"Mamma, ma i troll sono fatti così?"
Una vicenda triste e malinconica, ambientata in uno scenario ai confini del mondo - e della Storia. Nell'Islanda ottocentesca, assoggettata alla Danimarca, un bambino dalla forza prodigiosa, Grimr, rimasto orfano viene adottato da Vigmar "il valoroso" (o... "il ladro"?), vagabondo affascinante e scaltro, che gli insegna tutto quello che sa sul mondo. E che ha una convinzione: tempo qualche anno e Grimr sarà cantato in una nuova, grande saga.
Sorta di incrocio fra la Bella e la Bestia e Frankenstein, La saga di Grimr è un fumetto i cui monolitici personaggi vengono tratteggiati con poche linee. E' sufficiente: è il respiro della narrazione che conta, e che interessa all'autore Jérémie Moreau.
Grimr, però, è diverso: enorme e massiccio, è molto più intelligente di quel che appare (non il classico bruto col cervello da bambino), e riserva non poche sorprese, fra cui quella svelata nello spettacolare, bellissimo finale.
Il tenore della storia è cupo e disperato, pieno di violenza e di brutture... e tuttavia non mancano momenti di vera poesia e bellezza.
Un libro amaro e tristissimo, uscito un paio di mesi fa per Tunuè (in un volumetto che ha un prezzo da rapina).
Se volete fare un bel regalo a Natale, avete trovato il candidato ideale.
"Come il metallo del fabbro che si raffredda,
coma la colata di lava che raggiunge il limite della propria espansione,
le nostre vite si cristallizzano.
Ed è soltanto in quest'istante
che si può dire che si è stati.
Quando la colata della nostra vita ha raggiunto la sua forma definitiva."
PS: mi sono appassionato al punto alla materia che ho deciso di acquistare la saga di Gunnarr e Njall, citata più volte nel volume.