Dylan Dog Color Fest 22 - Remake, Barbato, Faraci, Celoni
Ravendish |
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Yellow Kid
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Tremendo sotto tutti i profili, mi sono dovuto fare coraggio per arrivare in fondo. Storie così insignificanti non le saverebbe nemmeno il miglior disegno a colori, ma nel dubbio qui è pessimo pure quello.
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Niemand |
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Yellow Kid
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Non è piaciuto neanche a me, motivazioni: noia, tanta noia, solo noia. Probabile che io stia vivendo [in] un brutto periodo.
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albmau |
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Sidekick
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Sbadigli e voglia di arrivare in fretta alla fine.
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Kowalsky |
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Nonno Bassotto
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Celoni su La Grande Baraonda
Due parole sullo stile grafico usato nella "Grande Baraonda". E' qualcosa di simile a ciò che avevo già sperimentato nella mia storia horror "Per un attimo e per sempre", pubblicata sullo SmartComiX n°5 (2015). Il processo è questo: disegno la tavola a matita su un classico foglio di carta a3, normalmente. Poi inchiostro in maniera pittorica la stessa tavola su un'altra nuova tavola, per la precisione CARTA FOTOGRAFICA lucida, grazie a un tavolo luminoso, in pratica inchiostrando sulla tavola bianca la matita che intravedo nella tavola di sotto. Essendo la carta fotografica solitamente in formato a4, devo separare l'intera tavola frammentandola in fogli diversi. Lavoro quindi a blocchi di strisce o per vignette quadruple. E' piuttosto complesso inchiostrare su carta fotografica ma può dare risultati intriganti e parzialmente imprevisti, è un po' una magia simile a quella dell'acquarello. Quando mi è venuto in mente di provare a inchiostrarci sopra forse avevo picchiato la testa. Quel che è interessante, in ogni caso, è che avendo la carta fotografica subito un trattamento chimico differente, la corsa del pennello sulla sua superficie ne risulta alterata rispetto alla carta normale, rallentata, e l'inchiostro allo stesso modo si espande (o si rapprende) in modo diverso. Trovo sempre affascinante il fatto di essere "in due" a realizzare un'opera, l'autore e la natura, con le sue incognite. Essendo queste appunto impreviste, almeno parzialmente, e sapendo giocare di squadra (quindi andando magari a riprendere un tratto non funzionale, o sviluppandone un altro in una direzione non preventivata) si possono a volte realizzare cose interessanti e più affascinanti di quelle totalmente guidate dalla consapevolezza. Ho utilizzato con questi mezzi differenti uno stile più espressionista del solito, in molti punti della storia, andando molto a lavorare sulle emozioni e l'impatto. Terminati i "pezzi di tavola", li scansiono e li monto a photoshop ricreando la tavola intera, com'era in origine a matita, questa volta inchiostrata a mezzatinta. Quindi procedo con il colore, realizzato in digitale sempre con Photoshop, spesso riprendendo lo stesso disegno e aggiungendo particolari, luci o modificando parti di disegno. E' un processo molto laborioso e complesso, ma sperimentare è l'anima di questo mestiere. Mi è parso quasi d'obbligo lavorare con uno stile simile a "Golconda", una follia su carta in cui gli uomini tentano di riportare ordine dal caos, nell'eterna battaglia tra ragione e mistero.
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dedalus |
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Uomo Mascherato
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letto adesso, un numero veramente notevole, il Color Fest di Recchioni sta diventando una delle riviste di fumetti "alternative" più riuscite che conosca, e parlo in generale non solo di Dylan e della Bonelli
molto sensata l'idea di dedicare una serie a Zed, il personaggio è molto simpatico, una specie di alter-ego tosto di Dylan, ma è soprattutto il Tiz personaggio e la sua interazione con Zed che è una genialata!
Ormai lo Sclavi reale è diventato un po' un personaggio, con le sue manie, la sua mitica reclusione ... e anche le sue tante interviste e battute brillanti, farne un personaggio e metterlo in una sua serie mi sembra da una parte in piena linea con lo spirito surreale della serie, e dall'altra un colpo di genio che apre tante possibilità narrative
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