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> Spirou & Fantasio: Bravo, Franquin, Tome-Janry...
bgh
Inviato il: Mercoledì, 10-Mar-2021, 19:59
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Sono contento, Kerdik. I miei volumi preferiti sono quelli che vanno da New York a Luna Fatale - eccezion fatta per Il raggio nero che trovo moscetto e un tantino fuori luogo, rispetto alla traiettoria generale di questa seconda tranche.

Io invece sto apprezzando la lettura di Buck Danny che tu consigliavi. Come vedi, mutuo scambio
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bgh
Inviato il: Lunedì, 05-Lug-2021, 20:20
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Notizia di poco fa: il disegnatore di Atom Agency (serie pubblicata anche da noi), Olivier Schwartz, è il nuovo autore di Spirou, assieme a una sceneggiatrice, tale Sophie Guerrive.

Succedono alla "gestione" (5 albi) di Velhmann & Yoann, molto poco amata dai fan storici.
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bgh
Inviato il: Sabato, 08-Gen-2022, 19:34
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Bravo ha finito l'ultimo Spirou. È molto più breve dei precedenti, un normale 46 tavole. Ad aprile inizierà ad essere serializzato sul Journal, quindi il volume uscirà probabilmente prima dell'estate o in autunno, la classica "stagione forte" per l'editoria francese (e non solo).

Il prossimo anno uscirà in Francia anche un integrale con tutte e quattro le parti.
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bgh
Inviato il: Sabato, 08-Gen-2022, 20:20
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Niente, è sempre vero che è meglio fare le cose con ordine.

Ho ripreso in mano lo Spirou di Franquin, ma dall'inizio (cioè dal secondo integrale, con l'introduzione di Champignac e del Marsupilami: il primo è roba un tantino da preistoria della BD, anche se qualche pagina sparsa leggiucchiata si è rivelata gustosa - tipo quella in cui Fantasio si traveste da vecchietta per fare uno scherzo a Spirou!) e lo sto apprezzando molto di più.
Soprattutto, in originale. C'è poco da fare: il lettering è disegno, come diceva Moebius, e nessun font digitale potrà mai sostituirlo.

Questo secondo integrale certo contiene tre storie certo acerbe, ma nondimeno ho trovato la lettura più che gradevole, al punto che mi chiedo come appariranno ai miei occhi i pochi episodi che avevo letto in precedenza nei volumi di Lineachiara.
La più bella e solida è senz'altro Les voleurs du Marsupilami, ma anche la prima ha un inizio folgorante - salvo pagare nella seconda metà lo scotto tipico di molti fumetti belgi dell'epoca, quello della trama costruita "a braccio" (nondimeno gradevole).
Divertente scoprire - non lo sapevo - che all'inizio Champignac era molto più distinto dello scienziato ormai completamente pazzoide degli ultimi albi o di quelli di Tome & Janry.

Il disegno di questo primo Franquin, poi, mi piace molto. Il tratto nervosissimo e fin troppo pieno di dettagli che sfoggia negli ultimi, nelle Idee nere o nelle moltissime illustrazioni che ha realizzato negli anni lo trovo un tantino repellente, e questo segno così semplice - senza essere banale - è una boccata d'aria, in confronto. Del resto, è quello che ha fatto scuola negli anni settanta e ottanta presso i vari Chaland, Clerc e compagnia, mentre quello "nervoso" si è imposto più sui disegnatori dello stesso Journal (Tillieux, Wasterlain, Seron...).
Il modo di disegnare gli occhi... o i gesti, anche. Tutto sembra molto più naturale.

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Premio per la migliore tavola. Non amo per niente il calcio, ma... osservatela con attenzione. Favolosa.

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"Fra queste pozioni ce n'è una che lo curerà... ma anche una che lo farà invecchiare di 70 anni in un'ora, lol"
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"Spip, ricordami a che piano siamo" "Pianoterra, tranki"
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bgh
Inviato il: Mercoledì, 26-Gen-2022, 01:38
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Sono contento di aver dato un'altra possibilità alla serie perché mi sta regalando molte sorprese.

La corne du rhinoceros è l'anti-Tintin in Congo, visto che Spirou e Fantasio vanno a caccia di animali... e inventano un metodo - geniale - per non ucciderne neanche uno!
Le dictateur et le champignon, che avevo già letto in edizione italiana, continuo a ritenerlo, nonostante sia uno degli episodi più famosi della serie, un volume piuttosto bizzarro (chissà come mai, ma ho un'avversione per le BD ambientate in America Latina: L'orecchio spezzato, Tintin e i Picaros, Guerriglia per un fantasma... o forse è Rosy alla sceneggiatura, che guarda caso anche con il successivo Les pirates du silence non fa proprio faville), ma La mauvaise tete è un capolavoro, il primo della serie (anche se già Les voleurs du Marsupilami, nel secondo integrale, non mi era dispiaciuto affatto). Ha un che da giallo hitchcockiano, con la differenza che fa ridere ed è appassionante (sì, non amo molto Hitchcock e le sue trame improbabili). Bellissima la trovata dell'amnesia di Spirou, e la conclusione in tribunale, nella sua semplicità, mi ha fatto emozionare. La sequenza del Tour de France è giustamente celeberrima e la conoscevo già prima di leggere la storia.

Si volta pagina e Le repaire de la Murene è un altro volume avvincente, specie nella prima parte, con la lunga discesa negli abissi,
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. Il finale non è proprio all'altezza, ma lo perdoniamo.
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Per Les pirates du silence di parole ne ho già spese; Le gorille à bonne mine non è il meglio della serie ma è molto piacevole lo stesso (l'inizio è geniale: "Lo vedete questo ragazzo nella folla? Sì, questo ragazzo... ha un'idea!"
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). Chaland deve averlo buttato giù a memoria, visto che Il cimitero degli elefanti, il secondo albo di Freddy Lombard, senza essere un plagio, per carità, è comunque permeato della stessa, precisa atmosfera, e se non erro contiene anche qualche citazione (gli indigeni mi sembrano molto simili).

Il quinto integrale si apre con Le nid des Marsupilami. Beh... diciamo che è il secondo o terzo capolavoro della serie. Anzi, lo facciamo dire a questa tavola.

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Il resto del volume, di fronte a un gioiello simile, è inevitabilmente in tono minore, benché non sia affatto male. Le voyageur du Mesozoique forse è un po' lunga, ma Vacances sans histoires è divertentissima (lo sceicco daltonico, l'auto "speciale" di Fantasio...), segno che anche nelle brevi (appena venti tavole) Franquin sapeva destreggiarsi bene.

Spettacolari i fogli di guardia, che Franquin curava personalmente (anzi, per i quali aveva una vera ossessione: a leggere le sue interviste con Sadoul, è la prima cosa che commenta di ogni albo) e che, a differenza di quanto avviene per altre BD classiche, cambiava in continuazione, non accontentandosi di realizzare un modello "standard", uguale per tutti i volumi (come Hergé, per esempio). Con vero piglio da grafico, disegnava il minimo indispensabile e sfruttava al massimo i vuoti: una maniera semplice per creare dei veri effetti speciali. Alla faccia di chi riempie le sue tavole di effettacci Photoshop.
Le famose pagine di guardia di Astérix (e non solo quelle), che pure non cambiano mai di albo in albo, penso che debbano molto a questo approccio.

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bgh
Inviato il: Giovedì, 27-Gen-2022, 18:12
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Le prisonnier du Bouddha, con cui si inaugura la collaborazione con Greg e Jidéhem, è considerato uno dei grandi capolavori di Franquin, ma personalmente l'ho trovato una grande... delusione. I presupposti per un bellissimo albo ci sono tutti (la copertina in primis, vagamente inquietante), ma la sceneggiatura è proprio strana. Quello che doveva essere un viaggione esotico ed epico (con tanto di Champignac che contempla romanticamente i due eroi mentre partono) si risolve in poche tavole: metà del volume è occupata dall'introduzione (la parte nettamente migliore), l'altra dalla lunga scena dell'evasione. Il GAG, l'invenzione attorno a cui ruota questa seconda parte, non mi ha convinto neanche un po', visto che Greg gli appiccica funzioni diversissime, con l'unico fine di potersi cavare poi dagli impicci che egli stesso ha creato. Che relazione c'è fra l'annullamento della gravità - la sua caratteristica primaria - e l'alterazione del clima o la crescita rapidissima di piante e alberi??? Sembra davvero un deus ex machina portatile. Se avesse mantenuto solo la prima funzione (già bella "potente" di suo) sarebbe parso meno una presa in giro.

Soprattutto, trovo i personaggi terribilmente out of character, e questo è il vero cruccio che mi ha impedito di apprezzarlo. Fantasio, che negli albi di Franquin spesso combina guai, ma prende comunque l'iniziativa, è qui ridotto a mera spalla, con Spirou che gli fa la morale in continuazione ed è l'unica "mente" del duo. Spip, poi, spara battute a raffica, soddisfacendo quella che è evidentemente un'inclinazione di Greg per la commedia brillante (vedasi Bernard Prince o Luc Orient). La loquacità, in generale, permea tutto il volume, laddove negli albi precedenti i personaggi parlavano il giusto. Proprio come in... una serie di Greg. Nell'introduzione si dice che lui e Franquin ebbero un rapporto tormentato, visto che quest'ultimo si intrometteva in continuazione nella sceneggiatura. A me sembra però che non lo abbia fatto abbastanza: avrebbe dovuto guidare maggiormente quello che in fondo era un principiante (Greg aveva iniziato da poco a fare fumetti) e assicurare una maggiore coerenza con il resto della serie.
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Stimo molto Greg: Bernard Prince e Olivier Rameau sono bellissime serie, e anche Comanche e Luc Orient si difendono egregiamente. Qualcosa, però, qui non mi sembra che abbia funzionato.
La cosa si ripete infatti nei due albi di Zorglub, con i quali avevo aperto il mio rapporto di amore/odio nei confronti di Spirou e che continuo a trovare bizzarri e poco a fuoco. Nella prefazione (pessima: i redazionali di questi volumi sono tremendi) si dice che Dupuis non fosse affatto convinto da queste storie ipertecnologiche e che imputava loro il calo di vendite della rivista. Fossi stato un suo dipendente, non gli avrei detto di no, anche se l'affetto con cui sono ricordate dai fan dà torto a entrambi.
Decisamente preferivo lo Spirou di Franquin.

Per fortuna ci sono anche due perle: La peur au bout du fil, che avevo già letto, l'ho apprezzata forse anche di più, e Les petits formats è un piccolo gioiello di umorismo e di mistero. Assieme a Vacances sans histoires, sono le migliori brevi della serie, finora. Certo, sono molto brevi...

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bgh
Inviato il: Venerdì, 04-Feb-2022, 23:19
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L'ultimo integrale si apre con QRN sur Bretzelburg, forse la storia più celebre di Franquin, quella che realizzò durante la sua (prima) depressione. Poveretto, a leggere le interviste si percepisce bene la sua sofferenza.

L'avventura, sceneggiata di nuovo da Greg, pare sia stata molto modificata dall'autore. La struttura è un po' schizofrenica, in effetti: ci sono cose che ci si aspetterebbe da Franquin, altre più tipiche di Greg. Tutto sommato, rispetto alle avventure precedenti non mi è spiaciuta, anche se è davvero lunghissima (non letteralmente, visto che la foliazione sempre quella è, ma ci ho messo due ore a finirla, con tutti quei dialoghi). Le tavole, poi, sono esageratamente cariche di dettagli (e non era nemmeno aiutato da Jidéhem per gli sfondi...) e allo stesso tempo un po' monotone, visto che Franquin continua imperterrito fino alla fine a usare una rigidissima gabbia di quattro strisce, non concedendosi mai, come nelle storie precedenti (e successive) qualche vignetta più ampia.

Momento topico
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Il confronto con le due avventure che seguono, le ultime dell'autore, è ancora più marcato alla luce di tutto ciò. Scritte dallo stesso Franquin, recuperano l'atmosfera che mi piaceva tanto e che con Greg si era persa.

Bravo les brothers, la storia preferita del disegnatore, nella sua brevità è un piccolo gioiello di umorismo e di poesia, sorta di crossover fra Gaston e Spirou.

(Come cambiano i tempi: Fantasio fatto di tranquillanti - !!!!! - non penso si vedrebbe neanche con il binocolo in una rivista per ragazzi, oggi
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Panade à Champignac, pietra dello scandalo, è una chiusa gustosa all'insegna della decostruzione. Se ne I gioielli della Castafiore Hergé ironizzava in maniera garbata su certi stilemi di Tintin, Franquin sceglie un approccio iconoclasta. 40 tavole senza una trama, con i protagonisti in versione pazzoide che si inseguono a destra e a sinitra per... far da balie a Zorglub.
Una conclusione molto divertente e leggera, un bel modo per salutare dei personaggi che non apprezzava ma che nondimeno lo hanno tenuto al tavolo da disegno per quasi trent'anni.

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Mi ha fatto piacere (ri)scoprire la serie, anche se devo dire di apprezzare molto di più gli esordi dell'autore rispetto alle prove mature, che pure sono quelle più generalmente lodate dai fan francesi e non solo.
Spiace comunque che un fumetto così importante non sia disponibile per i lettori (pure gli integrali di Lineachiara, stampati in chissà quante copie, sono ormai introvabili). Se uno volesse leggere QRN su Bretzelburg dovrebbe recuperare i numeri del Messaggero dei Ragazzi usciti all'inizio degli anni settanta! Ma dai...
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Kerdik
Inviato il: Lunedì, 21-Feb-2022, 20:27
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Homo Superior
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Gruppo: Addetti ai Lavori
Messaggi: 7186
Utente Nr.: 274
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Edit: okay, visto che ho sbagliato e riportato su il topic tanto vale scrivere qualcosa.

Finito ieri di tradurre la terza parte, stavolta ha sforato le 110 tavole.

Sono parlatissime ma vanno giù come un bicchier d'acqua (come traduttore mi hanno messo in difficoltà le dimensioni dei balloon, anche perché Bravo marca molto stretto sugli adattamenti)... come lettore, invece, la vicenda mi sta mettendo addosso un'ansia indicibile... ho ormai a cuore le sorti di TUTTI i comprimari.
PM
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bgh
Inviato il: Venerdì, 18-Nov-2022, 19:42
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Questa magnifica lezione di François Schuiten su QRN su Bretzelburg, uno degli albi più celebri di André Franquin, è appassionata e appassionante. E dire che, come scrissi qualche mese fa a commento delle mie letture franquiniane, l'episodio in sé non mi emoziona particolarmente, anzi - al netto della sua fama e della sua influenza sulla BD posteriore.

La conferenza si inserisce all'interno del ciclo di cui ho detto
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Il lettore italiano che volesse recuperare un simile capolavoro del fumetto francese non incontrerà molte difficoltà: gli basta trovare i numeri 1-10 della rivista Il Messaggero dei Ragazzi.

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texhnolyze
Inviato il: Venerdì, 26-Mag-2023, 14:29
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Spirito con la Scure
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Utente Nr.: 12720
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Voi diversamente giovani, lo Spirou di Bravo lo fate leggere anche ai vostri nipoti/figli?
È chiaro che un bambino da solo non lo comprerebbe mai né direbbe ai genitori di acquistarlo perché neanche lo conosce, ma i bambini (in Italia almeno) le leggono queste storie, che alla fine vedono i bambini come loro target primario benché li leggano principalmente i sessantenni? Tanto per curiosità, eh. Io ho letto e credo che anche i bambini abbiano diritto di leggere cose meno sensazionalistiche.


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Vendo
Boucq, Aldobrando, L'età della Convivenza, ecc. ecc.

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