Comics Gate colpisce ancora: Tom King vs Jae Lee, ... che lo manda a quel paese!
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Perché io parlo in primis dei professionisti del fumetto coinvolti (cosa che magari non rispecifico a ogni post), che è dove secondo me ci perdiamo. Tu, in modo del tutto legittimo, fai tutto un mischione, in cui il peggio è la regola, ritieni che non possano esserci posizione singole. Poi certo ho letto il tuo post... ma, da paralegale: molto sentito dire, molte sintesi personali vicine al sillogismo, un paio di piste suggerite che, nuovamente, non mi hanno convinto (anzi). Secondo me le doglianze originarie degli autori (quelle in cui mi sono imbattuto), così come sono state dichiarate, e successivamente materializzate nei loro prodotti, sono molto più miti e non hanno alcunché di demonizzabile. Non mi sembrano posizioni assimilabili alle estremizzazioni successive, mi sembrano semmai molto simili alle mie, o alle perplessità espresse da Cooke. Dixon, per dire, aveva mai sentito parlare di Gamersgate (in una recente intervista premette un "so-called" che la dice lunga)? E gli altri professionisti alla base di tutto? Loro hanno cercato questo abbinamento, o è stato imposto da qualche polemista (anche interno) successivo? Se il manifesto non c'è, e se "quello che fanno" Dixon, Van Sciver e Dynamite non ha NIENTE di censurabile... perdonami, qui si traggono conclusioni a dir poco avventate. La loro damnatio avverrebbe su basi meramente ipotetiche, al limite del sentito dire. Al che avremmo sconfinato nel campo del linciaggio e della censura preventiva, che non è una bella cosa. questa è la cosa più vicina a un manifesto che ho trovato, per la cronaca: Disponiamo di elementi per sbugiardarlo come autore? Ah, anche qui c'è un "so-called". Sto provvedendo a ordinare tutti i fumetti fatti da Dixon in questo periodo, perché voglio capire. Magari ti darò ragione. Ma lo deciderò IO, previa lettura delle loro opere.
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Denny Colt |
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QUOTE (Kerdik @ Venerdì, 07-Ago-2020, 13:35) | Perché io parlo in primis dei professionisti del fumetto coinvolti (cosa che magari non rispecifico a ogni post), che è dove secondo me ci perdiamo.
Tu, in modo del tutto legittimo, fai tutto un mischione, in cui il peggio è la regola, ritieni che non possano esserci posizione singole. Poi certo ho letto il tuo post... ma, da paralegale: molto sentito dire, molte sintesi personali vicine al sillogismo, un paio di piste suggerite che, nuovamente, non mi hanno convinto (anzi).
Secondo me le doglianze originarie degli autori (quelle in cui mi sono imbattuto), così come sono state dichiarate, e successivamente materializzate nei loro prodotti, sono molto più miti e non hanno alcunché di demonizzabile. Non mi sembrano posizioni assimilabili alle estremizzazioni successive, mi sembrano semmai molto simili alle mie, o alle perplessità espresse da Cooke.
Dixon, per dire, aveva mai sentito parlare di Gamersgate (in una recente intervista premette un "so-called" che la dice lunga)? E gli altri professionisti alla base di tutto? Loro hanno cercato questo abbinamento, o è stato imposto da qualche polemista (anche interno) successivo?
Se il manifesto non c'è, e se "quello che fanno" Dixon, Van Sciver e Dynamite non ha NIENTE di censurabile... perdonami, qui si traggono conclusioni a dir poco avventate. La loro damnatio avverrebbe su basi meramente ipotetiche, al limite del sentito dire. Al che avremmo sconfinato nel campo del linciaggio e della censura preventiva, che non è una bella cosa. |
Ma gli autori coinvolti sono un pugno, penso più per motivi di opportunità che per vero convincimento. Di Dixon in particolare ti consiglio di ascoltare . Ci ho messo un po' a ritrovarlo. C'è anche la trascrizione ma sentire Dixon messo alle strette che rimane senza parole chiarifica parecchio. La parte dove parla Dixon è circa a metà. Se hai tempo comunque ascolta o leggi anche il resto.
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QUOTE (Denny Colt @ Venerdì, 07-Ago-2020, 19:07) | QUOTE (Kerdik @ Venerdì, 07-Ago-2020, 13:35) | Perché io parlo in primis dei professionisti del fumetto coinvolti (cosa che magari non rispecifico a ogni post), che è dove secondo me ci perdiamo.
Tu, in modo del tutto legittimo, fai tutto un mischione, in cui il peggio è la regola, ritieni che non possano esserci posizione singole. Poi certo ho letto il tuo post... ma, da paralegale: molto sentito dire, molte sintesi personali vicine al sillogismo, un paio di piste suggerite che, nuovamente, non mi hanno convinto (anzi).
Secondo me le doglianze originarie degli autori (quelle in cui mi sono imbattuto), così come sono state dichiarate, e successivamente materializzate nei loro prodotti, sono molto più miti e non hanno alcunché di demonizzabile. Non mi sembrano posizioni assimilabili alle estremizzazioni successive, mi sembrano semmai molto simili alle mie, o alle perplessità espresse da Cooke.
Dixon, per dire, aveva mai sentito parlare di Gamersgate (in una recente intervista premette un "so-called" che la dice lunga)? E gli altri professionisti alla base di tutto? Loro hanno cercato questo abbinamento, o è stato imposto da qualche polemista (anche interno) successivo?
Se il manifesto non c'è, e se "quello che fanno" Dixon, Van Sciver e Dynamite non ha NIENTE di censurabile... perdonami, qui si traggono conclusioni a dir poco avventate. La loro damnatio avverrebbe su basi meramente ipotetiche, al limite del sentito dire. Al che avremmo sconfinato nel campo del linciaggio e della censura preventiva, che non è una bella cosa. |
Ma gli autori coinvolti sono un pugno, penso più per motivi di opportunità che per vero convincimento. Di Dixon in particolare ti consiglio di ascoltare . Ci ho messo un po' a ritrovarlo. C'è anche la trascrizione ma sentire Dixon messo alle strette che rimane senza parole chiarifica parecchio. La parte dove parla Dixon è circa a metà. Se hai tempo comunque ascolta o leggi anche il resto. |
Link interessante che chiarisce alcuni dei miei dubbi. Avevo "sfogliato" su Amazon sia la serie " Alt-Hero: Q" scritta da Dixon sia la precedente " Alt-Hero" di Vox Day autore completo e la differenza di registro è palpabile. Entrambe le serie dovrebbero essere ambientate nello stesso universo narrativo in cui un governo internazionale ha imposto un regime di censura perbenista, ma mentre VD utilizza la storia anche per fare propaganda nazionalista, sebbene in modo sottile ( ), la serie di Dixon cerca di mantenersi su toni molto più generici evitando riferimenti politici precisi. Lui stesso dichiara a proposito dell'autore: He approached me. I didn't know much about him, I still don't know a whole lot about him, but this is the first time in my experience that I've gone to work on a job and everybody's concerned with who is publishing it and their background, their beliefs, and everything else because this guy is ... Man, is this guy a lightning rod. I don't agree with a whole lot of what he says but he was offering me an opportunity to create our own work. He had a funding thing and he had a distribution deal set up. He admitted that he didn't know what he didn't know, so he wasn't telling me what to do, he was asking me what I should do or what would be best for me and all the rest of it. [...] I've read the "Alt-Hero" thing and I've rejected parts of it I didn't want to do, that I don't agree with. I don't write for that...Dando per scontato che sia sincero, concordo con il giornalista che non avrebbe dovuto collaborare con un blogger con quelle idee, per quanto potesse essere in buona fede. Però mi viene spontanea una domanda non retorica. Dixon avrebbe mai potuto lavorare con uno come VD se il contesto non lo avesse spinto a farlo? Lui stesso nell'intervista sembra dare una grande importanza alla libertà creativa che gli è stata concessa piuttosto che ad una comunanza di idee con il disegnatore. Mah...
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QUOTE (Comics Garden @ Venerdì, 07-Ago-2020, 22:19) | QUOTE (Denny Colt @ Venerdì, 07-Ago-2020, 19:07) | QUOTE (Kerdik @ Venerdì, 07-Ago-2020, 13:35) | Perché io parlo in primis dei professionisti del fumetto coinvolti (cosa che magari non rispecifico a ogni post), che è dove secondo me ci perdiamo.
Tu, in modo del tutto legittimo, fai tutto un mischione, in cui il peggio è la regola, ritieni che non possano esserci posizione singole. Poi certo ho letto il tuo post... ma, da paralegale: molto sentito dire, molte sintesi personali vicine al sillogismo, un paio di piste suggerite che, nuovamente, non mi hanno convinto (anzi).
Secondo me le doglianze originarie degli autori (quelle in cui mi sono imbattuto), così come sono state dichiarate, e successivamente materializzate nei loro prodotti, sono molto più miti e non hanno alcunché di demonizzabile. Non mi sembrano posizioni assimilabili alle estremizzazioni successive, mi sembrano semmai molto simili alle mie, o alle perplessità espresse da Cooke.
Dixon, per dire, aveva mai sentito parlare di Gamersgate (in una recente intervista premette un "so-called" che la dice lunga)? E gli altri professionisti alla base di tutto? Loro hanno cercato questo abbinamento, o è stato imposto da qualche polemista (anche interno) successivo?
Se il manifesto non c'è, e se "quello che fanno" Dixon, Van Sciver e Dynamite non ha NIENTE di censurabile... perdonami, qui si traggono conclusioni a dir poco avventate. La loro damnatio avverrebbe su basi meramente ipotetiche, al limite del sentito dire. Al che avremmo sconfinato nel campo del linciaggio e della censura preventiva, che non è una bella cosa. |
Ma gli autori coinvolti sono un pugno, penso più per motivi di opportunità che per vero convincimento. Di Dixon in particolare ti consiglio di ascoltare . Ci ho messo un po' a ritrovarlo. C'è anche la trascrizione ma sentire Dixon messo alle strette che rimane senza parole chiarifica parecchio. La parte dove parla Dixon è circa a metà. Se hai tempo comunque ascolta o leggi anche il resto. |
Link interessante che chiarisce alcuni dei miei dubbi. Avevo "sfogliato" su Amazon sia la serie " Alt-Hero: Q" scritta da Dixon sia la precedente " Alt-Hero" di Vox Day autore completo e la differenza di registro è palpabile. Entrambe le serie dovrebbero essere ambientate nello stesso universo narrativo in cui un governo internazionale ha imposto un regime di censura perbenista, ma mentre VD utilizza la storia anche per fare propaganda nazionalista, sebbene in modo sottile ( ), la serie di Dixon cerca di mantenersi su toni molto più generici evitando riferimenti politici precisi. Lui stesso dichiara a proposito dell'autore: He approached me. I didn't know much about him, I still don't know a whole lot about him, but this is the first time in my experience that I've gone to work on a job and everybody's concerned with who is publishing it and their background, their beliefs, and everything else because this guy is ... Man, is this guy a lightning rod. I don't agree with a whole lot of what he says but he was offering me an opportunity to create our own work. He had a funding thing and he had a distribution deal set up. He admitted that he didn't know what he didn't know, so he wasn't telling me what to do, he was asking me what I should do or what would be best for me and all the rest of it. [...] I've read the "Alt-Hero" thing and I've rejected parts of it I didn't want to do, that I don't agree with. I don't write for that...Dando per scontato che sia sincero, concordo con il giornalista che non avrebbe dovuto collaborare con un blogger con quelle idee, per quanto potesse essere in buona fede. Però mi viene spontanea una domanda non retorica. Dixon avrebbe mai potuto lavorare con uno come VD se il contesto non lo avesse spinto a farlo? Lui stesso nell'intervista sembra dare una grande importanza alla libertà creativa che gli è stata concessa piuttosto che ad una comunanza di idee con il disegnatore. Mah... |
Hai letto solo la trascrizione o hai anche ascoltato l'intervista? Perché il momento in cui rimane senza parole e dice che non sa rispondere direi che fuga tutti i dubbi.
Quanto al contesto che lo avrebbe spinto a farlo, davvero uno col curriculum di Dixon (che ha lavorato pure per Bonelli) non trova un editore vero disposto a pubblicargli una serie creator owned? Di contatti dovrebbe averne parecchi nell'ambiente, se tutte le fonti si inaridiscono mi sa che la colpa non è del contesto. Del resto non mi sembra abbia mai affermato di essere finito in una qualche lista nera.
Quanto al blog che hai linkato, non è esattamente imparziale, se dai un'occhiata ad altri articoli te ne renderai conto facilmente (alcuni sono involontariamente comici)
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QUOTE (Denny Colt @ Sabato, 08-Ago-2020, 11:19) | QUOTE (Comics Garden @ Venerdì, 07-Ago-2020, 22:19) | QUOTE (Denny Colt @ Venerdì, 07-Ago-2020, 19:07) | QUOTE (Kerdik @ Venerdì, 07-Ago-2020, 13:35) | Perché io parlo in primis dei professionisti del fumetto coinvolti (cosa che magari non rispecifico a ogni post), che è dove secondo me ci perdiamo.
Tu, in modo del tutto legittimo, fai tutto un mischione, in cui il peggio è la regola, ritieni che non possano esserci posizione singole. Poi certo ho letto il tuo post... ma, da paralegale: molto sentito dire, molte sintesi personali vicine al sillogismo, un paio di piste suggerite che, nuovamente, non mi hanno convinto (anzi).
Secondo me le doglianze originarie degli autori (quelle in cui mi sono imbattuto), così come sono state dichiarate, e successivamente materializzate nei loro prodotti, sono molto più miti e non hanno alcunché di demonizzabile. Non mi sembrano posizioni assimilabili alle estremizzazioni successive, mi sembrano semmai molto simili alle mie, o alle perplessità espresse da Cooke.
Dixon, per dire, aveva mai sentito parlare di Gamersgate (in una recente intervista premette un "so-called" che la dice lunga)? E gli altri professionisti alla base di tutto? Loro hanno cercato questo abbinamento, o è stato imposto da qualche polemista (anche interno) successivo?
Se il manifesto non c'è, e se "quello che fanno" Dixon, Van Sciver e Dynamite non ha NIENTE di censurabile... perdonami, qui si traggono conclusioni a dir poco avventate. La loro damnatio avverrebbe su basi meramente ipotetiche, al limite del sentito dire. Al che avremmo sconfinato nel campo del linciaggio e della censura preventiva, che non è una bella cosa. |
Ma gli autori coinvolti sono un pugno, penso più per motivi di opportunità che per vero convincimento. Di Dixon in particolare ti consiglio di ascoltare . Ci ho messo un po' a ritrovarlo. C'è anche la trascrizione ma sentire Dixon messo alle strette che rimane senza parole chiarifica parecchio. La parte dove parla Dixon è circa a metà. Se hai tempo comunque ascolta o leggi anche il resto. |
Link interessante che chiarisce alcuni dei miei dubbi. Avevo "sfogliato" su Amazon sia la serie " Alt-Hero: Q" scritta da Dixon sia la precedente " Alt-Hero" di Vox Day autore completo e la differenza di registro è palpabile. Entrambe le serie dovrebbero essere ambientate nello stesso universo narrativo in cui un governo internazionale ha imposto un regime di censura perbenista, ma mentre VD utilizza la storia anche per fare propaganda nazionalista, sebbene in modo sottile ( ), la serie di Dixon cerca di mantenersi su toni molto più generici evitando riferimenti politici precisi. Lui stesso dichiara a proposito dell'autore: He approached me. I didn't know much about him, I still don't know a whole lot about him, but this is the first time in my experience that I've gone to work on a job and everybody's concerned with who is publishing it and their background, their beliefs, and everything else because this guy is ... Man, is this guy a lightning rod. I don't agree with a whole lot of what he says but he was offering me an opportunity to create our own work. He had a funding thing and he had a distribution deal set up. He admitted that he didn't know what he didn't know, so he wasn't telling me what to do, he was asking me what I should do or what would be best for me and all the rest of it. [...] I've read the "Alt-Hero" thing and I've rejected parts of it I didn't want to do, that I don't agree with. I don't write for that...Dando per scontato che sia sincero, concordo con il giornalista che non avrebbe dovuto collaborare con un blogger con quelle idee, per quanto potesse essere in buona fede. Però mi viene spontanea una domanda non retorica. Dixon avrebbe mai potuto lavorare con uno come VD se il contesto non lo avesse spinto a farlo? Lui stesso nell'intervista sembra dare una grande importanza alla libertà creativa che gli è stata concessa piuttosto che ad una comunanza di idee con il disegnatore. Mah... |
Hai letto solo la trascrizione o hai anche ascoltato l'intervista? Perché il momento in cui rimane senza parole e dice che non sa rispondere direi che fuga tutti i dubbi.
Quanto al contesto che lo avrebbe spinto a farlo, davvero uno col curriculum di Dixon (che ha lavorato pure per Bonelli) non trova un editore vero disposto a pubblicargli una serie creator owned? Di contatti dovrebbe averne parecchi nell'ambiente, se tutte le fonti si inaridiscono mi sa che la colpa non è del contesto. Del resto non mi sembra abbia mai affermato di essere finito in una qualche lista nera.
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Il tentennamento di Dixon era dovuto proprio all'osservazione in cui mi sono trovato d'accordo con il giornalista. E' un silenzio che può significare tutto e niente. Forse è un'ammissione o solo la prima consapevolezza di aver fatto una scemenza.
A proposito del contesto lui stesso parla del fatto che ormai le redazioni delle grandi compagnie si siano fatte molto pervasive nello sviluppo dei personaggi. Quanto di ciò che dice sia realistico e quanto esagerato per giustificare la sua decisione, lo possono sapere solo gli addetti ai lavori.
Sta di fatto che Meyer, altro autore del collettivo, si è visto bloccare la sua serie "Jawbreakers" dall'"Antartic Press" nonostante il crowdfunding fosse andato benissimo.
Ripeto poi che ho letto a bocconi entrambe le serie su "Alt-Hero" e ti assicuro che la divergenza di contenuti di cui parla Dixon del podcast è visibile. Pare ben strano che uno si associ ad un progetto per esprimere idee reazionarie e poi finisca comunque per auto-censurarsi.
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Allora, ho continuato a ficcanasare in giro.
Per molti versi resto della mia idea... parto sempre dalla presunzione d'innocenza, non trovo dichiarazioni "pericolose" dei professionisti del fumetto, non tendo a demonizzare personaggi che mi sembrano giocare più sulla provocazione che sulla convinzione (Day ho iniziato a seguirlo con un certo divertimento), ergo nel circoscritto del "nostro" ambiente trovo certe polemiche al limite del pretestuoso. MA...
No, l'andazzo generale, i Meyer, le manifestazioni (se non gli assalti) alle fumetterie, lo sproloquiare dei suprematisti, l'inferno in rete (tutte cose che allo stato delle mie passate conoscenze ignoravo)... diciamo che a un certo punto mi sarei preoccupato di proclamare un paio di passi di separazione da certa gente, anche o almeno con una battuta. Non sono di quelli che pensano che "tutto è politica", ma se fuori dalla tua finestra, nel tuo ambiente, c'è un dibattito in atto, certe leggerezze ti fanno fare -eufemismo- una brutta figura. Danneggiando in primis la tua battaglia, tra l'altro, e giustificando i peggiori sospetti di Danny Colt (che non condivido, ma che non posso più dire di trovare peregrini). E questo manca, o se c'è stato non l'ho trovato.
Detto questo, in molti casi mi sembra che la bava alla bocca in diverse situazioni non sia giustificata. Nello specifico del caso King-Lee, resto dell'idea che nello specifico King sia sia comportato da clamoroso stronzone e che Lee fosse più che giustificato nel non avere fatto ragionamenti sull'amico dell'amico dell'amico dell'amico traendone conclusioni estreme... perché di questo mi sembra trattarsi.
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