NETFLIX, Vol. 3 - Segnalazioni e commenti
The Catalyst |
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Asterix
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Questa volta vado completamente controcorrente. Io ho veramente adorato (e divorato) questa terza stagione, che ho apprezzato per ritmo, costruzione dei personaggi e recitazione.
Concordo che la trama sia sempre più o meno quella e che i rimandi agli anni '80 siano sicuramente forzati, ma francamente la cosa non mi ha disturbato.
Purissimo entertainment, giustamente nella migliore tradizione del periodo a cui si ispira.
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fiocotram |
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Uberlogorrea
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QUOTE (Cap.Crumb @ Martedì, 09-Lug-2019, 12:48) | in binge solo una 15na...
ma dico io, è estate e fa caldo, ma chi cazzo ha tutta questa voglia di starsi a guardare per 10 ore un telefilm che si può vedere quando cazzo gli và?
il genere umano mi risulta sempre più proccupante. |
Perché Stranger Things è uno di quei prodotti il cui successo oggi è indissolubilmente legato alla bravura di chi fa marketing. ST non è una serie semplicemente "messa" su Netflix e aggiunta al carnet di opzioni a disposizione dello spettatore per giustificare la retta mensile... è una "serie evento", una di quelle che nell'intenzione dei gestori dovrebbe SPINGERE le persone a sottoscrivere abbonamenti per vederla. E come si trasforma in un evento? Uno dei modi è farle fare un battesimo di fuoco di recensioni ultra-positive da parte di portali specializzati e stampa web diffuse e condivise. Poi martellare per mesi non solo nelle pubblicità esterne ma anche nei suggerimenti per chi guarda altra roba la serie stessa (a volte me la mettevano come suggerimento in modi assolutamente arbitrari confrontata a quello che realmente stavo vedendo). Insomma è una logica di aspettativa che non è molto diversa dai vecchi meccanismi della TV. Certo, molto di tutto questo è possibile perché lo spettatore, me compreso, si lascia abbindolare. Poi vabbé non mitizzerei l'estate come antidoto allo streaming... tu probabilmente vivi ancora in zone in cui è bello passeggiare al fresco (io ci vivevo una volta ) ma ti assicuro che l'estate a Milano, lavorando, porta molta gente a considerare desiderabile una serata di binge watching con l'aria condizionata piuttosto che vagare di sera in un clima asfissiante per diversi motivi
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Cap.Crumb |
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MR. NATURAL
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QUOTE (fiocotram @ Martedì, 09-Lug-2019, 23:15) | QUOTE (Cap.Crumb @ Martedì, 09-Lug-2019, 12:48) | in binge solo una 15na...
ma dico io, è estate e fa caldo, ma chi cazzo ha tutta questa voglia di starsi a guardare per 10 ore un telefilm che si può vedere quando cazzo gli và?
il genere umano mi risulta sempre più proccupante. |
Perché Stranger Things è uno di quei prodotti il cui successo oggi è indissolubilmente legato alla bravura di chi fa marketing. ST non è una serie semplicemente "messa" su Netflix e aggiunta al carnet di opzioni a disposizione dello spettatore per giustificare la retta mensile... è una "serie evento", una di quelle che nell'intenzione dei gestori dovrebbe SPINGERE le persone a sottoscrivere abbonamenti per vederla. E come si trasforma in un evento? Uno dei modi è farle fare un battesimo di fuoco di recensioni ultra-positive da parte di portali specializzati e stampa web diffuse e condivise. Poi martellare per mesi non solo nelle pubblicità esterne ma anche nei suggerimenti per chi guarda altra roba la serie stessa (a volte me la mettevano come suggerimento in modi assolutamente arbitrari confrontata a quello che realmente stavo vedendo). Insomma è una logica di aspettativa che non è molto diversa dai vecchi meccanismi della TV. Certo, molto di tutto questo è possibile perché lo spettatore, me compreso, si lascia abbindolare. Poi vabbé non mitizzerei l'estate come antidoto allo streaming... tu probabilmente vivi ancora in zone in cui è bello passeggiare al fresco (io ci vivevo una volta ) ma ti assicuro che l'estate a Milano, lavorando, porta molta gente a considerare desiderabile una serata di binge watching con l'aria condizionata piuttosto che vagare di sera in un clima asfissiante per diversi motivi |
quoto il discorso killer app, considerando il battage pubblicitario derivato anche dalla tv generalista, ci può stare che si sia alzata la "febbre", ma rimango cmq dubbioso sulla lucidità sociale della questione. o magari sono solo invidioso perchè la mia lei ancora vede la seconda stg e quindi tocca aspettarla.
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tetsuya |
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Unregistered
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QUOTE (fiocotram @ Martedì, 09-Lug-2019, 22:15) | Insomma è una logica di aspettativa che non è molto diversa dai vecchi meccanismi della TV. Certo, molto di tutto questo è possibile perché lo spettatore, me compreso, si lascia abbindolare. |
A me ST piace talmente tanto che in queste serate ho preferito guardarmi dei film con Chuck Norris (ok, mi serviva qualcosa di leggero mentre disegnavo )
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Owen Crawford |
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Anti-Monitor
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QUOTE (Neutron @ Mercoledì, 10-Lug-2019, 00:24) | i vecchi sono nostalgici e pure i giovani sono nostalgici.
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sui vecchi nostalgici ci può stare, ma sui giovani non penso.
anni fa c'era happy days: prodotto negli anni '70 ma ambientato negli anni '50. i ragazzini che all'epoca lo guardavano erano nostalgici di un'epoca di 20 anni prima, che loro non hanno mai vissuto? no. guardavano un telefilm divertente (fino al salto dello squalo, ma questa è un'altra storia), ambientato in un'epoca passata, ma raccontato con un linguaggio moderno. io lo guardavo negli anni '80 e poco mi fregava che parlasse di eventi di 30 anni prima. mi piaceva perché era fatto bene.
altro esempio di prodotto nostalgico: i guardiani della galassia (i due film, ovviamente). ai ragazzini che vanno al cinema a vedere esplosioni e navi spaziali frega qualcosa del cameo di david hasseloff, di peter quill che viaggia nello spazio ma ascolta musica ancora su un walkman con le cuffie tristissime? no, vedono un prodotto moderno con citazioni che magari a loro dicono nulla ma si fanno due risate, che le capiscano o no. (detto tra noi, a me in quei due film, tutto il citazionismo anni '80 aveva anche un po' stancato).
la stessa cosa per stranger things. una storia ambientata negli anni '80 come lo erano i goonies, gremlins, ghostbusters e tutti gli altri film dell'epoca che oggi sono considerati "classici" ma fatto con una narrazione moderna ed effetti speciali che all'epoca erano impensabili.
in tutto questo "l'effetto nostalgia" è un plus ma non l'elemento che mantiene in moto il tutto. l'elemento che tiene in moto il tutto sono gli attori, i personaggi, le situazioni tra i medesimi.
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Gambitt |
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Minuteman
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Complice il brutto tempo del weekend ho iniziato e finito la terza stagione di Stranger Things anche io. E l'ho adorata, probabilmente tra le tre è la mia preferita. Perché è fatta bene. Non appena ingrana (più o meno dopo il terzo episodio, visto che i primi sono di antefatto) ha un ritmo serrato e coinvolgente, con 4 investigazioni su due fenomeni che convergono nei due episodi finali in perfetto film d'azione/fantastico/horror. La serie è divertente, incalzante, recitata bene, diretta bene, scritta con tutte quelle ingenuità del genere e molte strizzatine d'occhio (qualcuno direbbe ruffianerie, ma consepevoli e trasformate in punto di forza) che funzionano bene nel loro insieme. Con quella punta di horror giusta per far sentire il pericolo ma non troppo, quel coraggio giusto per far uscire di scena dei personaggi di punta ma dando a tutti il loro spazio, quell'intelligenza giusta da accennare a diversi temi con leggerezza e senza svilupparli troppo per non appesantire (a parte il tema dell'identità di Eleven, della crescita dei ragazzi, dell'emancipazione femminista di Nancy e del suo privilegio di ragazza di famiglia ricca, di Robin lesbica, qualcun altro ha avuto il sospetto che stiano facendo sviluppare Will come gay?) , quel cuore giusto da saper costruire personaggi credibili e tridimensionali di cui ti importa sapere come va a finire. Trovo curioso chi critica a prescindere la serie come fenomeno di marketing senza attribuirle il suo valore come opera a sé stante indipendentemente dal battage pubblicitario, per due motivi: 1) TUTTI i prodotti commerciali di questo genere sono mirati al marketing, chi più e chi meno riuscito. Non sono fatti per parlare di chissà quali temi o fare arte, devono vendere, possibilmente anche dopo la fine della visione. 2) Il grande e piccolo schermo sfornano prodotti del genere d'azione ogni anno e bene o male li pubblicizzano tutti, ma alcuni funzionano e altri vengono dimenticati. Se un Gurdiani della galassia funziona mentre un Valerian no è perché nel suo genere il prmo è fatto bene e fa quello che deve fare: intrattenere più gente possibile nel modo più diretto, immediato e furbo possibile. Netflix ha fatto una campagna pubblicitaria anche più invasiva per Umbrella Academy, eppure non ha avuto lo stesso impatto di Stranger Things. Quello che sembrate dire è che è la pubblicità a rendere un prodotto un evento, mentre non è così. Se la sostanza non c'è, il prodotto viene subito dimenticato, indipentemente da quante volte fai passare uno spot in TV. A volte credo che l'unico motivo per cui determinati film siano riusciti a diventare di culto tra gli anni 80 e i 90 è che Internet e i criticoni da tastiera non esistevano, altrimenti al giorno d'oggi tutti sti sequel di Star Wars non esisterebbero
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The Catalyst |
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Asterix
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QUOTE (Gambitt @ Domenica, 14-Lug-2019, 12:24) | Complice il brutto tempo del weekend ho iniziato e finito la terza stagione di Stranger Things anche io.
E l'ho adorata, probabilmente tra le tre è la mia preferita. Perché è fatta bene. Non appena ingrana (più o meno dopo il terzo episodio, visto che i primi sono di antefatto) ha un ritmo serrato e coinvolgente, con 4 investigazioni su due fenomeni che convergono nei due episodi finali in perfetto film d'azione/fantastico/horror. La serie è divertente, incalzante, recitata bene, diretta bene, scritta con tutte quelle ingenuità del genere e molte strizzatine d'occhio (qualcuno direbbe ruffianerie, ma consepevoli e trasformate in punto di forza) che funzionano bene nel loro insieme. Con quella punta di horror giusta per far sentire il pericolo ma non troppo, quel coraggio giusto per far uscire di scena dei personaggi di punta ma dando a tutti il loro spazio, quell'intelligenza giusta da accennare a diversi temi con leggerezza e senza svilupparli troppo per non appesantire (a parte il tema dell'identità di Eleven, della crescita dei ragazzi, dell'emancipazione femminista di Nancy e del suo privilegio di ragazza di famiglia ricca, di Robin lesbica, qualcun altro ha avuto il sospetto che stiano facendo sviluppare Will come gay?) , quel cuore giusto da saper costruire personaggi credibili e tridimensionali di cui ti importa sapere come va a finire.
Trovo curioso chi critica a prescindere la serie come fenomeno di marketing senza attribuirle il suo valore come opera a sé stante indipendentemente dal battage pubblicitario, per due motivi:
1) TUTTI i prodotti commerciali di questo genere sono mirati al marketing, chi più e chi meno riuscito. Non sono fatti per parlare di chissà quali temi o fare arte, devono vendere, possibilmente anche dopo la fine della visione.
2) Il grande e piccolo schermo sfornano prodotti del genere d'azione ogni anno e bene o male li pubblicizzano tutti, ma alcuni funzionano e altri vengono dimenticati. Se un Gurdiani della galassia funziona mentre un Valerian no è perché nel suo genere il prmo è fatto bene e fa quello che deve fare: intrattenere più gente possibile nel modo più diretto, immediato e furbo possibile. Netflix ha fatto una campagna pubblicitaria anche più invasiva per Umbrella Academy, eppure non ha avuto lo stesso impatto di Stranger Things. Quello che sembrate dire è che è la pubblicità a rendere un prodotto un evento, mentre non è così. Se la sostanza non c'è, il prodotto viene subito dimenticato, indipentemente da quante volte fai passare uno spot in TV.
A volte credo che l'unico motivo per cui determinati film siano riusciti a diventare di culto tra gli anni 80 e i 90 è che Internet e i criticoni da tastiera non esistevano, altrimenti al giorno d'oggi tutti sti sequel di Star Wars non esisterebbero |
hai espresso in maniera estesa esattamente il mio parere. Quoto e straquoto
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batigol |
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QUOTE (The Catalyst @ Domenica, 14-Lug-2019, 05:44) | QUOTE (Gambitt @ Domenica, 14-Lug-2019, 12:24) | Complice il brutto tempo del weekend ho iniziato e finito la terza stagione di Stranger Things anche io.
E l'ho adorata, probabilmente tra le tre è la mia preferita. Perché è fatta bene. Non appena ingrana (più o meno dopo il terzo episodio, visto che i primi sono di antefatto) ha un ritmo serrato e coinvolgente, con 4 investigazioni su due fenomeni che convergono nei due episodi finali in perfetto film d'azione/fantastico/horror. La serie è divertente, incalzante, recitata bene, diretta bene, scritta con tutte quelle ingenuità del genere e molte strizzatine d'occhio (qualcuno direbbe ruffianerie, ma consepevoli e trasformate in punto di forza) che funzionano bene nel loro insieme. Con quella punta di horror giusta per far sentire il pericolo ma non troppo, quel coraggio giusto per far uscire di scena dei personaggi di punta ma dando a tutti il loro spazio, quell'intelligenza giusta da accennare a diversi temi con leggerezza e senza svilupparli troppo per non appesantire (a parte il tema dell'identità di Eleven, della crescita dei ragazzi, dell'emancipazione femminista di Nancy e del suo privilegio di ragazza di famiglia ricca, di Robin lesbica, qualcun altro ha avuto il sospetto che stiano facendo sviluppare Will come gay?) , quel cuore giusto da saper costruire personaggi credibili e tridimensionali di cui ti importa sapere come va a finire.
Trovo curioso chi critica a prescindere la serie come fenomeno di marketing senza attribuirle il suo valore come opera a sé stante indipendentemente dal battage pubblicitario, per due motivi:
1) TUTTI i prodotti commerciali di questo genere sono mirati al marketing, chi più e chi meno riuscito. Non sono fatti per parlare di chissà quali temi o fare arte, devono vendere, possibilmente anche dopo la fine della visione.
2) Il grande e piccolo schermo sfornano prodotti del genere d'azione ogni anno e bene o male li pubblicizzano tutti, ma alcuni funzionano e altri vengono dimenticati. Se un Gurdiani della galassia funziona mentre un Valerian no è perché nel suo genere il prmo è fatto bene e fa quello che deve fare: intrattenere più gente possibile nel modo più diretto, immediato e furbo possibile. Netflix ha fatto una campagna pubblicitaria anche più invasiva per Umbrella Academy, eppure non ha avuto lo stesso impatto di Stranger Things. Quello che sembrate dire è che è la pubblicità a rendere un prodotto un evento, mentre non è così. Se la sostanza non c'è, il prodotto viene subito dimenticato, indipentemente da quante volte fai passare uno spot in TV.
A volte credo che l'unico motivo per cui determinati film siano riusciti a diventare di culto tra gli anni 80 e i 90 è che Internet e i criticoni da tastiera non esistevano, altrimenti al giorno d'oggi tutti sti sequel di Star Wars non esisterebbero |
hai espresso in maniera estesa esattamente il mio parere. Quoto e straquoto |
Concordo al 100% Solo applausi Che poi Stranger things la prendo per quello che è, una serie che vuole intrattenere e divertire. Non mi va a toccare corde nostalgiche.
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fiocotram |
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Uberlogorrea
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Su ST3 non dico altro visto che per ora dopo i primi due episodi non ho intenzione di proseguirla.
Dico solo in DUE stagioni l'unica cosa che mi ha portato a vederla è un senso di aspettativa sempre crescente che non ha mai trovato sbocco concreto. Il che puà pure passare... ma che perfino i finali delle due serie siano quasi speculari l'uno con l'altro, differenziandosi solo per qualche morte in più e un paio d'aggiunte, proprio no.
Sul fatto di essere "realizzato bene", oggi è veramente difficile realizzare un prodotto televisivo o cinematografico "male" in senso puramente formale. L'evoluzione delle tecniche di ripresa e degli strumenti ha reso possibile proporre spettacoli che a livello puramente visivo sembrano non sfigurare accanto a quel che si vede al cinema. E' così che un film come IT sembri UGUALE a Stranger Things, non solo perché ha un attore in comune con quest'ultimo, ma proprio perché sembra piatto allo stesso modo in termini di storia e sviluppi, con l'unico valore aggiunto di un'estetica gradevole. Questo accade sia che si tratti di un prodotto da piattaforma di streaming sia che si tratti di qualcosa uscito solo al cinema, dvd o blueray. Ma è un merito dei mezzi che si hanno oggi, non di chi fa le cose.
Sul discorso dei film e dei telefilm diventati "cult": il fatto che la costante riproposizione abbia giocato un ruolo determinate è testimoniata dalla storia del cinema. Per alcuni famosi film, praticamente tutto il loro successo e la notorietà raggiunta deriva dal fatto di essere stati proiettati e riscoperti da alcuni famosi cinema americani negli orari di proiezione notturna. Per fare alcuni nomi: Rocky Horror Picture Show, Eraserhead... Grosso Guaio a Chinatown fu un fiasco al cinema e riscoperto grazie alla diffusione nell'home video e nelle tv private.
Riguardo alla critica, era molto più severa e con molti più paraocchi decenni fa quando ancora non c'era internet. Si ricordano i famigerati critici di sinistra degli anni Settanta, in pieno clima di contrapposizione politica feroce, che bocciavano praticamente qualunque film d''intrattenimento, anche se prodotto da registi di indubbio valore. In confronto a come questo tipo di critici aveva rilevanza e megafono a quei tempi, la critica internettiana di oggi è semplicemente un rumore di fondo tra i tanti. Anzi, si potrebbe dire che ha proprio perso importanza il ruolo del critico nel consigliare film, dato che il meccanismo delle interazioni via social tende a far scegliere i film che prediligono le persone con gusti affini ai nostri.
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Gambitt |
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QUOTE (fiocotram @ Domenica, 14-Lug-2019, 22:53) | Sul fatto di essere "realizzato bene", oggi è veramente difficile realizzare un prodotto televisivo o cinematografico "male" in senso puramente formale. L'evoluzione delle tecniche di ripresa e degli strumenti ha reso possibile proporre spettacoli che a livello puramente visivo sembrano non sfigurare accanto a quel che si vede al cinema. E' così che un film come IT sembri UGUALE a Stranger Things, non solo perché ha un attore in comune con quest'ultimo, ma proprio perché sembra piatto allo stesso modo in termini di storia e sviluppi, con l'unico valore aggiunto di un'estetica gradevole. Questo accade sia che si tratti di un prodotto da piattaforma di streaming sia che si tratti di qualcosa uscito solo al cinema, dvd o blueray. Ma è un merito dei mezzi che si hanno oggi, non di chi fa le cose.
Riguardo alla critica, era molto più severa e con molti più paraocchi decenni fa quando ancora non c'era internet. Si ricordano i famigerati critici di sinistra degli anni Settanta, in pieno clima di contrapposizione politica feroce, che bocciavano praticamente qualunque film d''intrattenimento, anche se prodotto da registi di indubbio valore. In confronto a come questo tipo di critici aveva rilevanza e megafono a quei tempi, la critica internettiana di oggi è semplicemente un rumore di fondo tra i tanti. Anzi, si potrebbe dire che ha proprio perso importanza il ruolo del critico nel consigliare film, dato che il meccanismo delle interazioni via social tende a far scegliere i film che prediligono le persone con gusti affini ai nostri. |
Di nuovo, come altre volte, basi il tuo giudizio sul punto di vista formale invece che guardare l'opera nella sua interezza (tralasciando per altro che con il mio "fatto bene" non parlavo solo di mezzi, ma di ritmo, recitazioni, regia, sceneggiatura). Ti faccio un esempio anche recente: i telefilm di Daredevil e Iron Fist. Entrambi produzioni Netflix, entrambi con lo stesso budget e la stessa promozione. Eppure il primo ha avuto successo di pubblico e critica mentre il secondo è andato tanto male da portare Netflix a cambiare showrunner dopo la prima stagione. Se fosse solo una faccenda di mezzi o di promozione, come sostieni tu, queste differenze non ci sarebbero. Poi vabbè, tu ti sei fatto fregare dalla pubblicità a guardare una serie che evidentemente non era nelle tue corde per due stagioni e due episodi, ma non è che tutto il mondo ragiona con la tua testa e con i tuoi parametri di giudizio. E non è che tu debba necessariamente giustificarti la tua incapacità di apprezzarlo (assolutamente legittima, per carità) con il fatto che piace solo perché ha tanta pubblicità dietro... Sul discorso dei film e dei telefilm diventati "cult": il fatto che la costante riproposizione abbia giocato un ruolo determinate è testimoniata dalla storia del cinema. Per alcuni famosi film, praticamente tutto il loro successo e la notorietà raggiunta deriva dal fatto di essere stati proiettati e riscoperti da alcuni famosi cinema americani negli orari di proiezione notturna. Per fare alcuni nomi: Rocky Horror Picture Show, Eraserhead... Grosso Guaio a Chinatown fu un fiasco al cinema e riscoperto grazie alla diffusione nell'home video e nelle tv private. Sì vabbè ma devono avere dei meriti intrinsechi per spingere la gente ad andare al cinema a vederli e rivederli. Altrimenti puoi riproporre un film quante volte vuoi, ma se alla gente non piace col cazzo che torna a vederlo Riguardo alla critica, era molto più severa e con molti più paraocchi decenni fa quando ancora non c'era internet. Si ricordano i famigerati critici di sinistra degli anni Settanta, in pieno clima di contrapposizione politica feroce, che bocciavano praticamente qualunque film d''intrattenimento, anche se prodotto da registi di indubbio valore. In confronto a come questo tipo di critici aveva rilevanza e megafono a quei tempi, la critica internettiana di oggi è semplicemente un rumore di fondo tra i tanti. Anzi, si potrebbe dire che ha proprio perso importanza il ruolo del critico nel consigliare film, dato che il meccanismo delle interazioni via social tende a far scegliere i film che prediligono le persone con gusti affini ai nostri. Allora o ti contraddici o non ti seguo più. Prima parli di un battage pubblicitario in grado di pilotare i gusti del pubblico tramite, quoto: fare un battesimo di fuoco di recensioni ultra-positive da parte di portali specializzati e stampa web diffuse e condivise. Poi però dici che non conta più la critica ma vale di più il parere dell'utente con gusti simili ai nostri (sulla qual cosa mi trovi anche d'accordo). Quindi Netflix è così potente da pagare tutti i miei contatti di Facebook per le recensioni personali ultra-positive?
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