Sondaggio interessante. Grazie.
Ho votato l'opzione 3.
E questa è la risposta breve...
...La risposta lunga, invece, è la seguente:
Non credo ci sia sempre e solo
Max Bunker, dietro le sceneggiature e i dialoghi degli ultimi anni. È un dubbio che affiora anche in altri utenti, in rete. Ma più che un dubbio, io porterei degli esempi concreti. Buchi di sceneggiatura a parte, che possono essere anche voluti data la caratteristica del fumetto, intreccio bislacco e poco credibile (idem come prima), punto il dito su piccoli dettagli dei dialoghi.
Max Bunker pone almeno il 50% dell'importanza nei dialoghi (lo scrive e lo dice a più riprese, il resto è diviso in parti uguali tra soggetto e sceneggiatura) e qui non si permette svarioni poco credibili.
Ho però letto, ad esempio nel numero
561 Coiffeur pour dames, una battuta stonata e molto sospetta nelle vignette finali, quando Bert e War citano
Eros Ramazzotti e
Loredana Berté.
Non è da
Max Bunker. Lui avrebbe storpiato i nomi, creato precedenti, di certo non usato quelli dell'anagrafe.
Un altro esempio - molto più recente, anche se non rammento il numero preciso ma nelle ultime uscite -,
Nala Dorf fa riferimento a una
macchina di "merda"Per quanto possa starci con la caratteristica del personaggio, anche qui ho forti dubbi che
Max Bunker utilizzi un termine scurrile come questo senza ricorrere a dei sinonimi più divertenti (tipo spurgo, o qualche battuta fulminante delle sue).
Rimane ovviamente possibile che si tratti della mano svogliata del Bunker, ma ho forti dubbi.
Esattamente come per le sceneggiature a tema magia. Qui l'autore sembra poco riconoscibile e fortemente disattento.
Il mio sospetto, e per questo ho votato l'opzione 3, è che ci sia già qualcuno a mettere mano nelle sceneggiature + dialoghi e appartenente alla
famiglia Secchi, con
Max Bunker limitato ai soggetti. Considerato il risultato, questo qualcuno è ancora molto acerbo, inesperto, forse molto giovane. Tipo uno dei nipoti, forse. Che cresce nell'ombra del nonno e attende di sostituirlo, nella speranza che, quando avverrà, il livello di qualità sia cresciuto.
Mi rifiuto comunque di accettare la chiusura della collana, con l'allontanamento naturale (per età o altro) dell'autore. Anche qui per molti motivi.
1) Non avrebbe affittato i diritti alla figlia.
2) Avrebbe chiuso già con il 500, come aveva intenzione di fare.
3) È l'unica creatura bunkeriana inedita e ancora capace di fare cassa. Se chiudesse la figlia editrice accuserebbe un grosso colpo di fatturato, idem il resto dei famigliari.
È vero che il Bunker ha ripetuto, in svariate occasioni, che Alan sarebbe finito con la sua morte, esattamente come per i
Peanuts di Schulz, ma è anche vero che lo sceneggiatore ha cambiato idea anche in precedenza (vedi chiusura con il 500) e non è uno sciocco: sa cosa significa, per la famiglia, perdere un personaggio del genere.