HISTORICA, Mondadori Comics - Volume III
helligen |
|
Nonno Bassotto
Gruppo: Members
Messaggi: 2021
Utente Nr.: 3780
Iscritto il: 07-Apr-2008
Città:
|
|
|
|
bgh |
|
Unregistered
Città:
|
QUOTE (bgh @ Lunedì, 05-Giu-2017, 19:37) | Nel frattempo, ho concluso la lettura delle Sette vite dello Sparviero.
Nel complesso si tratta di una storia gradevolissima e molto piacevole, anche se inficiata da tutta una serie di difetti, primo fra tutti la mancanza di... una storia. L'impressione è quella di una successione di eventi, ambientati in Francia a inizio Seicento, che si accavallano senza una ben precisa logica. Ho letto che le intenzioni di Cothias erano quasi di "parodiare" il genere dei romanzetti d'appendice, ma questo importa fino a un certo punto: quel che ne esce fuori è una saga grandiosa, senza però un ben preciso progetto alla base. Lo stesso Sparviero che dà il titolo all'opera è un "personaggetto" (per citare Crozza): nel primo tomo sembra quasi ergersi a giustiziere mascherato (in pieno stile supereroistico, a momenti), ma già a partire dal secondo episodio lo spazio a lui dedicato si riduce drasticamente. Con il risultato che quello che pareva quasi essere destinato a diventare un novello Robin Hood perde forza e fascino agli occhi del lettore. Alla fine, nella pratica, cosa diamine fa? No, perché noi lo vediamo sempre rintanato nel suo rifugio, a incontrarsi ogni tanto in segreto con Ariane, senza che combini proprio un bel niente: e di conseguenza, l'alone di mistero e di eroismo che viene a crearsi attorno a lui (e che viene alimentato dalla stessa Ariane, o dall'insistenza con cui il baronetto malvagio si ostina a dargli la caccia) pare un po' ingiustificato. E la cosa si ripete anche con il "secondo" Sparviero (con la differenza che "egli" ha ancora meno spazio, visto che la sua vicenda si esaurisce nell'arco di appena un volume). Anche il finale non ha la forza che meriterebbe: il retrogusto è quello di una tragedia greca, in cui la cecità dei personaggi conduce al dramma, ma il tutto si svolge in maniera talmente veloce, e senza un vero perché, che quella che dovrebbe essere una scena potente alla fine si "sgonfia". A poco serve la frase finale pronunciata dal Diavolo, che, "burattinaio" delle vicende, ammette egli stesso (e quasi si scusa di questo fatto con il lettore) che la conclusione non è particolarmente grandiosa, perché questa dichiarazione pare quasi una giustificazione dell'autore ("Non sapevo come concludere la storia, scusatemi!"). Senza contare che (ma questa non è una colpa degli autori, quanto piuttosto del "divenire storico" ) il fatto che fossi a conoscenza dell'esistenza di un sequel (cioè Piuma al vento) gli fa perdere ulteriore pathos, visto che so che le vicende continueranno.
Al netto di tutto questo, mi è piaciuto comunque (non si direbbe! ): un'ottima lettura, che mi ha molto divertito. Apprezzate le "intrusioni" di personaggi storici, come il cardinale Richelieu, e di altri "meno storici", come i simpatici Athos, Porthos e Aramis; e in generale efficacissima la ricostruzione storica.
I disegni sono gradevoli, e in certi punti pure molto eleganti, per quanto ogni tanto un po' incerti (la fisionomia di alcuni personaggi, come Ariane, è un po' "ballerina"), e non particolarmente memorabili: soprattutto, Juillard mi pare che osi un po' poco nella composizione delle tavole (sempre ingabbiate in uno schema più o meno regolare), e mi pare pure che pecchi un po' nel dinamismo delle figure (anche quando la situazione narrativa lo richiederebbe). Belli i colori.
L'amico che mi ha regalato i volumi Lizard ora mi ha prestato pure il volume di Historica con Piuma al vento. Vediamo se le vicende di Ariane si concluderanno in modo degno. Certo è che, a una prima sfogliata, il comparto grafico pare notevolmente migliorato rispetto alla prima serie. |
Affatto male Piuma al vento. Paradossalmente, forse l'ho apprezzato proprio a causa delle aspettative basse che nutrivo (le opinioni in merito che giravano qui sul forum non erano particolarmente lusinghiere), mentre con le Sette vite era capitato precisamente il contrario (aspettative troppo alte, che sono state in parte deluse). E' vero, è una storia piuttosto bizzarra, ma è narrata in maniera estremamente piacevole, in uno scenario (il Quebec seicentesco) molto suggestivo. La presenza, come anche nella serie principale, di personaggi storici (De Champlain, Brule, ecc...) contribuisce ad arricchire il tutto. Un po' di casino e di confusione con le varie tribù indiane (complice anche il fatto che spesso Juillard ricorra a fisionomie simili per personaggi diversi), ma nulla di preoccupante. Effettivamente gli ultimi due atti sono parecchio inverosimili (con la ridicola "trappola" organizzata da De Champlain per attirare lo Sparviero), ma tant'è. Avrei personalmente evitato lo smielatissimo lieto fine, con la creazione dell'utopistica colonia di Ariane e Grandpin (argh, che idea!), concedendo maggiore spazio al ritorno a casa dello Sparviero, al quale invece vengono riservate giusto un paio di tavole, fin troppo compresse. Gran bei disegni, migliori rispetto alla serie originale (piuttosto sexy la baronessina ). E gran bella colorazione. Ora mi leggo (per la prima volta!) I passeggeri del vento, che ho trovato in biblioteca, e rileggo La compagnia del crepuscolo, per "prepararmi" al secondo, imminente volume
|
|
|
bgh |
|
Unregistered
Città:
|
È uscito il secondo volume della Compagnia del Crepuscolo!
|
|
|
FritzVicari |
|
Little Nemo
Gruppo: Members
Messaggi: 114
Utente Nr.: 12032
Iscritto il: 11-Lug-2016
Città:
|
Lo so sto leggendo. Molto bello, come al solito, però c'è un però, che mi pongo già da un po' su Crepuscolo e Bourgeon in generale. Solo a me risultano, a volte, dei problemi di lettura/chiarezza?
Io apprezzo molto l'impegno di concentrazione mentale richiesto per stare dietro a una storia intricata e onirica come, chessò, "Gli occhi di stagno della città glauca". E' bello che si narri anche per immagini, che non si sia didascalici, che si richieda al lettore una partecipazione maggiore - succede spesso anche con Hermann.
Però a volte ho fatto una discreta fatica con la Compagnia del Crepuscolo. A volte si somigliano graficamente i personaggi (come il ragazzino gallico, distinguibile da Mariotta, in viso, giusto per le lentiggini), a volte l'azione si svolge in vignette non proprio enormi e non è affatto immediato capire dove guardare o cosa stia effettivamente succedendo. A volte è proprio l'impaginazione che non mi quadra. Dovrei fare una lista caso per caso, ma non sarebbe nemmeno breve. Forse tutta questa difficoltà è voluta, ma mi chiedo fin dove sia accettabile e quando non diventi un difetto.
E' un problema che continuo a riscontrare anche in quest'ultimo volume e volevo sapere se è solo mio.
Tra l'altro, anche con "La ragazza di Bois-Cayman" ricordo di aver avuto difficoltà simili.
|
|
|
Gamanto |
|
Sidekick
Gruppo: Members
Messaggi: 435
Utente Nr.: 9217
Iscritto il: 10-Nov-2013
Città:
|
E' indubbio che sussiste, ed è una cifra di tutta l'arte di Bourgeon, una certa complessità narrativa e figurativa che richiede una maggior concessione di tempo ed impegno intellettuale per apprezzare appieno l'opera. In compenso, ciò fa si che anche dopo molto tempo e svariate letture si sia sempre in grado di cogliere spunti narrativi prima rimasti in ombra o scoprire in tavole di straordinaria ricchezza figurativa nuovi particolari. Come personale esperienza, posso dire che vi sono graphic novel che ho letto con piacere, poi ho riposto sullo scaffale della libreria e mai più aperto. L'ultimo canto di Malaterra invece ciclicamente mi ritorna in mano, magari anche solo per apprezzare uno scambio di battute, una particolare tavola, un intreccio della trama. Capolavoro assoluto, a mio avviso.
|
|
|
FritzVicari |
|
Little Nemo
Gruppo: Members
Messaggi: 114
Utente Nr.: 12032
Iscritto il: 11-Lug-2016
Città:
|
Ora che l'ho finito sono ancora più confuso di prima. Sarebbe bellissima un'edizione italiana di questo volume, che penso parli della ricerca e degli studi dietro a "L'ultimo canto di Malaterra".
|
|
|
lenuvoleparlanti |
|
Occhio di Agamotto
Gruppo: Members
Messaggi: 13951
Utente Nr.: 9624
Iscritto il: 21-Feb-2014
Città: Milano
|
QUOTE (FritzVicari @ Sabato, 05-Ago-2017, 18:20) | Lo so sto leggendo. Molto bello, come al solito, però c'è un però, che mi pongo già da un po' su Crepuscolo e Bourgeon in generale. Solo a me risultano, a volte, dei problemi di lettura/chiarezza?
Io apprezzo molto l'impegno di concentrazione mentale richiesto per stare dietro a una storia intricata e onirica come, chessò, "Gli occhi di stagno della città glauca". E' bello che si narri anche per immagini, che non si sia didascalici, che si richieda al lettore una partecipazione maggiore - succede spesso anche con Hermann.
Però a volte ho fatto una discreta fatica con la Compagnia del Crepuscolo. A volte si somigliano graficamente i personaggi (come il ragazzino gallico, distinguibile da Mariotta, in viso, giusto per le lentiggini), a volte l'azione si svolge in vignette non proprio enormi e non è affatto immediato capire dove guardare o cosa stia effettivamente succedendo. A volte è proprio l'impaginazione che non mi quadra. Dovrei fare una lista caso per caso, ma non sarebbe nemmeno breve. Forse tutta questa difficoltà è voluta, ma mi chiedo fin dove sia accettabile e quando non diventi un difetto.
E' un problema che continuo a riscontrare anche in quest'ultimo volume e volevo sapere se è solo mio.
Tra l'altro, anche con "La ragazza di Bois-Cayman" ricordo di aver avuto difficoltà simili. |
In effetti questo racconto decisamente onirico spazia tra lo storico, il sogno e il fantasy, anche io che adoro Bourgeon lo ho trovato a tratti quasi noioso, in molti punti solo l'immensa bellezza dei disegni tiene viva l''attenzione, ma è l'unico racconto di B. un poco "difficile", impegnativo, un pelo lento, perchè sia i 5 tomi di Isa sia il continuo; la ragazza di BC sia tutto il ciclo di Cyann sono racconti avventurosi e che tengono alta l'attenzione e la suspence
|
|
|
simasivi |
|
Nonno Bassotto
Gruppo: Members
Messaggi: 2152
Utente Nr.: 2452
Iscritto il: 06-Nov-2006
Città:
|
Historica vol.59: La Grande Guerra 14-18 - La Somme Autori: Éric Corbeyran Etienne Le Roux Luglio 1916,gli alleati anglo-francesi scatenano un'offensiva per sfondare le linee tedesche nei pressi del fiume Somme. Per quattro mesi i morti di entrambe gli schieramenti si accatastano sul terreno a causa del presante fuoco di artiglieria, mentre fa il debutto l'ultima invenzione bellica: il carro armato. I soldati vengono trattati come carne da macello da ufficiali sconsiderati, come nel caso del generale francese Nivelle nel 1917, nella seconsa battaglia dell'Aisne, che portò a un'ecatombe. Intanto, voci di rivolte popolari in Russia stimolano le diserzioni e le fucilazioni per insubordinazione, aumentano a dismisura. Solo l'amicizia permette a otto uomini partiti dallo stesso villaggio francese di non cedere alla follia della Grande Guerra, il primo grande conflitto mondiale. Historica cartonato 21x28 cm, 120 pp.
|
|
|
Utenti totali che stanno leggendo la discussione: 0 (0 Visitatori e 0 Utenti Anonimi)
Gli utenti registrati sono 0 :
|