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> Masters of British Comic Art, di David Roach (Rebellion)
bgh
Inviato il: Lunedì, 27-Lug-2020, 15:55
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Ogni tanto mi piace uscire dalla mia comfort zone (identificabile nel fumetto franco-belga, direi) ed esplorare altri campi di questo mass medium. Recentemente, per esempio, mi sto interessando alle strisce americane, e anche un po' ai manga giapponesi.

Qualche mese fa mi sono invece trovato a pensare che di fumetto inglese non ne so niente, e così immagino anche buona parte dei frequentatori del forum. Non parlo dei fumetti realizzati dagli "invaders" degli Stati Uniti, perché nella maggior parte dei casi si tratta di opere americane a tutti gli effetti, sia pure con evidenti contaminazioni.
Oh, certo, qualcosa di 2000 AD sta arrivando grazie a Cosmo; e nel secolo scorso Milano Libri e Corno hanno fatto conoscere all'Italia qualche striscia inglese, come Jeff Hawke (yeah), Buck Ryan, Bristow e Andy Capp (brrr).
Ma poca roba. La mia impressione è che il fumetto più autenticamente british sia da noi molto scarsamente conosciuto.

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In poco meno di 200 pagine (in formato A4, quindi belle dense di testo), Masters of British Comic Art traccia una storia del medium in Inghilterra, dalle origini ottocentesche fino ad oggi (il libro è uscito solo ad aprile).
Un volume capitato a fagiolo in effetti, scritto da David Roach, egli stesso fumettista presso 2000 AD e DC, ma soprattutto grande appassionato del medium e collezionista di originali (fatevi un favore e seguitelo su FB, ogni giorno posta sempre qualche immagine e/o contributo interessante - e non sul solo fumetto inglese).
Scritto in maniera molto entusiastica e con piglio enciclopedico, è diviso in vari capitoli, organizzati per temi. Roach non lascia fuori niente, nemmeno il mai troppo considerato filone dei fumetti per ragazze (argh: ebbene sì, esistono anche quelli!).

Le origini
Il fumetto umoristico
Il fumetto per l'infanzia
Il fumetto avventuroso degli anni trenta
L'età dell'oro, coincidente con il lancio della celebre rivista Eagle, e soprattutto del suo personaggio più famoso, Dan Dare, l'eroe dipinto da Frank Hampson
Il ruolo delle agenzie, in particolari italiane (gli studi di D'Ami e Bellavitis) e spagnole
Il fumetto per ragazze, appunto
Le strisce quotidiane, il capitolo che più mi interessava a priori
L'influenza reciproca fra America e UK
L'underground, che in Inghilterra si sviluppa abbastanza tardi, solo sul finire degli anni settanta
2000 AD, prevedibilmente il capitolo più lungo (d'altronde, Roach vi lavora, e il libro è pubblicato dallo stesso editore Rebellion...)
La rivoluzione dei contenuti portata avanti da gente come Gaiman e Moore
La British Invasion
Il 21esimo secolo

Il libro però di pagine ne conta quasi quattrocento. Nelle restanti trova spazio una sontuosamente introdotta Gallery dedicata agli autori esclusivamente inglesi, con l'unica, dichiarata eccezione di Ezquerra, da Roach nominato inglese ad honorem: un duecento pagine contenenti altrettante tavole (o strisce) scansionate dagli originali, a tutta facciata.
Di illustrazioni ve ne sono moltissime anche nella sezione di testo (e in quel caso anche di autori non specificamente inglesi: italiani, o americani), ma è questa parte che Roach considera il fulcro e il motivo di orgoglio del volume, come scrive nella bella premessa: una celebrazione dei talenti inglesi, che abbiano lavorato o meno in Inghilterra non importa (ci sono anche Bolton e Fegredo, per dire, le cui produzioni sono quasi interamente americane).

Paradossalmente, il libro non è riuscito a raggiungere lo scopo che speravo: e cioè farmi interessare veramente al fumetto inglese. Intendiamoci: Roach cita centinaia di autori, qualcuno di intrigante l'ho trovato (Hubbard, Reid, McMahon: tre nomi a caso). Ma appunto, su centinaia di autori che non avevo mai sentito prima, pochi che già non conoscessi. Non so se sia per la scelta delle immagini (la restrizione di usare solo originali è appunto una restrizione, visto che ci si deve arrangiare come si può con ciò che si ha, tralasciando magari tavole più belle disponibili solo in forma elettronica) o proprio per le specificità del fumetto inglese, che esce dal libro come una sequenza di periodi molto, forse troppo standardizzati. Si passa dal fumetto d'avventura, in cui dominava l'approccio fotorealistico alla Hampson (che personalmente mi ributta) alle strisce, sempre molto raymondiane, all'estetica adolescenziale di 2000 AD che non mi ha mai titillato.
Sfogliando la Gallery di fretta si rimane piacevolmente frastornati dall'esplosione di colori, ma poche tavole hanno davvero catturato la mia attenzione. Roach è un amante dello stile "bel disegno" e cerca in tutti i modi di far passare il suo entusiasmo, ma di fronte ad autori fotografici come Frank Bellamy, celebrato in ogni maniera ("perhaps comics' greatest artist"), le sia pure molto numerose selezioni di suoi materiali proposte non mi hanno granché emozionato.
Sarà il campanilismo o quel che volete, ma da questa prima, timida incursione non trovato autori della levatura di un Pratt, di un Toppi, di un Magnus. E dire che mi ci sono tuffato cercando di approcciarmi senza pregiudizi!

Comunque si tratta di un ottimo volume splendidamente confezionato e stampato, bello da tenere in mano, e che non posso non consigliare a chiunque sia anche solo un minimo interessato all'argomento. Non è un coffee table book, uno di quei libri artistici da esporre e da sfogliare mollemente, con il testo a "riempire gli spazi vuoti": ma a tutti gli effetti una storia semplice e ragionata del fumetto inglese, scritta da uno che sa di quel che parla. Il prezzo di 50 € non è molto alto, considerato che è in formato quasi alla francese, con tantissime pagine su carta patinata, e tutto a colori.
Unico difetto, l'assenza di qualsivoglia indice analitico (e perfino uno con i semplici capitoli non c'è, ma dai....). Considerata la mole di materiale e di "nomi", non è una cosa da poco, e inficia parecchio sulla consultabilità futura.
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Cap.Crumb
Inviato il: Lunedì, 27-Lug-2020, 21:12
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QUOTE (bgh @ Lunedì, 27-Lug-2020, 15:55)
Sarà il campanilismo o quel che volete, ma da questa prima, timida incursione non trovato autori della levatura di un Pratt, di un Toppi, di un Magnus. E dire che mi ci sono tuffato cercando di approcciarmi senza pregiudizi!

inglesi buoni scrittori, ma come "storia" del fumetto...ma dove vanno!
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L'influenza reciproca fra America e UK
L'underground, che in Inghilterra si sviluppa abbastanza tardi, solo sul finire degli anni settanta

questi due capitoli cmq, sono interessanti (anche per fare un raffrontro con la nostra storia dell'underground).
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bgh
Inviato il: Lunedì, 27-Lug-2020, 21:29
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Il volume esiste anche in formato eBook molto meno costoso, se interessato/i.

Mi piacerebbe una pubblicazione ricapitolatoria del genere anche per altre scuole nazionali, come quelle francese ed italiana.
A dire il vero oltralpe qualcosa si è pubblicata (il lussuoso L'art de la bande dessinée, per esempio, che ho potuto consultare prima che andasse esaurito), ma sono quasi tutte opere che scontano una contraddizione: l'ambizione di parlare di TUTTO il fumetto mondiale (non si intitolano "l'art de la bande dessinée franco-belge"), e lo sciovinismo tipico francese che fa sì che ci si concentri principalmente sui propri talenti nazionali. Dalla combinazione di questi due fattori escono fuori panoramiche un po' tristi e limitate.
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Cap.Crumb
Inviato il: Lunedì, 27-Lug-2020, 22:01
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QUOTE (bgh @ Lunedì, 27-Lug-2020, 21:29)
Il volume esiste anche in formato eBook molto meno costoso, se interessato/i.

Mi piacerebbe una pubblicazione ricapitolatoria del genere anche per altre scuole nazionali, come quelle francese ed italiana.
A dire il vero oltralpe qualcosa si è pubblicata (il lussuoso L'art de la bande dessinée, per esempio, che ho potuto consultare prima che andasse esaurito), ma sono quasi tutte opere che scontano una contraddizione: l'ambizione di parlare di TUTTO il fumetto mondiale (non si intitolano "l'art de la bande dessinée franco-belge"), e lo sciovinismo tipico francese che fa sì che ci si concentri principalmente sui propri talenti nazionali. Dalla combinazione di questi due fattori escono fuori panoramiche un po' tristi e limitate.

quoto, sarei interessato ad ogni volume...
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sarebbe anche un bell'esercizio da "forum" cercare di indicizzare un'eventuale collana "la storia del fumetto mondiale" divisa per uscite dedicate ad ogni paese (tanto siamo in estate fa caldo e si vuole pensare ad altro).
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Magic Wind
Inviato il: Venerdì, 31-Lug-2020, 11:20
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Asterix
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Roach qualche anno fa aveva pubblicato anche questo (forse ne sta facendo una serie)

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bgh
Inviato il: Venerdì, 31-Lug-2020, 14:55
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Quel volume però ha un titolo ingannevole, visto che a quanto ho letto in giro si concentra quasi solo sul panorama delle riviste horror americane (Creepy, Eerie, ecc...), com'è noto ampiamente illustrate da autori spagnoli.
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texhnolyze
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Spirito con la Scure
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inglesi buoni scrittori, ma come "storia" del fumetto...ma dove vanno!

Ma non è una questione di chi ce l'ha più grosso, piuttosto se hanno una scarsa produzione è normale che abbiano non troppi titoloni. Tuttavia anche se non sono per nulla esperto di fumetto inglese, fumetti inglesi che hanno fatto la storia se ne trovano e probabilmente ce ne sono più di questi grandi scrittori britannici. Non mi interessa, né lo ho letto, ma Dan Dare ha fatto la storia. Stesso discorso per Andy Capp. Ma non dimentichiamoci di Jeff Hawke, Modesty Blaise e the trigan empire sempre tra i classiconi. Judge Dredd, che non mi piace molto, ha comunque avuto il suo impatto. Luther Arkwright ha praticamente influenzato tutta la british invasion. V per Vendetta è inglese senza dubbio, a differenza di Watchmen che invece si confà agli standard americani. Infatti per me il paese di produzione non ha il marchio sul fumetto, trovo assurdo dire che Perramus sia un fumetto italiano, per via del primo volume fisico pubblicato, come fa Paul Gravett, caso eclatante, ma non è neanche vero per Alack Sinner, che è argentino, ma i casi sono migliaia. Per cui trovo giusto che il libro si concentri anche su artisti che hanno lavorato per lo più in America, a maggior ragione se ha come titolo british masters e non british comics.
Continuando c'è Alec di Campbell, che col tempo ha avuto la sua importanza. Per non parlare di Quando Soffia il Vento di Briggs e via cantando.

Comunque autori inglesi che mi interessano si contano sulle dita di una mano effettivamente, tra quelli che conosco ovviamente. McKean in primis, ultimamente John McNaught e Talbot ha fatto più cose interessanti ma non ne vado pazzo. Non conosco Raymond Briggs, ma mi interessa molto scoprirlo.
McNaught è giovane e ha anche ricevuto una retrospettiva al bilbolbul senza neanche aver un libro edito in Italia! In questi ultimi anni sono germogliati molti talenti grafici inglesi del tutto inediti e non so se sono stati tirati in ballo nel libro, ma il fumetto non propriamente mainstream sta lì vivendo una nuova bella epoca.


McMahon, quello di 2000AD? Io l'ho visto su Dredd, ma onestamente né lui né Ezquerra mi facevano gridare al miracolo e tra quelli l'unico si ergeva al di sopra era Bolland, del tutto diverso e facente parte del "bel disegno" ma proprio per questo era quello meno adatto al giudice! Il mood era meglio espresso da quei 2. Proprio quando poteva esserci una storia adatta al suo stile, una specie di horror, quella sui giudici oscuri, è però penalizzato da una sceneggiatura banale.

Questi libri sono al 99% di parte e una panoramica generale è ancora peggio perché è ovvio che un determinato paese fa leva su ciò che, principalmente, è stato pubblicato lì. Vi immaginate uno fatto da giapponesi ma anche da americani, eh? Penso seriamente che un'operazione del genere sia più facile per gli italiani e i francesi che importano anche molti fumetti esteri. Studiosi come Smolderen e Peeters hanno tirato fuori roba molto più omogenea di certi altri libri.
Certo, ti puoi sempre affidare ad altri esperti di altri paesi e in pratica fare un po' come Gravett, ma non è la stessa cosa poiché poi ognuno porta acqua al proprio mulino ma soprattutto la mentalità non è più la stessa e chiaramente entra in gioco il fatto che devi pur sempre mediare e lo stai facendo alla cieca.
Con questo non voglio né condannare né salvare questo Bristish Masters, che nemmeno ho letto, però non posso non dire - parere personale - che non mi interessa minimamente a differenza dello Spanish Masters, che reputo di gran lunga più affascinante nonostante si limiti alla Warren Publishing e poi penso che la Spagna sia un paese che probabilmente pubblica anche meno dell'Inghilterra, e nonostante questo ci sono stati tanti artisti spagnoli interessanti. Oltre alla quantità c'entra poi anche il ruolo del fumetto in quel paese, perché se c'è scarso interesse è normale che roba di livello sarà pochissima. Prendiamo la Germania, è un paese che importa moltissimo ma che non produce molto. Ci sono "molti" lettori, ma effettivamente non hanno chissà quale considerazione per il fumetto e non sono spronati. E' un po' come lo sport.


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Vendo
Boucq, Aldobrando, L'età della Convivenza, ecc. ecc.

Compro
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