Consigli su Ryoichi Ikegami, ... grazie
lenuvoleparlanti |
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Occhio di Agamotto
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Ciao a tutti ho appena finito la lettura di Crying Freeman che conoscevo ma avevo letto tanti anni fa solo 2 o 3 episodi della Granata Press, sempre della Granata Press avevo letto i primi 3 albi di Sanctuary che ho poi recuperato, pochi anni fa nell'edizione in 12 volumetti della Star Comics. Visto che sia Sanctuary che Crying Freeman mi sono piaciuti molto..... ... Vi chiedo consigli su altri lavori consigliati di questo disegnatore PS Se poi J-Pop ristampasse in questo formato anche Sanctuary penso proprio che sostituirei la vecchia edizione della Star
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lenuvoleparlanti |
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Occhio di Agamotto
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QUOTE (Scavezzacollo @ Mercoledì, 25-Set-2019, 09:10) | Spiderman manga, che domande |
Premesso che mi piace Spyderman ma non colleziono supereroi non si può far tutto per il consiglio ma non è nelle preferenze.... meglio Heat allora
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MarkGor |
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Sidekick
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Se non ti dispiace il genere mezzo erotico, White Haired Devil.
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'Nuff said!
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Ric777 |
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Asterix
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QUOTE (Scavezzacollo @ Mercoledì, 25-Set-2019, 10:10) | Spiderman manga, che domande |
Presi i volumetti (erano tre? boh, non ricordo) che fece uscire in edicola Star Comics e li trovai una lettura molto datata. E da allora saranno passati vent'anni. Li consiglierei solo ad un super fan ragnesco. È anche vero che non li ho mai più riletti, oggi forse li giudicherei diversamente.
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Tony Stark |
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Eternauta
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QUOTE (Ric777 @ Domenica, 29-Set-2019, 12:47) | QUOTE (Scavezzacollo @ Mercoledì, 25-Set-2019, 10:10) | Spiderman manga, che domande |
Presi i volumetti (erano tre? boh, non ricordo) che fece uscire in edicola Star Comics e li trovai una lettura molto datata. E da allora saranno passati vent'anni. Li consiglierei solo ad un super fan ragnesco. È anche vero che non li ho mai più riletti, oggi forse li giudicherei diversamente.
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Bisogna giudicarli per quello che erano, fumetti per ragazzi degli anni 70 disegnati da un giovane Ikegami, a me avevano divertito e anzi mi dispiace che la Panini pubblicò solo il primo volume giapponese (diviso in più albetti), il resto da noi è inedito.
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Scavezzacollo |
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Sidekick
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QUOTE (fiocotram @ Lunedì, 14-Ott-2019, 21:48) | Beh io ho letto i restanti numeri dell'edizione USA e il disegno migliora progressivamente. Vira sempre piu' verso il realismo e le trame diventano sempre piu' drammatiche. La storia... e' piu' strana che bellain senso stretto... ma questo Spiderman che incontra nemici quasi sempre ragazzi come lui che abbracciano una strada da delinquenti per vari problemi di famiglia... che in alcuni numeri nemmeno indossa il costume e scende a fronteggiare i delinquenti dei quartieri malfamati coi suoi abiti borghesi... che si infatua di ragazze quasi sempre portate a suicidi o scelte drammatiche... e che certi. Momenti ha delle spaventose crisi di coscienza o identita' con visioni horror-psichedeliche... devo ammettere che si e' rivelata una curiosita'godibile. Mi chiedo come si e' evoluto nel il finale e se negli ultimi numeri lo stile di Ikegami si sia avvicinato ulteriormente ai vari Kixuokoibito, Mai,Crying Freeman ecc...( ammesso che il punto seguito dall'edizione USA non fosse gia' il finale). |
No, la Marvel USA ha interrotto la stampa al terzo numero, quindi la conclusione non è mai uscita fuori dal Jap. Interessante che la storia tenda più a mostrare un Devilman che un Uomo Ragno.
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fiocotram |
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Uberlogorrea
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No, non arriva ai livelli di Devilman. Peò hanno una cosa in comune: entrambi i progetti sono inizialmente stati pensati per uno scopo diverso da quello per cui poi vennero sviluppati. Devilman doveva essere il progetto di un personaggio per cartoni animati, elaborato prendendo delle caratteristiche dal precedente e più borderline "Mao Dante", che già mixava demoni, horror e fantascienza, e tentando di elaborare una specie di super-eroe a tema "infernale". Il progetto televisivo andò in quella direzione, ma sul manga ad esso correlato Nagai fu lasciato libero di sperimentare, arrivando ai livelli di violenza espressiva e horror distopico che l'hanno resa la sua opera migliore. In maniera simile, la Marvel voleva far sbarcare i suoi eroi nel grande mercato fumettistico e d'animazione giapponese... ma si accorse che i prodotti di successo in Giappone erano troppo lontani dallo stile americano. E così, proprio come successo per lo Spider-man sbarcato nelle tv nipponiche, pesantemente rimaneggiato a suon di robot, kaiju e arti marziali acrobatiche, gli autori del manga di Spiderman furono lasciati liberi e con poche direttive da seguire. Questo fece sì che Ikegami fu libero di sperimentare e passò da uno stile da shonen manga, ma comunque tendente al realistico, a un qualcosa di più fotorealistico e vicino alla corrente estetica del gekiga, tipicamente anni Settanta, ossia manga realistici, inseriti in contesti urbani, storie di vite povere e disperate, drammi familiari... è per influenza del gekiga che le anatomie dei personaggi e i loro volti, che nei primi numeri sono sì realistici ma più tendenti alla sintesi del manga per ragazzi, si fecero più fotorealistici, gli sfondi urbani più verosimili e Ilegami virò verso il suo attuale stile (a completamento di questo quadro, Ikegami in alcune interviste disse di essere stato impressionato e ispirato anche dai comics disegnati da Neal Adams). Per quanto riguarda le storie, il Kosei Ono indicato come scrittore in realtà era un critico e appassionato di fumetti statunitensi, dal quale Ikegami apprese le trame basilari delle storie americane dell'Uomo Ragno che fu chiamato inizialmente a seguire, anche se con qualche piccolo cambiamento nelle trame e nelle origini dei nemici. E' per questo che le prime storie hanno nemici simili a quelli dei comic book. Siccome andando avanti in questo modo il manga non riscuoteva molto successo, Ikegami iniziò a collaborare con Kazumasa Hirai, creatore di Eightman e di Wolfguy e le storie iniziarono a diventare più... strane. Innanzitutto Yu Komori (il Peter Jap), per ben due volte, ha a che fare con persone che usano il suo costume per impersonarlo, in maniera simile ai fumetti. Ma la reazione a ciò è più disturbante. Inizia a dubitare di se stesso, a chiedersi perfino se egli è davvero capace di impersonare il ruolo di eroe o non dovrebbe piuttosto lasciarlo ai sostituti, più spavaldi e sfrontati... e tutto sfocia in una vera crisi di coscienza e rigetto verso tutto ciò che comporta l'avere una maschera. A questo punto, spinto dalla paura di essere soffocato dall'ego della sua maschera da Ragno, smette di indossare il costume e lo getta nel fiume (anche qui, come nei fumetti) ma in modo più DRASTICO, nel senso che da lì in poi non lo indossa davvero più se non in qualche occasione. In abiti civili, praticamente la classica uniforme scolastica, inizia a vivere storie in bilico tra le vicende di adolescenti che si menano con delinquenti e tremende seghe mentali e psicodrammi di lui che si tormenta perché ha i poteri, perché non li vuole usare, perché quando li usa soffre. Certe volte non li usa e si fa menare al limite dell'autolesionismo, altre volte i suoi amici finiscono nei casini e lui non riesce ad aiutarli, altre volte tenta di aiutare ragazze e finisce lo stesso tutto in un casino... insomma si tratta di storie davvero "nere", zeppe di riferimenti ai problemi sociali delle classi disagiate del Giappone del periodo, in cui i suoi poteri non hanno alcun ruolo risolutivo nei problemi reali e nelle storie maledette in cui si fa coinvolgere, anzi gli causano angosce perchè lo alienano dai suoi coetanei. Per di più, ci sono momenti in cui nemmeno usa i poteri per fare del bene, ma si limita soltanto ad avere fantasie di potere in cui immagina di sfruttarli solo per proprio comodo, arrivando al punto di fantasticare (per poi ovviamente pentirsi) di produrre caos e incidenti tra gli umani... e qui c'è una bella botta di influenza alla Go Nagai, senonché vedere l'Uomo Ragno preda di angosce alla Kabuto/Akira Fudo sul sottotesto mostruoso di avere dei poteri che possono fare del male al prossimo è qualcosa di stranissimo e al tempo stesso su un livello davvero differente rispetto alle problematiche di Stan Lee e soci Ora... tutti questi elementi in realtà non generano storie BELLE, ma vanno più dalle parti del weird e del WTF! E' come se a un certo punto Ikegami abbia usato Yu Komori come semplice pretesto per uscire fuori tema e dedicarsi a disegnare altre tipologie di storie, come se ormai essendo andato alla deriva il progetto potesse fare un po' tutto e il contrario di tutto. La parte pubblicata dalla Marvel sembra che sia stata editata pesantemente, operando diversi tagli e pubblicando le storie senza seguire la cronologia, per cui questo contribuisce a rendere tutto perturbante e poco comprensibile
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