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> POLITICA ITALIANA VOL. LXI, Povertà no more!
 
Tex
Inviato il: Sabato, 20-Ott-2018, 17:59
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Spirito con la Scure
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fiocotram
Inviato il: Sabato, 20-Ott-2018, 19:15
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QUOTE (Comics Boy @ Sabato, 20-Ott-2018, 06:46)




Comunque attendo con pazienza le risposte di fiocotram...


QUOTE


[...]

a) Il diritto allo sciopero venne abolito per circa 60 anni nell'Unione Sovietica?

b) I sindacati ebbero prevalentemente un ruolo di semplice rappresentanza per quanto concerne le decisioni principali del partito?

c) Lenin fu personalmente responsabile di un numero spropositato di arresti, torture, deportazioni ed uccisioni sia di rivali politici che di civili durante la sua ascesa al potere e successiva amministrazione?

d) Il culto dello Stato e, in misura meno sfacciata, della Nazione russa furono una caratteristica del sistema educativo sovietico?

e) Gramsci parlava di un totalitarismo di sinistra "positivo" contrapposto al totalitarismo fascista nei "Quaderni dal Carcere"?

f) Le politiche del regime fascista concessero o no alcuni diritti sindacali alle masse operaie, come gli assegni familiari, le ferie pagate e la pensione di reversibilità?

Tutte queste domande, di preciso, hanno un senso logico/barra filo conduttore?
Non faresti prima a dirmi cosa vorresti di preciso dimostrare con questa sorta di interrogazione?
No, perché già soltanto prendendo in esame una sola delle domande (quella sul fascismo e sulle pensioni di reversibilità) si rischia di ridurre il preciso quadro storico dello stato sociale italiano a un nozionismo da bar.
Se per esempio volessi chiedermi "Durante il fascismo vennero riconosciuti ai lavoratori determinati diritti"? C'è una risposta banale che è "Sì", e poi c'è bisogno di rammentare tutto il quadro storico e sociale in cui vennero introdotte cose del genere, se non seguivano semplicemente qualcosa che c'era già abbondantemente prima e soprattutto CHI ne poteva beneficiare. Per cui penso che sia abbastanza inutile il gioco di condurre un discorso facendo domande a senso unico.
Anche perché ormai il giudizio storico sul fascismo e sulla repressione che esercitò sui lavoratori è storia, non è chiedendomi se gli impiegati a Natale avevano la tredicesima (mentre gli operai vedevano aumentarsi il carico di lavoro e gli straordinari, giusto per vedere due facce della stessa domanda) che si cancellerà.
Se lo scopo della tua vita è cercare la ragione del TUO anticomunismo nella storia recente e passata, non saranno le mie risposte a convincerti del contrario.


Diversamente, ti risponderò con piacere.
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Inviato il: Sabato, 20-Ott-2018, 20:02
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Barbaro Cimmero
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QUOTE (fiocotram @ Sabato, 20-Ott-2018, 18:15)

Tutte queste domande, di preciso, hanno un senso logico/barra filo conduttore?




I punti a, b e d contestano quello che hai enunciato con fervore finora. E cioè che il fascismo non potesse definirsi anti-capitalista ed anti-borghese, come invece Gentile ripete più volte, perché all'atto pratico (gli scritti ideologici li abbiamo comodamente derubricati come "c*****e") non concedeva diritti di sciopero, i sindacati erano subordinati alla volontà degli organi centrali e lo Stato veniva considerato un'entità i cui dettami scavalcavano i diritti individuali. Se applicassimo simili analisi anche sul regime sovietico non ne uscirebbe un giudizio così differente e non credo sia quello che pensi...

Il punto c è un riferimento al tuo continuo sorvolare sui crimini, quasi mai incidentali bensì calcolati, di cui si è macchiato il tuo modello di riferimento, scaricando comodamente le responsabilità gravi sull'istituzione della dittatura partitica sul successore.

Il punto e si ricollega alla polemica su Gramsci, di cui hai negato ripetutamente qualsiasi elaborazione assolutista anche solo velleitario, in pubblico e privato... e su cui sembri esserti nuovamente azzittito ora che ho condiviso l'opinione del revisionista criptofascista Saviano, edificata sul lavoro bibliografico di un sociologo dell'Università LUISS.


QUOTE
Se per esempio volessi chiedermi "Durante il fascismo vennero riconosciuti ai lavoratori  determinati diritti"? C'è una risposta banale che è "Sì", e poi c'è bisogno di rammentare tutto il quadro storico e sociale in cui vennero introdotte cose del  genere, se non seguivano semplicemente qualcosa che c'era già abbondantemente prima e soprattutto CHI ne poteva beneficiare.


Questo è già diverso da quanto sembravi sostenere un paio di sere fa, quando negavi al fascismo qualsiasi anche minimo interessamento sul tema.


QUOTE
Anche perché ormai il giudizio storico sul fascismo e sulla repressione che esercitò sui lavoratori è storia, non è chiedendomi se gli impiegati  a Natale avevano la tredicesima (mentre gli operai vedevano aumentarsi il carico di lavoro e gli straordinari, giusto per vedere  due facce della stessa domanda) che si cancellerà.


Sicuramente. Vedo, invece, come il giudizio sui milioni di contadini morti di fame per le razzie dell'Armata Rossa durante la guerra civile o mandati nei gulag per essersi rifiutati di consegnare parte del loro raccolto durante i programmi di collettivizzazione tenda ad essere assai più offuscato...


"Giusto per fare un confronto , nel regime sovietico le normative sul lavoro assicuravano un'occupazione adeguata al titolo di studio, l'accesso universale all'istruzione previo superamento di esami, oltre a trasporti, sanità eccetera, tutti completamente gratuiti. Il diritto alla casa era assicurato e il diritto di proprietà da passare ai propri figli era assicurato.
Fino agli anni Sessanta era l'avanguardia dell'educazione in ambito mondiale.
Nelle corporazioni fasciste l'unica cosa ad essere assicurata era il fatto di lavorare e star zitti.
"


Ed anch'io sono convinto che non potrò convincerti del contrario.

Il comunismo è la fede di chi è senza dio, parafrasando Aron.


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Querion
Inviato il: Sabato, 20-Ott-2018, 20:34
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fiocotram
Inviato il: Sabato, 20-Ott-2018, 22:58
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Comicsboy...


Diritto allo sciopero:
Confondi la storia della Russia con l'ideologia socialista. La nazionalizzazione delle industrie fu il risultato di un PRECISO momento storico, la carestia, la guerra civile e la povertà generalizzata che spinse gli organi di governo ad accentrare il controllo dell'industria. Il socialismo "all'atto pratico" non vieta per nessuna ragione agli operai di scioperare. Lo vietò invece la nazione russa, per motivi che puoi comodamente trovare sui libri di storia e che non sto qui a giudicare sul piano morale. Sono accaduti, sono fatti, ne prendo atto, non c'entrano un tubo con l'idea socialista. Non hanno nessuna giustificazione ideologica e nessun rapporto con gli scritti di Marx. I bolscevichi sul piano ideologico hanno agito in maniera contraria allo spirito del marxismo. Avevano una nazione da guidare e l'hanno comunque fatto, dalla loro prospettiva, nel migliore dei modi.

Giudizio su Gramsci.
Quando in pm mi portasti a "prova" della tua tesi alcuni scritti gramsciani li hai completamente decontestualizzati.




Il fascismo NON ERA anticapitalista. Ed è stato il braccio armato della borghesia. La sua funzione, l'unico motivo per cui è stato fatto crescere ed è stato tollerato, era esattamente quella. Il braccio armato dei re e dei borghesi nei confronti dei movimenti operai. E se non sei d'accordo non importa, perché lo stesso SOREL, "maestro" di Mussolini, a un certo punto bollò il fascismo con queste esatte parole.
Abbandonati perfino dall'antenato ideologico illustre...
Levati dalla testa che tu possa attenuare questo DATO STORICO solo perché in Russia i bolscevichi hanno governato in modo mostruoso le tensioni sociali. Nessuno nega la seconda cosa, così come la prima rimane scritta nero su bianco nei documenti che testimoniano il ventennio. Il fascismo non è "diventato" capitalista per ragioni di ordine pubblico o perché, come in Russia, i campi non producevano più nulla e c'era una criisi economica spaventosa... ma perché i suoi stessi CREATORI l'hanno plasmato, da vaga spinta militar-demagoga-nazionalista, in un sistema ARMONICO a quello capitalista. Prova ne è che i diritti di cui tanto sproloquiano i difensori del fascismo ("Ah, ci ha dato la tredicesima, ah ci ha dato questo e quello") erano comunque riservati alle ELITE corporative, non certo al povero operaio.'Quello continuava a lavorare e doveva pure dire grazie allo stato che lo faceva lavorare (solo in funzione di questo,ossia la gloria dello stato, secondo lo statuto dei lavoratori abominevole vergato dai fasci, esisteva il suo lavoro). Poi vabbé, le casse previdenziali esistevano già da prima del Novecento..


Sorvolare sui crimini.
Non solo non ci penso neanche, ma dovresti citarmi i punti dove l'avrei fatto o detto. Quando mai avrei offuscato le razzie dell'Armata Rossa le morti nei gulag? Credo che tu non riesca a distinguere il giudizio storico ed etico che io, come te e come qualunque cittadino di uno stato DEMOCRATICO, dobbiamo doverosamente dare nei confronti di quello che hanno fatto TUTTE le grandi dittature del Novecento nel difficile CONTESTO (stampatela in testa questa parola, ti prego, tatuatela sulla carne viva, i tuoi studi ne trarranno giovamento: CONTESTO STORICO) che hanno attraversato, con l'ideale socialista, che è un modo di interpretare la società e si rapporta ad essa, muta e si evolve con essa, non individua soluzioni preconfezionate.
E mi spiace, ma parlare di socialismo citando i Gulag non significa parlare di socialismo, ma di storia delle dittature. E' una fallacia logica, un distorto artificio retorico che evita di parlare della SOSTANZA della storia del pensiero socialista, pretendendo di incatenarla ad un'unica accezione, quella della conservazione del potere e del governo.
Il socialismo non è legato al fatterello storico a cui tu la vorresti schiavizzata. Se alcune applicazioni pratiche del comunismo hanno fallito, e avrei anche da questionare sul termine applicazione, perché guarda caso gli scritti ideologici dicevano il contrario di quanto fatto dai bolscevichi, non è detto che possano essere riviste ANCHE alla luce di quel che ci ha insegnato la storia, proprio per prevenire future equivalenze di questo tipo.
Questo lo possiamo fare.
Ma il ricatto dei morti nei gulag per evitare di riconoscere la sostanza repressiva e filoborghese/capitalista dei fascismo, anche no, grazie.
Il socialismo e il comunismo hanno una storia diversa, che non è fatta solo di morti ma anche di conquiste negli stati in cui si sono integrati nel processo democratico.


QUOTE

"Giusto per fare un confronto , nel regime sovietico le normative sul lavoro assicuravano un'occupazione adeguata al titolo di studio, l'accesso universale all'istruzione previo superamento di esami, oltre a trasporti, sanità eccetera, tutti completamente gratuiti. Il diritto alla casa era assicurato e il diritto di proprietà da passare ai propri figli era assicurato.
Fino agli anni Sessanta era l'avanguardia dell'educazione in ambito mondiale.
Nelle corporazioni fasciste l'unica cosa ad essere assicurata era il fatto di lavorare e star zitti.
"




Ed è tutto vero. A differenza di te, io non devo convincere nessuno.
E' storia.

QUOTE

Ed anch'io sono convinto che non potrò convincerti del contrario.

Il comunismo è la fede di chi è senza dio, parafrasando Aron.


Vai tranquillo, sono un lettore di Aron e Popper. Ho diversi scritti di Popper a casa (l'ho studiato anche all'università) e "Contro il comunismo" non mi manca. E per quanto riguarda Aron, la sua lettura della storia comunista come processo di identificazione religiosa è provocatoria e affascinante.
Sul materialismo storico invece è stato molto superficiale.
Ma Aron se la prendeva contro chi difendeva acriticamente i bolscevichi e lo stalinismo. A me non interessa riabilitarli. Dico che il socialismo è un'idea più vasta e duttile.

E che il fascismo è e resterà sempre, nella sua essenza e anche fuori dal giudizio che ne ha dato la storia, un sistema organizzato di SOPRAFFAZIONE e discriminazione, laddove il governo di un paese non è un fine, ma un pretesto per legittimare una classe sociale tardo-aristocratica e improduttiva, militarista e razzista.

E di nuovo, non ho nessun bisogno di "convincerti" di questa cosa. A differenza dei tuoi stravaganti accostamenti, la storia e la documentazione parlano già chiarissimo.
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Inviato il: Domenica, 21-Ott-2018, 04:09
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Barbaro Cimmero
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QUOTE (fiocotram @ Sabato, 20-Ott-2018, 21:58)

Diritto allo sciopero:
Confondi la storia della Russia con l'ideologia socialista. La nazionalizzazione delle industrie fu il risultato di un PRECISO momento storico, la carestia, la guerra civile e la povertà generalizzata che spinse gli organi di governo ad accentrare il controllo dell'industria. Il socialismo "all'atto pratico" non vieta per nessuna ragione agli operai di scioperare. Lo vietò invece la nazione russa, per motivi che puoi comodamente trovare sui libri di storia e che non sto qui a giudicare sul piano morale. Sono accaduti, sono fatti, ne prendo atto, non c'entrano un tubo con l'idea socialista. Non hanno nessuna giustificazione ideologica e nessun rapporto con gli scritti di Marx. I bolscevichi sul piano ideologico hanno agito in maniera contraria allo spirito del marxismo. Avevano una nazione da guidare e l'hanno comunque fatto, dalla loro prospettiva, nel migliore dei modi.



Certo. Quando i fascisti sviano dalla loro teoria è perché i loro scritti erano "c*****e" mentre per i bolscevichi si possono trovare sempre attenuanti circostanziali... e così tocchiamo un altro mantra della sinistra ortodossa insieme a "Lenin era un buonuono, Stalin ha rovinato il suo lavoro" o "il comunismo è un concetto bellissimo, sono gli altri che non sanno applicarlo"...


QUOTE
Giudizio su Gramsci.
Quando in pm mi portasti a "prova" della tua tesi alcuni scritti gramsciani li hai completamente decontestualizzati.


Ho citato un passaggio dell'"Elogio del Cazzotto" in cui Gramsci incitava l'uso delle violenza contro un deputato in Parlamento. Tu prima hai commesso una gaffe anacronistica dicendo che il politico in questione era stato attaccato in quanto fascista (lo sarebbe divenuto dieci anni dopo) e poi hai parlato di uno sfogo isolato quando Gramsci nello stesso discorso proponeva la normalizzazione della pratica. E lo confermano anche Saviano ed Orsini nell'articolo su cui continui a sorvolare insieme alla sua classificazione dei vari totalitarismi nei "Quaderni del Carcere" e la sua descrizione del Partito Comunista come "una macchina da guerra" i cui iscritti sono comparabili a dei soldati di leva che debbono obbedire ciecamente alle direttive del comitato centrale. Ma, ancora, evito di riportare le frasi precise perché verrei accusato di estrapolare discorsi per traviarne il significato, perciò divertiti tu a rintracciare questi passaggi e dar loro l'interpretazione che si confà alla tua forma mentis.


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Il fascismo NON ERA anticapitalista. Ed è stato il braccio armato della borghesia. La sua funzione, l'unico motivo per cui è stato fatto crescere ed è stato tollerato, era esattamente quella. Il braccio armato dei re e dei borghesi nei confronti dei movimenti operai. E se non sei d'accordo non importa, perché lo stesso SOREL, "maestro" di Mussolini, a un certo punto bollò il fascismo con queste esatte parole.
Abbandonati perfino dall'antenato ideologico illustre...


Mentre invece tanti altri uomini politici indiscutibilmente di simpatie socialiste, da Getulio Vargas ad Henry Wallace, hanno continuato a guardarlo con ammirazione e prendere esempio da alcune politiche.

Curioso come gli intellettuali filo-borghesi che hanno espresso giudizi positivi sul modello corporativista siano sempre di meno.

Per il resto, lo sanno anche gli asini che Giolitti e grandi industriali pensavano di poter utilizzare Mussolini e le sue squadracce come strumenti per placare le sollevazioni del periodo (si è già detto di quali fossero gli obiettivi di Gramsci e Bordiga) e metterli all'angolo una volta passata quella fase, ma hanno finito per subire essi stessi quel trattamento che volevano riservargli. Però in questo caso le contestualizzazioni non sono necessarie, vedo.


QUOTE
Prova ne è che i diritti di cui tanto sproloquiano i difensori del fascismo ("Ah, ci ha dato la tredicesima, ah ci ha dato questo e quello") erano comunque riservati alle ELITE corporative, non certo al povero operaio.'Quello continuava a lavorare e doveva pure dire grazie allo stato che lo faceva lavorare (solo in funzione di questo,ossia la gloria dello stato, secondo lo statuto dei lavoratori abominevole vergato dai fasci, esisteva il suo lavoro). Poi vabbé, le casse previdenziali esistevano già da prima del Novecento...


"La Carta del Lavoro" dice qualcosa di diverso, in particolare rispetto al contratto collettivo. E le casse previdenziali non le ha inventate il duce, certo, ma sotto il regime hanno ricevuto un notevole finanziamento.

Però tu continua pure. Sia mai ti si rompa il giocattolo...


QUOTE
Sorvolare sui crimini.
Non solo non ci penso neanche, ma dovresti citarmi i punti dove l'avrei fatto o detto.  Quando mai avrei offuscato le razzie dell'Armata Rossa  le morti nei gulag?


Trovate le differenze.

"Non pensare alla guerra, pensa alle bonifiche!"...

"Non pensare alle carestie, alla corruzione o alle violenze, pensa alla sanità gratis!" (l'aspettativa di vita o l'alto tasso di mortalità infantile mettiamoli anch'essi da parte)...


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Credo che tu non riesca a distinguere il giudizio storico ed etico che io, come te e come qualunque cittadino di uno stato DEMOCRATICO, dobbiamo doverosamente dare nei confronti di quello che hanno fatto TUTTE le grandi dittature del Novecento nel difficile CONTESTO (stampatela in testa questa parola, ti prego, tatuatela sulla carne viva, i tuoi studi ne trarranno giovamento: CONTESTO STORICO) che hanno attraversato, con l'ideale socialista, che è un modo di interpretare la società e si rapporta ad essa,  muta e si evolve con essa, non individua soluzioni preconfezionate.


Torniamo sempre a questo. Quando il regime fascista non è riuscito a seguire fedelmente la sua mistica dichiaratamente anti-borghese è stato perché in realtà erano custodi del capitalismo. Per l'interpretazione libera data dai bolscevichi ai dogmi marxiani, invece, si deve analizzare il contesto.

Sono il solo a notare il mastodontico double standard?


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Se alcune applicazioni pratiche del comunismo hanno fallito, e avrei anche da questionare sul termine applicazione,  perché guarda caso gli scritti ideologici dicevano il contrario di quanto fatto dai bolscevichi, non è detto che possano essere riviste ANCHE alla luce di quel che ci ha insegnato la storia, proprio per prevenire future equivalenze di questo tipo. Questo lo possiamo fare.


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Ma il ricatto dei morti nei gulag per evitare di riconoscere la sostanza repressiva e filoborghese/capitalista dei fascismo, anche no, grazie.


Sulla repressione, tranquillo che non sono io quello giustifica e minimizza attraverso le sue "contestualizzazioni" parziali...


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Il socialismo e il comunismo hanno una storia diversa, che non è fatta solo di morti ma anche di conquiste negli stati in cui si sono integrati nel processo democratico.


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Ed è tutto vero. A differenza di te, io non devo convincere nessuno.
E' storia.



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E di nuovo, non ho nessun bisogno di "convincerti" di questa cosa. A differenza dei  tuoi stravaganti accostamenti, la storia e la documentazione parlano già chiarissimo.


Parlando di Storia e di chi la redige...


Dalla monografia di Emilio Gentile:

"Alla riunione di fondazione dei Fasci di Combattimento, che si tenne a Milano il 23 Marzo 1919 [...], parteciparono un centinaio di persone, quasi tutti militanti della sinistra interventista: ex-socialisti, repubblicani, sindacalisti, arditi, futuristi. Dalla sinistra rivoluzionaria provenivano anche i dirigenti del nuovo movimento, in massima parte giovani e giovanissimi appartenenti alla piccola borghesia."

"Un'ideologia a carattere anti-ideolgoico e pragmatico, che si proclama anti-materialista, anti-individualista, anti-liberale, anti-democratica, anti-marxista, tendenzialmente populista ed anti-capitalista, espressa esteticamente più che teoricamente, attraverso un nuovo stile politico [...] di socializzazione e d'integrazione fideistica delle masse per la creazione di un uomo nuovo."


Di materiale ce n'è a sufficienza nei testi di Pellicani e Settembrini, quindi non ha senso continuare con le trascrizioni. Vedi se riesci a procurartene così magari potrai regalarci una confutazione critica meno approssimativa, se vorrai.


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Inviato il: Domenica, 21-Ott-2018, 06:47
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QUOTE (Comics Boy @ Venerdì, 19-Ott-2018, 09:34)

Purtroppo al proposito c'è ben poco da auspicare. Lo stato assistenzialista genera burocrazia ed inefficienza. Non è mai stato un problema di dove, bensì quando...


Esempio storico:
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Non ha migliorato le condizioni delle classi non abbienti, ma addirittura bloccato lo sviluppo di diverse di loro.

L'economista è schierato su posizioni libertarie, però riporta dati ufficiali del governo.

Importante anche la cartina spider-gramme, per quanto abbia il sapore di un rompicapo. Non è una lettura agevole, ma scorrendo i vari collegamenti diventa arduo affermare che negli USA non esistano forme, neppure blande, di previdenza sociale.


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Inviato il: Domenica, 21-Ott-2018, 10:43
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Tra l'altro basta anche leggere alcuni punti del Manifesto di Verona (alcuni diretta espressione di Nicola Bombacci) per notare il retroterra ideologico e sociale del fascismo.

9) Base della Repubblica sociale e suo oggetto primario è il lavoro, manuale,tecnico,intellettuale, in ogni sua manifestazione.

10) La proprietà privata, frutto del lavoro e del risparmio individuale, integrazione della personalità umana, è garantita dallo Stato. Essa non deve però diventare disintegratrice della personalità fisica e morale di altri uomini, attraverso lo sfruttamento del loro lavoro.

11) Nell'economia nazionale tutto ciò che per dimensioni o funzioni esce dall'interesse singolo per entrare nell'interesse collettivo, appartiene alla sfera d'azione che è propria dello Stato.
I pubblici servizi e, di regola, le fabbricazioni belliche debbono venire gestite dallo Stato a mezzo di Enti parastatali.

12) In ogni azienda ( industriale,privata, parastatale, statale) le rappresentanze dei tecnici e degli operai coopererano intimamente - attraverso una conoscenza diretta della gestione - all'equa fissazione dei salari, nonchè all'equa ripartizione degli utili tra il fondo di riserva, il frutto al capitale azionario e la partecipazione agli utili per parte dei lavoratori.
In alcune imprese ciò potrà avvenire con una estensione delle prerogative delle attuali Commissioni di fabbrica. In altre, sostituendo i Consigli di amministrazione con i Consigli di gestione composti da tecnici e da operai con un rappresentante dello Stato. In altre ancora, in forma di cooperativa parasindacale.

13) Nell'agricoltura, l'iniziativa privata del proprietario trova il suo limite là dove l'iniziativa stessa viene a mancare .L'esproprio delle terre incolte e delle aziende mal gestite può portare alla lottizzazione fra braccianti da trasformare in coltivatori diretti, o alla costituzione di aziende cooperative, parasindacali o parastatali, a seconda delle varie esigenze dell'economia agricola.
Ciò è del resto previsto dalle leggi vigenti, alla cui applicazione il Partito e le organizzazioni sindacali stanno imprimendo l'impulso necessario.

14) E' pienamente riconosciuto ai coltivatori diretti, agli artigiani, ai professionisti, agli artisti il diritto di esplicare le proprie attività produttive individualmente, per famiglie o per nuclei, salvi gli obblighi di consegnare agli ammassi la quantità di prodotti stabilita dalla legge o di sottoporre a controllo le tariffe delle prestazioni.

15) Quello della casa non è soltanto un diritto di proprietà, è un diritto alla proprietà. Il Partito iscrive nel suo programma la creazione di un Ente nazionale per la casa del popolo, il quale, assorbendo l'Istituto esistente e ampliandone al massimo l'azione, provveda a fornire in proprietà la casa alle famiglie dei lavoratori di ogni categoria, mediante diretta costruzione di nuove abitazioni o graduale riscatto delle esistenti. In proposito è da affermare il principio generale che l'affitto - una volta rimborsato il capitale e pagatone il giusto frutto - costituisce titolo di acquisto.
Come primo compito, l'Ente risolverà i problemi derivanti dalle distruzioni di guerra, con requisizione e distribuzione di locali inutilizzati e con costruzioni provvisorie.

16) Il lavoratore è iscritto d'autorità nel sindacato di categoria, senza che ciò impedisca di trasferirsi in altro sindacato quando ne abbia i requisiti.I sindacati convergono in una unica Confederazione che comprende tutti i lavoratori, i tecnici, i professionisti, con esclusione dei proprietari che non siano dirigenti o tecnici.Essa si denomina Confederazione Generale del Lavoro, della tecnica e delle arti.
I dipendenti delle imprese industriali dello Stato e dei servizi pubblici formano sindacati di categoria, come ogni altro lavoratore.
Tutte le imponenti provvidenze sociali realizzate dal Regime Fascista in un ventennio restano integre.La Carta del Lavoro ne costituisce nella sua lettera la consacrazione, così come costituisce nel suo spirito il punto di partenza per l'ulteriore cammino.

17) In linea di attualità il Partito stima indilazionabile un adeguamento salariale per i lavoratori attraverso la adozione di minimi nazionali e pronte revisioni locali, e più ancora per i piccoli e medi impiegati tanto statali che privati. Ma perchè il provvedimento non riesca inefficace e alla fine dannoso per tutti occorre che con spacci cooperativi, spacci d'azienda, estensione dei compiti della "Provvida", requisizione dei negozi colpevoli di infrazioni e loro gestione parastale o cooperativa si ottenga il risultato di pagare in viveri ai prezzi ufficiali una parte del salario. Solo così si contribuirà alla stabilità dei prezzi e della moneta e al risanamento del mercato.
Quanto al mercato nero, si chiede che gli speculatori - al pari dei traditori e dei disfattisti - rientrino nella competenza dei Tribunali straordinari e siano passibili di pena di morte.
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QUOTE (Querion @ Sabato, 20-Ott-2018, 20:34)
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Bread Pak
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Io però non ho ancora capito perché a Tex piace il fascismo anche se è "socialista"...


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Preferisco un fumetto governato dalla causalità anche se sembra casuale piuttosto che uno governato dalla casualità anche se sembra causale.

L'elenco quasi completo al 04/04/2018 dei fumetti che ho letto sul mio Profilo sezione interessi :P

Ogni volta che il computer suggerisce la password a Nite Owl un informatico muore...
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Michael Moore attacca ancora Salvini: «È razzista e bigotto»

Il regista alla festa del cinema di Roma per presentare il film documentario «Fahrenheit 11/9» sull’ascesa di Donald Trump che sarà trasmesso da La7 in esclusiva per l’Italia

«Salvini è un razzista e un bigotto». Non usa mezzi termini Michael Moore quando risponde a una domanda del pubblico sulle politiche del ministro dell’Interno italiano. Moore è a Roma, ospite della Festa del Cinema, per presentare in anteprima il film «Fahrenheit 11/9» che sarà trasmesso da La7 in esclusiva per l’Italia. La rete del gruppo Cairo Communication ha, infatti, acquisito i diritti per la messa in onda del film documentario che ripercorre, con sguardo provocatorio, le elezioni presidenziali e i primi 2 anni di mandato del 45 presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump a partire proprio dal 9 novembre 2016, giorno della sua elezione. Il film uscirà nelle sale il 22,23 e 24 ottobre

Il fascismo
Non è la prima volta che il regista premio Oscar per «Bowling a Columbine» attacca Salvini e il governo gialloverde. Venerdì sera su La7, ospite di Propaganda Live, Moore aveva detto «Bye bye Salvini» aggiungendo di non capire «cosa succede in Italia, adesso con questo governo, col Movimento 5 stelle, con Salvini». Nel mondo, ha spiegato il regista, c’è una nuova forma di fascismo che si sta diffondendo «negli Usa, in Italia, in Brasile che dobbiamo contrastare. Non è il momento di stare in panchina». Alla Festa del cinema, davanti a una sala Sinopoli gremita, il cineasta continua il discorso: «L’Italia ha problemi con i migranti, anche per la sua posizione nel Mediterraneo, e mi dispiace che il mio Paese non possa darle una mano anche perché da noi c’è razzismo e abbiamo un presidente razzista. Io credo che in Italia ci siano tante persone che sarebbero in grado di capire la questione dell’immigrazione».

«Salvini lasci perdere i matrimoni gay»
Su Matteo Salvini l’opinione di Michael Moore è netta: «È un razzista - dice - è credo che gli italiani dovrebbero smetterla di essere carini e comprensivi con lui. È anche un bigotto - aggiunge - perché è contrario ai matrimonio gay. Dovrebbe invece cercare di capire che l’amore è amore, a prescindere dal sesso. Gli do un consiglio: non si sposi con un uomo ma lasci perdere il matrimoni gay».

Il ruolo della tv italiana
Moore confessa che vivere cinque giorni in Italia gli sono stati sufficienti per capire il consenso a Lega e Movimento 5 stelle. «Ho visto la tv italiana e ho capito perché malgrado i tanti errori - dice - Salvini e Di Maio sono così popolari. È successo come da noi: la tv offre alla gente solo intrattenimento puro. Trump è bravissimo in questo e le persone lo amano. In Italia - continua - Salvini e Di Maio sono visti come intrattenimento». Perché è accaduto tutto questo? Secondo il regista, Stati Uniti e Italia sono simili: è colpa della sinistra e delle cosiddette forze progressiste. «Hanno pensato che per vincere era meglio essere un po’ meno di sinistra - spiega Moore - e si sono spostate verso il centro perdendo la loro identità. Hanno pensato che per battere Berlusconi prima, e Salvini poi, fosse necessario non essere troppo di sinistra e hanno detto ai loro elettori: non sappiamo bene chi siamo, ma voi comunque votateci lo stesso».

«Mio padre operaio votava Kennedy»
Per questo la sinistra perde, in Italia come in America: non ha più un’identità e confonde gli elettori. «Berlusconi e Salvini si mostrano come sono - dice ancora il regista - e se fanno dichiarazioni idiote ne rivendicano la paternità. Allo stesso modo George W. Bush rivendicava la sua ignoranza, era soddisfatto nel raccontare che a scuola andava malissimo». Un mondo alla rovescia, conviene Moore, anche perché «mio padre - racconta - era un operaio ed era felice di votare Kennedy perché lo riteneva una persona più istruita di lui, più intelligente, più capace e si fidava»



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fiocotram
Inviato il: Domenica, 21-Ott-2018, 23:16
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Uberlogorrea
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Certo. Quando i fascisti sviano dalla loro teoria è perché i loro scritti erano "c*****e" mentre per i bolscevichi si possono trovare sempre attenuanti circostanziali... e così tocchiamo un altro mantra della sinistra ortodossa insieme a "Lenin era un buonuono, Stalin ha rovinato il suo lavoro" o "il comunismo è un concetto bellissimo, sono gli altri che non sanno applicarlo"...


Ho detto "Lenin era buono"?
Perché quoti i miei post se poi subito sotto applichi l'interpretazione (in questo caso mistificazione) di quello che dico?
Riguardo il comunismo: c'è stato per anni un partito comunista in uno stato democratico. Ci sono state tante dittature che tentavano di legittimarsi nell'ideologia socialista, contraddicendola in vari punti. E' storia, non opinioni.



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Ho citato un passaggio dell'"Elogio del Cazzotto" in cui Gramsci incitava l'uso delle violenza contro un deputato in Parlamento. Tu prima hai commesso una gaffe anacronistica dicendo che il politico in questione era stato attaccato in quanto fascista (lo sarebbe divenuto dieci anni dopo) e poi hai parlato di uno sfogo isolato quando Gramsci nello stesso discorso proponeva la normalizzazione della pratica.


Ma Saviano, purtroppo per lui, ha scritto un articolo senza documentarsi, fidandosi soltanto di quello che diceva Orsini nel libro, senza contestualizzazione storica. L'articolo descrive una rissa scoppiata tra alcuni parlamentari, in cui il deputato (dell'ala Turati) Mazzoni venne alle mani con Giuseppe Bevione, che prima di diventare deputato fascista era stato un convinto interventista e un prolifico scrittore di falsi articoli sull'esercito italiano al fronte di guerra. Il quadro storico è infatti quello del dibattito acceso tra interventisti e pacifisti. L'Avanti era un noto quotidiano anti-interventista, La Gazzetta del Popolo di cui era direttore Orsi e con cui collaborava Bevione. La Gazzetta era famosa per l'appoggio acritico e per i reportage spesso fasulli sull'esercito italiano. I socialisti, in quegli anni, rischiavano il pestaggio e la perdita del posto di lavoro. Gramsci non incita alla violenza, dice semplicemente che il pugno Bevione se l'era meritato tutto.

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Per il resto, lo sanno anche gli asini che Giolitti e grandi industriali pensavano di poter utilizzare Mussolini e le sue squadracce come strumenti per placare le sollevazioni del periodo (si è già detto di quali fossero gli obiettivi di Gramsci e Bordiga) e metterli all'angolo una volta passata quella fase, ma hanno finito per subire essi stessi quel trattamento che volevano riservargli. Però in questo caso le contestualizzazioni non sono necessarie, vedo.


Le contestualizzazioni sono SEMPRE necessarie. Ma sei tu quello in cerca di santi e di peccatori, non io.
Io dico solo quello che il fascismo storicamente è stato e quello che ha prodotto.
La responsabilità che anche Giolitti ebbe nell'ascesa dei fascisti non cancellano questo fatto.


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"La Carta del Lavoro" dice qualcosa di diverso, in particolare rispetto al contratto collettivo.

Certo, mantenne i contratti collettivi e tolse la democrazia e l'uguaglianza ai lavoratori. PURE io lavoro con un contratto collettivo, vergato da un sindacato (l'unico non di sinistra in Italia, guarda caso) , ma si possono fare contratti collettivi anche privandoli di qualsiasi istanza democratica.

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E le casse previdenziali non le ha inventate il duce, certo, ma sotto il regime hanno ricevuto un notevole finanziamento.


E beh, sticazzi. La cassa previdenziale nasce nel secolo scorso. Per incoraggiarne l'uso il governo la rese obbligatoria nel 1919 e c'erano già le pensioni di invalidità e vecchiaia. Il governo Mussolini introdusse i sussidi di disoccupazione e gli antenati della maternità, del risarcimento per malattia professionale, la reversibilità per le vedove di guerra.
"Intanto l'ha fatto", direbbe qualcuno. "Se non lo faceva lui, l'avrebbe fatto qualcun'altro", direbbero altri.
In ogni caso, la storia della previdenza sociale in questo paese non inizia con Mussolini, l'evoluzione è più articolata. Contestualizzazione storica, è questo il problema.
Tutto questo va visto nel quadro dell'Italia delle corporazioni, in cui questi diritti non erano riconosciuti a TUTTI i lavoratori, ma ne beneficiavano principalmente i livelli alti del quadro corporativo.

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Sulla repressione, tranquillo che non sono io quello giustifica e minimizza attraverso le sue "contestualizzazioni" parziali...


Aridaje. Non giustifico e minimizzo proprio niente.
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"Alla riunione di fondazione dei Fasci di Combattimento, che si tenne a Milano il 23 Marzo 1919 [...], parteciparono un centinaio di persone, quasi tutti militanti della sinistra interventista: ex-socialisti, repubblicani, sindacalisti, arditi, futuristi. Dalla sinistra rivoluzionaria provenivano anche i dirigenti del nuovo movimento, in massima parte giovani e giovanissimi appartenenti alla piccola borghesia."



Per dirne una, l'Avanti di Gramsci era costantemente contro gli interventisti, di sinistra o di destra che fossero.
De Ambris per il suo appoggio all'entrata nella seconda guerra mondiale fu espulso dall'Unione Anarco-Sindacalista.
La storia ci insegna che la sinistra rivoluzionaria e la sinistra riformista hanno percorso strade separate fin dall'Internazionale.
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Barbaro Cimmero
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kelith
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Anzi, una sorpresa c'è stata: outlook stabile. Nonostante i tuoni, i fulmini e quanto altro sia stato scagliato contro l'esecutivo per dire quanto malvagia fosse questa manovra (pure da me, eh), l'outlook rimane tutto sommato positivo nella sua stabilità.

E il grosso del perché è in questo paragrafetto qui:
The stable outlook reflects the broadly balanced risks at the Baa3 rating level. In Moody's view, Italy still exhibits important credit strengths that balance the weakening fiscal prospects. These strengths include a very large and diversified economy with some highly competitive industries, a solid external position with substantial current account surpluses of above 2% of GDP and a near balanced international investment position. Italy's households have high wealth levels, which represent an important buffer against future shocks and could also be a potentially substantial source of funding for the government. Moody's base case is that the public debt ratio will remain stable, albeit at high levels. While Italy's institutional strength is lower than most of its euro area peers and Italian politics have often been volatile, overall institutional quality is broadly in line with global peers. In addition, the country's president has a strong role in providing stability to the political system.
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QUOTE (kelith @ Lunedì, 22-Ott-2018, 07:40)
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Anzi, una sorpresa c'è stata: outlook stabile. Nonostante i tuoni, i fulmini e quanto altro sia stato scagliato contro l'esecutivo per dire quanto malvagia fosse questa manovra (pure da me, eh), l'outlook rimane tutto sommato positivo nella sua stabilità.

E il grosso del perché è in questo paragrafetto qui:
The stable outlook reflects the broadly balanced risks at the Baa3 rating level. In Moody's view, Italy still exhibits important credit strengths that balance the weakening fiscal prospects. These strengths include a very large and diversified economy with some highly competitive industries, a solid external position with substantial current account surpluses of above 2% of GDP and a near balanced international investment position. Italy's households have high wealth levels, which represent an important buffer against future shocks and could also be a potentially substantial source of funding for the government. Moody's base case is that the public debt ratio will remain stable, albeit at high levels. While Italy's institutional strength is lower than most of its euro area peers and Italian politics have often been volatile, overall institutional quality is broadly in line with global peers. In addition, the country's president has a strong role in providing stability to the political system.

bè, pure l'ultimo paragrafetto è significativo..
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