Ho letto
L'ATTRAZIONE (
L'aimant, Coconino Press), opera prima - e al momento unica - di Lucas Harari. Mi sembra che sia stata completamente ignorata qui sul forum, non ne ho trovato menzione neanche nel topic delle letture.
E' il racconto, dai tratti vagamente borgesiani, di un giovane universitario che ha mollato gli studi, Pierre, e che decide di recarsi nella città termale di Vals, in Svizzera. L'argomento della sua tesi di architettura, andata perduta, erano proprio le terme della cittadina, e il ragazzo, che pure non ha più intenzione di laurearsi, si sente in qualche modo inevitabilmente attratto da quella località, e decide di recarsi lì per 'chiudere i conti'.
La storia inizia in maniera realistica, ma piano piano un sottile filo di inquietudine si fa strada, i toni virano - non a caso ho citato Borges - sul fantastico (non fantasy, c'è una differenza), e si insinua anche lo spettro di un 'labirinto', figura cara allo scrittore argentino.
La cosa più bella del fumetto sono i disegni: non ho letto niente di suo, ma mi hanno ricordato le tavole che ho potuto ammirare in rete del fumettista francese Serge Clerc, con colori carichi ed essenziali (gradazioni di bianco, rosso, nero, blu, e nient'altro), e una linea chiara moderna e piuttosto "spezzata". Contribuiscono a creare un'atmosfera di grande fascino, bisogna ammettere. Curiosa anche la scelta di costruire tutte le tavole come blocchi unici di vignette, senza gli iconici "spazi bianchi", e facendo solo affidamento a sottili linee nere per dividere le vignette. Linee che spesso si fanno impercettibili, e che vengono impiegate dall'autore per creare piccoli giochi di prospettiva o di movimento.
La storia gira... orgogliosamente a vuoto. Non si tratta, come magari uno potrebbe intuire leggendo la sinossi o ammirando l'essenziale copertina, di una vicenda dalle tematiche psicologico/esistenzialiste - come vanno molto di moda oggi, all'interno del vasto e variegato panorama delle graphic novel -, perché tutto è incredibilmente sfumato, e all'autore sembrano importare solo i fatti. Non sappiamo quasi niente di Pierre, se non giusto le due cose che ci vengono spiegate all'inizio, e in generale non riusciamo mai a carpirne i pensieri e le sensazioni. E anche il mistero che riguarda le terme - perché ovviamente un mistero c'è - è...
misterioso. In questo Harari si distanzia molto da Borges: l'argentino cercava sempre, alla fine delle sue opere, di interpretare quanto aveva - fittiziamente - 'sperimentato'. Qui invece a un certo punto la storia... finisce. E il lettore può crogiolarsi nel dubbio.
Ottima l'edizione Coconino, un brossurato di dimensioni 21x29, con un prezzo di gran lunga inferiore rispetto al volume originale francese (23 € contro 28).
Non saprei se consigliarlo, ma è comunque una lettura affascinante.