Scissione, da non perdere su Apple TV+
MrNobody |
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Uomo Mascherato
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Grandissima serie questa. Ok, è in tutto e per tutto un episodio di Black Mirror stirato su 9 puntate. Ma io adoro Black Mirror, ogni singolo episodio (tranne forse Bandersnatch, che si basava comunque su un’idea geniale, realizzata malino), quindi questo non è un problema. E sono anche convinto che ognuno degli spunti di Black Mirror, nelle mani giuste, avrebbe potuto diventare una grande serie. Come questa. Qua funziona tutto. Spunto fantasociale, geniale e assolutamente plausibile. Tono azzeccatissimo con tante componenti, tutte altrettanto importanti, che coesistono miracolosamente (thriller, science-fiction, surreale, grottesco, dramma). Regia impeccabile (che bravo Stiller). Attori in grande spolvero, sia i giovani (ottimo il protagonista, Adam Scott, già visto in Big Little Lies) che i grandi vecchi (eccellenti Patricia Arquette e Christopher Walken, addirittura mostruoso John Turturro). Ma soprattutto è micidiale la scrittura, che con poche pennellate realizza tantissimo, sia con quello che mostra, sia per quanto vuole sottintendere, ma ancor di più per tutte le riflessioni che, magari anche senza prefiggerselo, regala alla sensibilità di ognuno di noi. Non sono sicuro di essermi spiegato, ma se lo vedrete forse capirete cosa intendo.
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Gambitt |
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Minuteman
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Avevo postato un commento qualche giorno fa sulla stanca generica dei telefilm, lo riposto qui Finito oggi di guardare la prima stagione di Severance, serie tv di fantascienza alla Black Mirror su AppleTV. La premessa è semplice: esiste un'azienda che ha trovato un modo, tramite l'inserimento di un chip nel cervello, di separare la coscienza dei propri dipendenti che quindi non ricordano nulla di quanto succede da quando entrano in ufficio a quando escono, in modo tale da proteggere i segreti dell'azienda e non far pesare la giornata lavorativa sul dipendente. L'affare del secolo? Non proprio. Perché se da un lato chi torna a casa prende uno stipendio fisso senza avere nessuna idea di aver lavorato, dall'altro la procedura crea nello stesso tempo un'altra identità condannata a vivere la sua intera esistenza dentro un ufficio a fare un lavoro senza senso e alienante, e a interagire esclusivamente con i colleghi. Per cui il punto di vista interno alla società la trasforma subito nell'incubo del capitalismo, in un mondo in cui l'unica cosa che conta è la produttività e il corporate thinking viene elevato letteralmente a religione. La serie ha un inizio un po' lento (ma diretto in modo magistrale da un Ben Stiller che ha lasciato dietro di sé la sua carriera comica e dà parecchie soddisfazioni come regista), ma dal secondo episodio in poi è una escalation di situazioni sempre più surreali e psicologicamente terrificanti. Molto consigliata.
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Iroquois Pliskin |
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Asterix
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lo guarderò in blocco quando finirà
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