Roy Crane è uno dei fumettisti che Milton Caniff cita sempre nelle interviste fra le sue maggiori fonti di influenza, cosa che è bastata per interessarmi a lui.
Purtroppo, la sua serie più famosa e seminale, Wash Tubbs & Captain' Easy, è difficilmente recuperabile: le giornaliere vennero proposte quasi tutte da Comic Art anni fa, in un'edizione costosa da reperire nell'usato; e le domenicali, per le quali la serie è celebre, sono state ristampate da Fantagraphics in volumi eccessivamente lussuosi e cari.
Fantagraphics ha ristampato anche la seconda serie di Crane, Buz Sawyer, in quattro volumi che riprendono la prima decina di anni di strisce. Ho trovato il secondo a metà prezzo.
I punti di contatto fra Buz Sawyer e Steve Canyon sono davvero numerosi:
-entrambe le serie vennero create dai due autori all'apice della popolarità abbandonando i rispettivi precedenti fumetti (Wash Tubbs e Terry and the pirates), perché di essi non detenevano i diritti
-entrambi i personaggi sono ex aviatori della WWII (Sawyer ci viene effettivamente mostrato durante la guerra - nel primo volume di FG), che si riciclano dopo il conflitto come risolvi-problemi (con la differenza che Steve si immischia spesso in politica estera e militare, mentre Buz lavora per una compagnia petrolifera privata)
-entrambe le serie sono state veicolo per la propaganda governativa: a questo proposito,
. Curiosamente, nell'articolo Heer si mostra abbastanza disgustato nei confronti della serie... salvo essere il curatore dei volumi Fantagraphics, nelle cui prefazioni usa altri toni
-entrambe le serie sono considerate largamente inferiori per influenza e qualità rispetto alle opere precedenti degli autori, pur avendo avuto vita molto più lunga (una quarantina d'anni)
Sapevo che Buz Sawyer mi sarebbe piaciuta dopo aver visto questa strepitosa sequenza di strisce sul blog di Luca Boschi (devo ancora raccogliere la mascella caduta...), e in effetti così è stato.
Se l'inizio del volume non mi ha convinto troppo, forse perché non conoscevo ancora i personaggi (non ho letto il primo tomo, per l'appunto), proseguendo man mano la lettura mi ha sempre più avvinto. Le storie non sono particolarmente memorabili per originalità e freschezza, è roba che si vede spesso nelle strisce avventurose se avete un minimo di familiarità: triangoli amorosi, femmes fatales, paesaggi esotici, ecc... Ma sono scritte con leggerezza e ironia travolgenti, e una tira davvero l'altra. Per inciso, Crane non è verboso come il collega Caniff, e usa pochissimo il trucchetto di riassumere nella prima vignetta della striscia i fatti avvenuti in precedenza: quindi la lettura nel formato del volume-raccolta è tutt'altro che pesante, tanto le strip sembrano nate per essere lette di fila.
Un'altra caratteristica vincente dello stile di Crane (che non si trova in Caniff, o si trova poco) sono le didascalie. Se i "nel frattempo", "poco dopo", ecc... sono usati in maniera molto parca, a Crane piace invece inserire ogni tanto didascalie scritte in maniera un po' letteraria (sempre con parsimonia, però: non imbottisce mai le vignette di testo),
, per esempio, oppure con suoi commenti personali, ironizzando su quanto succede nella striscia (
A lasciare di sasso è la straordinaria qualità dei disegni e delle composizioni. Crane aveva diversi assistenti, di cui dà conto l'interessante introduzione di Heer, quindi non si può parlare di
suoi disegni. In ogni caso, il risultato è fenomenale. Le vignette di Buz Sawyer fanno ampio uso di retini, ottenuti con la tecnica del Craftint (carte speciali che rivelavano le trame di puntini se spalmate di sostante chimiche). Raramente ho visto un uso più elevato del retino: in Buz Sawyer non vengono utilizzati come spesso "a tinta unita", ma a "incrocio", generando una miriade di sfumature con cui rendere gli effetti luminosi. L'altissima bravura raggiunga dal suo staff si vede anche nel fatto che spesso interi elementi dello sfondo vengono realizzati esclusivamente a retino, senza ripassare i contorni a china.
E vogliamo parlare dell'espressività dei personaggi? O delle donne di Crane, ragazze acqua e sapone sempre bellissime e affascinanti? No: lascio alle immagini il compito.
Le scene d'azione sono rese benissimo, in maniera dinamica, ma le migliori sequenze sono quelle con piccoli attimi di vita quotidiana, disegnati con incredibile naturalezza.
Non mancano simpatiche (e benvenute) sperimentazioni, come la striscia che celebra il fidanzamento di Buz e Christy, oppure la famosa strip "verticale", che non posto perché legata a un colpo di scena abbastanza imprevedibile.
Giochi di luce
Femmes magnifiques
Commedia brillante
Propaganda non troppo sottile
Il volume è abbastanza ben fatto: la grafica di copertina è bellissima e molto "pop", e le dimensioni buone. Purtroppo, la qualità di stampa non è sempre all'altezza. Il prezzo è molto alto e non lo consiglio a meno che non lo troviate scontato, proprio per la cura non eccellente.
A differenza dei volumi di IDW, non contiene due anni di strisce "e stop", a prescindere che nell'ultima pagina l'arco narrativo in corso sia finito o meno, ma una serie di storie complete e godibili (quattro nello specifico, tutte abbastanza lunghe) anche senza dover comprare i tomi successivi - cosa che comunque non mancherò di fare, prezzi permettendo.