Eroi Marvel in Bianco e Nero, Comicus.it
Moreno Roncucci |
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Detective dell'Impossibile
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In Italia c'è sempre stata questa cosa, forse nata dal fatto che il fumetto "popolare" italiano era economico e in b/n, che il colore e la carta patinata siano le "cose da siuri", e che più si eccede con il colore e le patinate più la pacchianata è di "lusso". Come qualcuno che abbia fatto la fame in campagna e sia convinto che i ristoranti fini e di qualità siano quelli dove ti servono due chili di trippa a metà prezzo... Nei paesi dove c'è un maggiore interesse culturale per il fumetto, in realtà spesso quella in b/n è l'edizione di lusso per appassionati, contrapposta alla versione "popolare" a colori: Ma si potrebbero anche fare gli esempi della vecchia Carl Barks library della Another Rainbow, o la EC Library di Russ Cochran (e gli attuali volumi Artist's Edition della IDW sono un evoluzione di questa cosa) Intanto, in Italia, per anni ben pochi editori ci hanno sentito da questo orecchio. Emblematico il caso delle "edizioni di lusso" di Tex dove il tratto di vero maestri del b/n come Galleppini e Ticci venivano umiliati da mani di vernice scura, o le "edizioni da siuri" di Secchi con la carta così patinata che abbagliava. Pacchianate, specchietti e perline colorate per un pubblico arretrato (o considerato tale). Però, dopo aver difeso l'idea dell'iniziativa, confesso che ho comunque poca fiducia. Anche negli USA il successo dell'IDW ha portato altre case editrici a fare edizioni in b/n, ma non sempre la cura è stata adeguata. E la Panini in Italia mi pare sia sempre stata all'avanguardia nelle pacchianate, non ho molta fiducia. Il formato è quello normale dei comic book, e le tavole in b/n usate per la pubblicità sono riprodotte molto male. Mi sa che prima di dare un giudizio sulla reale qualità di questa iniziativa, bisognerà avere il volume davanti e vedere come sono riprodotte quelle tavole...
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pangio |
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QUOTE (Tony Stark @ Venerdì, 17-Nov-2017, 23:51) | Gli esempi postati non sono esemplificativi della reale qualità media dei Masterworks come può evincere chiunque ne abbia parecchi in libreria. Il fumetto super-eroistico americano nasce per il colore, gli autori ne tenevano conto e toglierlo sovente può significare diminuire sensibilmente l'effetto visivo originale. Poi certamente, un Kirby, Ditko o Buscema erano così geniali che te li puoi godere sotto varie forme diverse ma fatto sta che basta guardare il recente Kamandi o i Nuovi Dei a colori della Lion confrontandoli con le versioni ridotte e in b/n della Planeta per convenire che la formula originale è migliore. Piuttosto se c'è una roba che trovo oltremodo patetica e questa forma di "invidia" bonelliana per il colore che li ha portati ad aggiungerlo per dei loro fumetti nati in b/n eche non ne avevano bisogno in alcun modo con risultati quasi sempre disprezzabili (Tex, Zagor, Dylan Dog, Ken Parker per citarne uno "ex-bonelli", ecc.). |
Concordo sul fatto che il fumetto super,,,-eroistico usa è stato concepito per il colore per cui presentarlo in bianco e nero in un certo senso ne cambia il significato.
Dissento invece, dal tuo atteggiamento critico sulla colorazione dei personaggi Bonelliani. Infatti la decisione di presentare DD, Tex Zagor ecc anche a colori va considerata unitamente alla decisione di varare sempre più testate nuove s colori . La ragione profonda di tale scelta sta, secondo me, nel fatto che la Bonelli cerca di attirare quella parte di lettori giovani che seguono i fumetti super eroistici a colori o i fumetti Disney , sempre a colori. Il discorso relativo al colore fa parte più di quel processo di trasformazione che sta vivendo da alcuni anni la Bonelli e che ha li scopo di evitare che la casa editrice tra un tot di anni debba chiudere per esaurimento lettori.
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Moreno Roncucci |
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Detective dell'Impossibile
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Gli autori dei comics sapevano che le loro storie sarebbero state colorate, è vero. Ma erano colori su cui non avevano alcun controllo, spesso fuori registro o con errori, e quindi non potevano "lasciare informazioni" al colore. Il colore era un aggiunta su cui non si poteva fare affidamento. Tutte le informazioni necessarie dovevano già essere nella tavola in b/n. E il fatto che spesso quelle tavole venissero VALORIZZATE dal pubblicarle in b/n, lo sa chiunque abbia visto il "Dracula" gigante della Corno e l'abbia confrontato con l'albetto USA. Stessa cosa per Shang-Chi Corno (la prima versione gigante) e l'albo USA, le storie di Colan e Gulacy in b/n erano mille volte meglio. Ovvio che la cosa cambia da disegnatore a disegnatore, non tutti fanno tavole in b/n che richiedono il b/n come Colan e Gulacy, ma il fatto che le tavole possano essere tranquillamente lette in b/n vale per tutti. Al colore non ci pensavano proprio, l'avrebbe dato qualcun altro, poi, senza nessuna indicazione da parte loro. Ecco per esempio una tavola di Ditko, un altro che funziona meglio in b/n:
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Tom Slick |
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Surfista d'Argento
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QUOTE (Moreno Roncucci @ Domenica, 19-Nov-2017, 18:23) | Gli autori dei comics sapevano che le loro storie sarebbero state colorate, è vero. Ma erano colori su cui non avevano alcun controllo, spesso fuori registro o con errori, e quindi non potevano "lasciare informazioni" al colore. Il colore era un aggiunta su cui non si poteva fare affidamento. Tutte le informazioni necessarie dovevano già essere nella tavola in b/n.
E il fatto che spesso quelle tavole venissero VALORIZZATE dal pubblicarle in b/n, lo sa chiunque abbia visto il "Dracula" gigante della Corno e l'abbia confrontato con l'albetto USA. Stessa cosa per Shang-Chi Corno (la prima versione gigante) e l'albo USA, le storie di Colan e Gulacy in b/n erano mille volte meglio.
Ovvio che la cosa cambia da disegnatore a disegnatore, non tutti fanno tavole in b/n che richiedono il b/n come Colan e Gulacy, ma il fatto che le tavole possano essere tranquillamente lette in b/n vale per tutti. Al colore non ci pensavano proprio, l'avrebbe dato qualcun altro, poi, senza nessuna indicazione da parte loro.
Ecco per esempio una tavola di Ditko, un altro che funziona meglio in b/n:
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raes19 |
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Asterix
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le strisce pubblicate dalla panini erano solo una piccola parte, lui parlava di una pubblicazione completa
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