Le Storie 62: Memoryville, di Contro e Avogadro
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LE STORIE 62: MEMORYVILLE
Soggetto e sceneggiatura: Gianmaria Contro Disegni: Max Avogadro Copertina: Aldo Di Gennaro
Illwood. West Virginia. 2015. Come ogni scrittore, Harrold ha bisogno di una storia. È la sua ultima possibilità, prima di sprofondare, travolto dai debiti e dalla disperazione... La fortuna sembra venirgli incontro dal folto della foresta, dove si cela qualcosa di terribile e affascinante. È la traccia di un vecchio delitto, il primo passo di un'indagine che lo porterà indietro negli anni, lungo una pista che conduce... nel cuore dell'incubo più nero!
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E mentre mezza Italia si guarda una partita di cui non potrebbe fregarmene di meno, io mi sono letto quest'ultimo numero delle Storie, attratto dalla copertina di Gennaro e dai sontuosi disegni di Avogadro.
Ditemi voi, ora, se c'era bisogno di un totale non-professionista del fumetto come Gianmaria Contro (il cui unico altro lavoro nel campo è un precedente numero di questa testata, il 34) per rompere la catena - ormai bella lunga - di Storie mediocri (se non proprio brutte) che da troppi mesi infestano questi lidi.
Perché sì, questo mese abbiamo davanti una Storia BELLA e scritta come Dio/Allah/Nolitta comanda. Non un capolavoro, ma nemmeno qualcosa che vuole essere un capolavoro: fin dalla sincera e onestissima introduzione di Contro, che ammette candidamente che il terreno su cui si muove è stato ormai battuto più volte da cinema e letteratura ("superata una certa età, ci si rassegna all'idea che l'originalità perfetta è una pia illusione"), che la unica ambizione è di intrattenere il lettore, e che gran parte del merito va al disegnatore. Quella che abbiamo davanti è una Storia fatta di violenza, di equivoci e di bassi istinti, che si muove sulla tradizione del grande noir americano, da Non è un paese per vecchi a Prisoners a Zodiac (film a cui tengo particolarmente), con un finale da macelleria messicana (alla faccia di chi dice che in Bonelli sanno pubblicare solo storie leggerine).
E sì, gran parte del merito va senz'altro ai disegni di Avogadro e soprattutto alle sue chine, caricatissime e opprimenti (al punto che a tratti si nota che le rotative hanno fatto quasi "fatica" a stampare così tanto inchiostro). Talvolta mi è venuto il dubbio che in alcuni passaggi (specie negli intensi primi piani) si sia appoggiato, in maniera un po' facilona, a fotografie (cioè, dài, quello a pagina 108 è palesemente Ed Harris...), ma il risultato finale è in ogni caso degno di nota, e pieno di virtuosismi notevoli (la tecnica - a pastello? - dei flashback, l'utilizzo magistrale dei tratteggi, le "spugnature" di inchiostro per gli sfondi).
Una piccola speranza in quella che ormai pareva (e purtroppo continua parere) una testata senza più nulla da dire.
Una speranza forse destinata a rimanere isolata, visto che il prossimo albo, almeno a giudicare dalla premessa, ha tutte le carte in regola per rivelarsi agghiacciante (e non nel senso di "pauroso")...
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Jack 95 |
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QUOTE (Paolo Papa @ Lunedì, 13-Nov-2017, 23:07) | QUOTE (bgh @ Lunedì, 13-Nov-2017, 22:37) | E mentre mezza Italia si guarda una partita di cui non potrebbe fregarmene di meno. |
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Felice di esserlo anch'io
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tom sawyer |
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Indagatore dell'Incubo
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QUOTE (bgh @ Lunedì, 13-Nov-2017, 22:37) | E mentre mezza Italia si guarda una partita di cui non potrebbe fregarmene di meno, io mi sono letto quest'ultimo numero delle Storie, attratto dalla copertina di Gennaro e dai sontuosi disegni di Avogadro.
Ditemi voi, ora, se c'era bisogno di un totale non-professionista del fumetto come Gianmaria Contro (il cui unico altro lavoro nel campo è un precedente numero di questa testata, il 34) per rompere la catena - ormai bella lunga - di Storie mediocri (se non proprio brutte) che da troppi mesi infestano questi lidi.
Perché sì, questo mese abbiamo davanti una Storia BELLA e scritta come Dio/Allah/Nolitta comanda. Non un capolavoro, ma nemmeno qualcosa che vuole essere un capolavoro: fin dalla sincera e onestissima introduzione di Contro, che ammette candidamente che il terreno su cui si muove è stato ormai battuto più volte da cinema e letteratura ("superata una certa età, ci si rassegna all'idea che l'originalità perfetta è una pia illusione"), che la unica ambizione è di intrattenere il lettore, e che gran parte del merito va al disegnatore. Quella che abbiamo davanti è una Storia fatta di violenza, di equivoci e di bassi istinti, che si muove sulla tradizione del grande noir americano, da Non è un paese per vecchi a Prisoners a Zodiac (film a cui tengo particolarmente), con un finale da macelleria messicana (alla faccia di chi dice che in Bonelli sanno pubblicare solo storie leggerine).
E sì, gran parte del merito va senz'altro ai disegni di Avogadro e soprattutto alle sue chine, caricatissime e opprimenti (al punto che a tratti si nota che le rotative hanno fatto quasi "fatica" a stampare così tanto inchiostro). Talvolta mi è venuto il dubbio che in alcuni passaggi (specie negli intensi primi piani) si sia appoggiato, in maniera un po' facilona, a fotografie (cioè, dài, quello a pagina 108 è palesemente Ed Harris...), ma il risultato finale è in ogni caso degno di nota, e pieno di virtuosismi notevoli (la tecnica - a pastello? - dei flashback, l'utilizzo magistrale dei tratteggi, le "spugnature" di inchiostro per gli sfondi).
Una piccola speranza in quella che ormai pareva (e purtroppo continua parere) una testata senza più nulla da dire.
Una speranza forse destinata a rimanere isolata, visto che il prossimo albo, almeno a giudicare dalla premessa, ha tutte le carte in regola per rivelarsi agghiacciante (e non nel senso di "pauroso")... |
Uffa, ero deciso a daci un taglio con questa serie, ma dopo un commento del genere non posso che recuperare l'albo in questione. In effetti non ricordavo che Contro fosse l'autore anche dell'ottimo "L'innocente".
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Brandino |
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Asterix
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QUOTE (bgh @ Lunedì, 13-Nov-2017, 22:37) | E mentre mezza Italia si guarda una partita di cui non potrebbe fregarmene di meno, io mi sono letto quest'ultimo numero delle Storie, attratto dalla copertina di Gennaro e dai sontuosi disegni di Avogadro.
Ditemi voi, ora, se c'era bisogno di un totale non-professionista del fumetto come Gianmaria Contro (il cui unico altro lavoro nel campo è un precedente numero di questa testata, il 34) per rompere la catena - ormai bella lunga - di Storie mediocri (se non proprio brutte) che da troppi mesi infestano questi lidi.
Perché sì, questo mese abbiamo davanti una Storia BELLA e scritta come Dio/Allah/Nolitta comanda. Non un capolavoro, ma nemmeno qualcosa che vuole essere un capolavoro: fin dalla sincera e onestissima introduzione di Contro, che ammette candidamente che il terreno su cui si muove è stato ormai battuto più volte da cinema e letteratura ("superata una certa età, ci si rassegna all'idea che l'originalità perfetta è una pia illusione"), che la unica ambizione è di intrattenere il lettore, e che gran parte del merito va al disegnatore. Quella che abbiamo davanti è una Storia fatta di violenza, di equivoci e di bassi istinti, che si muove sulla tradizione del grande noir americano, da Non è un paese per vecchi a Prisoners a Zodiac (film a cui tengo particolarmente), con un finale da macelleria messicana (alla faccia di chi dice che in Bonelli sanno pubblicare solo storie leggerine).
E sì, gran parte del merito va senz'altro ai disegni di Avogadro e soprattutto alle sue chine, caricatissime e opprimenti (al punto che a tratti si nota che le rotative hanno fatto quasi "fatica" a stampare così tanto inchiostro). Talvolta mi è venuto il dubbio che in alcuni passaggi (specie negli intensi primi piani) si sia appoggiato, in maniera un po' facilona, a fotografie (cioè, dài, quello a pagina 108 è palesemente Ed Harris...), ma il risultato finale è in ogni caso degno di nota, e pieno di virtuosismi notevoli (la tecnica - a pastello? - dei flashback, l'utilizzo magistrale dei tratteggi, le "spugnature" di inchiostro per gli sfondi).
Una piccola speranza in quella che ormai pareva (e purtroppo continua parere) una testata senza più nulla da dire.
Una speranza forse destinata a rimanere isolata, visto che il prossimo albo, almeno a giudicare dalla premessa, ha tutte le carte in regola per rivelarsi agghiacciante (e non nel senso di "pauroso")... |
Per me il periodo positivo è partito a luglio, dopo più di sei mesi di storie quasi mediocri.
Memoryville mi è piaciuta veramente parecchio, unica pecca il titolo.
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Spirito con la Scure
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QUOTE (bgh @ Lunedì, 13-Nov-2017, 23:37) | con un finale da macelleria messicana (alla faccia di chi dice che in Bonelli sanno pubblicare solo storie leggerine).
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Non mi pare un finale così violento sinceramente.
Anzi come finale è piuttosto prevedibile ma è comunque ben scritto.
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Spirito con la Scure
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QUOTE (Angelo1961 @ Martedì, 14-Nov-2017, 11:11) | In effetti, annata scarsissima secondo me...
52 Dollari d'argento Voto 5 53 Razo, il brigante 6,5 54 La mano nera 7 55 Fort Ticonderoga 3 56 Ix B'alaam 6 57 Polvere di fata 2 Speciale saltato 58 Il sangue dei mortali saltato 59 Mugiko saltato 60 La legge Zero saltato 61 Astromostri saltato 62 Memoryville 6,5 |
Per me un po' diverso.
Dollari d'argento: 6
Razo il brigante: 6,5
La Mano Nera: 3,5
Fort Ticonderoga: 5,5
Ix B'alaam: 5
Polvere di Fata: 5
Lavendder: 6,5 (+1 per le tette della protagonista)
Il Sangue dei Mortali: 7
Mugiko: 4,5
La Legge Zero: 5,5
Astromostri: 6 (+1 per le tavole decisamente poco bonelliane come composizione)
Memoryville: 7
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Spirito con la Scure
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La mia annata. 52 Dollari d'argento Voto 5,5 53 Razo, il brigante 5 54 La mano nera 5 55 Fort Ticonderoga 6 56 Ix B'alaam 4 57 Polvere di fata 5 Speciale 5 per la storia, 8,5 per i disegni e i colori 58 Il sangue dei mortali 6,5 59 Mugiko 5,5 (mezzo punto in più per stima a Manfredi) 60 La legge Zero 7 61 Astromostri 6 per la storia, 8 per i disegni 62 Memoryville 8 (mezzo punto in più per i disegni) Annata scarsina, sì... Molto meglio in questi ultimi mesi, comunque.
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