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> Franklin Richards è stato concepito sui sedili..., ...di una Cadillac!
 
Moreno Roncucci
Inviato il: Martedì, 04-Ago-2020, 00:28
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Detective dell'Impossibile
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Stavo leggendo il numero 16 di "Alter Ego" (terza serie) del 2001, dove c'è la trascrizione di un "panel" alla Convention di San Diego, intitolato "Marvel Bullpen Reunion 2001".

Il moderatore è Mark Evanier, gli altri partecipanti sono una lista di nomi che non può non emozionare un vecchio Marveliano: allo stesso tavolo sono seduti JOHN BUSCEMA, JOHN ROMITA, MARIE SEVERIN, e GENE COLAN!

Il trascript è pieno di perle e vecchi ricordi, consiglio decisamente di procurarsi la rivista (o di leggerla online se qualche sito ha riportato l'articolo, io l'ho letta sul cartaceo). Cito solo un piccolissimo brano che descrive la nascita di Franklin Richards (perchè descrive quelle "riunioni con Stan Lee" che da anni sono perno di mille discussioni su chi abbia creato cosa)

(premessa per capire alcuni dettagli della trascrizione: Romita e Marie Severin lavoravano in redazione, facendo l'art director, correzioni, etc, mentre Buscema, Kirby e Colan lavoravano a casa senza compiti in redazione, quindi trattavano con Stan Lee soprattutto per telefono, o quando consegnavano le pagine disegnate)

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ME (Mark Evanier): "Okay, here's a question for all four of you. i would like to discuss what it was like to be locked in a room with Stan Lee, batting out a plot

BUSCEMA: That was fun!

[...]

SEVERIN: You had to be fast to duck because he would be gesticulating. This was many years ago. He would go into describing something and he wouldn't hesitate, jumping on a desk, rolling on the floor, acting out like it was a Frankenstein or a Hulk pose. And you had to absorb this. You know, there was Gene in there. In fact, one time, he had been in a story conference with Stan and he came out and... "Oh wait a minute, does he want him in...?". He had a question, does he use his new costume or the old one on, and is this night or day in the first scene, what did he want? And he turned back to talk to Stan, and Stan says "I don't know what you are talking about", because he was on the next thing. Well, it wasn't five minutes. From that time on, Gene brought his tape recorder. [laughs]

ROMITA: He was high-tech!

SEVERIN [to Colan]: You were high tech, we were just forgetful, and then Stan would take the story and say "I didn't think of that. What is this? I didn't write that." "Yes, you did." "No, i didn't."

COLAN: I used to tape my phone conversations with Stan. He would plot with me over the phone. And he would talk about a scene he wanted and it would take ten minutes, five minutes, it was over. No 22-pages story would take over five minutes. And he said "You fill in the rest." [laughs]

ROMITA: That was the secret.

COLAN: He could write all those books because of that.

ROMITA: I will tell you the other problem that we had. When he and I plotted, I was in the office and he took more time. And he could always get me anytime he wanted: whenever he had nothing else, he would get me. And we would plot, and he would come up with ideas or probe and try to get me to come up with an idea. And then he would remember his thoughts, and I would remember my thoughts. Stan would say "Why don't we do this with Spider-Man and Aunt May?" and I would say "That's a good idea but it's probably better without Aunt May because she can't keep up with him". He would only remember that he said it was supposed to be with Aunt May, no matter what I thought. Same thing hasppened with Jack Kirby, out in the back seat of a car, once when they were plotting. It was the birth of Franklin Richards...

SEVERIN: in the back seat of a car? [laughter, applause]

ROMITA: Stan had a convertible Cadillac. Whenever Jack was in, Stan would drive Jack home and I would hitch a ride because I lived along the way. So I would be in the back seat of Stan's convertible while he was cutting in and out of Queens boulevard traffic. And Jack and he were plotting stories. Now I think about four of five times I heard them plot stories. This one sticks in my mind because it's almost like I was watching Laurel and Hardy. These two guys are in the front, two giants, and Jack is saying "Well, Stanley, what are we going to make the kid like? Is he going to be a wizard? Is he going to be a genius? Is he going to be super-powered, or is he going to be a normal kid in the midst of a crazy family?" Stan would say "Well, let's try this" and "let's try that". So Stan would go off in a tangent and Jack would be talking about what he though should happen. Jack would go home and do what he though Stan was expecting. And when Stan got the script, i could hear him saying, [frantic]"Jack forgot everything we were talking about!" [laughs] And that's what led to making slight changes in Jack's stories, because Stan was under the impression that Jack had forgotten what he said. And Jack was under another impression. So they were hysterical to watch"




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Ciao,
/\/\oreno.
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Henry Pym
Inviato il: Mercoledì, 05-Ago-2020, 10:14
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Detective dell'Impossibile
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Avevo già letto, di come fosse stato concepito Franklin
Dimostra come fosse un lavoro di cooperazione tra due giganti, purtroppo Kirby sconta una serie di cose.
Sebbene fosse un tipo sanguigno, niente a che vedere con Ditko, Lee lo era molto di più; un chiacchierone nato.
I capoccia della Marvel, puntarono su Lee come uomo rappresentativo della casa; il famoso:" Stan Lee presenta ".
A leggere il libro di Hove:" Marvel, una storia di eroi e supereroi", vengono i brividi; quando Kirby tornò alla Marvel, gli altri autori quasi non lo sopportavano, quando invece avrebbero dovuto baciare la terra dove camminava; se erano lì, lo dovevano al suo lavoro creativo.
Poi c'è la famosa intervista
Il giornalista voleva vedere di persona, come veniva realizzato il fumetto del momento:" Fantastic 4"; ma, forse Kirby non stava bene o non era in giornata, fatto sta che rispondeva con mugugni alle idee di Lee. Ne seguí che il giornalista penso che Lee fosse l'unico autore e Kirby un semplice esecutore.
Kirby ne rimase molto amareggiato, sua moglie Roz, telefonó incazzata a Lee e quest'ultimo, quando la lesse, capí il motivo.
Quel giorno si ruppe un'alchimia che non tornò mai più.
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rimatt
Inviato il: Mercoledì, 05-Ago-2020, 14:19
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Barbaro Cimmero
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Bell'aneddoto, più che altro per l'idea di quella Marvel che trasmette. Altri tempi, davvero.
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fiocotram
Inviato il: Giovedì, 06-Ago-2020, 00:01
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Uberlogorrea
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Ah, le famose storie di Stan Lee che concepisce personaggi e plot seduto sul sedile di una macchina. Boh, io ho letto diverse cose in questi anni. Il libro di Howe mi ha folgorato sulla via di Damasco e da lì in rete mi sono andato a cercare le interviste su Comics Journal, gli aneddoti, gli articoli, ho letto anche ritratti di Stan fatti da gente che non era direttamente coinvolta con la Marvel, come Will Eisner... e ormai la mia idea me la sono fatta. Non pretendo che questa idea sia quella che fotografa la verità al 100%, magari mi sbaglio però mettendo insieme tutto non riesco a non giungere a queste conclusioni, sia su lui che sul Bullpen e quegli "anni favolosi".
Per me Stan era un grande supervisore e un geniale art director, che ha saputo guidare un gruppo di artisti favoloso n un momento editoriale ed economico recettivo e favorevole. Non si può dire che un'idea appartenga solo a un artista, perché probabilmente i personaggi arrivavano su proposta di Stan per il lancio di una nuova serie. E probabilmente questa serie non poteva essere lanciata senza avere un'idea di base solida (visto che avevano un numero limitato di albi da poter lanciare) che poteva venire da Lee o Goodman.
Poi gli artisti facevano tutto il lavoro. A volte da soli, a volte con imput tra loro o con coleghi di studio.
E per fare tutto il lavoro intendo definire un plot, disegnare le tavole, inventarsi un'intera storia e decidere la direzione del personaggio e l'invenzione di alleati e nemici.
Ho visto una foto della scrivania di Jack Kirby a una mostra, messa tra le varie riproduzioni delle sue tavole.
La magia che produceva quell'uomo era frutto di SUPERLAVORO. Ore, ore ed ore chiuso in una stanza (che sua moglie Roz riusciva ad avere appena il tempo di pulire e spesso non ci riusciva perché stava davvero chiuso lì finché non era tempo di dormire) a disegnare le sue serie.
Così come lui facevano anche Dikto e altri.
Stan era l'uomo immagine, il tizio che raccontava la fiaba di come tanti uomini magici collaborassero insieme e di come le idee sgorgassero da colpi di genio, fatine che improvvisamente illuminavano lampadine sopra la testa...
La realtà invece era fatta da superlavoro degli artisti, che producevano di continuo tavole, le quali poi venivano o approvate oppure ridisegnate da capo.
E da queste continue lavorazioni, schizzi rifiutati e schizzi approvati nascevano finalmente i personaggi (vedi Spider-man).
Stan Lee era semplicemente l'uomo che dal suo ufficio decideva e approvava le tavole, che le rimandava indietro se pensava che potessero rifarle meglio eccetera.
E poi (metodo marvel) metteva i dialoghi (su cui comunque gli artisti avevano già indicato a margine le battute da scrivere), proprio per avere la possibilità di metterci la firma e aggiungere del proprio.
Ma quando scriveva i dialoghi e approvava una tavola, questa gli arrivava comunque nella sua versione definitiva, in una storia interamente concepita da altre mani.
Lee era insostituibile? Sicuramente.
OGNI elemento di quell'alchimia irripetibile col senno di poi non può essere eliminato.
Però se uno approva o cestina le tavole o aggiunge semplicemente i dialoghi non lo chiami scrittore... (perlomeno non scrittore di QUELLA specifica storia).
Lo chiami supervisore, art director... come ti pare ma non scrittore.

Non dimentichiamo comunque che con lui c'era pure Flo Steinberg, che la "leggenda" indica come semplice "segretaria", ma che in realtà portava avanti diverse cose essenziali. Coordinava le consegne degli artisti, curava le pubbliche relazioni con loro e con la fanbase allora nascente. Tutti gli artisti ricordano com'era diverso il clima Marvel rispetto a quello DC, grazie a lei, di come tutto sembrasse cordiale e amichevole. E quindi se tanta gente ha lavorato volentieri per la Casa delle Idee è stato anche grazie alle sue capacità.

Una dimostrazione innegabile del maschilismo dell'industria dei Comics sta proprio nel fatto che tutti noi, quando parliamo del bullpen, citiamo sempre i vari Lee, Kirby Ditko, ma dimentichiamo la povera Flo, che era lì fin dall'inizio e che ha dato il suo contributo nella storia.



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Henry Pym
Inviato il: Giovedì, 06-Ago-2020, 09:40
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Detective dell'Impossibile
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Non sono tanto d'accordo
Leggendo quanto dici, sembra che Lee non contribuisse per niente alle storie; non è così, almeno per quelle realizzate con Kirby.
Lee ha sempre detto che con Ditko, almeno negli ultimi anni il rapporto era diverso; si ritrovava sul tavolo le storie già sviluppate e lui non poteva aggiungere un granché.
Basti vedere anche come cambi il personaggio, quando passa a Romita; da un Peter quasi musone, si passa a uno più aperto, più capace di relazionarsi con gli amici.
D'altra parte rispecchiava Ditko; anche ai tempi del bullpen, aveva sempre preferito rimanere in disparte.
Ti sembra normale, che facesse allentare i fans alle convention per il suo carattere?
O che in tutti questi anni, nonostante fosse una celebrità, si mantenesse sempre segregato?
O che addirittura, la sua morte è stata scoperta dopo giorni, perché non trattava nessuno?
Con Kirby, invece, il discorso era diverso; si frequentavano, si parlavano, si scambiavano le idee.
Quanto è stato il contributo di uno e dell'altro, alle varie opere? Purtroppo non lo potremo mai sapere, non solo perché ormai morti.
Entrambi avevano una pessima memoria, poi, proprio per il tipo di collaborazione, è difficile stabilirne la percentuale; probabilmente, in certi caso era più di uno, in altri dell'altro.
Il racconto riportato su Franklin, l'ha sempre riportato Romita; ho pure letto, di come Lee, per dare maggior enfasi alle sue idee, saltava per tutto l'ufficio, imitando i vari personaggi; questo non significa contribuire alle storie?

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fiocotram
Inviato il: Giovedì, 06-Ago-2020, 10:01
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Uberlogorrea
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L'ho gia' premesso, è una mia percezione, sulla base di quel che ho letto, poi ovviamente nessuno di noi era li', quindi non bisogna necessariamente essere d'accordo. Io poi non ho detto che Lee non contribuisce alla storia: approvando le tavole o chiedendo correzioni o aggiungendo spunti in dialoghi e didascalie, faceva parte anche lui del processo creativo. Poi sicuramente anche farsi una chiacchierata con Kirby e dirgli cosa voleva nello specifico poteva sicuramente costituire per lui un imput ma poi chi andava in studio a creare e disegnare?Lee. è stato sicuramente un grande editor e un progenitore di influencer e social media manager, ma per me non è non come ne è parte uno scrittore che scrive una trama, la divide in scene e indica il contenuto dei dialoghi prima che il disegnatore inizi a disegnare. Gia' a livello di pianificazione aggiungere DOPO i dialoghi sara' anche "metodo Marvel" è tutto diverso, scrivi su una tavola gia decisa, coreografata, disegnata.
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largand
Inviato il: Giovedì, 06-Ago-2020, 10:16
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Ufo Robot
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Io preferisco attenermi a quanto disse una volta John Romita Sr. in un'intervista di oltre 30 anni fa, raccolta pure da Scatasta (30 anni di Storia Marvel).
E "Romitone" è sempre rimasto grande amico di Stan, quindi non aveva nessun motivo per denigrarlo, ed avrà detto la pura e semplice verità.

Lee faceva la riunione col cartoonist, esponeva il suo soggetto, e gli dava le linee guida per la storia (e la maggior parte di queste erano verbali).
Al cartoonist era lasciato ampio spazio per le sceneggiatura, ma non solo. Romitone disse anche che parte del soggetto era lasciato alla fantasia del cartoonist perché "Stan dava lo spunto per gli inizi e per il finale della storia, ma era molto vago per il percorso centrale della storia".
E questo spiega, ad esempio, le enormi differenze nella vita sociale del Peter Parker di Lee/Ditko col Peter Parker di Lee/Romita.

Fu Romitone che in pratica eliminò il nerd e fece nascere il ragazzo al passo coi tempi, che andava al Silver Spoon ed al Coffe Bean, e che inserì nel gruppo di Gwen, Mary Jane, Flash ed Harry Osborn.
E Stan avvallò l'idea.

In pratica, a sentire John Romita Sr., Stan fu un grandissimo soggettista, un vulcano di idee da lanciare, ed un eccellente dialoghista.
Ma per quanto riguarda le sceneggiature si affidava quasi in toto ai cartoonist.

E la cosa ha senso, visto quante serie gli toccò scrivere nella prima metà degli anni '60.
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fiocotram
Inviato il: Giovedì, 06-Ago-2020, 10:30
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Io invece, proprio perche' "Romitone" e' stato grande amico di Stan e ha lavorato come art director per un lunghissimo periodo, quindi comunque " dalla parte dell'azienda", non lo considero una fonte totalmente parziale. Ricordo anche la parodia che fece di lui e di Stan Jim Starlin sulle pagine di Warlock, raffigurandoli entrambi come una sorta di duo di pagliacci impegnato a uniformare le storie e a seppellire la creativita' individuale. Se sei dentro il sistema come fai a essere attendibile? Parli male del tuo capo, che ti ha messo in una posizione migliore di altri disegnatori?
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