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> Segnalazioni Musicali - Official Topic, Vol. II
Jagger
Inviato il: Venerdì, 02-Apr-2021, 00:13
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QUOTE (Nante @ Giovedì, 01-Apr-2021, 18:14)
Ho ascoltato più volte l'EP di Davide Shorty "fusion a metà".
Per me è un artista davvero interessante.

concordo, mi è stato segnalato da un collega.
molto interessante ed innovativo.
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Angelo1961
Inviato il: Lunedì, 03-Ott-2022, 13:13
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Fletto i muscoli e sono nel vuoto
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Su Raistoria venerdì alle 21.10

Pierangelo Bertoli - Spunta la luna dal monte

Pierangelo Bertoli, nato e cresciuto a Sassuolo il 5 novembre 1942 e scomparso a Modena il 7 ottobre 2002, a 60 anni non ancora compiuti, è stato un grande cantautore italiano, dagli anni 70 fino alla sua scomparsa. Una sincerità costante, una grande immediatezza nei testi, spesso densi di riferimenti sociali e politici, una voce indimenticabile, una grande sensibilità mediata anche dal suo grande handicap, visto che venne colpito da bambino dalla poliomelite e quindi perennemente costretto a spostarsi in sedia a rotelle. Eppure la sua è stata una vita assolutamente completa come racconteranno i suoi parenti più stretti e vari musicisti che hanno spesso collaborato con lui.


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I tre fumetti più belli: Una ballata del mare salato - XIII - Il Paperone di Don Rosa.
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Jagger
Inviato il: Lunedì, 03-Ott-2022, 13:43
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QUOTE (Angelo1961 @ Lunedì, 03-Ott-2022, 13:13)
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Su Raistoria venerdì alle 21.10

Pierangelo Bertoli - Spunta la luna dal monte

Pierangelo Bertoli, nato e cresciuto a Sassuolo il 5 novembre 1942 e scomparso a Modena il 7 ottobre 2002, a 60 anni non ancora compiuti, è stato un grande cantautore italiano, dagli anni 70 fino alla sua scomparsa. Una sincerità costante, una grande immediatezza nei testi, spesso densi di riferimenti sociali e politici, una voce indimenticabile, una grande sensibilità mediata anche dal suo grande handicap, visto che venne colpito da bambino dalla poliomelite e quindi perennemente costretto a spostarsi in sedia a rotelle. Eppure la sua è stata una vita assolutamente completa come racconteranno i suoi parenti più stretti e vari musicisti che hanno spesso collaborato con lui.

grazie per la segnalazione.
raistoria a volte produce e trasmette programmi noiosi, a volte programmi brillanti, a volte programmi di raro senso e sensibilità artistica. e questo speciale sul grande cantautore è una piccola, grande gemma.
malgrado non sia il mio genere musicale che faccio e seguo, lo guarderò.
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Jagger
Inviato il: Venerdì, 07-Ott-2022, 00:26
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Patient number 9 - Ozzy Osbourne

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Nuovo disco del Madman, il padrino del metal.

Si tratta di un grande disco, con una pletora di ospiti da capogiro:

Mike McReady, Jeff Beck, Eric Clapton, Chad Smith, Robert Trujillo e Tony Iommi.
Poi Zakk Wylde che è sempre una garanzia coi suoi chitarroni grassi.


Tracce

Patient Number 9 (feat. Jeff Beck) – 7:21 (Ozzy Osbourne, Andrew Watt, Robert Trujillo, Chad Smith, Ali Tamposi)
Immortal (feat. Mike McCready) – 3:03 (Osbourne, Watt, Smith, Tamposi, Duff McKagan)
Parasite (feat. Zakk Wylde) – 4:05 (Osbourne, Watt, Trujillo, Tamposi, Taylor Hawkins)
No Escape from Now (feat. Tony Iommi) – 6:46 (Osbourne, Watt, Smith, Tamposi, Iommi)
One of Those Days (feat. Eric Clapton) – 4:40 (Osbourne, Watt, Smith, Tamposi, McKagan)
A Thousand Shades (feat. Jeff Beck) – 4:26 (Osbourne, Watt, Smith, Tamposi, Ryan Tedder)
Mr. Darkness (feat. Zakk Wylde) – 5:35 (Osbourne, Watt, Trujillo, Tamposi, Hawkins)
Nothing Feels Right (feat. Zakk Wylde) – 5:35 (Osbourne, Watt, Smith, Tamposi, Chris Chaney)
Evil Shuffle (feat. Zakk Wylde) – 4:10 (Osbourne, Watt, Trujillo, Smith, Tamposi)
Degradation Rules (feat. Tony Iommi) – 4:10 (Osbourne, Watt, Smith, Trujillo)
Dead and Gone – 4:32 (Osbourne, Watt, Trujillo, Smith, Tamposi)
God Only Knows – 5:00 (Osbourne, Watt, Tamposi, Hawkins)
Darkside Blues – 1:47 (Osbourne, Watt)

Formazione:

Ozzy Osbourne – voce (tracce 1–13), armonica a bocca (tracce 10, 13)
Andrew Watt – chitarra (tracce 1–3, 5–13), basso (tracce 4, 6, 7, 9, 12), tastiera (tracce 1, 5–7, 11, 12), pianoforte (tracce 3, 6, 12), batteria (tracce 11, 12), cori (tracce 1–13), produzione (tracce 1–13)

Musicisti

Zakk Wylde – chitarra (tracce 1–3, 6–9, 11, 12), tastiera (tracce 1, 5, 7, 9), organo (traccia 8)
Jeff Beck – chitarra (tracce 1, 6)
Tony Iommi – chitarra (tracce 4, 10)
Mike McCready – chitarra (traccia 2)
Eric Clapton – chitarra (traccia 5)
Josh Homme – chitarra (traccia 12)
Robert Trujillo – basso (tracce 1, 3, 7, 9–12)
Duff McKagan – basso (tracce 2, 5)
Chris Chaney – basso (traccia 8)
Chad Smith – batteria (tracce 1, 2, 4–6, 8–12), percussioni (traccia 6)
Taylor Hawkins – batteria (tracce 3, 7, 12), percussioni (traccia 3)
James Poyser – organo (traccia 5)

Orchestra
David Campbell – arrangiamenti orchestrali (tracce 6, 11)
Charlie Bisharat – violino (tracce 6, 11)
Roberto Cani – violino (traccia 6)
Mario DeLeon – violino (traccia 6)
Nina Evtuhov – violino (traccia 6)
Songa Lee – violino (tracce 6, 11)
Natalie Leggett – violino (tracce 6, 11)
Philipp Levy – violino (traccia 6)
Alyssa Park – violino (traccia 6)
Michele Richards – violino (traccia 6)
Neil Samples – violino (tracce 6, 11)
Jennifer Takamatsu – violino (traccia 6)
Kerenza Peackock – violino (traccia 11)
Sara Parkins – violino (traccia 11)
Andrew Duckles – viola (tracce 6, 11)
Zachary Dellinger – viola (traccia 6)
David Walther – viola (tracce 6, 11)
Jacob Braun – violoncello (tracce 6, 11)
Paula Hochhalter – violoncello (tracce 6, 11)
Ross Gasworth – violoncello (traccia 6)
Jeff Wolfe – cori (traccia 12)
Holly Laessig – cori (traccia 12)

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Inviato il: Mercoledì, 12-Ott-2022, 11:57
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Zeit - Rammstein

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A soli 3 anni dall'uscita di Rammstein (dopo dieci anni di attesa), esce l'ottavo lavoro della band berlinese.

E per chi pensava ad una nuova linfa per il sestetto tedesco dopo il deludente lavoro precedente, rimarrà parecchio deluso.

Il disco non decolla mai, Zeit che è uno dei singoli pubblicati in anticipo, ti dà sempre l'impressione che da un momento all'altro possa succedere qualcosa in stile Rammstein che tuttavia non arriva.

I brani invece con sonorità più pesanti in stile del gruppo sanno troppo di già sentito.
E se nell'album precedente c'era un singolo coi controcoglioni come Deutschland, qui manca del tutto.

L'unica cosa positiva di questo album sono i video dei singoli che veramente cagano in testa a buona parte della scena musicale mondiale, ma è una gran magra consolazione.

VOTO: 5

Brani
01. Armee de Tristen
02. Zeit
03. Schwarz
04. Giftig
05. Zick Zack
06. OK
07. Meine Tränen
08. Angst
09. Dicke Titten
10. Lügen
11. Adieu

Formazione
Christoph Doom Schneider – batteria
Doktor Christian Lorenz – tastiera
Oliver Riedel – basso
Paul Landers – chitarra
Richard Z. Kruspe – chitarra
Till Lindemann – voce
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Jagger
Inviato il: Domenica, 23-Ott-2022, 16:07
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Murmur - R.E.M.

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Murmur è il primo LP dei R.E.M., primo album discografico del gruppo statunitense

È stato pubblicato nel 1983 ed è ancora considerato come una delle pietre miliari dell'alternative rock degli anni ottanta, nonché uno dei migliori album del gruppo. Fu eletto disco dell'anno dalla rivista Rolling Stone, davanti a War degli U2, Thriller di Michael Jackson e Synchronicity dei Police. Ad oggi insieme al successivo album Reckoning è considerato uno dei migliori album degli anni ottanta grazie ai singoli di successo Radio Free Europe e Talk About the Passion. Il disco è stato inserito al diciottesimo posto nella lista dei 100 migliori album di debutto secondo Rolling Stone.

Usciti dal vivaio della scena college rock di Athens, Georgia, i R.E.M. atterrarono nello studio di Mitch Easter nel North Carolina per produrre il loro monumentale LP di debutto. I testi sussurrati da Micheal Stipe sembravano segreti condivisi, appena sporcati dalla chitarra poetica di Peter Buck, dal rombo di basso di Mike Mills e dalla forza del batterista Bill Berry, per un suono che diventava un armonia tra un post-punk arty e il folk rock. Il risultato – che dall’essenzialità di Radio Free Europe portava alla grandezza di Perfect Circle – divenne il manifesto del rock alternative, un codice che milioni di imitatori hanno provato a interpretare.

VOTO: 9

Tracce:
Radio Free Europe – 4:05
Pilgrimage – 4:30
Laughing – 3:57
Talk About the Passion – 3:23
Moral Kiosk – 3:31
Perfect Circle – 3:30
Catapult – 3:55
Sitting Still – 3:16
9-9 – 3:02
Shaking Through – 4:29
We Walk – 3:01
West of the Fields – 3:17 (testi aggiuntivi: Neil Bogan)

Formazione
Michael Stipe – voce
Peter Buck - chitarra
Mike Mills - basso, voce
Bill Berry - batteria
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MinCulPop
Inviato il: Lunedì, 24-Ott-2022, 11:08
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Signore di Latveria
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bell'album
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Jagger
Inviato il: Lunedì, 24-Ott-2022, 11:40
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QUOTE (MinCulPop @ Lunedì, 24-Ott-2022, 11:08)
bell'album

un'opera prima che merita una -giusta- riscoperta.
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killy81
Inviato il: Martedì, 25-Ott-2022, 18:35
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Detective dell'Impossibile
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Neil Gaiman ha annunciato un album musicale

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Al momento sono stati diffusi due brani di Signs of Life, in cui la voce di Gaiman fa da controcanto a quella di Lara Goodridge.

Di quest’ultimo brano, che Gaiman ha definito «una canzone su un vampiro triste», è disponibile anche un video diretto da James Chappell.

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Pare di ascoltare una canzone di Sting, suonata al violoncello e cantata in falsetto.

Ma torni a scrivere fumetti, piuttosto..


Attendiamo la conclusione di Miracleman da un Eone e Gaiman si dedica a realizzare le Peggio Cazzate..

E se ció non bastasse :

Perde il suo tempo sui Social, ad INFLUENzare e difendere le peggiori, improponibili scelte dei Cast, nei Serial Televisivi.

(e le Cagate altrui, prodotte e realizzate da terzi).
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Jagger
Inviato il: Giovedì, 27-Ott-2022, 00:25
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So - Peter Gabriel

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«Anche se l'ubiquità del video di Sledgehammer ha massacrato la canzone, l'album di appartenenza è una meraviglia ... inondate di percussioni delicate, tastiere raffinate, e bassi spumeggianti, Red Rain e Mercy Street sono sbalorditive. Tra le meraviglie, il duetto con Kate Bush in Don't Give Up è straziante, mentre In Your Eyes ha raggiunto il suo status di icona dopo l'apparizione nel film Say Anything di John Cusack. Hanno seguito ottimi album, ma il mozzafiato So rimane la migliore introduzione a una discografia smagliante.»

— 1001 Albums You Must Hear Before You Die

Uno dei rari casi in cui uno degli album di di maggior successo commerciale di un artista è anche il migliore nella carriera del suo autore. O se non è così, poco ci manca. L’ex Genesis pubblica un album pirotecnico (impossibile non citare il primo singolo Sledgehammer e il suo memorabile video) ma profondo, con testi impegnati e una varietà nei suoni che lo avvicina quasi a una raccolta di 45 giri. Come nei momenti migliori della sua carriera, il pop di Gabriel è fatto di musiche provenienti da diverse parti del mondo, rielaborate assieme a musicisti di primissimo piano: oltre a Tony Levin (basso) e David Rhodes (chitarra), So può contare sulla collaborazione di Laurie Anderson (This Is The Picture, nella versione su CD) e sulle voci di Kate Bush (Don’t Give Up, dedicata a chi ha perso il lavoro durante gli anni duri dei governi Thatcher) e di Youssou N’Dour (il capolavoro In Your Eyes, che lancia lo stesso cantante senegalese verso un futuro di successo anche in ambito pop). E a proposito di dischi destinati al grande pubblico, alla produzione c’è Daniel Lanois, che si ritaglia il tempo per lavorare a So tra The Unforgettable Fire e The Joshua Tree.

Tracce:
Red Rain – 5:39
Sledgehammer – 5:12
Don't Give Up (feat. Kate Bush) – 6:33
That Voice Again – 4:53 (Gabriel, David Rhodes)
In Your Eyes – 5:27
Mercy Street – 6:22
Big Time – 4:28
We Do What We're Told (Milgram's 37) – 3:22
This Is the Picture (Excellent Birds) – 4:25 ((Laurie Anderson, Gabriel))

Formazione

Peter Gabriel - voce, sintetizzatore, pianoforte, percussioni, programmazione, batteria elettronica, synclavier nella traccia 9.
Tony Levin - basso, voce.
David Rhodes - chitarra, voce.
Daniel Lanois - chitarra nelle tracce 1, 2, 4, 7, 9, tamburello basco nella traccia 2
Jimmy Bralower - programmazione, batteria elettronica nella traccia 7
Manu Katché - batteria, percussioni, talking drum.
David Sancious - tastiere, sintetizzatori, pianoforte, organo.
Stewart Copeland - hi-hat nella traccia 1.
Bill Laswell - basso nelle tracce 9
Richard Tee - pianoforte nelle tracce 3, 5, 6
Djalma Correa - surdo, congas, triangolo nelle tracce 6
Simon Clark - sintetizzatore nelle tracce 3, 7, organo Hammond nella traccia 7, basso nella traccia 7
L. Shankar - violino nelle tracce 4, 8
Chris Hughes - tromba nella traccia 2, programmazione.
Wayne Jackson - tromba nelle tracce 2, 7, cornetta nelle tracce 7
Renard Poche - tromba nelle tracce 2,7, Silent trumpet nelle tracce 6
Don Mikkelson - trombone nelle tracce 2, 7
Mark Rivera - sassofono tenore nelle tracce 2, 7, sassofono processato nelle tracce 6
Reggie Houston - sassofono baritono nelle tracce 2,7, sassofono distorto nelle tracce 7
P. P. Arnold - cori nelle tracce 2, 6, 7
Coral Gordon - cori nelle tracce 2, 7
Dee Lewis - cori nelle tracce 2, 7
Kate Bush - vocals nelle tracce 3
Youssou N'Dour - vocals nelle tracce 5
Michael Been - cori nelle tracce 5
Jim Kerr - cori nelle tracce 5
Ronnie Bright - bass vocals nelle tracce 5
Ustad Nusrat Fateh Ali Khan - cori nelle tracce 5
Laurie Anderson - vocals nelle tracce 9
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Jagger
Inviato il: Giovedì, 03-Nov-2022, 00:01
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Strange Little Girls - Tori Amos

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Dodici canzoni originariamente scritte e interpretate da uomini, che la musicista rilegge dal proprio punto di vista, creando per ciascuna un personaggio femminile e facendosi fotografare nei panni di questi alter ego. Un progetto decisamente originale, come le sue reinterpretazioni di brani lontani anni luce l’uno dall’altro: da Raining Blood degli Slayer a Rattlesnakes di Lloyd Cole & The Commotions, passando per una sorprendente ‘97 Bonnie & Clyde di Eminem.

VOTO: 9

Tracce
New Age – 4:37 – originariamente interpretata dai Velvet Underground
'97 Bonnie & Clyde – 5:46 – originariamente interpretata da Eminem
Strange Little Girl – 3:50 – degli Stranglers
Enjoy the Silence – 4:10 – originariamente interpretata dai Depeche Mode
I'm Not in Love – 5:39 – originariamente interpretata dai 10cc
Rattlesnakes – 3:59 – originariamente interpretata da Lloyd Cole
Time – 5:23 – originariamente interpretata da Tom Waits
Heart of Gold – 4:00 – originariamente interpretata da Neil Young
I Don't Like Mondays – 4:21 – originariamente interpretata dai The Boomtown Rats
Happiness Is a Warm Gun – 9:55 – originariamente interpretata dai The Beatles
Raining Blood – 6:22 – degli Slayer
Real Men – 4:07 – originariamente interpretata da Joe Jackson

Musicisti:
Tori Amos – Voce, pianoforte, tastiere, sintetizzatore
Matt Chamberlain – Batteria Tamburi da guerra
Adrian Belew – Chitarre
Justin Meldal-Johnsen – basso
John Philip Shenale – Arrangiamenti ed archi
Jon Evans – basso
Dr. Edison Amos, Daniel Bocking, George W. Bush, George H. W. Bush – voci
M & M – chitarre

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Jagger
Inviato il: Giovedì, 10-Nov-2022, 13:18
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"Revolver" dei Beatles

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I Beatles sono certamente il gruppo rock su cui più si è scritto, e accingersi a sviscerare il contenuto di uno dei loro lavori più celebrati nasconde molte trappole, in primis l’impaludarsi nei luoghi comuni e nel déjà vu. Inoltre “Revolver”, pur non essendo probabilmente il miglior album dei Fab Four, è tuttavia quello che ha avuto il maggior impatto sui Sixties. Di quel decennio è infatti uno stupefacente glossario di fasti, speranze e ambiguità: si pensi al desolante quadretto della società inglese tradizionale in decadenza offerto da “Eleanor Rigby” o all’ingresso nell’era LSD fotografato da “Tomorrow never knows”.

Senza contare il lato squisitamente musicale: come già lasciato intuire dal precedente “Rubber Soul”, il classico Mersey Sound del quartetto di Liverpool stava iniziando a sfrangiarsi,ad aprire a ventaglio la propria cifra pur mantenendosi perfettamente dentro gli stilemi pop, modificandone però profondamente logica ed essenza.

Non che Lennon e McCartney fossero gli unici o i migliori a influire sull’evoluzione del pop-rock all’epoca. Nessuno però è stato capace di coniugare le esigenze del grande pubblico, rapito dalla freschezza delle loro canzoni, e della critica più esigente, stupefatta dalla capacità di decorarle con l’innovativo uso dello studio di registrazione come valore aggiunto (grazie al produttore George Martin), come da lì a poco dimostrato al meglio da supreme composizioni quali “Strawberry Fields Forever” o “A Day In The Life”.

Caso mai, dall’ascolto delle 14 canzoni che lo compongono, è evidente la capacità di “Revolver” di coagulare alcune delle più innovative istanze dell’epoca: si pensi a “Here, There, and Everywhere”, intimista ballata di Paul McCartney omaggiante l’etereo pathos dei rivali Beach Boys di “Pet Sounds”, alle scintillanti intelaiature byrdsiane che sorreggono la lennoniana “She Said, She Said” (eccellenti gli assoli jingle-jangle di George Harrison), e persino ai fiati di derivazione Motown che avvolgono la spumeggiante “Got To Get You Into My Life”.

Altrove è dal DNA del gruppo che vengono distillate autentiche gemme: Lennon regala una delle sue ballate più riuscite in “I’m Only Sleeping”, il cui pigro incedere è incastonato in un prezioso scrigno allucinogeno. McCartney sfodera numeri di pop arguto e levigato in “Good Day Sunshine” e nella toccante “For No One”, mentre Harrison forgia una “Love You To” da applausi, intarsiata da brillanti ghirigori col sitar. Anche Ringo Starr si ritaglia il suo momento di gloria: è sua la voce nel fumettone “Yellow Submarine”, in cui una classica melodia si infrange verso ineffabili rumori e dissonanze. I Beatles più convenzionali affiorano qua e là, soprattutto nelle trame pop-rock di routine offerte da “I Want To Tell You”, “Doctor Robert” (refrain onirico a parte) e “Taxman” (in quest’ ultima è abbastanza dozzinale e paranoico il testo di Harrison), e sono questi episodi a pregiudicare il massimo dei voti a “Revolver”.

Gli apici dell’ album stanno però nei due brani citati all’inizio. “Eleanor Rigby” è l’insuperato capolavoro di Paul, forte di un magnifico arrangiamento d’archi e di un testo che testimonia una cognizione sociale ormai fuori dal comune.

“Tomorrow never knows” è invece uno dei massimi pezzi psichedelici di sempre: una struttura resa perfetta dai tamburi di Ringo, da pionieristici arzigogolii e loops, e da un Lennon alienante che si immerge totalmente in empirei lisergici, citando il celebre saggio di Timothy Leary “The Psychedelic Experience”. La pura poesia di un verso come “Ascolta il colore dei tuoi sogni” è certamente il miglior suggello possibile alla magia di quest’album. Un brano talmente innovativo e attuale da venire di fatto ripreso a pié pari dai Chemical Brothers in “Setting Sun” oltre trent’anni dopo, e che di fatto schiuse ai Fab Four le porte della percezione: oltre di esse, inevitabilmente, il mito.
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Jagger
Inviato il: Domenica, 27-Nov-2022, 00:47
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Rock 'n' Roll - John Lennon

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L’album nasce da un accordo extragiudiziale con l’editore musicale )nonché gangster ed imprenditore) Morris Levy, che tempo prima aveva denunciato l’eccessiva somiglianza di Come Together con You Can’t Catch Me di Chuck Berry. Lennon si impegna a includere tre canzoni del catalogo di Levy nel suo successivo album. Ma poi si domanda: perché, a questo punto, non fare un tributo alle radici rock’n’roll e ai giorni di Amburgo? Tra la Be-Bop-A-Lula di Gene Vincent e il fortunato singolo Stand By Me spunta proprio il Chuck Berry di You Can’t Catch Me, omaggiato anche in Sweet Little Sixteen. Un progetto riuscito, che è anche l’ultimo album da solista (senza Yoko Ono, all'epoca si era mollato con la famigerata giapponese) inciso da John Lennon prima della sua scomparsa.
A dimostrazione che spesso i grandi artisti hanno un grande senso degli affari, oppure un gran culo, il momento per un'operazione simile parve fra l'altro particolarmente propizio in quanto gli anni cinquanta allora stavano tornando di moda grazie all'uscita del film American Graffiti e alla programmazione in TV del popolare telefilm Happy Days (il cui set venne visitato dallo stesso Lennon).

VOTO: 8

Tracce:
Be-Bop-A-Lula – 2:39 (Tex Davis, Gene Vincent)
Stand by Me – 3:26 (Jerry Leiber, Mike Stoller, Ben E. King)
Medley – 1:33
Rip It Up (Robert A. Blackwell, John Marascalco)
Ready Teddy (Blackwell, Marascalco)
You Can't Catch Me – 4:03 (Chuck Berry)
Ain't That a Shame – 2:34 (Fats Domino, Dave Bartholomew)
Do You Want to Dance – 3:02 (Bobby Freeman)
Sweet Little Sixteen – 3:01 (Chuck Berry)
Slippin' and Slidin' – 2:20 (Richard Wayne Penniman, Edwin Bocage, Al Collins, James Smith)
Peggy Sue – 2:06 (Jerry Allison, Norman Petty, Buddy Holly)
Medley – 3:41
Bring It On Home to Me (Sam Cooke)
Send Me Some Lovin' (Lloyd Price, Marascalco)
Bony Moronie – 3:47 (Larry Williams)
Ya Ya – 2:17 (Lee Dorsey, Clarence Junior Lewis, Bobby Robinson)
Just Because – 4:25 (Lloyd Price)

Formazione
John Lennon – voce, chitarra
Jesse Ed Davis – chitarra
Leon Russell – tastiere
Michael Hazelwood – chitarra acustica
Klaus Voormann – basso
Jim Calvert – chitarra
Jim Keltner – batteria
Steve Cropper – chitarra
Arthur Jenkins – percussioni
Eddie Mottau – chitarra acustica
Ken Ascher – tastiere
Hal Blaine – batteria
José Feliciano – chitarra acustica
Gary Mallaber – batteria
Jeff Barry – fiati
Barry Mann – fiati
Bobby Keys – fiati
Peter Jameson – fiati
Joseph Temperley – fiati
Dennis Morouse – fiati
Frank Vicari – fiati
Nino Tempo – fiati
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Jagger
Inviato il: Sabato, 10-Dic-2022, 14:33
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Atem - Tangerine Dream

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Atem (Respiro) è il quarto album in studio del gruppo musicale tedesco Tangerine Dream, pubblicato nel 1973.
La musica che si può ascoltare in Atem varia da pezzi lenti e atmosferici a brani ricchi di percussioni e di stampo prettamente progressivo. L'uscita del disco segnò la fine, per la band, dei "Pink Years", "Gli anni rosa".
Il neonato raffigurato in copertina è Jerome Froese, figlio di Edgar Froese, che sarebbe poi diventato un membro dei Tangerine Dream negli anni novanta. All'epoca dello scatto, Jerome aveva circa quattro mesi di vita.
Di questo disco godetevi le atmosfere cosmico-funeree della title track e affondate nei buchi neri di Fauni-Gena e Circulation of Events. Se però volete provare sensazioni veramente forti è sulla traccia finale che dovete fiondarvi. Wahn è un coacervo di voci e sussurri dall’aldilà, tra porte che sbattono, folate spettrali, percussioni maligne e un mellotron incancrenito a tenere insieme un collage di delirio.

VOTO: 8

Tracce
Testi e musiche di Christopher Franke, Edgar Froese, Peter Baumann.

Atem – 20:31
Fauni-Gena – 10:50
Circulation of Events – 5:58
Wahn – 4:29

Formazione
Edgar Froese – mellotron, chitarra, organo, voce
Christopher Franke – organo elettrico, EMS VCS3, percussioni, voce
Peter Baumann – organo, EMS VCS3, pianoforte
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