Martin Mystère - le nuove storie a colori
lonewolf_10 |
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Divoratore di Mondi
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QUOTE (skull @ Lunedì, 20-Gen-2020, 09:46) | QUOTE (Snake Plissken @ Lunedì, 20-Gen-2020, 14:42) | QUOTE (lonewolf_10 @ Lunedì, 20-Gen-2020, 13:34) | QUOTE (Snake Plissken @ Lunedì, 20-Gen-2020, 09:31) | QUOTE (skull @ Lunedì, 20-Gen-2020, 13:09) | Questa seconda fase della modernizzazione di MM è forse ancora più inutile della prima, a mio avviso.
Siamo passati da un minestrone accelerato di tutte le tematiche mysteriane condite da un personaggio di rara apatia, totalmente inespressivo, ad uno scialbo remake quasi pedissequo e ben poco moderno delle prime, ottime storie del nostro.
Cui prodest? A che serve questa cosa? |
serviva a far spendere soldi ai collezionisti fondamentalisti
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anche a tenere impegnati sceneggiatori e disegnatori che altrimenti non saprebbero che fare |
reddito di cittadinanza, insomma
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finanziato direttamente dai cittadini, in effetti ma non tutti, solo quelli volontari che ci perdono pure tempo, oltre ai soldi. si potrebbe organizzare così anche il reddito di cittadinanza vero
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Moscarda |
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Uomo Mascherato
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QUOTE (skull @ Lunedì, 20-Gen-2020, 13:46) | QUOTE (Snake Plissken @ Lunedì, 20-Gen-2020, 14:42) | QUOTE (lonewolf_10 @ Lunedì, 20-Gen-2020, 13:34) | QUOTE (Snake Plissken @ Lunedì, 20-Gen-2020, 09:31) | QUOTE (skull @ Lunedì, 20-Gen-2020, 13:09) | Questa seconda fase della modernizzazione di MM è forse ancora più inutile della prima, a mio avviso.
Siamo passati da un minestrone accelerato di tutte le tematiche mysteriane condite da un personaggio di rara apatia, totalmente inespressivo, ad uno scialbo remake quasi pedissequo e ben poco moderno delle prime, ottime storie del nostro.
Cui prodest? A che serve questa cosa? |
serviva a far spendere soldi ai collezionisti fondamentalisti
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anche a tenere impegnati sceneggiatori e disegnatori che altrimenti non saprebbero che fare |
reddito di cittadinanza, insomma
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Beh, si era capito di che pasta fosse Martin Mystere. LE SCIE CHIMICHEEEE!!1!11!!
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Moreno Roncucci |
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Detective dell'Impossibile
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Beh, in base ad un articolo che avevo letto tempo fa (tradotto con google translate perchè non so il francese, quindi non garantisco al 100% di aver letto bene) la maggior parte degli autori di fumetti francesi campa con una versione francese del reddito di cittadinanza (che da loro esiste da anni, così come in tutto il resto di quell'Europa a cui pare ci dobbiamo adeguare solo quando c'è da togliere diritti...) La cosa è una logica conseguenza del tipo di editoria, dove gli autori vengono pagati soprattutto a percentuale su albi da libreria (una volta la pubblicazione su rivista garantiva almeno un reddito più regolare). Anche con vendite in totale molto più alte come quelle in Francia, sono pochi quelli che diventano milonari, la maggior parte guadagna pochissimo (e infatti la maggior parte degli autori Bonelli che ha tentato l'avventura francese è tornata a casa di corsa, con tanta nostalgia del page rate alto e fisso) in prospettiva, visto che in Italia i volumi vendono meno, e che alla Bonelli dichiarano di voler sempre più puntare sulla libreria (quindi, con pagamenti a percentuale altrimenti non ci cavano le zampe), direi che gran parte degli autori attuali della Bonelli ... rischiano di averne bisogno fra non molto...
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bgh |
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In Francia molti fanno i fumettisti come secondo lavoro. È anche per questo (ma non solo) che i tempi del fumetto francese sono quelli che sono. Com'è normale da noi (e non solo da noi) per gli scrittori, pochissimi dei quali - in proporzione - vivono di quel che scrivono.
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Moreno Roncucci |
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Detective dell'Impossibile
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QUOTE (bgh @ Lunedì, 20-Gen-2020, 21:23) | In Francia molti fanno i fumettisti come secondo lavoro. È anche per questo (ma non solo) che i tempi del fumetto francese sono quelli che sono. Com'è normale da noi (e non solo da noi) per gli scrittori, pochissimi dei quali - in proporzione - vivono di quel che scrivono. |
Esatto.
Persino in francia, quelli che possono campare solo disegnando fumetti (o anche scrivendo libri) sono pochissimi.
In Italia leggevo tempo fa che di autori di romanzi capaci di MANTENERSI con quel lavoro (senza fare i giornalisti, i magistrati, i conduttori TV, i comici, etc.) erano pochissimi. Meno di una dozzina. Tutti gli altri scrivono come secondo lavoro o come hobby
(E quindi capisci come mai ormai leggi cose che sembrano servire più a masturbare l'ego dell'autore o a vincere premi o a farlo diventare famoso con polemiche che non a piacere ai lettori: le speranze di trovare abbastanza lettori sono praticamente nulle, o scrivi proprio solo per il tuo ego, o sperando di fare abbastanza casino da andare in TV dove ci sono i soldi)
Quando dico che a molti sceneggiatori di fumetti italiani attuali "manca il mestiere", dico una cosa che ormai è un ovvietà anche nei romanzi: quale mestiere? Non esiste più come mestiere.
il mestiere del "narratore di storie", dell'autore di romanzi o racconti, esisteva ai tempi di Howard e Lovecraft, di Hammett e Spillane, di Heinlein e Leister, quando c'erano decide di RIVISTE, di pubblicazioni PERIODICHE, che pagavano a parola! Poco (non è che la maggior parte diventasse ricca nemmeno allora), ma pagavano un fisso, sicuro, non una dubbia percentuale...
Io vedo fra molti fan (e autori) italiani questa gioia all'idea di abbandonare le edicole per andare nelle librerie, dove si acquisisce "prestigio", che ritengo frutto solo di un terrificante complesso di inferiorità e di sudditanza culturale (i complessi tipici del nerdismo).
Andare in libreria significa che il 50% buono degli autori italiani dovrà cambiare mestiere (OK, forse questo potrebbe non essere un gran danno), e gli altri farlo come secondo lavoro....
La cosa PAZZESCA secondo me, è che gran parte di quelli che probabilmente dovrebbero cambiare mestiere (ma forse è perchè per loro a volte il fumetto è già un secondo lavoro) invece di essere terrorizzati da questa cosa e di cercare disperatamente di fare cose che possano piacere al grosso pubblico... fanno già le cose che probabilmente vorrebbero fare in libreria. Sfruttando gli ultimi fuochi dei fumetti da edicola per essere pagati per fare fumetti da libreria, che se fossero davvero in libreria non comprerebbe nessuno lasciandoli disoccupati...
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Ciao, /\/\oreno.
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Moreno Roncucci |
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Detective dell'Impossibile
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QUOTE (fede @ Martedì, 21-Gen-2020, 13:44) | Sembra quasi che si stia parlando di schiere di autori.
Gli sceneggiatori Bonelli che vivono di sola scrittura se va bene saranno una quindicina. Aggiungendo qualche autore Disney credo che in Italia non si arrivi a venti. |
Gli sceneggiatori. E i disegnatori? Quest'anno Dime Web ha contato circa 200 disegnatori pubblicati dalla Bonelli... (alcuni sono guest stars, ma pensando che non tutti i disegnatori hanno avuto un albo pubblicato quest'anno - quelli di Tex tipicamente fanno storie anche di 330-440 pagine, ci mettono anni - per me il numero complessivo è persino più alto)
Di questi 200, quanti potrebbero campare con volumi da libreria?
E cambia anche la prospettiva lavorativa. Alla Bonelli (come ben sanno i lettori di Martin Mystere) avevano il lavoro fisso anche fino a 70 o 80 anni, se reggevano. Se cessa quel tipo di rapporto da "lavoratore dipendente fisso", anche i pochi che a trent'anni potrebbero campare con le vendite dei volumi, potrebbero dover cambiare mestiere già a 50-60 anni...
L'effetto generale comunque è trasformare un lavoro "fisso", in un lavoro precario, se non in un secondo lavoro o un hobby....
Ah, ma vuoi mettere il "prestigio" dei volumi da libreria, il "lustro" che danno agli autori e alla casa editrice, i premi della critica, mica puoi partecipare allo Strega con un albettino da pochi euro, dai, sarebbe come presentarsi agli Oscar con le ciabatte...
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Ciao, /\/\oreno.
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bgh |
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QUOTE (Moreno Roncucci @ Martedì, 21-Gen-2020, 21:02) | Ah, ma vuoi mettere il "prestigio" dei volumi da libreria, il "lustro" che danno agli autori e alla casa editrice, i premi della critica, mica puoi partecipare allo Strega con un albettino da pochi euro, dai, sarebbe come presentarsi agli Oscar con le ciabatte... |
Però, Moreno, mi sembra una semplificazione. Certi tipi di fumetto in edicola (dove generalmente ìmperano l'avventura e il fantastico, in tutte le salse) non ci sono mai passati. Se uno vuol mettersi a raccontare la storia della sua vita, di sicuro non si presenterà mai in Bonelli per chiedere ai capoccia se possono venderla come serie.
Inoltre, non vedo perché un fumettista dovrebbe per forza esserlo di professione. Non per forza un creativo ha sempre idee per la testa. Come dicevo sopra, è perfettamente normale che gli scrittori scrivano come hobby o come lavoro saltuario.
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Moreno Roncucci |
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Detective dell'Impossibile
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QUOTE (bgh @ Martedì, 21-Gen-2020, 20:40) | QUOTE (Moreno Roncucci @ Martedì, 21-Gen-2020, 21:02) | Ah, ma vuoi mettere il "prestigio" dei volumi da libreria, il "lustro" che danno agli autori e alla casa editrice, i premi della critica, mica puoi partecipare allo Strega con un albettino da pochi euro, dai, sarebbe come presentarsi agli Oscar con le ciabatte... |
Però, Moreno, mi sembra una semplificazione. Certi tipi di fumetto in edicola (dove imperano l'avventura e il fantastico, in tutte le salse) non ci sono mai passati. Se uno vuol mettersi a raccontare la storia della sua vita, di sicuro non si presenterà mai in Bonelli per chiedere di trarci una miniserie.
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Vero. Ma è anche un tipo di fumetto diverso. Per chi lo fa e per chi lo legge.
Per chi lo fa: se fai fumetti per espressione personale, va bene anche farlo come hobby (non sto qui facendo la vecchia e stantia dicotomia fra arte e commercio, uno può benissimo metterci cose personali anche in un fumetto che vende tanto, vedi Sclavi o Zerocalcare: sto semplicemente dicendo che la motivazione PRINCIPALE non è il farlo come mestiere e avere uno stipendio fisso. Infatti quando lo diventa, come con Zerocalcare, si inizia anche a pubblicare più regolarmente e pure sulle riviste...)
Per chi lo legge: non sempre, ma spesso, per leggere questi fumetti bisogna avere già imparato a "decodificare" fumetti anche complessi, e lo impari leggendo tanti fumetti più semplici. O, detto in parole povere, senza il fumetto "popolare" a portare nuovi lettori, il primo ad estinguersi è proprio il fumetto "impopolare" (perchè se pure Dylan Dog finisce in libreria... chi prima era in libreria, dove può andare?)
Insomma, a ciascuno il suo mestiere, l'esistenza stessa di fumetti "per pochi" si basa sul fatto che esistano pubblicazioni "per molti". Quando chi dovrebbe fare fumetti "per molti" inizia a farli "per pochi", il meccanismo si inceppa.
QUOTE | Inoltre, non vedo perché un fumettista dovrebbe per forza esserlo di professione. E' perfettamente normale che gli scrittori scrivano nel tempo libero. |
infatti non mi interessa la scelta personale che fa un tizio qualunque.
Mi interessa che la scelta CI SIA, cioè che ESISTA ANCORA IL MESTIERE del fare fumetti, e non diventi OBBLIGATORIAMENTE solo un hobby per tutti se non per i pochissimi autori stra-venduti.
(e tanto per dare un idea, con le vendite italiane probabilmente avrebbe dovuto cambiare mestiere persino uno come Vittorio Giardino... )
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Ciao, /\/\oreno.
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Znort |
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Detective dell'Impossibile
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Secondo me il problema in Francia non sono solo le vendite, ma da una parte la sovra produzione, che fa restare i titoli pochissimo sugli scaffali (il che penalizza le vendite di titoli nuovi, ad esempio) e dall'altra le percentuali che le case editrici offrono agli autori, che se non sono grandi nomi, sono troppo basse. ecco perchè non riescono a viverci. Consideriamo anche che realizzare un buon fumetto, specie se lo si scrive anche e lo si disegna bene, richiede tempo, che però appunto non è ripagato finanziariamente. In italia con Bonelli perlomeno più produci più guadagni (non mi pare esistano stipendi) ma dato il numero di testate c'è una certa continuità di lavoro il che, volendo ti permetterebbe anche di produrre qualche lavoretto da libreria fatto nei ritagli di tempo. Le vendite di Bonelli in edicola però sono in calo. In libreria comunque non mandano solo prodotti realizzati per questo canale ed autoriali, ma anche prodotti seriali in edizione deluxe, per cui su quelli il pagamento credo sia il solito, non a percentuale ma a produzione.
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