------------
Ciao,
/\/\oreno.
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MrNobody
Inviato il: Domenica, 02-Ago-2020, 09:04
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Uomo Mascherato
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QUOTE (Moreno Roncucci @ Domenica, 02-Ago-2020, 00:56)
Boh, sarà che io quando frequentavo i social (poi mi sono curato e ho smesso) frequentavo frange che usavano SJW come un complimento affettuoso, ma di critiche a Leo per questi aspetti nelle sue storie ne ho lette TANTE.

Più che per Cinzia Otherside, che all'epoca si era già evoluta oltre alla macchietta iniziale (ma oggi non gli avrebbero mai dato il tempo di arrivarci) mi ricordo post ferocissimi in cui gli davano del razzista seguace di Trump per i suoi commenti sl casting della Torcia Umana nell'ultimo film dei FQ o sul casting degli ultimi Star Wars.

E non parlo di attacchi di pochi sconosciuto sul web, ricordo attacchi feroci anche da gente che di follower ne aveva parecchi.

La differenza principale oggi fra gli USA e l'Italia è che in Italia, per adesso, queste cose non escono dai social. Non fanno "pressione" sufficiente sugli editori da fargli rinunciare alle vendite di un libro di Leo.

Negli USA sarebbe già finito sulla lista nera e tutti dovrebbero dichiarare pubbicamente di schifarlo e non parlare piu con lui (o, più probabilmente, vista l'aria che tira avrebbe detto "tengo famiglia" e non avrebbe fatto satira su quelle cose...)

Ti ringrazio.
Anch'io qualche polemica la ricordo ma soprattutto in anni più vicini (i fantastici 4 che citi infatti è del 2014 mi pare e anche gli ultimi SW sono recenti).
Mi pare che un po' confermi la mia opinione, soprattutto nella frase "ma oggi non gli avrebbero mai dato il tempo di arrivarci".
Rispetto a te temo invece che queste cose dai social inizino ad uscire, anzi, sono già in Parlamento... Ma non vorrei infilarci la politica che già così siamo su un campo minato.
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fiocotram
Inviato il: Domenica, 02-Ago-2020, 09:24
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Uberlogorrea
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All'inizio Cinzia non era nemmeno un personaggio.
Era solo una battuta, contenuta in una singola vignetta.
Al di là dell'ovvia parodia del "nome da supereroe ispirato da evento fortuito/presagio" (che è ovvia per chi ha letto decine di storie di Batman e ne conosce la tradizione fumettistica, ma molto meno per il lettore casuale), ogni storia è sempre figlia del contesto culturale in cui è germinata.

I fumetti sono lo specchio del contesto culturale in cui nascono.
Lo stesso Ortolani ha più volte espresso amore per il ciclo dei FQ di Lee e Kirby, un ciclo però che trasudava ancora versioni stereotipate di personaggi stranieri, specie quelli provenienti da oltrecortina.
Oggi noi non diciamo "Che belli che erano i tempi della guerra fredda, dove potevi ancora rappresentare un russo come un subnormale, con la celebre logica del cattivo deforme alla Jack Kirby, grafica però mutuata dalla scuola del fumetto propagandistico/di guerra con supereroi!"
Dici, semplicemente: "I tempi erano diversi, il fumetto non fa che rifletterli".
Non dici "La cancel culture ci ha vietato di rappresentare gli stranieri come mostri". Quando testi e prospettive storiche si sono evolute, abbiamo cominciato ad avere personaggi stranieri ben descritti.

Allo stesso modo, Leo ha sempre inserito riferimenti alla commedia all'italiana (basti pensare al ratto che fa le facce di Fantozzi), che per tradizione è sempre stata influenzata da una visione maschilista dell'umorismo, in cui i gay sono e saranno sempre irrimediabilmente "i froci" da deridere con battute da caserma.
Perfino un film come "La Patata Bollente", che tra un tormentone di Pozzetto e uno spogliarello della Fenech (elementi commerciali irrinunciabili in quel tipo di prodotto), che tentava di costruire un discorso serio e meno omofobico sui gay, per mezzo del ruolo interpretato da un convincente e fragile Ranieri e che peraltro ha il merito di denunciare l'ambiguità nelle lotte LGBT della stessa sinistra italiana, permane una certa visione stereotipata delle problematiche omosessuali.
Ma anche qui, è effetto dei tempi.

Oggi non possiamo pretendere che i meccanismi della risata siano IDENTICI a quelli degli anni Ottanta e Novanta. La cultura è CAMBIATA.
Gli omosessuali sono usciti allo scoperto, vogliono i loro diritti, ci siedono accanto e non si vergognano di essere nostri colleghi o amici.
Oggi pretendere di scherzare con lo stesso maschilismo da caserma che si usava quando amare persone dello stesso sesso poteva essere un segreto da portarsi nella tomba (magari ridendo delle stesse battute da caserma degli amici, senza avere il coraggio di palesarsi anche a causa di cose del genere) significa essere fuori dal proprio tempo e ostinarsi a glorificare punti di vista paleolitici.

Tornando al personaggio di Cinzia, in quella prima storia di Rat-man il personaggio non aveva ancora un background, non aveva un cast di personaggi e la caratterizzazione in pratica non esisteva.

Nel n.7 dell'originale albo di Rat-man Leo inizia le storie a puntate, con "Il ritorno della squadra segreta", una storia in cui si pone il primo tassello di una saga fumettistica complessa, che avrà un inizio e anche una fine e che sarà costellata di personaggi delineati in maniera impeccabile.

Cinzia appare per la prima volta proprio qui. Sebbene alcuni aspetti stereotipati sulla transessualità facciano da sempre parte del personaggio, il lavoro di caratterizzazione fatto su di lei numero dopo numero ne ha fatto uno dei più amati comprimari della saga.

Faccio anche notare un aspetto importante delle sue interazioni col resto del mondo narrativo della serie.
Il personaggio che più di tutti la sfotte nelle storie è Rat-man stesso, anche nel tentativo di respingere il suo amore palese, credo per effetto di un'insicurezza di fondo che il ratto nutre in tutta la sua sfera sessuale-emotiva.

Ma Rat-man, nella logica di Leo, NON E' il personaggio che incarna il lettore , ma semmai è una versione dei DIFETTI del lettore stesso. Tutte le caratteristiche come pigrizia, disordine, tendenza a dare agli altri le colpe (ricordo quando dice "Non piaccio a nessuno, chissà qual è il LORO problema?")... è un personaggio che chiaramente Leo rappresenta come un concentrato di tutte le cose che odia, magari in percentuale non solo negli altri ma anche in se stesso, ma il concetto è quello.

Quindi il fatto che il detrattore principale di Cinzia sia Rat-man dovrebbe dire qualcosa anche al lettore, in termini di decodifica testuale.

Di sicuro a me non verrebbe in mente che Leo voglia scherzare sui trans libero dalle paventate conseguenze della cancel culture.

In Ortolani che c'è sempre stata una certa tendenza allo black humour in lui e "Le meraviglie della Natura" sono qui a mostrarcelo, è revisionismo puro
pensare che non abbia avuto critiche per questo.

Semplicemente, se n'è fregato ed è andato avanti.


Il concetto di fare satira e black humour senza che questo possa generare critiche contrastanti è un po' come i falsi miti, stile "Età dell'oro". In realtà è sempre successo. C'è chi ha la corazza e regge alle critiche tirando dritto e c'è chi decide di fare vittimismo e cade nella sindrome di accerchiamento. L'unica cosa che cambia tra ieri e oggi è che gli indignati hanno un rilievo maggiore grazie ai social network.
Questo credo sia un problema degli USA come dell'Italia.


Forse la differenza negli USA è che le aziende per tradizione hanno sempre dato molto rilievo al concetto di "consumatore" e ai "diritti dell'acquirente"... a livello sociologico, in un paese in cui la militanza politica praticamente non è mai esistita, c'è la tendenza a dare al proprio ruolo di acquirente di un prodotto una valenza quasi politica, sentendosi "rappresentati" solo e unicamente quando si spendono soldi per qualcosa. Le associazioni dei consumatori sono più organizzate e combattive e questo fa si che le aziende diano molto spazio alle lamentele e tentino di favorire il dialogo per evitare eventuali danni alle vendite causata da consumo critico. Del resto cose come la customer care e i posti di lavoro basati sull'accogliere lamentele per poi cercare di convincere il cliente deviandone le lamentele verso bonus o altri acquisti, sono state inventate lì.


Il dualismo del commercio americano è una lotta eterna tra venditore e consumatore, in cui il venditore lascia al cliente lo spazio per lamentarsi e vede la stessa lamentela come una "sfida" che lo invita a cercare di riportare il cliente dalla propria parte. La cosa si è evoluta sui social.... e mentre prima c'era il classico "servizio clienti" adesso le aziende danno retta a quello che viene detto in rete con un'attenzione forse un po' troppo maniacale, che non tiene conto di come le critiche online spesso siano ossessive e infuocate perché riflettono la frustrazione dei commentatori.

La mancanza di militanza politica e sindacale si riflette anche sul modo in cui si difendono i propri diritti sul posto di lavoro.

Se una persona ritiene minacciato il proprio posto di lavoro a causa delle critiche, forse dovrebbe rivolgere le proprie istanze a un tribunale e pretendere che le aziende non possano licenziare solo sulla base di opinioni e battute.

Parlare di Cancel Culture in quei casi significa non accorgersi di chi dovrebbe essere il tuo vero nemico, ossia chi realmente ti cagiona un danno, per il quale dovresti ricorrere alla LEGGE e far valere i tuoi specifici diritti in merito.

Il resto è sacrosanto diritto alla critica.
E' lecito trovare sgradevole qualcosa e commentarlo.
Anche se si trattasse di Ortolani.

Dire quello che si pensa non è cancellazione della cultura.
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MrNobody
Inviato il: Domenica, 02-Ago-2020, 10:22
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QUOTE (fiocotram @ Domenica, 02-Ago-2020, 08:24)
All'inizio Cinzia non era nemmeno un personaggio.
Era solo una battuta, contenuta in una singola vignetta.
Al di là dell'ovvia parodia del "nome da supereroe ispirato da evento fortuito/presagio" (che è ovvia per chi ha letto decine di storie di Batman e ne conosce la tradizione fumettistica, ma molto meno per il lettore casuale), ogni storia è sempre figlia del contesto culturale in cui è germinata.

I fumetti sono lo specchio del contesto culturale in cui nascono.
Lo stesso Ortolani ha più volte espresso amore per il ciclo dei FQ di Lee e Kirby, un ciclo però che trasudava ancora versioni stereotipate di personaggi stranieri, specie quelli provenienti da oltrecortina.
Oggi noi non diciamo "Che belli che erano i tempi della guerra fredda, dove potevi ancora rappresentare un russo come un subnormale, con la celebre logica del cattivo deforme alla Jack Kirby, grafica però mutuata dalla scuola del fumetto propagandistico/di guerra con supereroi!"
Dici, semplicemente: "I tempi erano diversi, il fumetto non fa che rifletterli".
Non dici "La cancel culture ci ha vietato di rappresentare gli stranieri come mostri". Quando testi e prospettive storiche si sono evolute, abbiamo cominciato ad avere personaggi stranieri ben descritti.

Allo stesso modo, Leo ha sempre inserito riferimenti alla commedia all'italiana (basti pensare al ratto che fa le facce di Fantozzi), che per tradizione è sempre stata influenzata da una visione maschilista dell'umorismo, in cui i gay sono e saranno sempre irrimediabilmente "i froci" da deridere con battute da caserma.
Perfino un film come "La Patata Bollente", che tra un tormentone di Pozzetto e uno spogliarello della Fenech (elementi commerciali irrinunciabili in quel tipo di prodotto), che tentava di costruire un discorso serio e meno omofobico sui gay, per mezzo del ruolo interpretato da un convincente e fragile Ranieri e che peraltro ha il merito di denunciare l'ambiguità nelle lotte LGBT della stessa sinistra italiana, permane una certa visione stereotipata delle problematiche omosessuali.
Ma anche qui, è effetto dei tempi.

Oggi non possiamo pretendere che i meccanismi della risata siano IDENTICI a quelli degli anni Ottanta e Novanta. La cultura è CAMBIATA.
Gli omosessuali sono usciti allo scoperto, vogliono i loro diritti, ci siedono accanto e non si vergognano di essere nostri colleghi o amici.
Oggi pretendere di scherzare con lo stesso maschilismo da caserma che si usava quando amare persone dello stesso sesso poteva essere un segreto da portarsi nella tomba (magari ridendo delle stesse battute da caserma degli amici, senza avere il coraggio di palesarsi anche a causa di cose del genere) significa essere fuori dal proprio tempo e ostinarsi a glorificare punti di vista paleolitici.

Tornando al personaggio di Cinzia, in quella prima storia di Rat-man il personaggio non aveva ancora un background, non aveva un cast di personaggi e la caratterizzazione in pratica non esisteva.

Nel n.7 dell'originale albo di Rat-man Leo inizia le storie a puntate, con "Il ritorno della squadra segreta", una storia in cui si pone il primo tassello di una saga fumettistica complessa, che avrà un inizio e anche una fine e che sarà costellata di personaggi delineati in maniera impeccabile.

Cinzia appare per la prima volta proprio qui. Sebbene alcuni aspetti stereotipati sulla transessualità facciano da sempre parte del personaggio, il lavoro di caratterizzazione fatto su di lei numero dopo numero ne ha fatto uno dei più amati comprimari della saga.

Faccio anche notare un aspetto importante delle sue interazioni col resto del mondo narrativo della serie.
Il personaggio che più di tutti la sfotte nelle storie è Rat-man stesso, anche nel tentativo di respingere il suo amore palese, credo per effetto di un'insicurezza di fondo che il ratto nutre in tutta la sua sfera sessuale-emotiva.

Ma Rat-man, nella logica di Leo, NON E' il personaggio che incarna il lettore , ma semmai è una versione dei DIFETTI del lettore stesso. Tutte le caratteristiche come pigrizia, disordine, tendenza a dare agli altri le colpe (ricordo quando dice "Non piaccio a nessuno, chissà qual è il LORO problema?")... è un personaggio che chiaramente Leo rappresenta come un concentrato di tutte le cose che odia, magari in percentuale non solo negli altri ma anche in se stesso, ma il concetto è quello.

Quindi il fatto che il detrattore principale di Cinzia sia Rat-man dovrebbe dire qualcosa anche al lettore, in termini di decodifica testuale.

Di sicuro a me non verrebbe in mente che Leo voglia scherzare sui trans libero dalle paventate conseguenze della cancel culture.

In Ortolani che c'è sempre stata una certa tendenza allo black humour in lui e "Le meraviglie della Natura" sono qui a mostrarcelo, è revisionismo puro
pensare che non abbia avuto critiche per questo.

Semplicemente, se n'è fregato ed è andato avanti.


Il concetto di fare satira e black humour senza che questo possa generare critiche contrastanti è un po' come i falsi miti, stile "Età dell'oro". In realtà è sempre successo. C'è chi ha la corazza e regge alle critiche tirando dritto e c'è chi decide di fare vittimismo e cade nella sindrome di accerchiamento. L'unica cosa che cambia tra ieri e oggi è che gli indignati hanno un rilievo maggiore grazie ai social network.
Questo credo sia un problema degli USA come dell'Italia.


Forse la differenza negli USA è che le aziende per tradizione hanno sempre dato molto rilievo al concetto di "consumatore" e ai "diritti dell'acquirente"... a livello sociologico, in un paese in cui la militanza politica praticamente non è mai esistita, c'è la tendenza a dare al proprio ruolo di acquirente di un prodotto una valenza quasi politica, sentendosi "rappresentati" solo e unicamente quando si spendono soldi per qualcosa. Le associazioni dei consumatori sono più organizzate e combattive e questo fa si che le aziende diano molto spazio alle lamentele e tentino di favorire il dialogo per evitare eventuali danni alle vendite causata da consumo critico. Del resto cose come la customer care e i posti di lavoro basati sull'accogliere lamentele per poi cercare di convincere il cliente deviandone le lamentele verso bonus o altri acquisti, sono state inventate lì.


Il dualismo del commercio americano è una lotta eterna tra venditore e consumatore, in cui il venditore lascia al cliente lo spazio per lamentarsi e vede la stessa lamentela come una "sfida" che lo invita a cercare di riportare il cliente dalla propria parte. La cosa si è evoluta sui social.... e mentre prima c'era il classico "servizio clienti" adesso le aziende danno retta a quello che viene detto in rete con un'attenzione forse un po' troppo maniacale, che non tiene conto di come le critiche online spesso siano ossessive e infuocate perché riflettono la frustrazione dei commentatori.

La mancanza di militanza politica e sindacale si riflette anche sul modo in cui si difendono i propri diritti sul posto di lavoro.

Se una persona ritiene minacciato il proprio posto di lavoro a causa delle critiche, forse dovrebbe rivolgere le proprie istanze a un tribunale e pretendere che le aziende non possano licenziare solo sulla base di opinioni e battute.

Parlare di Cancel Culture in quei casi significa non accorgersi di chi dovrebbe essere il tuo vero nemico, ossia chi realmente ti cagiona un danno, per il quale dovresti ricorrere alla LEGGE e far valere i tuoi specifici diritti in merito.

Il resto è sacrosanto diritto alla critica.
E' lecito trovare sgradevole qualcosa e commentarlo.
Anche se si trattasse di Ortolani.

Dire quello che si pensa non è cancellazione della cultura.

Troppe osservazioni molte in contrasto tra loro, e il tuo parere alla fine non lo capisco...


Da una parte dici (mi pare) che un certo tipo di caratterizzazione ormai non hanno più senso perchè i tempi sono cambiati (la cultura è CAMBIATA) e abbiamo una visione più matura di certe tematiche.
Alla fine però dici (mi pare) che chi scrive se ne dovrebbe fregare e tirare avanti.

Poi spieghi il personaggio di Cinzia (che vabbè, era solo un esempio, ma la scorrettezza di Ratman era in ogni pagina) e i meccanismi della risata in Ratman (quelli che ha raccontato mi tornano ma anche mille altri).

Poi accenni alle associazioni dei consumatori, alle costumer care arrivando fino alla militanza politica e sindacale... parecchi passaggi li salti ma il tutto è pure interessante ma non si capisce se la trovi un evoluzione utile o dannosa.

E concludi con il ricorrere alla LEGGE come unico modo corretto di far valere i proprio diritti (giusto ma con Ellis mi pare che la pensassi diversamente... MA LASCIAMO PERDERE ELLIS ORA, SCUSAAAA :-)).
Infine: "Dire quello che si pensa non è cancellazione della cultura."


Sicuramente è un limite mio non riuscire a seguire il filo logico del discorso, ma mi pare che un'analisi di questo tipo (interessante e ti ringrazio del tempo che ci hai speso) rischi di portare fuori strada perchè affronta troppi sottotemi e non ne chiude nessuno.
Alla fine il risultato per chi legge (per me, scusa, non per chi legge) è quello di avere davanti tanti, troppi spunti di riflessione che indirizzano verso tante altre discussioni potenzialmente interessanti ma che mandano un po' in vacca questa.
Ripeto, limite mio... nella mia deformazione professionale cerco sempre di procedere per semplificazioni successive, tu fai l'esatto contrario... per questo probabilmente non riusciamo ad arrivare mai ad un punto d'accordo.

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