Ciao! Approfitto di questo tuo post (e del fatto che siamo solo a pagina 2 quindi magari ci legge qualche non texiano...) per dare la mia interpretazione delle cause di questo fenomeno...
[attenzione, post molto lungo e prolisso, procedere con cautela]
La causa principale, è che i fan di Tex hanno subito una specie di "trauma" con pochi precedenti nella storia del fumetto: molti anni in cui obiettivamente e con ogni evidenza editore e autore facevano a gara a chi li prendeva di più a pesci in faccia deridendo apertamente il protagonista delle storie all'interno delle storie stesse (immagina 15 anni di Diabolik in cui in ogni singola storia Diabolik fallirebbe il colpo se non fosse aiutato da un passante caritatevole o da un bambino...)
Quando nasce l'integralismo religioso? Quando le autorità sociali e/o religiose contemporanee vengono percepite come corrotte, delegittimate, o comunque come operanti in aperto contrasto con la volontà dei fedeli. Allora, alla ricerca di un antica (e magari mai esistita) "purezza" si cerca di rifarsi ai "testi originari". Spesso reinventandoli e traendone conclusioni che nei testi originari non c'erano. (per un esempio texiano, l'epoca favolosa in cui Tex non falliva mai, di cui gli integralisti texiani auspicano il ritorno, non è mai esistita, G.L. Bonelli faceva fare un sacco di errori a Tex, semplicemente lo faceva facendogli comunque fare bella figura e non la figura del c....)
Ora, questo "integralismo texiano" una volta non c'era. Oh, certo, i lettori si lamentavano ogni volta che appariva un disegnatore nuovo (conosco gente che smise per Fusco, che a me invece dopo le primissime storie di adattamento piaceva molto), le storie scritte (senza firma) da Nolitta facevano storcere il naso a molti (pure a me. Causarono la prima occasione in cui smisi di leggere Tex, per me quel Tex era irriconoscibile...) ma non c'era questo plotone d'esecuzione pronto a criticare ogni nuovo albo. Nessuno postava tutti i giorni lamenti a base di "Ah, quando c'era G.L. Bonelli..." (anche perchè c'era ancora, anche se già all'epoca era chiaro, almeno ai lettori un po' più scafati, che non stava più scrivendo tutte le storie...)
La Bonelli non è in genere brava a gestire i personaggi con l'abbandono (o il diradarsi delle storie) dei loro creatori. Stretta fra la paura di cambiare e la necessità di mantenere riconoscibili i personaggi, di solito fanno male entrambe le cose, cambiando aspetti essenziali e snaturando i personaggi, ma chiudendoli comunque in gabbia assurde sui aspetti inessenziali. (gli esempi sono tantissimi, dallo Zagor di Sclavi e Toninelli ai Mister No di Masiero fino proprio ai Tex di Guido Nolitta...) ma in Tex ebbero fortuna: trovarono un autore, Claudio Nizzi, in grado di risollevare la testata, rinnovandola senza snaturarla.
Nizzi non era un clone di Gianluigi Bonelli, aveva le proprie preferenze e i propri punti deboli (Tex diventò una testata più basata sull'intreccio, a volte veri e propri "gialli" in cui il colpevole si scopriva solo alla fine, a scapito delle storie più avventurose e "magiche" che con G.L. Bonelli erano molto più frequenti. Da qui forse prese piede l'idea strampalata che Tex fosse un western "realistico"), ma le storie erano divertenti, non solo Nizzi riuscì a darci dei Tex e Carson riconoscibili, ma pure i loro battibecchi (già molto presenti in Gianluigi Bonelli) diventarono più brillanti, senza ridurli a macchietta (anche qui, qualcosa si guadagna e qualcosa si perde: trovandosi a suo agio con la coppia Tex - Carson, Nizzi utilizza pochissimo Tiger e Kit Willer). Arrivato in un momento in cui su Tex c'erano le storie di un G.L. Bonelli ormai invecchiato e lontano dai fasti di un tempo e storie indigeribili di Guido Nolitta con Tex che veniva pestato, sudava impappinato di fronte ad un moribondo e poco ci mancava che piangeva, fu accolto benissimo dai lettori dell'epoca (non firmava le storie, ma l'impennata delle storie fu così netta che non solo tutti avevano capito che era arrivato un nuovo sceneggiatore, ma si capiva pure benissimo da che storia avesse iniziato).
Sì, pare impossibile a dirlo adesso, ma con Bonelli che ancora scriveva, l'arrivo di Nizzi fu accolto benissimo dai lettori. Anche quando si svelò il segreto di pulcinella e iniziò a firmare le storie, ricordo folle acclamanti di Texiani alle poche occasioni in cui Nizzi partecipava, e praticamente nessuna lamentela.
Anzi, Nizzi se la cavava così bene, e i lettori ne erano così contenti, che Nolitta diradò sempre di più le sue storie. Mentre anche G.L. Bonelli scriveva sempre meno, fino a smettere (l'ultima sua storia fu pubblicata nel 1991, quella precedente nel 1989, quella ancora prima nel 1987, insomma, due albi in quattro anni... Nizzi aveva iniziato nel 1983 ma già nel 1988 tutte le storie pubblicate furono sue).
Pare comunque che non fosse tutto rose e fiori. Sergio Bonelli (grandissimo autore ed editore, che però per me non ha mai capito come mai Tex fosse così amato, e non ha mai capito per me neanche Tex...) pare gli bocciasse un sacco di soggetti, insistendo a dire che voleva un Tex più "umano", più realistico, meno "invincibile" (cioè l'esatto contrario di quello che volevano i lettori, e Nizzi lo capiva benissimo...)
Forse per il superlavoro (scriveva oltre mille pagine di Tex all'anno oltre a storie di Nick Raider, da lui creato ma che non aveva più il tempo di seguire molto), forse per questi contrasti, chissà.... Nizzi scoppiò. Cioè, si bloccò, di colpo. Per come l'ha raccontata lui in alcune interviste, di colpo non fu più in grado di scrivere una riga. Lasciando un sacco di sceneggiature a metà, un sacco di disegnatori senza niente da disegnare, e ovviamente gettando la Bonelli nel panico. (è a quel punto che finalmente, si lasciano provare altri sceneggiatori su Tex, fra cui l'attuale curatore Boselli). Questo accade nel 1993, praticamente l'ultima storia di Nizzi pre-crisi fu il numero 400 (ma l'ultima pubblicata credo fu il Texone di Magnus).
Ora, cosa fai come editore di fronte ad un caso simile? Per me, sarò poco avvezzo ai misteri dell'editoria, ma l'unica cosa da fare sarebbe fare all'autore tante scuse, pagargli le cure, e dirgli "mi spiace, d'ora in poi non ti costringeremo più a scrivere Tex: se vuoi puoi scrivere Nick Raider o magari proponi altri personaggi che li valutiamo"
E invece... la follia. Davvero, non riesco ad immaginare una scelta più folle (non so, forse chiudere Tex, ma siamo lì...). Bonelli pare che offri a Nizzi aumenti su aumenti per spingerlo a tornare su Tex. Ti lascio immaginare con quanto entusiasmo e affetto per il personaggio...
Da quel momento (1995), è una specie di escalation. Si inizia con piccole figuracce, con qualche salvataggio, ma poi... in breve tempo in ogni singola storia di Tex si vede Tex salvato da qualcuno, dimostrare la sua incapacità, e provocare con la sua stupidità la morte di innocenti.
Ogni singola fottuta storia!
Non solo capelli d'argento scrive alla Bonelli per lamentarsi, anch'io lo faccio, ma è un errore: a parte le risposte assurde che ricevo che negavano l'evidenza, una volta mi lascio scappare una frase, "nelle ultime storie Tex è stato salvato da un bambino, da una ragazzina, da un cane. La prossima volta lo fate salvare da un vecchio paralitico?". Pochissimi mesi dopo, Tex viene salvato da un vecchio paralitico! Gli avevo dato l'idea! (vabbè, forse non è colpa mia, forse l'avrebbero fatto da soli...)
E fossero solo i salvataggi... Quasi in ogni storia, Tex peggiora la situazione. Causa la morte di innocenti per errori stupidi. impedisce ad altri di risolvere la situazione, incasinandola. Spesso se non fosse mai arrivato le vittime se la sarebbero cavate meglio.
Incredibilmente, pare che a Sergio Bonelli questo Tex piacesse moltissimo. Nizzi sostiene che le sue lamentele calarono e gli andava bene tutto...
Credo che a questo punto per Nizzi divenne una specie di umiliazione professionale: "come, io faccio di tutto, utilizzando le mie capacità di sceneggiatore per deridere il tuo personaggio... e tu non te ne accorgi????? Vediamo se non ti accorgi nemmeno la prossima volta!!!". E la cosa si fa davvero esplicita, proprio "per non capenti": Tex inizia a dire "lo catturerò, o non mi chiamo più TexWiller"... e poi si lascia andare l'inseguito, stupidamente. Giura ad un bambino "tranquillo, vieni, non aver paura, sei con me, nessuno ti farà del male"... poi l'accusato dal bambino, in modo assolutamente prevedibile, estrae una pistola, Tex si caga sotto, e lascia che rapisca il bambino (che poi verrà salvato da altri)
Sergio Bonelli, a dire di Nizzi, non fa una piega. Quello è il Tex che gli piace.
La reazione dei lettori? Da quello che ho visto nei forum, ci furono tre fasi
1) Totale negazione, ad oltranza. Questo è in realtà l'atteggiamento tipico dei fan di qualunque serie, l'editore è il Verbo, la testata è sacra e non criticabile. Tornando al paragone con la religione, è la situazione in cui la fede dei fedeli è salda, c'è totale fiducia nel clero e chi lo accusa è sicuramente un bugiardo. in questa situazioni magari un sacco di pedofili la fanno franca con i genitori che si rifiutano di vedere, ma (ancora) non nascono fondamentalismi. La relazione del fedele (lettore) con il Sacro (Tex) è mediata da un officiante (l'editore, gli autori) che, soli, sanno il Verbo.
All'inizio, nei vari forum, quasi tutti negano qualunque evidenza, negano persino l'ovvia lettura di quello che si può leggere: "non è vero che Tex è stato salvato da un vecchio paralitico" "come no?! Ma hai letto la storia?" "non è vero! Non è vero! Non è veoooooooooooooooo!!!!" (durante queste discussioni non riuscivo a non immaginarli strillare con le mani sulle orecchie, il tenore era quello...)
Questa fase fu quella dominante fino al 2002 alla "mefistolata" (come io chiamo la storia dei numeri 501-504 con il ritorno di Mefisto). I lettori si erano abituati man mano ad un Tex sempre più incapace, sputtanato e ridicolo. Ma Mefisto no. Mefisto se lo ricordavano ancora com'era una volta. All'epoca vidi davvero "le masse attraversare il mar Rosso". Certezze granitiche vacillare, gente che fino a pochi mesi prima difendeva a spada tratta Nizzi finalmente iniziava a cedere all'evidenza: tranne pochissima fans sfegatati che andarono sui forum di Zagor a fare come gli ultimi giapponesi sulle isolette, in pochissimi mesi i vari forumisti si rivoltarono compatti contro Nizzi
2) La seconda fase è quella dell'incazzatura. Si postano critiche, si scrive all'editore, si denunciano i problemi. Probabilmente se all'epoca la casa editrice avesse dato il minimo segno di sentire queste critiche, o fosse anche solo intervenuta per dare una regolata a Nizzi (alla Bonelli correggono tavole per molto meno...) sarebbe bastato poco per rinsaldare la fiducia. invece a tutto questo fu opposto un muro di gomma, con l'editore che faceva finta di niente e negava (mentre Nizzi agli incontri con i lettori - ormai non più definibili fan - sosteneva che nessuno in redazione gli aveva riportato queste critiche o si era lamentato di come rappresentava Tex). Anzi, la demolizione del personaggio diventa sempre più scoperta e palese. È chiarissimo che ormai davvero Nizzi non trova più stimoli nemmeno nella distruzione di Tex (tanto, qualunque cosa faccia va bene...) e fa le storie come dei banali compitini, Tex arriva, trova un origlione che gli racconta tutto, Tex fa cazzate, provoca la morte di chi ha chiesto il suo aiuto, sarebbe spacciato ma arriva un bambino di 4 anni a salvarlo. Fine.
Le voci (non so quanto veritiere, non è che abbia messo delle telecamere in via Buonarroti...) parlano di una redazione travolta dalle lettere dei lettori inviperiti, dopo anni di relativa stabilità le vendite iniziano a precipitare. Ma niente, la Bonelli fa finta di niente. Tex va benissimo così.
(ovviamente, la cosiddetta "critica fumettistica" italiana, lecchina come al solito, continua a lodare Nizzi come il "degno erede" di Bonelli, titolo che sarà usato in senso ironico contro Nizzi da quel momento in poi. Non c'era davvero da meravigliarsi, a parte poche e rare eccezioni, spesso emarginate, quella che passa per critica fumettistica in Italia è la gara a chi lecca con più dedizione. Però questo si sommava all'atmosfera generale da "muro di gomma" che faceva sempre più infuriare i fan...)
in questo periodo Boselli viene considerato nei vari forum praticamente l'unica luce di speranza (per questo mi chiedo che cavolo è successo nel frattempo...), e in effetti per un bel po' le sue sono le uniche storie di Tex che non mi facciano venir voglia di buttare l'albo nel rusco...
In realtà, dietro le quinte, qualcosa si muove. Boselli diventa il "curatore" di Tex (prima di fatto, senza essere citato come tale, poi citato come tale nei credits), vengono aggiunti altri sceneggiatori come Tito Faraci (anche se poi le sue storie si rivelano molto deludenti), e Nizzi dirada sempre più le sue storie fino a lasciare la serie (l'ultima storie è pubblicata nel 2013: notare che sono passati
20 anni dalla sua crisi, e almeno 15 dal momento in cui le sue "nizzate" avevano superato il livello di guardia. 15 anni di storie in cui Tex viene continuamente smitizzato, umiliato e rappresentato come un inutile buffone...
Nel frattempo, molti lettori hanno abbandonato il personaggio, e/o sono passati alla fase 3:
3) l'integralismo. Tex è perduto. È caduto nelle mani di autori che non fanno che stravolgerlo e ridicolizzarlo. L'editore o è complice o è incompetente. Da queste gente non c'è da aspettarsi nulla. Le uniche storie "giuste" sono quelle Sacre di G.L. Bonelli, in cui Tex non prendeva mai botte in testa e non veniva mai catturato (l'ho spiegato all'inizio che l'Integralista non si va davvero a rileggere le vecchie storie, ma mitizza il loro ricordo nella sua mente, no?)
Anche senza arrivare a questo livello, la
perdita di fiducia da parte dei lettori è evidente. Ormai i fans si sono divisi in due forum , uno generalmente "pro" Boselli e uno generalmente "contro" (con qualche bastian contrario che va controcorrente in entrambi), ma la cosa che si nota, appena vai oltre alla "bandiera" che sventolano, è che hanno la stessa maniera di rapportarsi alle storie: facendo il paragone con la cucina, sono commensali che non stanno in sala ad attendere che il cameriere gli porti i piatti. No. Entrano in cucina, si mettono dietro al cuoco, a dire "ma non ci metti troppo zenzero? Oddio, troppo sale! Cosa fai, non devi cuocerlo con la fiamma così alta!..."
È l'atteggiamento di chi magari "parteggia" per un cuoco, o viceversa lo attacca... ma non ha poi tanta fiducia. Non sarà che anche questo cuoco, sotto sotto, voglia stravolgere Tex? Mmmmm..... meglio controllarlo, pagina per pagina, vignetta per vignetta, e dare l'allarme se lo scopro a fare qualcosa di sbagliato...
Come si fa a leggere un fumetto così? Cioè, come fai a leggerlo così, e a goderti la lettura? "Storia ambientata in città, no, io avrei preferito una storia ambientata fra gli Apaches... c'è anche kit, ma non Tiger, che errore, io avrei messo Tiger..."
C'è una "regola" nel playtest dei giochi, che per me è applicabile in pieno anche ai fumetti: "ascolta il giocatore quando ti dice e mostra che non si diverte, è un segnale d'allarme molto importante, ma non dargli ascolto quando ti spiega come dovresti correggere il gioco, al 99.99% sono cazzate". Perchè un giocatore non è un game designer. il giocatore è magari esperto nel giocare, nel divertimento, è molto più esperto del designer nell'indicare "questo gioco mi diverte tot", ma di design non sa un tubo.
Idem nei fumetti: l'autore (o l'editore) che ignora le lamentele dei lettori, o che cataloga ogni critica come opera di "hater" o di "detrattori" è un folle e corre verso la sua rovina (quando si chiederà con sgomento "dove sono finiti tutti i miei lettori??" dopo aver passato anni a dire a tutti in risposta ad ogni critica "se non ti piace puoi smettere di comprarlo"...). il lettore sa perfettamente se una storia gli è piaciuta o no.
Quello che di solito invece non sa spiegare... è PERCHÈ. Finisce che si fa dei viaggi mentali assurdi (e finisce nell'integralismo...)
Molti lettori pensavano che il problema di Nizzi non fosse che scriveva per deridere Tex, ma che era perchè faceva un errore, e corretto quello, tutto si risolveva... "il problema è che non scrive storie con gli indiani". "basterebbe che ci mettere di più Tiger Jack, e tutto si risolve!". Anche quelli che si rendevano conto delle figuracce, saltavano fuori con cose tipo "il problema è che Nizzi fa sbagliare Tex, basta che Tex non sbagli mai, come nelle mitologiche storie di G.L. Bonelli!" (come se il problema del Tex di Nizzi fosse stato che ogni tanto gli sfuggiva qualcuno, e non il fatto che la cosa fosse impostata dall'inizio per rendere ridicolo Tex facendogli dire "lo prenderò o non mi chiamo più Tex Willer", e facendolo sfuggire al ranger con facilità irrisoria)
Quindi adesso ogni lettore ha la sua "ricetta". "Tex non deve sbagliare mai". "In Tex non devono mai apparire donne, G.L. Bonelli non ne ha mai messa una!", "Tex deve sempre prendere a pugni qualcuno nelle prime 20 pagine, e il segreto per il successo!", etc. (e sono ovviamente "ricette" del valore che possono avere le "ricette" di un "dottore" che non abbia mai studiato una riga di un manuale medico o che, per tornare alle storie, non abbia mai scritto un solo fumetto...)
E io, in questo manicomio?
Io ero co-moderatore in un forum di Tex, preso in mano semidistrutto dopo un brutto periodo di trolling e attacchi da parte degli ultimi giapponesi nizziani. E per un po' ho cercato di mantenere la discussione razionale e sensata. Prima con orde di lettori che ancora difendevano Nizzi, e poi man mano sempre di più contro orde di lettori che attaccavano non solo Nizzi ma tutta la sua famiglia fino alla sesta generazione precedente. Andavo a tentoni, per tentativi, perchè all'epoca non avevo MAI visto un forum davvero funzionante (da allora, l'ho visto. un forum americano di giochi, con il regolamento più "strano" che avessi mai visto. Totalmente contrario alle cose che si fanno "perchè si fa così" in tutti i forum italiani sui fumetti. Per esempio i moderatori chiudevano le discussioni dopo poche pagine, chi voleva postare ancora doveva aprire un nuovo thread. Niente thread-fiume. le più comuni tecniche retoriche per far saltare i nervi agli avversari erano proibite, non solo i falli di reazione. Non era proibito solo dire ad un altro "cretino", era proibito anche trattarlo come tale. Era proibito postare continuamente le stesse cose. Dopo aver visto quel forum ho capito perchè i forum di fumetti in generale funzionano male: hanno regolamenti che garantiscono che funzioneranno male e moderatori convinti che quelle regole controproducenti e illogiche siano necessarie in un forum "perchè sì"...).
Il "ruolo" di moderatore mi imponeva di leggere tutte le uscite texiane, almeno per riuscire a regolare le discussioni. Solo che dopo tante polemiche il mio rapporto con la lettura di Tex si era completamente guastato. Non leggevo per divertimento, era un "dovere", un obbligo. E poi si finiva a vivisezionare ogni storia, in dibattiti assurdi su ogni dettaglio. Ad un certo punto ho iniziato a rinviare la lettura, e poi ho smesso di leggerli. E ho pure smesso di frequentare quel forum (e qualunque forum di fumetti, in quel periodo ho dato un taglio a parecchi acquisti e in generale alle discussioni online, cercando altri interessi). Non ho mai davvero smesso totalmente di leggere Tex (i Texoni per esempio li leggevo, anche se a volte con mesi di ritardo) e quello che mi dicevo era che non avevo smesso, semplicemente "non ho tempo adesso, li leggerò poi".
Passano gli anni, a furia di "non ho tempo adesso, li leggerò poi" accumulo Tex non letti in quantità spaventosa. un giorno li guardo (e avevo anche sbagliato a giudicarne la quantità, come spiego poi) e dico "no, questo è ridicolo, o li leggo o smetto di comprarli". Vista la massa di albi ancora da leggere, invece di rifarmi dai primi non letti, sono partito dall'ultimo albo uscito in edicola, che era il 662, "carovana di audaci". (quindi sono circa 3 anni che ho ricominciato a leggere regolarmente Tex)
Con il senno di poi... non avevo scelto il momento migliore. QUATTRO albi in fila di Faraci, cioè 4 albi in fila di "vecchio cammello", "mangiamo bistecche alte quattro dita con patatine fritte" "bang bang", e poco altro... l'impressione che ne ricavai fu che dopo il periodo di Nizzi la testata si fosse congelata in una specie di autoparodia/autocelebrazione ben poco interessante.
Però, nonostante questo... mi piaceva tornare a leggere Tex. E metto l'accento sul "leggere". E basta. Senza doverne fare per forza una recensione. Senza dover tornare a litigare nei forum (poi alla fine ci sono ricascato, ma mesi dopo, e qui ho il vantaggio che lo posso fare solo quando voglio, in un forum Texiano si discute di ogni albo che esce...)
Leggendo gli albi successivi poi mi sono tranquillizzato. Non era Tex, era Faraci....
QUANTI Tex ho saltato? Più di quanti pensavo. Tenevo quelli da leggere separati da quelli già letti, quindi pensavo di poter vedere "a colpo d'occhio" quanti ne avevo saltati. Mi sono accorto solo molto recentemente che in realtà non ne avevo letti molti anche di quelli prima (probabilmente ho spostato un blocco di albi per far posto ai nuovi, o non avevo iniziato a separarli da subito e me ne ero dimenticato, in mezzo alle decine di migliaia di fumetti che ho. Quando ho detto "basta, è ridicolo andare avanti tanti numeri senza leggerli!" pensavo di averne saltati una quarantina.
In realtà, controllando recentemente, l'ultimo numero che mi ricordo di aver letto è il numero 575, "il sentiero dei ricordi", di Nizzi. poi la storia successiva era lunga, non l'ho letta man mano che usciva...e poi non l'ho letta manco dopo. insomma, ho saltato 86 albi mensili! (più tutti i Maxi, diversi almanacchi e speciali e Color Tex, etc.)
Prima o poi dovrò leggerli. Dovrei... un giorno...