POLITICA ESTERA, Vol. XI
Rosencrantz |
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Pezzo Grosso Superiore
          
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sherlock |
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Spirito con la Scure
 
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QUOTE (Peter Parker @ Sabato, 09-Apr-2022, 12:54) | A Chernobyl i soldati russi non sono stati impegnati solo a scavare trincee in una zona altamente contaminata come la "foresta rossa" intorno alla centrale nucleare, ma hanno commesso anche azioni poco avvedute, come toccare a mani nude materiale radioattivo. Lo racconta un ingegnere ucraino della centrale al New York Times. Un soldato russo di un'unità di protezione chimica, biologica e nucleare ha prelevato a mani nude una fonte di cobalto-60 in un deposito di rifiuti nucleari, esponendo se stesso ad una tale radiazione in pochi secondi da far schizzare il contatore Geiger (strumento di misura delle radiazioni ionizzanti), spiega Valeriy Simyonov, ingegnere capo per la sicurezza della centrale. Non è chiaro, ha aggiunto, cosa sia accaduto all'uomo. |
Già sarebbe agghiacciante se fosse un coscritto 20enne siberiano che non ha mai sentito nominare Chernobyl, che i suoi superiori avrebbero dovuto avvertirlo, se non lo considerano mera carne da cannone. Ma se davvero era uno di un'unità NBCR, non depone mica bene a favore della preparazione dell'esercito russo.
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Peter Parker |
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Imperatrice spifferona
        
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Il premier britannico, Boris Johnson, è a Kiev e sta incontrando il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Lo riferisce la presidenza ucraina. La visita a sorpresa, i cui preparativi erano stati anticipati settimane fa dalla stampa britannica, è stata annunciata da Andriy Sybyga, vicepresidente dello staff presidenziale ucraino. "La Gran Bretagna è leader nel supporto militare all'Ucraina, leader della coalizione contro la guerra, leader delle sanzioni contro l'aggressore russo", ha scritto Sybyga su Facebook, pubblicando una foto che mostra i due leader a colloquio. Boris Johnson è il primo leader del G7 a visitare l'Ucraina dall'inizio dell'invasione russa, il 24 febbraio.
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Peter Parker |
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Imperatrice spifferona
        
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Da più di dieci giorni in varie città del Perù sono in corso grosse proteste contro l’aumento dei prezzi del carburante, dei beni di prima necessità e dei fertilizzanti, rincari in parte legati alla guerra in corso in Ucraina. Come sta accadendo dall’inizio delle proteste, anche negli ultimi giorni ci sono stati violenti scontri con la polizia, che hanno provocato morti e feriti. Giorno dopo giorno le manifestazioni si stanno trasformando in più ampie proteste contro il governo, accusato di non essere in grado di gestire la situazione.
Le prime proteste, alla fine di marzo, avevano coinvolto gli autotrasportatori, poi si erano progressivamente estese agli agricoltori e ad altre categorie di persone.
Mercoledì vicino alla città di Ica, nel sudovest del Perù, decine di camion e gruppi di manifestanti si sono riuniti per bloccare l’autostrada Panamericana, che viaggia parallela alla costa ed è la più importante del paese per il trasporto delle persone e il commercio di beni. Un agricoltore che stava partecipando al blocco stradale è morto a causa degli scontri con la polizia, intervenuta per cercare di disperdere i manifestanti. L’ospedale di Ica ha fatto sapere che altre quindici persone sono state ricoverate con varie ferite, di cui una in maniera grave.
Secondo le informazioni diffuse dal governo, nelle proteste finora sono morte sei persone. Altre decine sono state ferite e almeno 20 sono state arrestate.
In questi giorni sono continuati i blocchi stradali, le manifestazioni e gli scontri con le forze dell’ordine sia nella capitale Lima che in altre città. A Lima migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro il governo violando il coprifuoco annunciato per martedì dal presidente Pedro Castillo: i manifestanti hanno attaccato alcuni edifici governativi, tra cui la Corte Superiore di Giustizia e l’Ufficio nazionale dei processi elettorali, e intonato slogan per chiedere le dimissioni di Castillo.
In un discorso trasmesso in televisione, Castillo ha detto che il Perù «non sta attraversando un buon momento» e ha aggiunto che le proteste sociali «sono un diritto costituzionale, ma che devono tenersi nel rispetto della legge». Castillo, che dalla scorsa estate sta governando il paese in maniera piuttosto caotica, ha anche detto che la crisi «dovrà essere risolta nell’ambito dei poteri dello stato».
Nel tentativo di placare le proteste, domenica il governo aveva promesso di ridurre le imposte sulla vendita di alimenti base come il riso e la farina e di aumentare il salario minimo del 10 per cento. Secondo il principale sindacato dei lavoratori del Perù, tuttavia, queste misure non sono sufficienti: per giovedì sono state organizzate ulteriori proteste.
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