Ogni tanto mi piace uscire dalla mia comfort zone (identificabile nel fumetto franco-belga, direi) ed esplorare altri campi di questo mass medium. Recentemente, per esempio, mi sto interessando alle strisce americane, e anche un po' ai manga giapponesi.
Qualche mese fa mi sono invece trovato a pensare che di fumetto inglese non ne so niente, e così immagino anche buona parte dei frequentatori del forum. Non parlo dei fumetti realizzati dagli "invaders" degli Stati Uniti, perché nella maggior parte dei casi si tratta di opere americane a tutti gli effetti, sia pure con evidenti contaminazioni.
Oh, certo, qualcosa di 2000 AD sta arrivando grazie a Cosmo; e nel secolo scorso Milano Libri e Corno hanno fatto conoscere all'Italia qualche striscia inglese, come Jeff Hawke (yeah), Buck Ryan, Bristow e Andy Capp (brrr).
Ma poca roba. La mia impressione è che il fumetto più autenticamente british sia da noi molto scarsamente conosciuto.
In poco meno di 200 pagine (in formato A4, quindi belle dense di testo),
Masters of British Comic Art traccia una storia del medium in Inghilterra, dalle origini ottocentesche fino ad oggi (il libro è uscito solo ad aprile).
Un volume capitato a fagiolo in effetti, scritto da David Roach, egli stesso fumettista presso 2000 AD e DC, ma soprattutto grande appassionato del medium e collezionista di originali (fatevi un favore e seguitelo su FB, ogni giorno posta sempre qualche immagine e/o contributo interessante - e non sul solo fumetto inglese).
Scritto in maniera molto entusiastica e con piglio enciclopedico, è diviso in vari capitoli, organizzati per temi. Roach non lascia fuori niente, nemmeno il mai troppo considerato filone dei fumetti per ragazze (argh: ebbene sì, esistono anche quelli!).
Le origini
Il fumetto umoristico
Il fumetto per l'infanzia
Il fumetto avventuroso degli anni trenta
L'età dell'oro, coincidente con il lancio della celebre rivista Eagle, e soprattutto del suo personaggio più famoso, Dan Dare, l'eroe dipinto da Frank Hampson
Il ruolo delle agenzie, in particolari italiane (gli studi di D'Ami e Bellavitis) e spagnole
Il fumetto per ragazze, appunto
Le strisce quotidiane, il capitolo che più mi interessava a priori
L'influenza reciproca fra America e UK
L'underground, che in Inghilterra si sviluppa abbastanza tardi, solo sul finire degli anni settanta
2000 AD, prevedibilmente il capitolo più lungo (d'altronde, Roach vi lavora, e il libro è pubblicato dallo stesso editore Rebellion...)
La rivoluzione dei contenuti portata avanti da gente come Gaiman e Moore
La British Invasion
Il 21esimo secolo
Il libro però di pagine ne conta quasi quattrocento. Nelle restanti trova spazio una sontuosamente introdotta Gallery dedicata agli autori esclusivamente inglesi, con l'unica, dichiarata eccezione di Ezquerra, da Roach nominato inglese ad honorem: un duecento pagine contenenti altrettante tavole (o strisce) scansionate dagli originali, a tutta facciata.
Di illustrazioni ve ne sono moltissime anche nella sezione di testo (e in quel caso anche di autori non specificamente inglesi: italiani, o americani), ma è questa parte che Roach considera il fulcro e il motivo di orgoglio del volume, come scrive nella bella premessa: una celebrazione dei talenti inglesi, che abbiano lavorato o meno in Inghilterra non importa (ci sono anche Bolton e Fegredo, per dire, le cui produzioni sono quasi interamente americane).
Paradossalmente, il libro non è riuscito a raggiungere lo scopo che speravo: e cioè farmi interessare veramente al fumetto inglese. Intendiamoci: Roach cita centinaia di autori, qualcuno di intrigante
l'ho trovato (Hubbard, Reid, McMahon: tre nomi a caso). Ma appunto, su centinaia di autori che non avevo mai sentito prima, pochi che già non conoscessi. Non so se sia per la scelta delle immagini (la restrizione di usare solo originali è appunto una restrizione, visto che ci si deve arrangiare come si può con ciò che si ha, tralasciando magari tavole più belle disponibili solo in forma elettronica) o proprio per le specificità del fumetto inglese, che esce dal libro come una sequenza di periodi molto, forse troppo standardizzati. Si passa dal fumetto d'avventura, in cui dominava l'approccio fotorealistico alla Hampson (che personalmente mi ributta) alle strisce, sempre molto raymondiane, all'estetica adolescenziale di 2000 AD che non mi ha mai titillato.
Sfogliando la Gallery di fretta si rimane piacevolmente frastornati dall'esplosione di colori, ma poche tavole hanno davvero catturato la mia attenzione. Roach è un amante dello stile "bel disegno" e cerca in tutti i modi di far passare il suo entusiasmo, ma di fronte ad autori fotografici come Frank Bellamy, celebrato in ogni maniera ("perhaps comics' greatest artist"), le sia pure molto numerose selezioni di suoi materiali proposte non mi hanno granché emozionato.
Sarà il campanilismo o quel che volete, ma da questa prima, timida incursione non trovato autori della levatura di un Pratt, di un Toppi, di un Magnus. E dire che mi ci sono tuffato cercando di approcciarmi senza pregiudizi!
Comunque si tratta di un ottimo volume splendidamente confezionato e stampato, bello da tenere in mano, e che non posso non consigliare a chiunque sia anche solo un minimo interessato all'argomento. Non è un coffee table book, uno di quei libri artistici da esporre e da sfogliare mollemente, con il testo a "riempire gli spazi vuoti": ma a tutti gli effetti una storia semplice e ragionata del fumetto inglese, scritta da uno che sa di quel che parla. Il prezzo di 50 € non è molto alto, considerato che è in formato quasi alla francese, con tantissime pagine su carta patinata, e tutto a colori.
Unico difetto, l'assenza di qualsivoglia indice analitico (e perfino uno con i semplici capitoli non c'è, ma dai....). Considerata la mole di materiale e di "nomi", non è una cosa da poco, e inficia parecchio sulla consultabilità futura.